di Anselmo Fantoni – La Pasqua si avvicina e in Quaresima si sa le abitudini alimentari sono un po’ meno pirotecniche e abbondanti, ma con un po’ di attenzione si possono ritrovare sapori e piatti meno opulenti, ma comunque piacevoli. Il periodo di riflessione per i cristiani comporta un cambio di abitudini o almeno comportava.
Con mia nonna tutto era diverso, via la carne e piccole ristrettezze il venerdì, la via crucis la sera nella chiesa del paese, il rosario, i fioretti e poi la domenica delle palme che apriva la settimana santa, dal giovedi al sabato i forni del paese emanavano profumi incredibili di panine e dolci di ogni tipo e poi la Pasqua in cui in un giorno si spazzavano via tutti i digiuni e le astinenze, dalle colazioni con panina e ovo sodo benedetto fino al pranzo con primi e secondi della tradizione e un finale con un nutrito cabaret di dolci, sopravvissuti alla colazione mattutina.
Perché la magia del Natale è forse più sentita, ma il pranzo pasquale è davvero un’altra cosa, lo si prepara da tempo e ci arriviamo dopo un periodo di morigerazione alimentare.
Non sarebbe male riscoprire non solo sapori semplici e gustosi, ma anche un periodo di riflessione e introspezione alla riscoperta della pace interiore e perché no, anche esteriore.
Riso Quaresimale
Ingredienti
- 500 gr di riso
- 250 gr di patate
- 250 gr di salsa di pomodoro
- 150 gr di fagioli zolfini
- 1 cipolla
- 1 limone
- Olio EVO
- sale e pepe q.b.
- Peperoncino a piacere
Preparazione
La sera prima ammollate i fagioli strizzando nell’acqua un limone. Il giorno dopo mettiamo a bollire 2 litri d’acqua, quando bolle gettiamo i fagioli scolati, nel frattempo peliamo le patate e tagliamole a tocchetti e mettiamole insieme ai fagioli, dopo qualche minuto mettere il riso, salare e pepare. In un altro tegame facciamo appassire la cipolla tagliata finemente, una volta appassita aggiungere il pomodoro e fare insaporire qualche minuto. Quando il riso è quasi cotto aggiungere il pomodoro e il peperoncino a vostro gusto, tenere qualche minuto a fuoco lento per fare amalgamare il tutto. Servire su piatti riscaldati e buon appetito.necessario poco brodo vegetale. E buon appetito.
VINO CONSIGLIATO
Marì Rosè IGT Toscana Società Agricola Il Sosso s.s. La Valdichiana è terra speciale, terreni generosi, clima mite e dialetto particolare. Molte sono le aziende salite alla ribalta soprattutto col Syraz ma altre, pur mantenendo un forte legame col passato e con le tradizionali uve toscane si sono spinti in territori nuovi che danno risultati interessanti. Il prodotto simbolo di questa terra è certamente l’aglione che sta conquistando velocemente fama e apprezzamento non solo in Toscana. Il piatto di questo mese non è molto tipico per noi aretini perché da noi più che il riso in quaresima si consumava la polenta, ma oramai le contaminazioni culinarie sono all’ordine del giorno e quindi non ci scandalizziamo più. Patate e fagioli però sono tipici della nostra amata valle e il pomodoro oramai è più italiano che americano.
Certo lo zolfino è un gran bel fagiolo e le patate se sono di Montemignaio sono il non plus ultra, ma vanno bene anche quelle di fondovalle o meglio ancora di Cetica. La salsa di pomodoro non manca certo nella nostra dispensa, che sia fatta in casa o acquistata già pronta, ce ne sono di veramente buone, non può mancare per dare colore e soprattutto sapore ai nostri piatti. Il piatto è semplice ma saporito e il vino scelto è adatto anche al periodo quaresimale, non troppo rosso e non troppo bianco, e si sposa bene con la pietanza. Il colore ramato fitto e piacevole di grande vivacità introduce a sentori di piccoli frutti rossi di fragolina di bosco e lampone con un cenno di giaggiolo e geranio. In bocca è piacevole e rinfrescante con i frutti sostenuti da una freschezza che alleggerisce il sorso con un finale sapido e accattivante di amarena.
Questa realtà vitivinicola in quel di Lucignano ha saputo coniugare tradizione e innovazione, regalandoci vere perle enoiche a volte potenti e a volte elegantissime, un filo conduttore con la Valdichiana di ieri e di oggi, un tempo rude e dalle mani callose, oggi più elegante ma solida nei suoi prodotti. Una cantina che merita sicuramente una visita, non è lontana, i proprietari persone semplici e squisite sapranno farvi innamorare così come i loro avi che nel 1965 acquistarono questa tenuta. Da vent’anni l’azienda ha fatto il salto di qualità col reimpianto dei vigneti e la costruzione della nuova cantina funzionale per l’ottimale gestione dei 27 ettari di vigne. Se poi preferite rimanere a casa con amici o parenti beh il vini di questa fattoria vi sapranno fare buona compagnia.
Mi raccomando, come sempre moderazione per la vostra e altrui salute, ancor di più per il periodo quaresimale. Naturalia non sunt turpia.
(SAC A POCHE e MONDOVINO sono due rubriche di Anselmo Fantoni)