di Denise Pantuso – Tra le tante cose che la società contemporanea ci porta a ripensare è la sessualità degli esseri umani. Nella fluidità in cui siamo immersi la sessualità per l’opinione pubblica sembra avere connotazioni strane, ma direi piuttosto che queste connotazioni stanno usando mezzi e modalità sempre esistite ma oggi espresse con diversi processi. Per ogni genitore, il passaggio dalla presunta innocenza sessuale infantile al risveglio delle pulsioni adolescenziali è sempre stato un momento di empasse.
Tra la vergogna e l’imbarazzo, la paura e lo stupore, la preoccupazione e il senso di libertà l’incontro del genitore con la sessualità del figlio è sempre contornata di sfumature particolari. Non con casualità ho scritto “presunta innocenza sessuale infantile” perché ormai tutti coloro che hanno dei bambini scorgono nei loro volti momenti di estasi che il buon Sigmund Freud chiamava soddisfazione autoerotica.
Nei tre saggi sulla vita sessuale lo psicoanalista e neurologo esponeva minuziosamente come si formavano le zone erogene in età infantile, sviluppando il controverso concetto di bambino “perverso polimorfo”. Questo termine sta a significare che il soddisfacimento sessuale nel bambino esiste e prende origine dallo sviluppo biologico del corpo. La bocca, l’ano e i genitali, sviluppando biologicamente, vengono investiti di una certa affettività, di un certo soddisfacimento che rimarrà vivo per tutta la vita.
Non solo, ma verrà anche ricercato con i mezzi che la cultura mette a disposizione. Jaques Lacan, studioso minuzioso dei testi freudiani aggiunse alle tre zone erogene anche la voce e lo sguardo. Quindi anche il suono e la vista sono esperienze sensoriali che diventano elementi che creano il nostro mondo interno e da cui possiamo trarre una qualche soddisfazione. Ma tornando alla sessualità sempre Freud ci insegna come l’amore di un bambino sia fin dalla nascita sia omosessuale, ad esempio la bambina verso la mamma, che eterosessuale, la bambina verso il babbo.
Così accade anche per il bambino. Lo strutturarsi della sessualità passa quindi da una posizione all’altra continuamente e con l’intervento di processi psichici complessi l’allora infante che insegue forme autoerotiche di soddisfacimento, svilupperà la sua scelta sessuale sia etero che omo. Nell’adolescenza l’altalenanza della vita sessuale infantile ritorna a galla. L’adolescente in preda alla nascita di peli, cambiamento di odore, sviluppo dell’eccitazione sessuale si trova a ricercare, definire e nominare la sua scelta oggettuale. L’investimento affettivo non si soddisfa più nel proprio corpo, c’è ricerca nell’altro e questa ricerca influenza sia la costruzione dell’identità che la scelta oggettuale. L’identità di genere è il sentirsi uomo o donna, la scelta oggettuale è divenire eterosessuali o omosessuali. Oggi però ci troviamo ad una posizione dichiaratamente bisessuale in quanto sempre più soggetti in adolescenza si dichiarano bisessuali. Raccontano di avere storie omosessuali nelle chat e storie eterosessuali nella vita reale e viceversa. Molto spesso i genitori vengono a sapere di questo “ciacciando” sul cellulare dei figli, facendosi così prendere da una particolare angoscia che li getta nella difficoltà di sapere come comportarsi.
C’è chi oscilla nell’imbarazzo di incontrare l’omosessualità del figlio, imbarazzo che contrasta con la paura che il figlio si senta giudicato. C’è chi teme la vergogna sociale per il figlio e chi non accetta la confusione di scelta sessuale. Ci sono varie reazioni genitoriali con figli sempre più sereni di poter scegliere liberamente. Tutto questo giro di sentimenti negli adolescenti non è niente di nuovo ma è nuova la modalità con cui accade. Infatti anticamente questa oscillazione tra scelta omo e eterosessuale veniva sottoposta a vari di tipi di strategie di nascondimento, un nascondimento che spesso durava tutta la vita portando a matrimoni eterosessuali negli omosessuali generando non poche sofferenze. La bisessualità, quindi, in adolescenza è un fatto logico e necessario.
Dott.ssa Denise Pantuso – Psicologa e psicoterapeuta individuo, coppia e famiglia
(tratto da CASENTINO2000 | n. 316 | Marzo 2020)