«… Ma in questo mese di dicembre 2021, durante il quale passare per le strade che costeggiano la ormai desolatamente chiusa RSA di Stia suscita ancora malinconia e amarezza, è impossibile non ritornare con la mente a tutto quanto è accaduto. Non ritornare al clamore registrato a giugno nelle settimane che avevano visto la definitiva chiusura della struttura simbolo per il paese: con gli anziani collocati fuori dal loro Comune, con le famiglie disorientate e almeno confortate dal fatto di aver potuto trovare, in qualche modo, una soluzione ad una situazione certamente non facile; con le lavoratrici impegnate a difendere i loro diritti; con il paese anche questa volta, purtroppo, disposto ad accettare senza battere ciglio quanto accaduto, come se fosse stato comunque frutto di un destino avverso a cui non era possibile opporsi. Oltre a questo in questo mese di dicembre è impossibile non ritornare con la mente ancora più indietro, a quanto accaduto proprio a dicembre 2020, quando, ancora prima del trauma dei trasferimenti, la tranquilla e serena routine della “casa dei nonni” era stata travolta dalla diffusione dei contagi da Covid-19. Quasi tutti gli anziani contagiati; una serie di morti che hanno dimezzato il numero degli ospiti; contagi anche tra il personale; una situazione che aveva portato ad una totale chiusura per provvedere alla completa sanificazione della RSA in attesa che dai reparti Covid fosse possibile vedere il ritorno dei nonni che erano riusciti a superare quel tragico momento. A vedere quello che poi è accaduto all’inizio della primavera successiva con la “vera” e definitiva chiusura, quanto visto nel mese di dicembre si potrebbe considerare un drammatico presagio, anche perché in entrambi i casi non si è veramente potuto sapere cosa è successo…» (da Dedicata a «I Nonni del 2020», CASENTINO2000 dicembre 2021).
Queste frasi sono state riprese da un nostro articolo pubblicato nel dicembre 2021. Anche allora si parlava di un nuovo progetto che permettesse la riapertura della RSA di Stia e in quel momento, prendendo atto della possibilità di vedere finalmente riaperta una realtà importante, non solo per Stia, avevamo voluto dedicare un pensiero a chi aveva vissuto i difficili momenti che si erano susseguiti proprio tra le mura della RSA “San Carlo Borromeo” tra dicembre 2020 e giugno 2021.
Vogliamo anche adesso ripartire da lì, da quel pensiero e da quella dedica, che avevamo voluto rendere pubblica, per chi in quei lunghi mesi aveva perduto la vita, aveva dovuto sopportare tanti sacrifici e per chi aveva visto svanire il proprio posto di lavoro. Quello che si prospettava nel 2021 non è stato portato avanti e non è stato raggiunto, ma alla fine un nuovo progetto è stato messo in atto e le immagini diffuse sui social nelle scorse settimane, che mostravano le forti braccia delle ruspe abbattere le mura ormai svuotate, hanno reso evidente che il percorso è pienamente iniziato e porterà a riempire di nuovo di vita, di lavoro e di relazioni umane quello che adesso appare solo un grande spazio aperto.
È un progetto impegnativo quello che è stato avviato, impegnativo ma assolutamente necessario, un progetto che andrà ad inserirsi all’interno della rete di servizi e strutture necessarie per andare a rispondere alle richieste e alle esigenze della cittadinanza casentinese. La Misericordia di Stia ha finalmente adesso nuovi partner, con cui sta rendendo reale quello che rischiava di diventare solo un obiettivo non più realizzabile.
La Cooperativa Colori è nata ad Empoli nel 1993 e offre servizi specializzati nell’area dell’assistenza alle persone anziane o con disabilità. È una realtà che conta 139 soci e 232 dipendenti. Si occupa della gestione di 10 strutture con circa 439 persone assistite. Con un fatturato di più di 6 milioni di euro. Sarà questa cooperativa a gestire almeno per i prossimi 30 anni la nuova RSA portando tutto il suo bagaglio di esperienza e la sua collaudata organizzazione. La cooperativa da subito ha portato anche una importante sostegno economico anticipando a favore della Misericordia di Stia 1.600.000 euro che, sommati alla cifra coperta dal superbonus del 110%, pari a 8.400.000 euro, permetteranno di coprire l’intero investimento richiesto per la realizzazione della nuova RSA.
Altro soggetto coinvolto nel progetto è la Del Monte Ristorazione di Lucca, azienda del Gruppo Giannecchini che si occupa di ristorazione scolastica, aziendale e socio-sanitaria. Anche per questa realtà i numeri sono importanti: 250 operatori impiegati, 40 anni di attività e un fatturato di più di 8 milioni di euro.
Sarà questa azienda a gestire i servizi prettamente alberghieri della nuova RSA: la cucina, le pulizie e la lavanderia, che sarà interna. Già si stanno attivando contatti e collaborazioni con i produttori locali casentinesi per fare in modo che i piatti che saranno preparati siano a base di materie prime a Km 0, un legame con il territorio che si ritiene certamente da non sottovalutare. Le due realtà che abbiamo adesso ricordato si occuperanno di far “vivere” questa nuova struttura, un contesto con circa 60 posti letto, dei quali 40 dedicati all’accoglienza nel modulo base e 20 nel modulo Alzheimer. La RSA rappresenterà, quindi, una risposta importante per il territorio proponendo servizi ormai assolutamente necessari anche nella realtà casentinese.
Interessanti anche altri aspetti che caratterizzeranno la nuova RSA. Una “Sala del Silenzio”, un luogo di preghiera aperto a tutte le confessioni, ma anche ad attività aperte alla comunità. Il giardino sospeso raggiungibile con un ascensore. Lo stretto rapporto che si vuole creare con il vicino asilo nido, che permetterà di dare vita ad occasioni di incontro tra “nonni e nipoti”.
Dal prossimo mese di marzo saranno organizzati momenti di incontro e informativi che permetteranno a tutta la cittadinanza di “entrare” già in quella che sarà l’organizzazione della nuova realtà, durante questo percorso sarà anche possibile proporre la propria candidatura per fare parte del team che andrà a operare nella nuova realtà, si parla di circa 60 lavoratori, impegnati nelle diverse mansioni che sarà necessario svolgere.
Questi appuntamenti che nei prossimi mesi saranno organizzati saranno momenti importanti che accompagneranno la costruzione materiale dell’edificio, prevista in tempi molto stretti, tanto che nei primi mesi del 2026 la nuova struttura potrebbe essere completata.
La Manni Green Tech è l’azienda coinvolta nella realizzazione dell’edificio che avrà caratteristiche originali e particolari, questa azienda infatti “opera nella produzione e nella lavorazione di profili in acciaio leggero, specializzata nell’edilizia off-site e nella prefabbricazione sostenibile; attraverso il proprio sistema costruttivo permette di realizzare edifici modulari e scalabili”. Da questo bagaglio di esperienza deriverà la realizzazione della nuova struttura, che sarà un edificio moderno per il quale è stato scelto di utilizzare colori che riprendono le sfumature della terra.
Le caratteristiche strutturali dal punto di vista della sicurezza del nuovo edificio, lo renderanno anche di grande interesse strategico, visto che potrà essere utilizzato, in caso di particolari necessità, per il supporto della popolazione. Ci auguriamo che non accadano mai eventi che richiedano ituzioni di emergenza, ma anche questa caratteristica della nuova RSA potremmo dire che contribuisce ancora di più a legarla al contesto in cui si colloca, quel contesto che in questi anni ha certamente sentito il vuoto lasciato dalla chiusura del 2021.
Presto inizierà però un’altra storia, sarà un nuovo edificio, ma sarà nello stesso luogo da decenni destinato ad attività sociali e sanitarie. Sarà nel luogo in cui in passato si trovava uno degli ospedali di questa vallata, un luogo comunque sempre dedicato alla cura, all’assistenza, all’accoglienza, all’attenzione e alla promozione del benessere e della salute.