Riceviamo e pubblichiamo questa lettera di Serena Cipriani – La pandemia che stiamo vivendo si potrebbe considerare come una sorta di rivolta della natura sull’uomo, che è diventato troppo numeroso e troppo, troppo invadente, creando scompensi e rompendo quell’equilibrio naturale su cui il creato era fondato…forse così potrebbe servirci da lezione …
E si moltiplicando infatti le intenzioni e le iniziative legate alla sostenibilità, ad una svolta “eco” , ad un aumento dell’attenzione per l’ambiente e la natura che portino un miglioramento della vita di ciascuno di noi: bonus per acquisti di biciclette, monopattini e altri sconosciuti mezzi di trasporto senza motore, costruzione implementazione delle piste ciclabili …. e chi più ne ha più ne metta..
Certo se si riuscisse tutti insieme, a cominciare da chi sta nei posti dove si decide, a tutti i livelli, a creare un cambiamento migliorativo della vita di ognuno e di quella collettiva, il prezzo enorme pagato in vite umane sembrerebbe meno vano.
Voglio condividere con voi la mia modesta esperienza e le mie sensazioni, per invogliare chi deve decidere alla riflessione.
Dopo il deserto angosciante che ha regnato nelle strade dei nostri paesi durante la chiusura, abbiamo finalmente ricominciato a vedere un po’ di vita. Non so se è capitato anche a voi, ma è stata una sensazione bella, liberatoria, come vedere una rinascita, lo sbocciare di un fiore. La vita sta cercando pian pianino di recuperare una specie di normalità, ma con delicatezza, con rispetto, quasi con timidezza. Dalla terrazza di casa mia vedo un tratto di strada che per il momento (e solo per questioni burocratiche) è ancora chiusa al traffico veicolare. In questo momento particolare, in cui il nostro animo è diventato più sensibile, è un’emozione vedere il bambino che fa avanti e indietro con la bicicletta senza paura delle macchine o la coppia che porta il figlioletto per la manina in sicurezza in mezzo alla strada o il vecchietto che aiutandosi con il bastone si gode una boccata d’aria pulita, cosa che nel nostro territorio possiamo ancora vantare di avere e che apprezziamo in particolar modo da un paio di mesi a questa parte.
E ora domando, senza polemica e dopo che le domande formali sono già state fatte e non hanno ottenuto le risposte sperate, ma semplicemente domando, da cittadino qualunque, se non sarebbe il caso di fare un piccolo passo indietro sulle decisioni prese e mantenere solo come percorso pedonale e ciclabile quel tratto di strada, peraltro di discutibile utilità come strada carrabile. Domando se non sia il caso di fare una riflessione e dare un contributo, nel nostro piccolo, alla svolta “eco” di cui tutti ora si riempiono la bocca, per fare in modo che non rimanga solo un’utopia legata al momento di paura e disperazione che stiamo vivendo ma diventi una realtà. E pensate ancora che spettacolo sarebbe poter disfare quel “mostro” di costruzione rimasta a metà nell’area adiacente a questa strada (… sì perché, una quindicina di anni fa, ancora qualcuno pensava di costruire e vendere un vespaio di quattordici appartamenti in mezzo a Stia …) e invece, al posto di questo scempio, pensate a come sarebbe bello realizzare un bel giardino, dove i nostri bambini e i nostri anziani si possono godere un’ora all’aria aperta. Buona riflessione