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mercoledì, 5 Febbraio 2025

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In caso di emergenza

di Mauro Meschini – Quello che è accaduto nell’estate 2016 in alcuni regioni dell’Italia centrale e, da ultimo, le drammatiche situazioni che si sono vissute, sempre nelle stesse zone, nel mese di gennaio, hanno fatto tornare di attualità l’importanza di efficienti, preparati e pronti servizi di emergenza da attivare in caso di necessità. Questo il ruolo che ormai da tempo riveste il servizio di protezione civile, presente e organizzato capillarmente in tutto il Paese. Le vicende che la TV e i media hanno fatto conoscere a tutto il Paese ci ha spinto a provare a saperne di più e a conoscere meglio come, nella Provincia di Arezzo, è gestito il servizio di protezione civile. Il Dott. Nicola Visi, Responsabile del Servizio, e il Dott. Enrico Gusmeroli, Responsabile dell’Ufficio, hanno gentilmente risposto alle nostre domande, aiutandoci a conoscere meglio la complessa struttura della protezione civile.

Quale è il ruolo che attualmente ha la Provincia nel servizio protezione civile e quali sono gli altri principali soggetti coinvolti? «La normativa Regionale ha confermato la competenza della Provincia nelle attività di Protezione Civile. Il Servizio si occupa di individuare e mantenere aggiornati gli scenari di rischio presenti sul territorio provinciale con le rispettive procedure necessarie per fronteggiare le situazioni emergenziali. Provvede a svolgere attività di previsione e monitoraggio degli eventi, adottando tutte le iniziative necessarie a garantire, in fase emergenziale, il supporto ai Comuni e ai Centri Intercomunali. Provvede all’impiego del volontariato e agli adempimenti conseguenti. Mantiene aggiornato il Piano Provinciale Integrato di Protezione Civile condividendolo con la Prefettura di Arezzo, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, il Gruppo Carabinieri Forestale di Arezzo e la USL Toscana SUDEST (Centrale Operativa del 118). Il Servizio svolge anche attività di formazione e informazione alla popolazione mediante l’attivazione di specifici progetti didattici nelle scuole primarie oltre all’organizzazione di esercitazioni di Protezione Civile con il coinvolgimento della popolazione. Per fare ciò, la Provincia di Arezzo, ha sottoscritto ormai dal 2005 un protocollo d’intesa con la Prefettura per la predisposizione di un unico Piano Integrato Provinciale di Protezione Civile e una Sala Operativa oltre a una struttura che garantisce l’analisi costante dei dati metereologici e delle situazioni in atto con ricadute di Protezione Civile. La Prefettura garantisce il coordinamento di tutte le strutture dello Stato, mentre la Provincia cura i rapporti di collaborazione con la Regione, gli Enti Locali e con le Associazioni di Volontariato di Protezione Civile. Per questo motivo, la Provincia mantiene una intensa collaborazione con gli Istituti di ricerca presenti sul nostro territorio. Uno di questi è quello con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) con il quale il nostro Ente collabora da tempo e ha messo a disposizione presso locali di proprietà la sede dell’Osservatorio Sismologico di Arezzo».

Su quali strutture, mezzi e personale può fare riferimento la protezione civile e quali sono indicativamente i tempi necessari per intervenire in caso di emergenza? «Come già accennato, il Sistema Integrato di Protezione Civile provinciale vede a sua disposizione molteplici professionalità e mezzi a partire dalle strutture deputate per loro natura alla gestione del soccorso (Vigili del Fuoco, Forze di Polizia e 118), a questi si aggiungono le capacità di coordinamento proprie della Prefettura e le attività tecniche svolte dai Comuni ed Unione dei Comuni. Un ruolo importante lo svolgono anche i Servizi della Provincia: Viabilità, Edilizia e Polizia Provinciale. I primi garantiscono la circolazione ed il supporto per le emergenze sulla viabilità i secondi la manutenzione e gli adeguamenti per la sicurezza degli edifici scolastici superiori. Le attività della Provincia si completano con le azioni svolte dalla Polizia Provinciale che garantisce il flusso di informazioni dal territorio verso la Sala Operativa della Provincia. Altra fondamentale componente della Protezione Civile è il Volontariato. La Provincia è tra i fondatori della Consulta Provinciale del Volontariato per la Protezione Civile che nasce nel 1992 su iniziativa dell’Assessorato Provinciale di Protezione Civile e di 32 Associazioni di Volontariato di Arezzo e provincia. Oggi il numero di Associazioni è arrivato ad oltre 55. La necessità di istituire la Consulta è nata per rispondere alle esigenze reali di operatività e con lo scopo di sviluppare e potenziare il Volontariato di Protezione Civile in ambito locale e provinciale come contributo allo sviluppo di solidarietà in tutto il territorio. Con il coordinamento della Provincia, molte Associazioni sono intervenute fuori territorio aretino in progetti di assistenza e solidarietà, tra cui citiamo i più importanti in Abruzzo nel 2009, in Emilia nel 2012 e in progetti di cooperazione internazionale nella Bosnia Erzegovina. La Consulta svolge inoltre da oltre dieci anni, attività informativa di protezione civile nelle scuole medie».

Quale è la struttura direttiva del servizio di protezione civile. In pratica chi decide in caso di necessità e quali azioni vengono messe in atto per prevenire situazioni di emergenza (quando possibile soprattutto per eventi meteorologici critici)? «La Protezione Civile è caratterizzata, per la sua intrinseca natura, da una logica interdisciplinare in funzione della situazione di emergenza in atto e prevede il coinvolgimento di molteplici soggetti, dagli Enti Locali alle strutture periferiche dello Stato, ma Autorità di Protezione Civile sul territorio comunale è il Sindaco. Il Sindaco è responsabile di gestire l’emergenza, informare i cittadini sui rischi e pericoli presenti nel proprio territorio e sui giusti comportamenti da tenere. Ogni Comune ha una sua organizzazione di Protezione Civile, modalità di attivazione e procedure operative. La Provincia svolge un ruolo fondamentale nelle attività di supporto e coordinamento con i Comuni e i Centri Intercomunali. Per gli eventi di rilevanza sovra comunale viene attivato il Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.) che è l’organo provinciale di coordinamento dell’emergenza di Protezione Civile. Questo viene presieduto dal Prefetto di Arezzo o suo delegato e viene attivato di concerto dalla Prefettura e Provincia, dandone comunicazione alla Regione Toscana. Al C.C.S. partecipano i rappresentanti di tutte le Forze Operative presenti sul territorio (a titolo esemplificativo, Vigili del Fuoco, Forze di Polizia, Gestori dei Servizi Essenziali, Azienda USL) e tra questi anche la Provincia che svolge il ruolo di Centro Situazioni. Questa funzione garantisce il collegamento con i Comuni, Centri Intercomunali, Regione Toscana ed il monitoraggio dell’evento in corso».

Quali sono i piani di intervento previsti per le varie zone della provincia e quali i soggetti coinvolti. Nelle zone dell’Abruzzo una situazione particolarmente grave si è avuta per la mancanza di energia elettrica, sono previsti particolari accorgimenti per rispondere a queste necessità? «Molti pensano che la principale attività di Protezione Civile sia quello di intervenire in emergenza, in realtà una delle attività più importanti è la pianificazione. Per questo il Sistema Provinciale Integrato di Protezione Civile della Provincia, ha predisposto e tiene costantemente aggiornato un Piano Provinciale Integrato di Protezione Civile. Questo è il documento che, partendo dall’analisi delle criticità presenti sul territorio, individua i ruoli, i mezzi e le strutture da attivare per la gestione dell’emergenza. Individua inoltre le potenziali azioni per la riduzione del rischio e l’analisi degli scenari di eventi di Protezione Civile al fine di non trovarsi impreparati durante il loro verificarsi. Si tratta quindi di uno strumento di indirizzo e supporto all’azione degli attori del Sistema Provinciale Integrato di Protezione Civile. Come la Provincia, anche i Comuni e i Centri Intercomunali redigono il proprio piano di protezione civile che individua e tiene conto, a livello locale, dei rischi ai quali è esposto il territorio comunale riportando le azioni immediate che servono per fronteggiarle. Per quanto riguarda la gestione delle emergenze legate all’interruzione dei cosiddetti Servizi Essenziali (elettricità, gas, acqua, telefonia ecc.), i soggetti competenti sono in prima battuta i Gestori di detti Servizi. La loro azione per il superamento dell’emergenza viene coordinata all’interno del Centro Coordinamento Soccorsi situato presso la Prefettura. Questo garantisce eventuali azioni di supporto agli Enti Gestori da parte delle forze del Sistema Integrato.

Come la protezione civile aretina ha collaborato per rispondere alle emergenze che si sono avute in alcune regioni dell’Italia centrale e quali sono i progetti in atto? «Le prime scosse del 24 agosto 2016 hanno messo in movimento tutta una serie di iniziative con l’intento di portare un primo aiuto alle popolazioni in gravi difficoltà. Immediatamente la Consulta Provinciale del Volontariato per la Protezione Civile si è attivata aprendo la sottoscrizione di fondi denominata XIV Ponte della Solidarietà. In ottobre, una delegazione di tecnici coordinata dalla Provincia, dalla Consulta, e da alcuni Sindaci, si è recata nelle zone del sisma per individuare un Comune dove concretizzare un progetto di aiuto. Alla fine di ottobre ci sono state altre due potenti scosse. A novembre è stato individuato il Comune di Visso quale beneficiario dell’iniziativa. Da quel momento, il XIV Ponte della Solidarietà si è concretizzato nel progetto “Visso Vive”, che ha l’obiettivo di sostenere le popolazioni rimaste nelle zone colpite dal sisma, di collaborare per il prossimo rientro nelle loro case ed infine di realizzare le iniziative volte a rimettere in moto l’attività turistica che, da anni, rappresenta una grossa fetta dell’economia di quei territori. La Consulta, promotrice dell’iniziativa insieme a molti Comuni del territorio e numerose Associazioni, hanno aderito al progetto che andrà avanti per almeno tutto il 2017 e si occuperà delle richieste presentate dal Sindaco. In questo momento, nel territorio di Visso e zone limitrofe, sono rimasti quasi esclusivamente gli allevatori ai quali sono già stati inviati diversi carichi di fieno e di mangimi; cose quasi tutte generosamente donate da allevatori della nostra provincia e trasportati con automezzi messi a disposizione gratuita da diverse persone e anche dal Gruppo Carabinieri Forestale. Il progetto “Visso vive”, consoliderà ancora di più la solidarietà della gente del nostro territorio verso quella di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera».

(tratto da CASENTINO2000 | n. 280 | Marzo 2017)

 

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