di Antonella Oddone – L’influenza è una malattia infettiva respiratoria acuta causata dal virus influenzale, un virus a RNA. Esistono quattro tipi di virus influenzali ma quelli che provocano l’influenza stagionale sono il virus A e il virus B. Secondo l’OMS, l’influenza stagionale colpisce ogni anno tra il 20% e il 30% dei bambini di età 0-14, e i più piccoli sono a maggior rischio di sviluppare complicazioni, come polmonite o disidratazione. I virus influenzali hanno una marcata tendenza a mutare, cioè presentano ogni anno variazioni antigeniche nelle due glicoproteine di superficie, HA (emoagglutinina) e NA (neuroaminidasi), che permettono loro di evadere la risposta immunitaria dell’ospite. Quindi gran parte della popolazione ad ogni nuova stagione influenzale è immunologicamente suscettibile.
Questi cambiamenti antigenici cui vanno incontro i virus influenzali sono di due tipi: 1) “drift antigenico”, cioè piccoli cambiamenti nella sequenza di aminoacidi delle glicoproteine di superficie HA e NA, (quelle in grado di stimolare una risposta immune) che sono frequentissimi e portano costantemente alla comparsa di nuovi ceppi responsabili delle epidemie influenzali che si susseguono di anno in anno. Questo fenomeno riguarda sia i virus A, sia i B ed è responsabile delle epidemie stagionali.
2)“shift antigenico”, è un fenomeno che riguarda solo i virus di tipo A e consiste nella comparsa di un ceppo virale del tutto nuovo con una proteina di superficie (HA e/o NA) appartenente a un sottotipo diverso da quelli comunemente circolanti nell’uomo. Gli shift antigenici sono dovuti o a riassortimenti tra virus umani e animali (aviari o suini) oppure alla trasmissione diretta di virus non-umani all’uomo. Poiché la popolazione non ha mai incontrato prima questi antigeni, questi cambiamenti di maggiore entità possono provocare un’infezione invasiva in tutta la popolazione, su scala mondiale, che prende il nome di “pandemia”.
Trasmissione e patogenesi L’influenza si trasmette principalmente per via aerea, attraverso goccioline di saliva e secrezioni respiratorie emesse con i colpi di tosse o gli starnuti. Una volta entrato nel corpo, il virus attacca le cellule dell’epitelio respiratorio dando inizio ad un processo infiammatorio che genera i sintomi caratteristici dell’influenza. Il nostro sistema immunitario risponde infatti all’infezione con una forte risposta infiammatoria che provoca sintomi sistemici come febbre alta, dolori muscolari e stanchezza. I bambini, il cui sistema immunitario è ancora in fase di sviluppo, sono più suscettibili all’infezione e alle sue complicazioni. L’influenza si diffonde rapidamente negli asili e nelle scuole. L’incubazione dura 1-2 giorni e le persone infette possono trasmettere il virus durante questo periodo e fino a 5-7 giorni dopo la comparsa dei sintomi.
Sintomi L’influenza è caratterizzata dalla febbre, da sintomi delle vie respiratorie, che sono sempre interessate, e da manifestazioni generali, a carico dell’intero organismo. In particolare la febbre si presenta improvvisamente ed è in genere alta, superiore ai 38°C, nei bambini con puntate anche fino a 39-40°C, può durare dai 3 ai 7 giorni, accompagnata da tosse (di solito secca), dolori ossei e muscolari diffusi, mal di testa, grave malessere (spossatezza), mal di gola e naso che cola. La tosse può essere grave e molto fastidiosa, può durare 2 o più settimane. Possono essere presenti altri sintomi come fotofobia (eccessiva sensibilità e intolleranza alla luce) e inappetenza. Non sono comuni sintomi a carico del tratto gastrointestinale, quali nausea, vomito, diarrea, poiché di solito sono provocati da virus simil-influenzali. Inoltre il virus influenzale è un potente immunodepressore e rende più facile ammalarsi di altre forme virali nei mesi a seguire. Durante la convalescenza il bambino è spossato e dorme molto.
Complicanze Otiti e polmoniti da sovrapposizione batterica fino alle gravissime polmoniti influenzali necrotizzanti e alle encefaliti necrotizzanti, potenzialmente mortali. Le complicanze sono più frequenti nella fascia di età 6 mesi 6 anni, nelle persone anziane e con patologie. In gravidanza può insorgere un travaglio prematuro (prima della 37° settimana di gravidanza), o un basso peso alla nascita del bambino. L’influenza può causare aborto spontaneo o parto prematuro.
Cosa fare? L’influenza è virale, quindi gli antibiotici non servono se non in caso di complicanze batteriche. La febbre, anche alta, sappiamo che è una specifica risposta dell’organismo ed è utile ad uccidere il virus. I cosiddetti antipiretici, in particolare il paracetamolo, andranno somministrati solo in caso di forte malessere o cefalea intollerabile. La tosse può essere alleviata da bevande contenenti miele o sciroppi fitoterapici. Fondamentale è idratare il bambino facendogli bere spremute di frutta (non “succhi” di frutta), frullati, the leggero e acqua, invitandolo a mangiare piccole quantità degli alimenti che preferisce e soprattutto la frutta che come noto contiene gli antiossidanti necessari per inattivare i pericolosi radicali liberi che si formano in tutte le infezioni.
Ma l’influenza e tutte le sue complicanze si possono prevenire con un vaccino ben sperimentato e sicurissimo, da questo anno disponibile anche sotto forma di spray nasale, che il pediatra somministra gratuitamente in dose unica.
DOTT.SSA ANTONELLA ODDONE Medico pediatra
(Rubrica ESSERE L’Equilibrio tra Benessere, Salute e Società)