di Melissa Frulloni – Ieri è apparsa su facebook una notizia davvero triste che, chi conosce Simone Puccini, proprietario dell’omonima e storica troticoltura di Papiano, a Stia, avrà sicuramente letto, condiviso e commentato. Ieri Simone e la sua famiglia hanno perso Teo, una animale meraviglioso, affettuoso e sempre pronto a ricevere una carezza da parte dei visitatori della troticoltura. Teo non era il cane di Simone, ma il “suo” cervo, sì avete letto bene, un cervo; un bellissimo esemplare che la sua famiglia aveva cresciuto e allevato come si farebbe con il cane o il gatto di casa.
Ieri Teo è stato ucciso da un cacciatore accanto alla proprietà di Simone, ucciso a brucia pelo, presumibilmente ad una distanza molto ravvicinata e per di più in direzione della sua casa e dei laghi della troticoltura. “Sbagli se ne possono fare, ma a noi questo gesto è sembrata cattiveria pura! Come si può uccidere un animale da 20 metri di distanza? Un animale innocuo, immobile, chiaramente addomesticato e con il collare di riconoscimento…” Ci ha spiegato Simone.
Teo si aggirava sempre nei paraggi della troticoltura, essendo cresciuto lì, avendogli dato sempre del cibo, ormai si era addomesticato e aveva imparato a vivere con l’uomo e soprattutto a considerarlo suo “amico”. Ieri si è allontanato di poco, dice Simone giusto 10 metri oltre la recinzione. Poco sopra c’è una postazione della caccia di selezione e il cacciatore che si trovava lì lo ha visto e gli ha sparato. Teo era fermo, sicuramente non impaurito dall’uomo che aveva davanti… Il cacciatore che lo ha colpito poi è andato dal babbo di Simone e gli ha chiesto di poter passare nella sua proprietà per riprendere un cervo che aveva ucciso poco sopra. “Mio babbo non ci ha pensato due volte e lo ha fatto entrare con la Jeep perché sa che vicino a casa nostra c’è la postazione della caccia di selezione. La prima cosa che però ha chiesto al cacciatore è stata: “Non avrai mica sparto ad un cervo con il collare perché quello è il mio, vive qui con noi…” E il cacciatore gli ha risposto che no, assolutamente il cervo che aveva preso non aveva il collare. Ha anche confermato di sapere dell’esistenza di Teo, del cervo addomesticato che ormai tutti conoscevano, anche tra i cacciatori.” Ci ha raccontato Simone.
Il babbo di Simone ha comunque dato un’occhiata al cervo ucciso dal cacciatore, messo in una bacinella di plastica all’interno della Jeep, e all’apparenza non gli è sembrato Teo. Poi ha cominciato a cercarlo nella troticoltura, ma non c’era e allora il dubbio si è fatto più insistente e la paura che Teo non ci fosse più sempre più forte. Così ha seguito il cacciatore al mattatoio e li ha riconosciuto Teo… Ha inveito in ogni modo contro il cacciatore, ma ormai ovviamente era troppo tardi e Teo era stato ucciso.
Per Simone il cacciatore ha prima ucciso Teo e poi gli ha tolto il collare e a suo dire “ha anche avuto la faccia tosta di dirci che non era Teo quello che aveva preso! Lo sapeva benissimo che noi avevamo questo cervo, ma quando lo ha visto li fermo non ha resistito e ha fatto un colpo da gran fenomeno sparandogli da una distanza di 20 metri neppure… Noi lavoriamo con gli animali e capisco cosa significa uccidere per vivere, ma questa è un’altra cosa, qui si uccide per divertimento! Cosa ci provi ad ammazzare una bestia innocua, domestica, perché il bello è che lo sapeva e si vedeva benissimo che Teo si fidava dell’uomo! Il cacciatore è di Arezzo ma fa parte del gruppo di caccia del Falterona. Teo lo conoscevano tutti i membri del gruppo, e anche lui dato che lo ha confermato al mio babbo.”
Sono stati diversi i cacciatori della zona che hanno chiamato Simone per farsi raccontare l’accaduto e in molti gli hanno detto che il cacciatore ha agito in modo sbagliato. “Mi hanno detto “siamo cacciatori e ce ne vantiamo, ma anche la caccia ha le sue regole e va fatta nel modo giusto! Quando siamo nel bosco e cacciamo, ad esempio i cinghiali, diamo sempre agli animali la possibilità di difendersi e scappare.” La cosa grave è che il cacciatore gli ha sparato a brucia pelo, ha ucciso Teo in modo freddo… Ma che gusto ci prova? Solo quello di uccidere? Io non sono animalista e posso anche capire la caccia di selezione, ma questo spregio no, non lo capisco proprio…” Ha continuato Simone.
Inoltre, ci ha spiegato ancora Simone, sono state violate diverse norme, sicuramente quella che recita: “La caccia è vietata per una distanza di 100 metri da case, fabbriche, edifici adibiti … E’ vietato sparare in direzione degli stessi da distanza inferiore di 150 metri.” Il cacciatore avrebbe sparato anche in direzione dei laghi della troticoltura: “Non ha sparato verso monte, ma verso l’allevamento, dietro ci sono i nostri laghi e se passava qualcuno e lui non prendeva il cervo?”
Inoltre Teo aveva anche il suo collare, un collare giallo fosforescente da cani che Simone aveva usato proprio per identificarlo e distinguerlo dagli altri cervi che gravitano nel bosco sopra a casa sua. Il cacciatore era autorizzato a sparare anche ad animali con radiocollare; “si può essere anche sbagliato, ma ne dubito! Il mio collare era giallo, uguale a quello che si usa per i cani!” Dice Simone.
Simone aveva preso Teo lo scorso maggio, quando alcuni passanti che lo avevano trovato sul ciglio della strada lo avevano portato alla troticoltura. Pesava a mala pena 5 chili e Simone e i suoi genitori lo alimentavano con il biberon: “Dopo lo svezzamento era arrivato a bere 6 litri di latte al giorno, 2 per ogni pasto. Era una gioia vederlo crescere ed eravamo felicissimi di averlo salvato da morte certa, era rimasto su quella strada, immobile per ben due giorni e non ce l’avrebbe mai fatta a sopravvivere se non lo avessero portato qui. Ci tenevamo moltissimo, era come un cane per noi, un animale domestico, la sua presenza nella troticoltura era davvero forte, non immagini neanche quanto. Dormiva nel divano con i nostri cani, era come uno di loro, era favoloso…” ha concluso Simone.
La triste storia di Teo si è così, tragicamente conclusa ieri. Ucciso dall’uomo che lui considerava suo “amico”, avendo conosciuto persone come Simone e la sua famiglia che gli avevano voluto bene e lo avevano cresciuto con tutto l’amore possibile. Forse è stato quello che lo ha tradito, la troppa bontà, la troppa fiducia nell’uomo che, invece, si è dimostrato (come sempre!) il peggior animale di tutti.
Dopo che Simone ha scritto quello che era successo su facebook, postando le foto di Teo con sua mamma o con i cani di casa sul divano, i commenti sono esplosi. Molti hanno inveito contro la caccia e i cacciatori, altri si sono dispiaciuti per quel cervo che avevano conosciuto alla troticoltura di Simone e con il quale avevano magari scattato una foto. Le posizioni sono state molte e tanti anche gli schieramenti tra quelli che hanno identificato nella caccia l’unico vero grande problema e quelli che invece hanno affermato che i cacciatori non c’entrano nulla e che questo è stato solo un caso isolato, di un cacciatore che ha commesso un errore madornale.
La sua storia, a nostro dire, testimonia però che tutti gli animali sono uguali… Tutti hanno la stessa dignità, gli stessi diritti e provano le stesse emozioni. Che si tratti del nostro cane, di Teo, di una mucca o un maiale, tutti sono essere senzienti che se trattati con l’amore e il rispetto che meritano sanno dare tanto, tutto quello che ricevete, ad esempio, dal vostro gatto quando tornate a casa la sera.
Perché ci indigniamo (giustamente!) per il festival della carne di cane che si tiene ogni anno in Cina e non per tutto quello che devono subire i maiali negli allevamenti intensivi (le altissime densità in cui sono ammassati nei capannoni, le cattive condizioni ambientali e la selezione genetica, una violenza alla natura che crea animali destinati a soffrire fin dalla nascita e che rende necessario l’uso sistematico di antibiotici)? Perché la storia di Teo ci mette addosso così tanta tristezza, amarezza e rabbia e quella degli altri cervi, cinghiali, caprioli, uccellini uccisi dai cacciatori nei nostri boschi no? Forse sapete già che chi scrive non è insensibile a queste tematiche e soprattutto neutrale in questa vicenda, in cui è difficile non dare giudizi e non schierarsi. Sicuramente siamo molto dispiaciuti per quello che è successo a Teo e per quello che sta provando Simone e la sua famiglia… il resto è sicuramente un’altra (triste!) storia…