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mercoledì, 29 Gennaio 2025

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La musica: il primo linguaggio

di Antonella Oddone – La musica è un linguaggio universale, che unisce le generazioni e i popoli, che tocca le corde dell’anima e dà sollievo al dolore. La stessa voce umana è musica e noi siamo immersi nel ritmo fin dalle prime epoche della nostra vita: il ritmo del cuore della mamma che batte, il ritmo del suo respiro, il ritmo della natura con il susseguirsi di notti e giorni, inverni e primavere. L’apparato uditivo del bambino è già ben sviluppato alla fine del quinto mese di vita intra-uterina. Dopo la nascita il bambino riconosce le voci udite in precedenza, in particolare quella più profonda del babbo, ed è importante giocare con la voce, con ritmi e melodie diverse nei diversi momenti della giornata: il risveglio, il pasto, il bagnetto, l’addormentamento. Le ninne nanne stabiliscono un’intensa comunicazione con il neonato grazie alla vicinanza fisica durante il canto; i suoni onomatopeici possono aiutare il bambino ad esprimersi sonoramente, imitando i versi degli animali o i suoni dell’ambiente, quelli delle stagioni, della città o della campagna; le filastrocche e i girotondi favoriscono l’espressione e la comunicazione.

La musica sincronizza e calma il bambino, influendo sul sistema uditivo, motorio e sensoriale. È stata infatti rilevata una diminuzione del cortisolo, l’ormone dello stress, durante l’ascolto musicale, sia nel lattante che negli adolescenti. D’altra parte se il bambino è in uno stato di quiete, la musica migliora la sua soglia di attenzione. Il canto promuove uno scambio comunicativo intenso tra bambino e genitore e favorisce l’autoregolazione emotiva. La percezione del ritmo investe in particolare il sistema motorio e questo è abbastanza evidente quando osserviamo il movimento, la danza, che ne consegue. La musica aiuta il bambino a sviluppare le proprie capacità di ascolto e osservazione, ad accrescere la propria immaginazione e creatività, ad aumentare le capacità di concentrazione e attenzione e ad esercitare la memoria. Gli esami di neuro imaging mostrano che i bambini che hanno avuto un’esperienza musicale continuativa hanno miglioramenti significativi nelle abilità aritmetiche, nello sviluppo del linguaggio e delle funzioni esecutive (pianificazione e abilità a risolvere i problemi). La musica infatti modifica il cervello sia in senso funzionale che strutturale, non solo aumentano le sinapsi (connessioni tra neuroni) nelle zone del cervello deputate all’ascolto ma anche nelle aree, per esempio, deputate alla memoria verbale e alla coordinazione dei movimenti.

Non è necessario essere musicisti né essere intonati: ascoltare e fare musica in famiglia, giocando con la voce, con gli oggetti quotidiani che producono suoni, cantare filastrocche e inventarne di nuove rafforza il legame affettivo tra adulto e bambino ed è fonte di benessere.

Entrare in contatto con la musica sin dalla più tenera età, agisce sugli stati d’animo più profondi e sulle emozioni, è nutrimento della mente e dello spirito, ma anche divertimento, gioco, strumento per sviluppare le potenzialità espressive e creative del bambino. Non esistono preclusioni sulla scelta dei generi musicali da proporre al bambino (musica classica, popolare, pop, country ecc.), l’importante è che piaccia al bambino e che l’ascolto sia un’esperienza piacevole.  Anche il silenzio è importante: la comunicazione è costruita da suoni e silenzi. Il silenzio segna le pause e il ritmo, invita all’ascolto dell’ambiente circostante e di chi si ha di fronte. In un ambiente traboccante di suoni, dove per esempio la televisione è sempre accesa, vengono meno attenzione e concentrazione e l’attivazione motoria può essere eccessiva.

Evitiamo dunque suoni e rumori privi di significato (la televisione in sottofondo) oppure continui e ripetitivi (il rumore dell’aspiratore dei fornelli o le musichine dei videogiochi) che possono provocare iperstimolazione uditiva con iperattività o al contrario assuefazione ed apatia. Insomma al bando i solitari strumenti digitali, divertiamoci insieme con mestoli e pentole e, appena possibile, riscopriamo i suoni della natura e giochiamo con la voce.

DOTT.SSA ANTONELLA ODDONE Medico pediatra

(Rubrica ESSERE L’Equilibrio tra Benessere, Salute e Società)

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