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giovedì, 26 Dicembre 2024

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La Corte dei Conti impone all’Unione dei Comuni Montani del Casentino l’esclusione della nomina del direttore generale

In questi giorni i consigli dei nove Comuni aderenti stanno adeguando lo statuto dell’Unione per non perdere i contributi regionali per le funzioni associate del 2012 e risulta che è stata annullata anche la previsione del direttore generale per adeguarsi, come riportato nel verbale del consiglio di Castel San Niccolò “alla prescrizione stabilita dalla Corte dei Conti”.
La vicenda era iniziata il 2 gennaio scorso, quando Simone Borchi, dirigente da oltre 31 anni del settore agricoltura e foreste della disciolta Comunità Montana del Casentino, aveva segnalato alla Giunta della subentrata Unione che la previsione statutaria del direttore generale era contro la legge, perché proibita sotto i 100.000 abitanti (l’Unione ne ha 21.000). Due giorni dopo la Giunta nominava direttore generale il segretario Paolo Grifagni e toglieva tutti gli incarichi di direzione a Borchi.
A seguito di esposto da parte della minoranza consiliare, la Procura regionale della Corte dei Conti apriva il procedimento V2012/00232/MND chiedendo chiarimenti su tale nomina e la Giunta dell’Unione non forniva ulteriori informazioni sull’esito della vicenda.
Nel frattempo la Giunta, presieduta dal sindaco di Stia Luca Santini, riorganizzava l’ente, eliminando il settore agricoltura e foreste, che da solo era il doppio degli altri due dell’Unione, e lo inseriva nel settore assetto del territorio rinominato “area tecnica”, affidandone la direzione all’arch. Roberto Brami, privo di titoli professionali e di esperienza in ambito agricolo-forestale.
I sindacati forestali aretini con documento unitario del 6 giugno denunciavano la “inadeguatezza dell’Unione a svolgere al meglio le attività rientranti nella delega regionale in materia di forestazione e il pericolo di un progressivo abbandono delle foreste del Casentino in quanto gli operai forestali sono sempre più utilizzati in operazioni rientranti nella gestione diretta delle singole amministrazioni municipali anziché nei compiti e nelle mansioni più propriamente legate al demanio”.
La risposta della Giunta dell’Unione è stata quella di avviare un’ulteriore riorganizzazione con la finalità di mettere in mobilità il terzo dirigente (Borchi), già privato della direzione di struttura, utilizzando le procedure previste dalla legge sulla spending review.
La prescrizione della Corte dei Conti, che l’Unione dei Comuni ha dovuto accettare, dimostra la lealtà e correttezza del dirigente Borchi e imporrebbe alla Giunta la riconsiderazione delle decisioni prese, nonché la revoca dell’incarico di direttore generale al segretario Grifagni, che non risulta ancora effettuata.
Ed ecco il paradosso:
-il dirigente che invita a non far violare la legge viene mandato a casa
-il segretario che aveva il dovere di non far approvare un atto contro la legge è prima promosso direttore generale e poi nessuno gli chiede conto del suo operato
-la giunta approva un atto contro la legge, è censurata dalla Corte dei Conti e costretta a correggersi, ma non riconsidera tutti gli atti che sono stati assunti in conseguenza di quella violazione di legge.

Simone Borchi, redazione@foreste.it
“gli alberi conoscono solo la verità”

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