di Terenzio Biondi – Nei secoli passati il Casentino era rinomato per la lavorazione del ferro.
In tante località casentinesi si estraeva materiale ferroso (in quantità veramente esigue), che veniva prima “arrostito” (cioè depurato dalle materie non ferrose), poi scaldato nel forno per essere trasformato in metallo. A questo punto era trasportato alle fucine per essere nuovamente scaldato e modellato per poter ricavare l’oggetto desiderato.
A Pontenano, Carda, Raggiolo, Garliano… erano attive delle rudimentali fonderie di minerali ferrosi. Venivano ovviamente prodotti attrezzi in ferro quasi esclusivamente per il consumo locale: zappe, vanghe, pale, falci, forconi, martelli, mazzoli… Solo a Raggiolo è documentato che già nel lontano medioevo i ferri lavorati (soprattutto le armi) avevano una diffusione ben oltre la vallata casentinese.
La Ferriera del Bonano è l’unica antica ferriera ancora conservata in Casentino, in località Bonano, tra Salutio e Talla. Raggiungibile prendendo la piccola strada sterrata che dalla strada provinciale nei pressi dell’antico Mulino del Bonano, costeggiando il Torrente Faltona, porta alla Ferriera.
Costruita nel lontano Cinquecento, è rimasta in funzione fino a pochi decenni fa.
Recentemente restaurata, è veramente bella, quasi un “museo dell’arte fabbrile”.
Come tanti torrentisti del basso Casentino, anch’io frequento spesso il tratto più a valle del Torrente Faltona, dalla Ferriera fino al Mulino di Faltona.
Le pozze presso l’antica ferriera sono popolate da grosse trote; e anche le pozze più a monte, ai piedi del grande berignolo che portava l’acqua dal torrente alla ferriera, sono bellissime.
Oggi le trote sono veramente affamate e, arrivato alla presa dell’acqua, ne ho già catturate sei. Decido di smettere di pescare e di tornare all’auto prendendo il sentiero che costeggia il berignolo fino alla ferriera, con l’intenzione di vedere gli antichi macchinari che – mi hanno detto in paese – sono fantastici. Il berignolo, lungo qualche centinaio di metri, è veramente grande (ce ne voleva di acqua per far funzionare le macchine della ferriera!).
Ecco, sono arrivato…
Nel piazzale della ferriera, davanti all’ingresso, sono stati messi in mostra antichi macchinari per la lavorazione del ferro. Fantastici! Mi sento emozionato. Accarezzo le ruote in ferro della macchina… e mi tornano alla mente i racconti dei vecchi del basso Casentino: quando la vanga o il martello o il forcone si rompevano, via… di corsa alla Ferriera del Bonano, dove il fabbro in quattro e quattrotto te lo raccomodava o te ne faceva uno nuovo… e poi… via di nuovo a lavorare nei campi o nel bosco.
L’interno della ferriera è chiuso, ma anche dal di fuori si vedono benissimo i due enormi magli, una sorta di giganteschi martelli con manico di tre metri e testa di oltre cento chili.
E il rimbombo cupo del battito dei magli – raccontano i vecchi – si udiva nel raggio di centinaia di metri. Ho deciso: mi informerò su quando i locali della ferriera vengono aperti e ci tornerò quanto prima. A presto, Ferriera del Bonano!
I Racconi del Torrente – Storie vere, leggende, incontri… nei torrenti del Casentino