di Anselmo Fantoni – Il Giubileo della Speranza voluto da Papa Francesco chiama tutti noi a riflettere, a riscoprire ciò che conta davvero nella vita. Un richiamo al mondo attanagliato dal catastrofismo, dalle guerre, dalle ingiustizie, dall’abbandono dei valori tradizionali, dalla perdita di punti di riferimento da parte delle nuove generazioni, lo smarrimento delle vecchie, a volte abbandonate in strutture che sostituiscono i rapporti familiari con rapporti di lavoro. In questo strano e pazzo mondo, Papa Francesco ci invita a fermarsi e riprendere un cammino verso la Speranza, verso la vera felicità: seguire Cristo, rianimare una Chiesa a volte stanca e assopita, lasciandosi accompagnare da chi rimane saldo nella fede e può darci la forza per ritrovare i motivi per continuare a sperare.
Non solo mettersi alla sequela di Cristo, ma divenire noi stessi persone di speranza, contagiandosi a vicenda alla ricerca della felicità. Il Casentino ci offre una mano vincente, quattro assi per un poker della fede, quattro moschettieri di Cristo pronti a salvarci dalla disperazione, e sono il Monastero di Santa Maria della Neve a Pratovecchio, il Santuario di Santa Maria del Sasso a Bibbiena, il Convento de La Verna e il Sacro Eremo di Camaldoli.
Questi luoghi tanto cari a noi Casentinesi, hanno visto nominare le loro Chiese luoghi Giubilari rendendo così molto agevole un percorso di pellegrinaggio a tutti noi valligiani, e offrendo a pellegrini provenienti da tutto il mondo di confrontarsi con le maggiori spiritualità cattoliche: quelle di Francesco e Chiara, Domenico e Caterina, Benedetto e Scolastica. Non è un caso che assieme ai grandi nomi ci siano anche figure femminili le quali hanno sostenuto e a volte ispirato i grandi condottieri della fede. Parto così nel mio viaggio, nella mia ricerca, spinto dalla curiosità di sapere cosa significhi per chi dovrà gestire l’afflusso dei pellegrini, di cosa succederà nella valle dell’anima, proprio dalla realtà apparentemente dinamica, non a caso hanno realizzato un nuovo complesso monastico in un mondo in cui, purtroppo, molte realtà religiose segnano il passo.
Si apre dunque con il Monastero di Santa Maria della Neve a Pratovecchio la mia visita alle chiese giubilari, l’incontro con Suor Lucia è piacevole e rilassante, anche se la confessione necessita di un Sacerdote, parlare con Suor Lucia permette di intraprendere un viaggio interiore, fissare alcuni concetti che a volte rischiamo di perdere. Per la Comunità domenicana il Giubileo, con le sue regole formali, dovrebbe essere vissuto con una consapevolezza più profonda, far riflettere i cristiani sul fatto che il sacrificio di Cristo sulla croce ha espiato tutti i peccati, la creazione tutta è stata salvata, così come Adamo ed Eva ci hanno scaraventato nel peccato, Gesù e Maria hanno ricostruito il legame con Dio Padre.
Non serve quindi affannarsi troppo se non riconoscere la nostra condizione di creature amate dal creatore, questo è il punto di partenza verso la felicità, verso una vera armonia con il creato, gli uomini con i fratelli, gli uomini con la natura e tutti insieme con Dio. Anteporre la semplice consonante D al soggetto IO è il segreto per rimettere a posto le cose, per ritrovare il coraggio di gridare un ritornello che abbiamo ascoltato proprio a Sanremo: “Viva la vita, cos’ì com’è” dalla voce di Gabbani, ma per noi laici cristiani c’è un impegno maggiore, farlo alla luce della fede.
Tra le tante iniziative ce n’è una che mi ha colpito, già operativa da tempo: Pillole di riflessione quotidiana tramite WhatsUp. In pratica un modo intelligente dell’utilizzo della tecnologia, iscrivendosi al numero 331 3417978, tutti i giorni vi verrà inviato un breve messaggio su cui riflettere, un servizio veramente interessante.
La seconda tappa ci porta a Santa Maria del Sasso a Bibbiena, centro storico della fede amatissimo dai bibbienesi e non solo, qui incontriamo il sorriso di Don James da poco a Santa Maria entusiasta del Giubileo e della nomina della Chiesa giubilare, le loro attività saranno concentrate nei periodi mariani per eccellenza e culmineranno con la grande festa del 23 maggio prossimo a cui parteciperà anche il Vescovo Andrea.
La terza tappa ci vede salire al Sacro Monte, qui grazie anche al periodo un po’ tranquillo, si assapora tutta la magia di un luogo che ha incantato non solo San Francesco, ma credo milioni di uomini e donne. Dialoghare con Don Francesco Maria è come sempre godere della spiritualità francescana, semplice e complessa al tempo stesso. La Verna è un luogo veramente affascinante, e questo Giubileo si incastona in una molteplicità di eventi: 2023 Regola francescana, 2024 Stimmate di San Francesco, 2025 Cantico delle creature e 2026 morte del Santo.
La peculiarità de La Verna è che rispetto ad Assisi è completamente isolata dal contesto cittadino, circondato dalla foresta il Santuario si integra totalmente col territorio, gli scogli, pietra di Dio, si fondono con le costruzioni in pietra, pietra dell’uomo, l’ambiente umano e della natura fa si che qui le anime sboccino come fiori al sole del mattino. I frati non temono l’assalto dei pellegrini, loro fanno accoglienza tutto l’anno regalando così a chi ne ha bisogno, ristoro da un mondo che è entrato nel caos e nella solitudine, soprattutto quella degli anziani, divenendo una vera e propria clinica dello spirito. Nel tempo è aumentata la necessità delle persone di trovare qualcuno che le ascolti e per questa necessità le chiese giubilari svolgeranno davvero una funzione da ospedale da campo dove le nostre anime potranno guarire le ferite di una vita sempre più complessa.
Ultima tappa la facciamo al Sacro Eremo di Camaldoli, in questo periodo quanto mai suggestivo, poi scendendo ci fermiamo a parlare col monaco Germano, un carissimo amico, che ci colpisce perché per lui il giubileo serve ai pellegrini ma dovrebbe servire molto di più alla Chiesa per riscoprire il movimento e riflettere sulla necessità di innovarsi, concentrarsi su le cose importanti e rivoluzionarsi su anacronismi per tornare a dire la sua non solo sulla fede ma anche sugli stili di vita delle comunità, soprattutto quelle parrocchiali.
Coinvolgere di più il mondo femminile non solo nelle attività secondarie ma anche in quelle ministeriali, l’esperienza sinodale potrebbe portare a riflessioni e a innovazioni quanto mai significative. Anche Camaldoli, come La Verna, è un polo attrattivo di tutto rispetto e non teme certo l’assalto giubilare, qui la profondità contemplativa dell’eremita ha una sua dimensione particolare, diciamo che il percorso effettuato nelle altre tre realtà trova qui il suo naturale epilogo: riconciliarsi con Dio e i fratelli nella speranza che non siano più la guerra e la violenza a guidare il mondo ma la Pace e l’Amore.
I calendari dei vari eventi sono ben nutriti e possono soddisfare le esigenze di ognuno di noi, fino a quelle più particolari, consiglio una visita nei vari siti digitali e social delle comunità per tenersi aggiornati, ma soprattutto a mettersi in cammino, in fondo questi punti di riferimento sono ben accessibili, con comodi parcheggi da cui raggiungere un parcheggio dell’anima così da poter effettuare un tagliando di controllo e percorrere in felicità e speranza la nostra via spirituale.
Con una consapevolezza in più, passato il Giubileo, questi luoghi rimarranno qui per noi, così da poterne far tesoro sempre, sono le nostre postazioni di ricarica dell’anima, colonnine dove attingere per diventare fonti di Pace e Amore, di cui oggi abbiamo veramente tanto bisogno. Il Papa ci da l’opportunità di una conversione, benedettini, domenicani e francescani sono al nostro servizio, non approfittare dell’opportunità sarebbe un grave errore. Buon giubileo a tutti.