di Monica Prati – Alla spesa annuale per la manutenzione delle caldaie si aggiunge una nuova tassa, quella del bollino “lamicaldaia”. Nonostante il perdurare della recessione e la necessità di ridurre le tasse, per favorire la crescita economica, le nostre istituzioni non mettono in atto la ricetta giusta per favorire il rilancio dell’attività produttiva e, continuano a inventare nuove tasse come è accaduto in questi mesi anche nel nostro territorio. Il Comune di Arezzo, la Provincia e la Camera di Commercio di Arezzo, hanno firmato un Protocollo d’Intesa con le associazioni di categoria dei manutentori di impianti termici “per garantire la sicurezza, il risparmio energetico e tutelare l’ambiente”.
In Provincia hanno addirittura creato un ufficio ad hoc, “l’ufficio impianti termici”, che ha il compito di redigere una specie di catasto degli oltre 60.000 impianti termici presenti sul territorio, in modo da censirli e risalire ai proprietari, per agevolare controlli e verifiche.
Infatti, ai sensi dell’articolo 8, D.P.R. n. 74 del 2013 intitolato “Regolamento recante criteri in materia di conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici, per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici”, in occasione degli interventi di manutenzione annuale delle caldaie, il tecnico della ditta incaricata di effettuare il controllo dovrà attaccare sulla vostra caldaia un bollino del costo di 7 euro. Il numero dei bollini che il caldaista dovrà consegnarvi, varia a seconda della potenza del vostro impianto, ad esempio per generatori con potenza superiore a 10 e inferiore a 35 kw, devono essere apposti 2 bollini, per quelli invece con potenza da 35 e inferiore a 100 kw, devono essere apposti 8 bollini e via dicendo.
Inoltre, per gli impianti che non hanno effettuato un controllo di efficienza nel 2015, deve essere fatto “accatastamento”, cioè la caldaia deve essere inserita nel catasto degli impianti e, deve essere fatto un rapporto di efficienza entro il 31/12/2016, oltre ad apporre un numero doppio di bollini sull’impianto. Vale lo stesso per le caldaie installate nel 2015, mentre per gli impianti che nel 2016 effettueranno una nuova installazione, dovrà essere compilato un modulo di controllo di efficienza da parte del caldaista, senza l’affissione del bollino, in quanto non dovuto come prima installazione. Vale comunque per tutti gli impianti l’effettuazione obbligatoria del rapporto di efficienza, entro e non oltre il 31/12/2016.
Le tariffe per la manutenzione annuale delle caldaie variano da un minimo di 60 euro ad un massimo di 120 euro, a seconda delle ditte, a questi dovremo quindi aggiungere la tassa di 7 euro del bollino (o dei bollini) che, come sostengono gli aderenti all’accordo che l’hanno istituita, “serve a garantire efficienza energetica e sicurezza dell’impianto.” Il Protocollo d’Intesa introduce nel mondo delle caldaie anche un’altra novità che riguarda dei controlli a campione che saranno effettuati sugli impianti del territorio e che la Provincia di Arezzo ha affidato in appalto a 4 ingegneri, incaricati di effettuare delle verifiche in Casentino e nelle altre vallate.
Attualmente i controlli sono stati eseguiti per gli impianti già in regola nel 2015 e, chi verrà trovato sfornito di bollini subirà, a partire dal 2017, una sanzione pecuniaria abbastanza salata. Si stima che le entrate che la Provincia ricaverà dal bollino “Lamicaldaia”, si aggireranno intorno ai 700.000 euro e, serviranno per coprire i costi del servizio di controllo/ispezione, costi che però dovrebbero ammontare a circa 200.000 euro…
E i soldi rimanenti come verranno gestiti? Forse non lo sapremo mai, l’unica certezza è che a pagare siamo sempre noi cittadini!
(tratto da CASENTINO2000 | n. 269 | Aprile 2016)