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lunedì, 21 Aprile 2025

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Laura e la sua storia di rinascita…

di Francesca Maggini – In 14 anni di collaborazione con il giornale ho incontrato e conosciuto molte persone, ognuna delle quali mi ha raccontato qualcosa di importante, permettendomi di conoscere e capire tante situazioni e qualcuna, tra loro, come Laura mi ha concesso di entrare, in punta di piedi, nella sua vita, raccontandomi una pagina dolorosa ma, al tempo stesso, piena di speranza, aprendomi generosamente il suo cuore per raccontare un’esperienza così personale e intima della sua vita. Una donna che la malattia ha reso incredibilmente forte e combattiva, una donna che adesso sorride alla vita e che racconta il suo percorso senza paura con la voglia di regalare speranza a chi, purtroppo, sta combattendo contro lo stesso male.

«Alla soglia dei 40 anni, con un gesto naturale e banale mi sono accorta di avere un nodulo al seno. Non ho perso tempo, ho reagito subito cercando di essere più veloce di quell’assurdo male che voleva portarsi via i miei sogni e le mie aspettative per il futuro. Non mi sono persa d’animo, ho cercato di lottare fin dal primo momento e con un’inaspettata freddezza e lucidità in soli 5 giorni ho eseguito tutti gli esami del caso: ecografia, ago aspirato e mammografia. Ho atteso i risultati in un giorno qualunque, per me lavorativo e nel tardo pomeriggio di quello stesso giorno, mi sono recata a Firenze dove il chirurgo mi ha diagnosticato un carcinoma al seno sinistro.

Era il mese di ottobre e quel mercoledì ha segnato profondamente e per sempre la mia vita. Il giorno successivo ho preso coscienza di ciò che mi stava succedendo, ho compreso fino in fondo la diagnosi ed è stato quello, credo, l’unico momento in cui sono veramente crollata. Paura, terrore e disperazione di fronte a questo minaccioso gigante mi hanno sfiorata solo per un attimo, in breve ho trovato in me forza e determinazione. Il 3 dicembre sono stata operata all’ospedale di Ponte a Niccheri dove ho subito la quadrectomia, unica strada che poteva darmi speranza per il futuro. Dopo l’intervento, ho iniziato la chemioterapia a Prato dove mi recavo ogni 21 giorni. Conclusa la prima chemio ho deciso di regalarmi una vacanza, una settimana bianca con mia sorella e le mie amiche. Purtroppo proprio in quei giorni mi sono accorta che i miei capelli cominciavano a cadere.

Mentre facevo la doccia i capelli cadevano, ma cresceva la consapevolezza che non mi dovevo arrendere, dovevo lottare, dovevo cercare di farlo giorno dopo giorno, malgrado tutto, il più serenamente possibile. Ricordo ancora quando, durante il viaggio di ritorno, chiamai il parrucchiere chiedendogli di preparare la mia parrucca. Così, con coscienza ma mai con rassegnazione, ho affrontato le chemio successive e poi la radioterapia che ho sostenuto ad Arezzo per 33 giorni consecutivi ogni mattina alle 8. Concluso questo ciclo è arrivata la fase psicologicamente forse più drammatica: la terapia ormonale che avrebbe anticipato la menopausa; come donna è stato quello il momento in cui mi è crollato il mondo addosso. Ma ancora una volta non mi sono arresa.

Al termine di questo percorso ho subito 3 interventi di lipofilling a Milano, per la ricostruzione del seno. Mi preme dirti che negli anni della malattia, mi sono riavvicinata molto alla fede e ho cercato di pensare ad una visione serena davanti alla morte forse anche per non far pesare troppo sui miei cari questa triste esperienza. La fede ha saputo darmi gioia e leggerezza pur affidandomi costantemente alla professionalità dei medici che ho incontrato.

Ogni sera mi documentavo su questa malattia e sulle eventuali conseguenze. Avevo il bisogno di essere preparata ad ogni passaggio: conoscere, provare a capire mi permetteva di non aver mai paura o per lo meno mi concedeva la sensazione di averne meno».

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Il racconto di Laura scorre veloce, le sue parole sono come un fiume in piena; la malattia l’ha cambiata, fortificata, ogni tanto i suoi occhi si riempiono di lacrime ma va avanti, coraggiosa, non ha paura, del resto la sofferenza insegna a dare a tutto un valore diverso.

«Credo che dopo la scoperta del tumore la mia vita si sia fermata. L’ho ripresa in mano dopo anni, quando ho finalmente potuto dire di essere guarita. Mi sono guardata allo specchio, ho preso decisioni importanti e sono andata avanti. Una volta davo tutto per scontato, ora apprezzo di più tante cose, a partire da quello che ho.

E non in senso materiale, penso soprattutto agli affetti, alla mia famiglia, agli amici, quelli veri. Ho imparato il coraggio di vivere e non di lasciarmi vivere, di assaporare ogni giorno l’autenticità di un sorriso dato o ricevuto. Sono orgogliosa di come ho reagito, ammetto che ci sono stati momenti difficili ma credo di averli affrontati con lucidità e dignità. Nella mia nuova quotidianità pongo molta più attenzione agli altri, racconto a chi purtroppo si è trovato a lottare contro questo male la mia esperienza, il mio percorso, perché credo davvero che conoscere possa aiutare. Mi ritengo una donna fortunata perché la vita, nonostante tutto, mi ha dato una seconda possibilità».

L’ombra della malattia, resta scavata nel corpo e soprattutto nell’anima ma è solo un’ombra ormai lontana, ciò che colpisce veramente di questa meravigliosa donna è il coraggio che ha avuto nell’affrontare questa triste esperienza e nel credere sempre alla bellezza della vita, nonostante tutto e per tutto.

Si sente il valore e la forza che noi donne mettiamo nella vita di ogni giorno e soprattutto il desiderio di raccontare, di parlare, di non nascondersi per donare una speranza a chi ne ha bisogno. Voglio chiudere l’articolo con una frase che Laura ha ribadito, più volte nel corso della nostra chiacchierata, sperando come ha ripetuto lei che possa essere un monito per tutti quanti: “Prendetevi cura di voi stessi e fate sempre controlli preventivi

(tratto da CASENTINO2000 | n. 280 | Marzo 2017)

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