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sabato, 21 Dicembre 2024

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La strada che “demolisce” il lavoro

di Mauro Meschini – Dov’é la notizia quando parliamo della SR71? Forse nelle tante opportunità perdute che non hanno permesso di realizzare una strada degna di questo nome che garantisse al Casentino di avere un collegamento sicuro e veloce con il capoluogo di provincia.
Forse nella serie interminabile di interventi realizzati e ipotizzati su queste poche decine di chilometri, in quello spezzatino di varianti e “toppe” che fanno assomigliare la strada di fondovalle ad una fisarmonica, con la carreggiata che si stringe, quando ci troviamo nel vecchio tracciato, e si allarga, in prossimità dei punti oggetto di intervento, ma senza mai dare né il senso di una maggiore sicurezza né il vantaggio di una riduzione del tempo impiegato per percorrerla.
Ancora oggi, e probabilmente sarà così anche quando l’ultimo metro di asfalto dell’ultima variante sarà steso, se trovi un trattore, un camion, magari col rimorchio, non ci sono santi e quindi meglio mettersi tranquilli e in coda che il viaggio sarà lungo. Oltre tutto ci sono punti, come il rettilineo di Calbenzano, dove forse un sorpasso sarebbe possibile, in cui una doppia linea continua blocca sul nascere ogni speranza di guadagnare un po’ di tempo; ma d’altra parte è bene stare attenti anche quando, vedi in corrispondenza della variante di Bibbiena, la linea tratteggiata è posizionata in un falso rettilineo che, provare per credere, non è che offra il massimo della sicurezza e tranquillità in un sorpasso.
Insomma la povera SR71, da qualsiasi parte la guardi, presenta palesemente sempre le sue pecche, così tanto che davvero può venire la voglia di fare la domanda che abbiamo posto all’inizio, perché ormai niente sembra poter fare notizia parlando di una strada che non è mai diventata tale e che, probabilmente, non lo diventerà neppure in futuro.
Ma una comunicazione ufficiale, con data 30 maggio 2018, notificata direttamente a 48 tra aziende e privati del Comune di Chiusi della Verna potrebbe far cadere ogni certezza, portando, di fatto, argomenti sostanziosi a sostegno di una nuova e, purtroppo, per niente piacevole notizia.
“Variante della S.R.T. 71 da Fontechiara a variante di Bibbiena in località Corsalone nei Comuni di Chiusi della Verna e Bibbiena. Avviso pubblico di avvio di procedimento amministrativo diretto all’opposizione del vincolo preordinato all’esproprio di pubblica utilità”.
Questo l’oggetto della comunicazione che è stata consegnata e che, in poche parole, significa: per la realizzazione della suddetta variante, porzioni di terreno di proprietà delle aziende e dei privati destinatari della comunicazione potrebbero essere oggetto di esproprio, in ogni caso gli interessati hanno avuto 30 giorni di tempo, cioè fino al 29 giugno 2018, per presentare osservazioni al Sindaco del Comune di Chiusi della Verna.
Nessuno prima di questa comunicazione era stato avvertito, contattato, messo al corrente che doveva essere messa tra le possibilità anche questo tipo di richiesta da parte del Comune.
Eppure non è da adesso che si parla della variante del Corsalone.
In un documento della “Direzione Politiche Mobilità Infrastrutture e Trasporto Pubblico Locale – Settore progettazione e Realizzazione Viabilità Regionale Arezzo, Siena Grosseto”, abbiamo trovato la sintesi del lavoro di progettazione che è stato fatto solo tra il 2001 e il 2006, anni durante i quali sono state analizzate e discusse almeno nove alternative di tracciato (dall’alternativa A all’alternativa I, ed alcune anche con ulteriori sottovarianti).
In tutti questi anni non si è trovato il tempo di informare e comunicare in modo semplice e diretto cosa si stava discutendo e decidendo?
Forse perché, come è accaduto in questi ultimi mesi, politica e uffici si sono limitati a seguire “l’iter burocratico” comunicando solo, per esempio, attraverso le pubblicazioni nell’albo pretorio che, normalmente, non sono la prima fonte di informazioni usata dalla cittadinanza.
Ma in pratica quali sono le conseguenze dei possibili espropri e della realizzazione della variante?
Nella cartina che pubblichiamo nella pagina seguente, scaricata dal sito del Comune di Chiusi della Verna, si può vedere un’ipotesi del tracciato della nuova strada che, praticamente, dovrebbe correre lungo la vecchia ferrovia e quindi a ridosso delle tante attività commerciali e produttive presenti. All’interno della linea rossa si troverebbe la zona che potrebbe essere interessata dal cantiere e come vedete la linea va anche a interessare zone di pertinenza ed edifici delle aziende presenti.
Questo cosa potrebbe significare? Si potrà continuare a lavorare o ci sarà chi dovrà sospendere l’attività? In più, considerato che un cantiere per la costruzione di una strada non ha generalmente uno spazio facilmente contenibile, anche chi è solo sfiorato dalla linea rossa quali conseguenze potrebbe avere durante i lavori?
Ci sembrano queste le domande che potrebbero spingere a ipotizzare che, in merito alla SR71, si può dare una nuova notizia o almeno, rispetto a questo specifico aspetto, porre una domanda: la strada “demolisce” il lavoro? La strada rischia di cancellare attività e imprese che, nonostante il difficile momento e le difficoltà economiche, continuano eroicamente ad andare avanti?
Nessuno ad oggi ha dato risposte certe, documentate e sicure.

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Sembra che il Sindaco di Chiusi della Verna non abbia voluto incontrare alcune delle aziende interessate perché non aveva notizie certe dalla Regione Toscana. Regione che, da parte sua, si era fatto sentire, nel mese di dicembre 2017, inviando una PEC ufficiale sempre ai soggetti poi destinatari delle notifiche per chiedere la possibilità di accedere alle singole proprietà per effettuare dei generici sondaggi. Sondaggi che poi sono stati effettuati nel mese di gennaio 2018 anche con la richiesta informale, una volta sul posto, di poter visitare, in alcuni casi, l’interno degli edifici.
Da allora più niente fino alle lettere che di fatto comunicano il possibile esproprio dei terreni e i tempi strettissimi per presentare le proprie eventuali osservazioni.
Ma perché questo comportamento?
In fondo chi amministra, a qualunque livello si trovi, dovrebbe essere attento a chi è chiamato a rappresentare.
Riguardo a questo le “voci di paese” mormorano che il Sindaco di Chiusi della Verna, nonostante la vittoria sul filo di lana delle ultime elezioni, avrebbe un atteggiamento così “distaccato” perché, in fondo, chi nei vari ruoli si trova coinvolto da queste decisioni vota in maggioranza in altri comuni e quindi non può usare questa preziosa “arma” per far sentire le proprie ragioni. Per quanto riguarda poi chi è più in alto forse si sta cullando nell’illusione che le preferenze siano come i diamanti, per sempre. Ma quello che è successo solo pochi mesi fa, in parte anche in Toscana, dovrebbe aver fatto capire che il barometro, in fatto di elezioni, segna decisamente aria di tempesta.
Un argomento che pare venga portato a sostegno della necessità di realizzare questa variante è il rischio di perdere il finanziamento ricevuto dall’Unione Europea, che addirittura imporrebbe di approvare definitivamente il progetto entro il 2018 e terminare i lavori entro il 2025.
Proprio nel numero scorso di CASENTINO2000 ci eravamo trovati a riflettere sulla necessità, quando si parla di opere pubbliche, di fare, ma di fare ciò che veramente è necessario, utile, fatto bene perché il fare solo per tagliare l’ennesimo nastro ad una inaugurazione senza riflettere davvero se, come, quanto, quello che stiamo facendo è utile porta comunque a sprecare soldi che, anche se di provenienza europea, sono sempre pubblici e potrebbero essere meglio utilizzati.
Certo il fatto che in questa realizzazione si giochi la “carta Sacci”, la possibilità cioè di eliminare l’edificio della ex cementeria per realizzare la variante, potrebbe far pensare che qualche sacrificio dovrebbe essere messo in conto e da considerare sostenibile.
Si, ma da parte di chi?
La demolizione del “mostro” poteva e doveva essere comunque realizzata e il fatto che adesso, dopo che fino a qualche mese fa era ancora oggetto dei titoli dei giornali sotto forma di “bomba ecologica”, tutto potrebbe essere magicamente risolto con un accordo tra i soggetti coinvolti nella vicenda, farebbe certo tirare un sospiro di sollievo per il “peso” che il Casentino potrebbe finalmente cancellare, ma porta anche a pensare che, probabilmente, tutto questo poteva e doveva essere stato fatto già da molto tempo. Nostre fonti ci riportano, comunque, che da questo punto di vista tutto sia ancora in alto mare e che la proprietà dell’immobile avrebbe addirittura presentato contestazioni ufficiali sia al Comune di Bibbiena che a quello di Chiusi della Verna in merito al progetto di variante.
Anche alla luce di questi possibili scenari, ci sono i motivi per riflettere ancora su quello che si sta facendo?
Ci permettiamo di rispondere affermativamente.
Ci sono alternative che potrebbero essere prese in considerazione prima di approvare tutto definitivamente?
Anche in questo caso ci permettiamo di rispondere si.
Ci sarebbe un progetto alternativo presentato dall’attuale proprietà della ex cementeria Sacci; c’è il rischio di vedere, a solo un anno dalla sua realizzazione, anche una parte della tanto pubblicizzata ciclopista venire sacrificata per lasciare spazio alla variante; c’è un’enorme porzione di terreno al di sotto della ferrovia che da anni è un deprimente cimitero di manufatti in cemento. Di fronte a tutto questo davvero non ci sono altri spazi su cui far correre questa benedetta variante?
D’altra parte di alternative ne sono state già valutate tante e tanti sono stati gli elementi che sono stati presi in considerazione per quanto abbiamo letto nel documento della Regione: il paesaggio, l’impatto ambientale, le casse di espansione e altri vincoli e appunti di diverso tipo.
Ci permettiamo di aggiungerne un altro: il lavoro. La possibilità per un numero non irrilevante di aziende di continuare a operare e la possibilità per tante persone di continuare a lavorare.

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(tratto da CASENTINO2000 | n. 296 | Luglio 2018)

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