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sabato, 21 Dicembre 2024

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Le nostre foreste da Oscar

di Fiorenzo Rossetti – È notizia di poche settimane fa: il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi è entrato a far parte della “Green list” dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN).
Insieme al Parco Tosco-Romagnolo e al Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano raggiunge, così, il Parco nazionale del Gran Paradiso, che già aveva ottenuto questo riconoscimento. I parchi naturali istituiti sul nostro pianeta sono circa 200.000; solo 59 di essi sono stati inseriti in questa autorevole “Green List”.

Cosa comporta per il nostro Parco nazionale? Ora, anch’esso può vantare il titolo di “più bello” al mondo… una specie di “Oscar”, un “Premio Nobel” della natura.
Cos’è lo IUCM? Trattasi di un’organizzazione non governativa (ONG) internazionale con sede in Svizzera, la più autorevole istituzione scientifica internazionale ad occuparsi di conservazione della natura. Dal 1999 opera quale “osservatore dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite”, anche al fine di supportare la comunità internazionale in materia ambientale, svolgendo un ruolo di coordinamento e di scambio di informazioni fra le organizzazioni che ne fanno parte.

Per poter entrare nella lista dei migliori Parchi occorre che le aree protette soddisfino alcuni requisiti, detti indicatori (sono 49), nell’ottica di uno standard globale di valutazione.
La Green List IUCN è il primo tentativo “ragionato” di dare una quotazione alle aree protette, attraverso un programma che punta alla certificazione dei Parchi.
Gli Enti preposti alla gestione dei Parchi devono dimostrare una gestione efficace ed efficiente del capitale naturale. Non soltanto con riferimento alla qualità delle pratiche di conservazione degli ambienti naturali e alla metodologia scientifica utilizzata, ma anche alla capacità di valorizzare questo capitale, con una particolare attenzione agli strumenti utilizzati nel favorire la sostenibilità. A tal fine, non poco incidono nella valutazione diversi aspetti: la partecipazione, la divulgazione, l’educazione e il dialogo con le comunità che vivono il territorio, come anche la lotta per la legalità e i tipi di infrastrutture e attività produttive che si svolgono nelle aree protette.

Tale riconoscimento premia il lavoro fatto in quasi trent’anni (in realtà, moltissimi di più) da amministratori, funzionari, volontari e dall’intera comunità del Parco, riconoscendo sempre di più il valore e l’importanza locale e globale della conservazione della natura in accordo con uno sviluppo sostenibile che ricomprenda l’uomo.
Orgoglio Italiano, insomma. Obiettivo che per essere perseguito richiede il dispendio di tante energie. Gli Enti che rientrano in questa lista d’onore devono impegnarsi a rimanerne parte per 5 anni (e rimettersi in gioco alla scadenza per avere le carte in regola per essere confermati nella lista). Discendono dall’ottenimento di questo importante riconoscimento, sul piano pratico, dei veri benefici, che rendano il dispendio di risorse, anche economiche, in qualche modo vantaggioso?

E, soprattutto, al Parco, al suo territorio e alla comunità, cosa può aggiungere questo “Oscar”?  Trattasi, certo, di un importante riconoscimento del lavoro e delle strategie di conservazione. Forse, ancor di più, si spera che questa, ulteriore, certificazione possa costituire un’ulteriore attrattiva a livello turistico (sempre che ce ne fosse ancora bisogno dopo lo status di Parco nazionale e il riconoscimento di patrimonio UNESCO).
Non è affatto un’idea sbagliata; a patto che, per una volta, si pensi anche ad un aggiornamento conservativo del tradizionale patrimonio recettivo-turistico già presente, ma spesso poco curato (e non in linea con i mercati del settore) o in stato di abbandono. Ed ecco che l’attuale riconoscimento al Parco potrebbe anche aiutare a favorire l’attrazione di capitali di investitori, in grado di migliorare la qualità dell’accoglienza turistica territoriale.
Mi piace pensare che questo nuovo riconoscimento rappresenti uno stimolo per tutti gli altri Parchi e, soprattutto, un monito: è ora che gli attori politici, economici e sociali, ma anche la stessa popolazione, comincino a sentire un vero, forte senso di responsabilità verso i tanti territori che necessitano di tutela e protezione; che si intraprenda con decisione il cammino della conservazione (e dell’incremento) delle risorse ambientali e della ricchezza naturale. È, oramai, una sfida planetaria improrogabile, con importanti ripercussioni su salute e benessere umano.

Il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi tra i Parchi più “belli” al mondo? Certo che sì! Ora è anche certificato.

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