di Lara Vannini – Odore di fumo e di un lento ribollire, vetri appannati e il suono dolce di un costante crepitio… Potremmo immaginarcela così la cucina dei nostri nonni, un luogo accogliente, semplice, dove d’inverno il calore di una fiamma e qualche pentola sul fuoco non mancavano mai. Non a caso in Casentino quando una persona diceva «sono in casa» voleva dire «sono in cucina», perché questa parte dell’abitazione era la più vissuta, il cuore pulsante in cui si susseguivano le attività dell’intera famiglia. In cucina si desinava, era un ottimo rifugio dai rigori invernali e proprio qui si scaldava l’acqua per lavarsi.
Tutte le attività importanti avvenivano in cucina compreso l’accoglienza degli ospiti, che potevano tranquillamente stare seduti al canto del focolare con un bicchierino di vino artigianale, di mezzo vino, Vermut o Vinsanto. Il “mezzo vino” era una bevanda ricavata dalla vinaccia, sicuramente un prodotto meno pregiato e più leggero del vino, ma che in tempo di ristrettezze era l’ideale. Nelle cucine “più moderne”, oltre al grande camino era presente la cucina economica, uno strumento che come dice il termine aiutava considerevolmente ad ottimizzare le risorse e generare calore.
Cucina lenta e saporita Oggi, dove tutto ruota intorno alla sostenibilità perdendo spesso di vista il fine ultimo a scapito del commercio, la cucina economica rappresenta un vero toccasana per chi in un colpo solo vuole ritornare alla genuinità di un tempo, utilizzare un oggetto multifunzione e riappropriarsi di una cucina sana ed estremamente saporita. Upgrade del camino a legna, la cucina economica ci riporta indietro nel tempo, nelle abitazioni delle nonne quando i lunghi pomeriggi invernali dove fuori faceva buio presto, pioveva o ancora meglio nevicava, la cucina economica rappresentava una discreta compagnia grazie al crepitio della legna arsa ma anche al lento ribollio che produceva il tegame posto sul grande ripiano in ghisa. La cucina era generalmente un ambiente sempre caldo, accogliente ma soprattutto profumato di piatti deliziosi che grazie alla cottura lenta restavano in preparazione per molte ore. Il ragù di carne, spesso di coniglio, che in passato veniva cucinato con parsimonia e usato in occasioni speciali, era un alimento che per le lunghe ore di cottura, inondava di aroma tutta la casa. Lo stesso poteva dirsi per l’arrosto di pollo, anatra e coniglio che veniva cotto nel fornetto. Chi non aveva il focolare ci preparava anche la polenta. La sera veniva cucinata la minestra e zuppe di ogni tipo. La convenienza di questa cucina era che il fornello era sempre caldo sia per cucinare sia per scaldare qualsiasi alimento.
La cucina economica però a dispetto della propria efficienza nasce molto lontano, ben prima del ‘900, in ghisa o acciaio e come già detto era uno strumento estremamente versatile che permetteva nello stesso momento di preparare i cibi, tenerli in caldo, riscaldare gli ambienti, asciugare la biancheria. Durante le festività natalizie, per profumare l’ambiente venivano poste sulla piastra della cucina economica, bucce di arancia e di mandarini che con il calore sprigionavano un buonissimo aroma.
Un oggetto più funzioni La cucina economica era costituita da più scomparti. Una zona dove veniva bruciata la legna, uno scomparto dove si raccoglieva la cenere, un fornetto per preparare le pietanze, e in basso un piccolo vano orizzontale dove potevano essere tenuti i cibi in caldo. In alto c’era la piastra di ghisa formata da cerchi estraibili, a seconda del diametro del tegame che veniva utilizzato. Sulla destra del versatile strumento c’era il serbatoio per l’acqua che doveva sempre essere pieno anche se il liquido al suo interno poteva essere utilizzato ad esempio per cuocere la pasta. Il tubo della stufa che raccoglieva i fumi della combustione, dovendo salire per sfogarli esternamente, riscaldava anche la stanza posta al primo piano. Certamente la cucina economica doveva essere pulita e mantenuta soprattutto la piastra di ghisa dove spesso cadeva il cibo in cottura. In Casentino una famosissima casa costruttrice di elettrodomestici fu la Becchi di Forlì. Fondata nel 1858 da Pietro Becchi, fu dopo più di un secolo incorporata nella Zanussi. La Becchi fu un’azienda che riuscì nel tempo a fare un considerevole successo tanto che nel 1940 divenne addirittura una Società per Azioni. Intramontabile ancora oggi è la cucina economica smaltata di bianco, a quattro scomparti con il ripiano in ghisa.
Cucina economica ed igiene personale Come già detto la cucina economica era un oggetto estremamente versatile e per questo decisamente indispensabile in un ambiente familiare. Essendo la grande piastra superiore sempre riscaldata a causa del bruciare continuo della legna, era possibile ad esempio preparare l’acqua calda per farsi il bagno nel catino davanti al camino o più semplicemente per lavarsi la mattina. Infatti non va dimenticato che fino agli Anni ’50 e ’60 del ‘900 nelle campagne non esisteva acqua corrente all’interno degli ambienti domestici, ed avere uno strumento che permetteva in tempi rapidi il riscaldamento dell’acqua era un enorme privilegio. Anche i saponi erano ridotti al minimo, comunemente esisteva la saponetta che veniva utilizzata un po’ per tutto, così “l’acqua sporca” veniva gettata in un’apertura dell’acquaio che generalmente andava direttamente fuori dall’abitazione. Non esistendo il phon, il calore della cucina economica poteva servire anche per l’asciugatura dei capelli. La piastra della cucina economica essendo sempre riscaldata poteva servire anche per preparare il ferro da stiro per la stiratura. Niente elettricità quindi, ma lo stesso calore sprigionato dalla combustione della legna che veniva utilizzato per più funzioni. Infine i ferri presenti nella canna fumaria potevano diventare degli ottimi stendibiancheria o luoghi dove riporre i canovacci della cucina dopo che erano stati utilizzati. Anche la cenere prodotta dalla combustione della legna poteva essere riutilizzata ad esempio per igienizzare le stoviglie, lavare gli indumenti (lisciva), lucidare pentole e coperchi, ma anche per tenere lontane le lumache dagli ortaggi o come fertilizzante.
Il ruolo della cucina oggi Se ci pensiamo bene oggi con la ricerca nelle abitazioni di un living aperto, di spazi per cucinare che dialoghino con la zona giorno/pranzo, ci accorgeremo di come in realtà stiamo tornando alle abitudini del passato quando la famiglia si riuniva insieme nella grande cucina e gli spazi dell’abitare erano quelli in cui ci si poteva riunire e condividere un ambiente. Ancora oggi le persone preferiscono riunirsi intorno ad un fuoco, quello dei fornelli e mentre il cibo è in preparazione stare insieme a dialogare magari con un buon calice di vino. Non è un caso che i nostri nonni quando dicevano che erano in casa si riferissero alla cucina, un luogo magico da cui si generavano storie di vita e di amore.