Il Casentino sta vivendo la crisi economica più grave dal dopoguerra a oggi e parlare della nomina di Santini a commissario del Parco può apparire superfluo ed essere un argomento che non interessa i più. Ma parlare del senso di questa nomina, anche dopo il deciso e fermo intervento del sindaco Bernardini, ha invece una logica molto precisa.
Dopo la distruzione della Comunità Montana e un anno disastroso all’Unione dei Comuni, come un nostrano Schettino, Santini addandona l’Unione per rifugiarsi nell’unica poltrona attualmente disponibile. Si porta avanti con il lavoro insomma, in vista della scadenza del suo mandato tra poco più di un anno. Tutto questo naturalmente sponsorizzato dalle truppe cammellate del suo partito (i vari Realacci, Vasai, Locatelli, ecc.) in una sorta di occupazione delle istituzioni, senza nessun vero confronto, che fa venire i brividi.
Ora che il più grande Comune del Parco, Bibbiena, si è espresso nettamente contro la nomina a presidente del cacciatore Santini, è opportuno fare qualcosa anche come cittadini e casentinesi per il perseguimento di un obiettivo più alto. E ha ragione Bernardini quando dice che la qualifica di “cacciatore”, non è il punto peggiore di questa nomina, comunque assurda. Per evitare questo declino ormai inarrestabile, anche istituzionale, e questo momento in cui è stato lanciato il “si salvi chi può” per i tre o quattro amministratori che hanno imperversato ultimamente con risultati disastrosi, è giunto il momento che tutti si impegnino o si ri-impegnino nella cosa pubblica facendo sentire la loro voce. E ci rivolgiamo soprattutto a quei casentinesi, e sono tanti, che votano PD in maniera convinta, a tutti quei renziani che anche qui sono ormai la maggioranza e a cui evidentemente non può stare bene cosa sta accadendo e cosa sta combinando il vertice locale del partito.
E’ arrivato davvero il momento di impegnarci tutti per “una rinascita del Casentino” attraverso la mobilitazione e la voglia di tutti di riportare questa terra al prestigio che merita.
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