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domenica, 24 Novembre 2024

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Il Tribunale dà ragione a sei dipendenti dell’Unione contro Paolo Agostini

Vittoria in sede giudiziale per sei dipendenti dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino minacciati di licenziamento e fatti oggetto di accuse diffamatorie da parte di Paolo Agostini, Sindaco di Castel San Niccolò. Il Tribunale di Arezzo ha riassunto in un’ordinanza tutta una serie di provvedimenti a carico di Agostini, che come si ricorderà presentò – da presidente dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino – un piano di licenziamenti delle figure dirigenziali, piano che fu respinto dagli altri Sindaci dell’Unione dando origine alla querelle sulle dimissioni o sfiducia, altro caso di cui si sta occupando sempre il Tribunale.

I sei dipendenti in questione, tutti figure dirigenziali e funzionari dell’Unione dei Comuni del Casentino (si tratta di Paolo Grifagni, Roberto Brami, Daniela Nocentini, Siria Ceccarelli, Pier Silvio Ciabatti e anche il Sindaco di Poppi Carlo Toni), hanno ottenuto in giudizio una sorta di vittoria su tutta la linea.

Il giudice Marco Cecchi ha riconosciuto come “fondate” le istanze dei ricorrenti, e constatando nella sua ordinanza “Il contenuto ingiustificatamente denigratorio” dei commenti pubblicati sul web, ha disposto che Paolo Agostini cessi e rimuova immediatamente “Tutte le pubblicazioni a contenuto ingiurioso e diffamatorio sulla piattaforma Facebook o su altri social network, in particolare con riferimento ai post di cui alla documentazione in atti” (ossia le pesanti accuse pubblicate più volte nei giorni “caldi” dell’estate scorsa ed allegate nella causa intentata dai dipendenti lo scorso 4 novembre); inoltre ha stabilito che per ogni giorno di ritardo il Sindaco di Castel San Niccolò dovrà versare ad ognuno dei dipendenti una somma di 500 euro a titolo di risarcimento. Non è ancora tutto: il provvedimento del magistrato autorizza i ricorrenti anche ad eseguire il sequestro conservativo sui beni mobili, immobili e crediti del Sig. Agostini fino all’importo di 110.000 euro, condannando infine Agostini al pagamento delle spese legali

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