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domenica, 24 Novembre 2024

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Il terzo mandato per i sindaci… visto da Roma e visto dal Casentino

Molti si sono ormai rassegnati, anche il Badalischio, lo scherzo, con l’ennesimo decreto-legge, della concessione del terzo mandato all’ultimo minuto, ha infranto i sogni di chi sperava di vedere in Casentino un corposo rinnovamento, già alla presentazione delle candidature per le prossime elezioni amministrative.

Invece no, anzi tutti i sindaci attuali sono intenzionati a ripresentarsi, nonostante il decennio trascorso alla guida dei propri comuni, un tempo capace di invecchiare molti vini e… trasformarli in aceto…

Il 13 marzo il Senato discuteva proprio la “Conversione in legge del decreto-legge 29 gennaio 2024, n. 7, recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali dell’anno 2024 e in materia di revisione delle anagrafi della popolazione residente e di determinazione della popolazione legale“.

In teoria tutto poteva ancora saltare, ma era una possibilità remota, e poi il voto di fiducia che sistema le cose è sempre dietro l’angolo…

Ma alcune frasi ascoltate durante il dibattito hanno forse riaperto le porte alla speranza, si tratta di considerazioni che il Badalischio pensava dovessero essere valide anche per il Casentino.

«… Questo provvedimento, in realtà, è un ulteriore tassello alla vostra ormai costante tendenza ad alterare l’equilibrio delle istituzioni e nelle istituzioni, a giocare con le istituzioni, in altri termini. Mi riferisco anzitutto alle modifiche relative al limite dei mandati, che viene del tutto abolito per i sindaci dei Comuni sotto i 5.000 abitanti e portato a tre dai due attuali per i sindaci dei Comuni sotto i 15.000 abitanti. Mi chiedo e vi chiedo quale sia il senso di un intervento così parziale, che rischia di alterare un equilibrio che finora è stato assai efficiente.

L’indicazione programmatica che si legge dietro queste modifiche è chiara ed è opposta rispetto alle esigenze di funzionalità democratica delle istituzioni locali e di rispetto dell’equilibrio dei poteri. Ciò che vorreste approvare, infatti, è semplicemente l’allentamento di un limite a una fortissima concentrazione di potere in capo a cariche monocratiche, ovvero i sindaci; un limite che trae origine dalla legittimazione, appunto fortissima, che il rapporto immediato – senza mediazioni tra elettori ed eletti – conferisce ai sindaci.

Per questa esigenza di temperamento di sistema, per citare la Corte costituzionale, esiste il limite dei mandati, senza il quale o attenuando il quale si producono effetti del tutto negativi, a maggior ragione in contesti piccoli o piccolissimi: concentrazione di potere, clientelismo, effetti distorsivi sulle elezioni successive».

Chi ha pronunciato queste parole totalmente condivisibili? Marco Meloni, senatore del PD, che ha poi concluso il suo intervento con queste parole: «… Queste sono le ragioni per cui noi non potremo che votare contro la conversione di questo decreto-legge».

A questo punto la domanda sorge spontanea.

Ma se il PD in Parlamento vota contro il Decreto Legge che introduce il terzo mandato, motivandolo con ragioni strettamente legate alla forte inopportunità di prolungare il numero dei mandati degli eletti. Perché lo stesso PD in Casentino, invece di perseguire coerentemente il ricambio dei candidati, ripropone e sostiene Niccolò Caleri a Pratovecchio Stia, Carlo Toni a Poppi, Giampaolo Tellini a Chiusi della Verna…?

Se qualcuno è riuscito a rispondere a questo cervellotico quesito, ce lo faccia sapere…

Il Badalischio d’Argento, rubrica di satira politica e controinformazione

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