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venerdì, 14 Marzo 2025

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La ricetta del mese: agnello al forno con patate

di Anselmo Fantoni – Si affaccia la primavera e la disponibilità di agnelli ci ha ispirato per questa ricetta. L’agnello è forse l’animale più importante nella storia culinaria dell’uomo fino a sostenere una figura fondamentale in alcune religioni. Per la buona gestione del gregge, da cui trarre formaggi sopraffini, non possiamo mancare di far figliare le pecore, i maschi quasi tutti destinati alla tavola in quanto non produttori di latte, le femmine parte rilevate per il rinnovo del gregge e parte avviate anch’esse alle nostre tavole. Se poi si ha la fortuna di disporre di un agnello allevato da uno dei nostri bravi pecorai quindi non da allevamento intensivo il piatto sarà davvero una sicura esperienza sensoriale fantastica. In questo periodo possiamo trovare in dispensa, se ben conservate le ultime patate, noi abbiamo scelto quelle rosse per questo piatto. La fusione di questi due alimenti semplici e gustosi, impreziositi dagli aromi della nostra terra, danno origine ad un piatto che sa conquistare anche chi non ama molto il sapore dell’agnello, provare per credere.

Agnello al forno con patate Ingredienti Agnello 1 kg Patate rosse 1 kg, Cipollotti 1, Aglio 1, Succo di limone 1 Brodo vegetale 200 g, Vino bianco secco 80 g Timo 3 rametti, Rosmarino 2 rametti, Salvia 4 foglie Alloro 2 foglie, Bacche di ginepro 5 Sale fino q.b., Pepe nero q.b., Olio extravergine d’oliva q.b. Preparazione Per preparare l’agnello al forno con le patate vanno preparati dei pezzetti ben sgrassati, riponete i pezzi d’agnello in una ciotola capiente, spremete il succo di limone avendo cura di eliminare i semini, versate il vino bianco, le bacche di ginepro schiacciate, insaporite con l’aglio in camicia schiacciato e profumate con le foglie di alloro e salvia. Lasciate riposare la carne così che si insaporisca per almeno 2 ore. Nel frattempo lavate e asciugate il cipollotto, tagliatelo a strisce nel senso della lunghezza, poi dividetele a metà. Portate il forno a 200° in modalità statica e occupatevi delle patate: lavatele bene sotto l’acqua corrente e asciugatele. Tagliate a metà le patate e ponetele in una teglia da forno leggermente oliata, aggiungete il cipollotto e l’agnello con la marinata. Insaporite ulteriormente la preparazione con timo e rosmarino, quindi coprite con il brodo vegetale, condite con l’olio di oliva, salate, pepate, mescolate, quindi cuocete in forno statico 200° e lasciate cuocere per 1 ora e ½. A metà cottura, e solo se l’agnello dovesse risultare cotto prima delle patate, potete coprire la teglia con un foglio di carta alluminio per non far seccare troppo la carne. A cottura ultimata, l’agnello al forno con le patate sarà pronto per essere portato in tavola ben caldo. Se volete raggiungere la perfezione e siete dotati di un forno a legna potete aggiungere metà acqua e coprire con alluminio la teglia prima di infornare, a metà cottura scoprite e frugate spesso aggiungendo se necessario poco brodo vegetale. E buon appetito.

VINO CONSIGLIATO Trebbiano Spoletino Vigna Tonda 2017 Bianco DOC Antonelli San Marco Nella cucina del centro Italia, ma non solo, non può mancare la carne di agnello, di pecora o di montone, si va dallo scottadito agli umidi fino ai mitici arrosticini. Gli ovini hanno rappresentato una fonte inesauribile di proteine nobili anche conservabili sotto forma di ottimi formaggi e latticini. Le carni morbide e grasse hanno sapori decisi che a volte non incontrano il favore di gran parte dei commensali. I latini hanno fondato la loro economia e dal gregge ricavavano, oltre ai prodotti caseari, lana per il confezionamento dei tessuti insieme alle pelli, carni di varie consistenze, dalle pelli materiale per la scrittura, grasso per alimentare lanterne o lubrificare i mozzi dei carri. Nei primi del novecento abbiamo vissuto le ultime transumanze, greggi che si spostavano dalle montagne verso il mare nei periodi invernali alla ricerca di temperature più miti e di pascoli freschi. Oggi pochi pastori rimangono a tramandare questa nobile arte donandoci ancora prodotti caseari buonissimi e carni prelibate.

Per un piatto così apparentemente facile, unica difficoltà è gestire la cottura, abbiamo scelto un vino tanto antico quanto innovativo. Il metodo produttivo ritorna a lunghe macerazioni sulle bucce e la sua maturazione in anfore di terracotta ne fanno un prodotto veramente unico e interessante. Nel bicchiere rimaniamo colpiti dal suo giallo dorato con riflessi paglierini di grande vivezza e intensità. Al naso regala frutta come pera, albicocca e pompelmo, fiori gialli appassiti legati da una elegante speziatura di ginger con un finale di menta e salvia. In bocca regala piacevolezza setosa sostenuta dalla freschezza generosa e da una forte spalla sapida che dura lungamente con ritorno di agrumato e menta. Un vino complesso e affascinante che si fonde piacevolmente col piatto. La famiglia Antonelli gestisce questo piccolo angolo di paradiso in quel di Montefalco dal lontano 1883, oltre un secolo di lavoro incessante, Filippo, l’attuale condottiero ha le idee chiare, fare vini che valorizzino le varietà di uva seguendo la tradizione innovando quanto necessario per raggiungere la perfezione. Una visita in cantina vi renderà felici perché l’Umbria è una terra benedetta e i suoi panorami riescono sempre a stupirti e a toccarti il cuore.

Non è lontano e può essere agevolmente la meta di una gita fuori porta. Se poi volete assaporare i vini di Filippo a casa vostra insieme ad amici e parenti ricordate sempre di bere con moderazione per la vostra ed altrui salute, cosa veramente ardua da fare con questo vino. Corvus oculum corvi non eruet. 

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