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lunedì, 14 Aprile 2025

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«La Nostra Storia Camminando» I cartelli che spiegano il Casentino #9: Giona

di Giorgio Innocenti Ghiaccini – In realtà Giona (m. l. m. 660) era formata da due villaggi che distavano circa 700 metri l’uno dall’altro: Giona di Sopra e Giona di Sotto. Il villaggio basso, dove ancora vive qualche persona, si trova lungo la via Romea che proviene dalla Sassonia (Germania) quasi alla foce dell’Elba nel Mare del Nord, Del villaggio alto (non più abitato) oggi restano soltanto case abbandonate e semidistrutte.

La chiesa di S. Maria di Sopra, della quale restano solamente poche macerie coperte da spinaie, fu letteralmente smontata e rimontata a valle riutilizzando quasi tutto quello che fu possibile recuperare. Addirittura i montanti della nicchia dietro l’altare sono stati rimontati alla rovescia; evidentemente il muratore non conosceva il significato dei simboli. L’importanza di questa doveva essere notevole, perché da essa proviene la famosa “Madonna di Giona in trono”.

Oggi quella scultura lignea, del XIII o XIV secolo come la datano molti studiosi, si trova nella Pieve di Bibbiena. Il bambino della foto è una copia fedele rifatta dal maestro Ruggero Biggeri in attesa di recuperare quello originale rubato qualche decennio fa. La chiesa di S. Maria, negli elenchi delle decime del 1302-03, pagava una libbra e 5 soldi (Rationes decimarum Italiae … Tomo II). La chiesa antica fu visitata da Enrico Ormanno, vicario del vescovo di Arezzo Francesco Minerbetti, il giorno 12 luglio del 1534 e all’epoca era suffraganea della Pieve di Partina. Il Vicario vi trovò il rettore Biagio Scalandri di Bibbiena che gli disse che era a collazione del signor Vescovo.

Entrato nella chiesa, la vide che era compatta, con le pareti antiche in buone condizioni e così il tetto e il pavimento. L’altare era molto bello e aveva tutto il necessario ben ordinato. (Visite pastorali, Vol. II). Giona nel 1551 aveva 46 abitanti (Brigata Aretina, bollettino informazione n°. 77, II Sem. 2003). Alcune pietre recuperate dalla vecchia chiesa sono inglobate in una casa a Giona di Sotto a valle della via. Sono riconoscibili perché ci sono scalpellati dei simboli.

Uno di questi è il “Sole delle Alpi” (il simbolo della Lega) che si trovava spesso nelle scalpellature cristiane delle antiche chiese casentinesi. Alcuni di questi simboli sono visibili anche nei capitelli delle colone nel chiostro (ricordato da tante nella Divina Commedia) visitabile di Camaldoli.

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