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giovedì, 21 Novembre 2024

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In campo con l’associazione “Special Team Casentino”

di Elisa Fioriti – “Play Unified” recita il motto della più grande associazione sportiva per persone con disabilità intellettiva, “Special Olympics”, nata a fine anni Sessanta negli Stati Uniti, dietro la Casa Bianca del Presidente JFK, dal sogno e per iniziativa di Eunice Kennedy Shriver, pioniera nel mostrare al mondo lo straordinario potere dello sport unificato: giovani e adulti, con e senza disabilità, sullo stesso campo sportivo, si mettono in gioco nella sfida, tutta da vincere, contro stereotipi e pregiudizi, per crescere insieme, come atleti e come persone.
In tanti sono scesi in campo: “Special Olympics” conta più di 5 milioni di atleti in 174 paesi, compresa l’Italia, con circa 18 mila atleti e 8 mila volontari su un totale che supera il milione! E il Casentino poteva mancare? Alla chiamata hanno risposto Gianmichele Sgrevi, Aldo Ciabatti e Michele Neri, il primo presidente e gli altri consiglieri, fondatori dell’associazione “Special Team Casentino”, che di “Special Olympics” ha abbracciato mission e vision, introducendole nel contesto locale.
Come è nata la vostra associazione?
Sgrevi: «È l’anno scorso, in occasione di “Special Olympics 1968-2018”, a celebrazione dei cinquant’anni dalla fondazione del movimento, che ha preso il via il progetto di sport “Una vallata speciale”, da cui è nata la “Special Team Casentino”».
Neri: «Ma noi tre ci conosciamo da anni: siamo parte dell’associazione “Top Volley Club Subbiano”, che presiedo io, oltre a essere il presidente del Gruppo Storico Sbandieratori di Subbiano».
Ciabatti: «Frequentando l’ambiente della pallavolo amatoriale, nel tempo ci siamo resi conto di quanto mancasse in Casentino una realtà strutturata, stabile, che proponesse con continuità attività motorie inclusive».
Sgrevi: «Giusto ogni tanto vengono organizzati eventi sportivi, comunque singoli, rivolti alle persone con disabilità intellettiva. A Subbiano, ad esempio, il CSI Oratorio di Subbiano ha organizzato i “Giochi senza barriere”. A Ponte a Poppi, lo stadio comunale ha ospitato la manifestazione “Diamoci una smossa”, promosso dai Centri diurni Tangram e Pesciolino Rosso. A Soci, invece, il settore giovanile dell’Archiano Calcio ha organizzato “Un calcio all’indifferenza”».
Neri: «Mentre la “Top Volley Club Subbiano” ha organizzato nel 2016, presso la palestra comunale di Capolona, un evento incentrato sulla pallavolo, che ha visto insieme in squadra gli atleti dei centri diurni e dell’associazione. Abbiamo riproposto una manifestazione simile nel 2018, a settembre, estendendola al calcetto e al tennistavolo».
Come avete maturato questa sensibilità particolare verso le problematiche della disabilità intellettiva?
Sgrevi: «Da svariati anni dedico parte del mio tempo libero alle persone con disabilità intellettiva. Sono in contatto con dirigenti e atleti di “All Stars Arezzo Onlus”, un’associazione sportiva nata all’interno dell’Istituto di Agazzi e già affiliata a “Special Olympics Italia”, con cui dialoghiamo e condividiamo buone pratiche. Loro mi avevano manifestato l’importanza e la necessità di dar vita a una proposta sportiva nel territorio, per evitare che le persone del Casentino fossero costrette a recarsi ad Arezzo. E io semplicemente ho trascinato il gruppo della Top Volley dietro a me, avvicinandoli alla pallavolo unificata, a squadre miste».
Ciabatti: «Conoscere e sperimentare questa realtà arricchisce tutti. Lo sport ha il potere di sviluppare il benessere fisico e psicologico delle persone, al di là delle differenze, al di là della disabilità».
Sgrevi: «“Special Olympics” mette in luce ciò che gli atleti possono fare, non ciò che non possono. In campo, che sia quello da pallavolo, da calcio, da pallacanestro, di atletica o di altri sport, si scoprono e si coltivano attitudini e capacità, s’impara, sbagliando e riprovando, ad avere fiducia in sé stessi, a gioire dei progressi: atleti, tecnici, volontari, famiglie formano una vera comunità. Lo sport diventa un momento prezioso, intenso, di scambio, di condivisione, di partecipazione».
Neri: «Lo sport funge da occasione sociale: alle persone con disabilità intellettiva (e non solo) dà modo di stringere amicizie, di socializzare, di mostrare il proprio io».
Quali attività propone la “Special Team Casentino”?
Sgrevi: «L’intero progetto, finalizzato a promuovere, sviluppare e organizzare attività motorie e sportive per adolescenti, giovani adulti e adulti con disabilità intellettiva, in modalità integrata nel contesto comunitario, è stato strutturato in tre fasi. Anno scorso abbiamo portato avanti una serie di azioni di sensibilizzazione sul territorio, a cui, ha fatto seguito, da ottobre a maggio, nell’ambito dell’iniziativa “Una vallata speciale”, un programma di allenamento adattato per l’apprendimento di schemi motori di base, focalizzato sulla pallavolo unificata e individuale».
Neri: «Una scelta, questa, legata non solo all’attività sportiva della “Top Volley”… Anno scorso, infatti, la città di Arezzo era stata designata come sede per i “Play the Games”, cioè le gare nazionali di “Special Olympics” per le discipline di pallavolo e tennistavolo. I nostri atleti si sono allenati con l’obiettivo ultimo di partecipare alla competizione: alcuni ci sono riusciti, e con buoni risultati».
Ciabatti: «Due medaglie vinte!»
Sgrevi: «“Special Olympics” abbraccia ventiquattro discipline diverse. Le manifestazioni sportive, a ogni livello (locale, nazionale, internazionale) sono aperte a tutti e premiano sulla base di appositi regolamenti, globalmente riconosciuti e continuamente testati e aggiornati. Di solito i Games nazionali si svolgono a giugno in un’unica città: per quest’anno è stata scelta Varese. Anno scorso, invece, sono stati decentrati e allestiti, secondo le varie discipline, in più città, tra cui Arezzo. D’altronde si respirava il clima dei campionati mondiali di Abu Dhabi… Cinque atleti dell’associazione “All Stars Arezzo Onlus” hanno partecipato. L’appuntamento per i prossimi Mondiali è fra quattro anni in Germania. Li possiamo affiancare alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi, giacché “Special Olympics” ha il riconoscimento del Compitato Olimpico Internazionale e del CONI».
Prevedete d’introdurre qualche cambiamento per il nuovo anno sportivo?
Ciabatti: «Entrando nel suo secondo anno di attività, l’associazione “Special Team Casentino” propone di ampliare il ventaglio delle attività sportive (bocce, tennistavolo, calcetto…), considerando che non tutti gli atleti sono ugualmente appassionati di pallavolo o hanno le abilità motorie per praticarne gli schemi motori».
Quando si tengono le lezioni?
Neri: «L’attività motoria viene effettuata due sabati al mese, la mattina dalle 10.00 alle 12.00, presso la palestra delle scuole medie di Rassina: abbiamo richiesto e ottenuto il patrocinio del Comune di Castel Focognano, che ci ha messo a disposizione i locali della palestra gratuitamente».
Sgrevi: «Collaboriamo anche con l’Istituto Comprensivo “Guido Monaco”. La Dirigente, la prof.ssa Cristina Giuntini, ha dato massima disponibilità: insieme abbiamo concordato il calendario per l’utilizzo della palestra. Anno scorso, grazie all’insegnante di educazione fisica Mariarita Magnanensi, siamo riusciti a valorizzare il progetto “Una vallata speciale” coinvolgendo gli studenti dell’Istituto: a turno, le classi delle medie ci raggiungevano a sabati alterni in palestra per condividere l’ambiente e fare sport insieme. Quando abbiamo partecipato ai “Play the Games” ad Arezzo, una delegazione di ragazzi ci ha raggiunto per farci il tifo! È stata una bella pagina di sport, una lezione di vita».
Ciabatti: «“Special Team Casentino” mira a lavorare in sinergia con le istituzioni, gli enti, le associazioni del territorio. Il nostro gruppo è sempre aperto ad accogliere nuovi atleti, nuovi volontari, nuove iniziative e forme di collaborazione, per continuare a crescere e migliorare. Chiunque abbia competenze da condividere è ben accetto: istruttori, allenatori, professionisti di una certa disciplina sportiva possono contattarci (sulla pagina Facebook di “Special Team Casentino” ci sono numeri e indirizzi) se desiderosi di dedicare un po’ di tempo libero ai nostri atleti, non più di una quindicina a sessione».
Sgrevi: «Le lezioni che proponiamo sono rigorosamente tenute da laureati in scienze motorie con esperienza nella conduzione di attività sportive per persone con disabilità intellettiva. Spesso vengono supportati da tirocinanti, oltre che dai nostri volontari».
Ciabatti: «Però l’invito a collaborare è indirizzato anche a medici, fisioterapisti, oculisti, cardiologi, podologi… disposti a prendere a cuore l’iniziativa e a partecipare ai grandi eventi di “Special Olympics”, durante i quali vengono organizzate visite mediche e screening gratuiti».
Neri: «Le potenzialità, vedete, ci sono. Le idee pure. Vorremmo, ad esempio, sedimentarci maggiormente nel territorio, estenderci verso l’Alto Casentino, interessando altre palestre. In futuro, sulla scia dello “Young Athletes Program” di “Special Olympics”, ci piacerebbe strutturare attività specifiche per i bambini con disabilità intellettiva».
Sgrevi: «Nel frattempo i nostri ringraziamenti vanno, oltre che al Comune di Castel Focognano e all’Istituto Comprensivo “Guido Monaco”, all’intero gruppo della “Top Volley Club Subbiano”, motore del progetto, a Coop Centro Italia – Sezione Soci Casentino, che ci ha fornito il materiale e l’abbigliamento sportivo, e a un’azienda del territorio, “Caporali & Bruni Srl”, che ci sostiene. Un grazie, poi, al Centro “L’Accordo” di Subbiano, che ci mette a disposizione un pulmino per il trasporto degli atleti residenti nel basso Casentino, e al Gruppo Giovani di Capolona, che ha contribuito all’avvio del progetto. Certo, restano ancora dei nodi da risolvere, dei problemi logistici. Ma lo spirito per andare avanti è quello giusto. Avanti insieme».

(tratto da CASENTINO2000 | n. 313 | Dicembre 2019)

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