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lunedì, 30 Dicembre 2024

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La frittata di vitarbe, un piatto iconico della cucina casentinese

di Anselmo Fantoni – In primavera la natura si risveglia in un tripudio di colori e di profumi, ma anche di sapori che una volta segnavano lo scorrere del tempo nelle cucine di campagna, dove papaveri, tarassachi, grespigni, lampascioni e ortiche, davano origine a frittate o ravioli buonissimi.

Perché dopo Pasqua le uova non mancavano e per non annoiarsi del loro consumo, le nostre massaie ce ne regalavano infinite varietà, aiutate anche da una natura generosa in cui piante selvagge e non, se ne trovavano in grande quantità.

La vitarba, la nostrana liana, non troppo adatta a emulare Tarzan, vitalba clematis il suo nome scientifico. Pianta infestante che possiamo trovare lungo le siepi che costeggiano sentieri o delimitano i confini dei campi, ma anche nel bosco, regala i suoi germogli appena formati per frittate sopraffine.

Bisogna stare attenti a raccogliere solo il germoglio fresco appena formato, ne serviranno molti perché una volta bolliti si ridurranno di parecchio. È proprio questo il periodo di raccolta, quindi buona passeggiata e buon appetito.

Frittata di vitarbe Ingredienti Germogli di vitarba a piacimento 6 uova fresche Olio EVO Uno spicchio d’aglio Sale e pepe q.b. Preparazione Bollite i germogli in abbondante acqua leggermente salata. Scolateli bene e strizzateli con le mani una volta raffreddati. In una padella mettete olio EVO e l’aglio, quando l’aglio cambia colore toglietelo. Unite i germogli finemente tritati con una mezzaluna e fateli insaporire fino a che non abbiano asciutto l’acqua e togliete la padella dal fuoco. Sbattete le uova salando e pepando leggermente, una volta montate aggiungete la verdura e mescolate bene. Versate tutto su una padella e coprite con un coperchio per permettere la cottura sia sotto che sopra. Ovviamente se la parte inferiore rischia di bruciare rovesciate la frittata. Ponetela su un tagliere rotondo e fatela a spicchi e naturalmente buon appetito.

VINO CONSIGLIATO Frascati Superiore Vigneto Filonardi Riserva 2022 DOCG L’uomo fu cacciatore, raccoglitore quando le battute andavano male, infine agricoltore cercando di minimizzare gli insuccessi, continuando a cacciare per difendere le colture. La natura è sempre generosa e anche con piante definite infestanti e addirittura in qualche caso erbacce. Eppure alcune di esse possono essere deliziose se opportunamente raccolte e cucinate. Il caso più eclatante è quello dell’ortica che pur essendo infestante e urticante, può dare origine a ottimi ravioli. Cosi la vitarba, i suoi germogli una volta bolliti rimangono amaricanti e consumati così non sono il massimo, ma se abbinati alle uova perdono quasi per magia il loro amaricante e danno origine a un piatto semplicissimo dal gusto delicato e sopraffino. Naturalmente quando si utilizzano piante selvatiche dobbiamo essere certi della loro commestibilità perché altrimenti si rischia di mettere in pericolo la nostra salute e quella dei nostri cari. La soluzione è di attingere ai nostri nonni che spesso erano grandi conoscitori delle fitoterapie di famiglia. Se però la conoscenza familiare è andata perduta, rivolgetevi a botanici esperti prima di correre qualche rischio.

Il piatto è semplice e il vino non deve sovrastarne la delicatezza, un bianco è la scelta ideale e questo mese abbiamo scelto un vino storico della Provincia di Roma: il Frascati. L’azienda Villa Simone è relativamente giovane e i suoi prodotti si stanno imponendo per la loro affascinante eleganza. Il proprietario è Lorenzo Costantini, un enologo apprezzato nell’ambiente che si è innamorato del Frascati e i cui risultati testimoniano che passione e competenza danno vita a grande qualità. Il vino scelto per l’abbinamento è il Vigneto Filonardi Riserva 2022 un Frascati Superiore DOCG. Il colore di un paglierino lucente e trasparente introduce ai profumi fruttati e floreali di ananas, banana e leggero agrumato impreziositi dal biancospino e camomilla, un finale di erbe aromatiche come timo e rosmarino completano il piacevole bouquet. In bocca è equilibrato con il sorso particolarmente appagante dove freschezza e sapore sono imbrigliati da un alcool imperiale e chiude con note aromatiche di rosmarino. Impressiona la piacevolezza del sorso che ti costringe a suggere nuovamente il nettare.

Un abbinamento perfetto che gioca tutto sulla semplicità che non sempre indica banalità, anzi. Il Frascati ha come vitigno principe la Malvasia del Lazio che dona vini piacevoli e profumati, i terreni sono ricchi e questo aiuta, una visita alla cantina con una degustazione può essere una bella alternativa a visite più canoniche in zone turistiche oramai inflazionate. Se poi non amate viaggiare potrete anche invitare alcuni amici a casa per una pasta aglio, olio e peperoncino e per secondo una bella frittata, abbinati a qualche bottiglia di buon Frascati. Come sempre attenti alla vostra e altrui salute moderandovi sia nel mangiare che nel bere, ma non rinunciando alla bellezza del convivio. Numquam periclum sine periclo vincitur.

(COSA BOLLE IN PENTOLA e MONDOVINO sono due rubriche a cura di Anselmo Fantoni)

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