di Elisa Fioriti – “E se per una volta ridessimo sul latte versato?” a dispetto delle traversie che riserva la vita, propone ironicamente la poetessa Maria Luisa Spaziani. Ci proviamo, intrufolandoci nella sede rassinese del gruppo di volontari clown “I Giulivi”, che quest’anno festeggia il decennale d’attività. In rappresentanza, ci accolgono Masina, Pisola, Marmitta, Rughina e Grullo Parlante: i nomi son già tutto un programma!
Federica Rossi: «Ciascuno, prendendo parte al Gruppo Clown, si sceglie un nome d’arte che rispecchi la sua indole, l’atteggiamento, che racconti qualcosa di sé: io di getto pensai a Pisola, amando i ritmi lenti, la pacatezza che, sola, consente d’assaporare i momenti. Mentre la nostra biker Erika Migliorini è Marmitta, e Letizia Corbo Rughina, diminutivo di tartaruga, entrambe di Arezzo; lo stesso Alborella, Colorino, Otre. Da Soci, come me, viene Farfallina, con la sua gaiezza contagiosa. Fra gli ultimi arrivati c’è il Grullo Parlante Sebastian Perret, dalla Francia. Di Rassina sono Borbottone, Fiorellino, Jolly…» Deborah Giunti: «E io, Masina, in omaggio all’attrice che ha vestito i panni clowneschi di Gelsomina nel film “La strada” di Fellini. Comunque, per quanto sia cambiato, via via, col turnover dei volontari che è indispensabile, il gruppo sarà sempre pronto ad accoglierti, o a ri-accoglierti, nel rispetto di tempi e bisogni, nella piena libertà d’offrire il proprio contributo all’associazione. Tutti ugualmente preziosi».
Da chi avete preso le mosse? Deborah: «“I Giulivi” sono nati nel 2006 con Debora Bongianni (alias Cavatappi) e Rosetta Sandroni (alias Marmotta), arricchendo la rosa dei gruppi di volontari della “Pubblica Assistenza Casentino Onlus”, fondata nel ’74, presieduta oggi da Luca Tellini: oltre al Gruppo Clown, l’associazione annovera la sezione di Rassina della Protezione Civile, quella del Servizio di Emergenza 118, quella del Trasporto Ordinario Sanitario e Sociale. Intenzionate a estendere il raggio d’azione della Pubblica Assistenza, e con esso i benefici che già apportava alla comunità, creando una rete dalle maglie più fitte, Cavatappi e Marmotta hanno saputo dar voce e corpo alle necessità del territorio. Sì, avevano seguito un corso di formazione a Firenze che permise loro, circondate all’inizio da pochi attivissimi volontari, di realizzare i primi progetti (il progetto d’animazione Sbarelliamoci ad esempio, con attività ricreative di socializzazione per ridurre stress e ansie dei ricoverati), ma il Clown in Corsia in strutture ospedaliere tipo le nostre, se contiamo l’alta percentuale d’anziani in Casentino e l’assenza di un reparto pediatria all’Ospedale di Bibbiena, ha sfide diverse da affrontare. E molte».
Federica: «Ciò rende la formazione essenziale. Il Cesvot – Centro Servizi Volontariato Toscana, ci ha supportato: corsi a tema per specializzarci, istruirci ex novo o aggiornarci, sensibilizzarci su determinate problematiche… Significativa l’esperienza di “Diversa-mente abili”, che ha rivoluzionato la concezione, l’approccio alla disabilità. Perché “I Giulivi” guardano alla persona, non al bambino o all’anziano, alla persona, qualunque sia l’età, e si mettono in suo ascolto».
Deborah: «In cantiere avremmo un corso sul ruolo del Clown nelle emergenze di protezione civile. Appunto il legame con Anpas – Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, che contraddistingue il nostro Gruppo Clown a livello se non nazionale almeno regionale, ci colloca in una realtà sociale più ampia e strutturata, aprendoci prospettive d’intervento, all’occorrenza, in contesti extra locali, in situazioni di pericolo e disagio, di calamità improvvise».
Erika: «A seguito del terremoto in Emilia Romagna nel 2012, un contingente di volontari dei “Giulivi” è andato un fine settimana a svolgere un servizio nei campi-tenda di Mirandola e Novi di Modena. Siamo partiti io, Pisola, Rughina, Otre e Farfallina, ma là, a sostenerci nel portare un po’ di conforto a chi aveva perso cari o amici, feriti, privati della casa, di averi, ricordi… avvertivamo, tangibile, la presenza dell’intero gruppo: il viaggio, i materiali da usare, le attività di gioco li avevamo preparati insieme, a mano, con cura».
Letizia: «Ma lo facciamo di consueto! Dalle canzoni ai balletti, e fra i giochi il Mercante in fiera con carte giganti colorate, la Tombola strampalata con pochi numeri e grandi, attività adattabili alle esigenze dei destinatari. Sono queste occasioni per collaborare divertendosi, per conoscersi meglio, creare affiatamento, un clima relazionale positivo che si trasferisce quando siamo all’opera nei reparti d’ospedale, nelle case di riposo (rammento la residenza di Pratovecchio), alle feste paesane (a Rassina, il Carnevale). E anche dopo il servizio ci riuniamo per condividere pensieri e sensazioni, valutare le criticità, le potenzialità da sviluppare: è liberatorio, terapeutico».
Erika: «Certo non esiste preparazione sufficiente, materiale, fisica, emotiva per la realtà disagiata che si sperimenta in una zona colpita da calamità naturale».
Deborah: «Lo stesso vale per chi come me è stato nella Palestina devastata dai conflitti. Un’esperienza profonda, che ti dà tanto, ti arricchisce il cuore, ma che tanto ti chiede: ti mette a nudo. Ricordo l’abbraccio di una bambina che con i compagni ci aveva dedicato (sì, loro a noi!) un canto di benvenuto: mentre scattavamo le foto inginocchiati, la sua stretta improvvisa, e lei che si lascia andare, a occhi chiusi, serena».
Come siete arrivati fino in Palestina? Deborah: «Tre volte “I Giulivi” (alcuni del gruppo, nella foto a sinistra) sono andati in Palestina, grazie ai contatti di Alborella, che fra gli altri conosceva due Clown: loro ci hanno fatto da mediatori, indirizzandoci nelle strutture in cui recarci: ospedali, campi profughi, ricoveri per vittime di guerra e persecuzione, centri per orfani… La volta che andai io, con Alborella, Cavatappi, Otre, Farfallina, Virus, ci siamo spostati, noleggiate le macchine, da Gerusalemme a Betlemme, raggiungendo anche un ospedale dove lavorava una suora italiana in un’area protetta vicino alla Striscia di Gaza».
Federica: «Per non limitare l’attività a brevi trasferte, abbiamo attivato, finanziati da Anpas e allestendo una raccolta fondi, un progetto mirante a formare direttamente laggiù Clown volontari, che aiutino il popolo palestinese, appartenendovi, in maniera più adeguata e stabile».
Immagino non siano mancate trasferte regionali? Deborah: «No, affatto. Un progetto svolto tramite Anpas ci ha condotto a Livorno, a Pontassieve in una casa di riposo, a Montelupo Fiorentino nell’ospedale psichiatrico giudiziario, dove la clownerie è inserita in percorsi di terapia e i pazienti addirittura partecipano a “Mercantia”, il Festival internazionale del teatro di strada di Certaldo… Insomma, “Giulivi” in giro per la Toscana a regalare sorrisi. E riceverne».
Sebastian: «Molti, soprattutto adulti, s’illudono di non averne necessità. Come se il Clown di corsia dovesse rivolgersi solo ai più piccoli e farli divertire. Ma il nostro compito va ben aldilà: si tratta d’avvicinarsi all’altro, con rispetto, delicatezza, instaurando un contatto, che può prevedere canti a squarciagola o silenzi, sfoghi, battute o quattro chiacchiere. I Clown-Angeli, d’esperienza, guidano il gruppo senza farsi notare, appoggiano i novizi, favoriscono la complicità fra noi… Ogni presente, poi, è coinvolto: medici, infermieri, inservienti, familiari. Casomai gli Angeli rimodulano il servizio, evitando che eventi improvvisi minino l’equilibrio».
Beh, dieci anni d’attività degni di festeggiamento! Federica: «Sicuramente. Infatti, la festa annuale che la Pubblica Assistenza Casentino organizza, aprendosi alla comunità oltre che ai membri dell’Associazione, sarà un momento bellissimo d’unione e confronto, che vedrà i riflettori puntati su “I Giulivi”. La festa, in programma per sabato 1 ottobre dalle ore 19.00, con apericena, sarà allestita nella “Sala Toscana” di Rassina, in collaborazione con la Pro loco di Corsalone».
Erika: «Il Gruppo Clown aggiunge alla sede di Rassina della Pubblica Assistenza un’altra sede a Corsalone, rientrando nei Comuni di Castel Focognano e Chiusi della Verna. Ne approfittiamo per ringraziare tutti, iniziando dalla Pro Loco Corsalone, della disponibilità e del sostegno».
Deborah: «Troverete alla festa uno stand informativo sull’Associazione e il Gruppo Clown. E ovviamente ci sarà spazio per l’animazione… giusto uno spaccato sul mondo della giocoleria affinché avvertiate lo spirito, l’entusiasmo dei “Giulivi”. Niente anticipazioni però: presto la locandina dell’evento (scrivete all’indirizzo igiulivi@pubblicaassistenzacasentino.it per avere ulteriori informazioni o visitate la pagina web www.pubblicaassistenzacasentino.it/gruppo-clown). Noi ci auguriamo che il Gruppo possa rinvigorirsi con l’apporto di nuovi volontari, raccogliendo fondi per la formazione e varie iniziative.
Vorremmo festeggiare il decennale non tanto come un traguardo ma come la tappa di un cammino ancora lungo da percorrere, un cammino rivolto avanti, a un futuro insieme.»
(tratto da CASENTINO2000 | n. 274 | Settembre 2016)