testo e foto di Andrea Barghi – L’autunno sta arrivando e gli animali, molto più sensitivi di noi se ne accorgono o meglio, lo sanno! Il Capriolo è da sempre l’Elfo dei boschi. Con la sua grazia e la sua eleganza, aggiunge una nota di fascino all’autunno. Se lo osserviamo bene, ci accorgiamo che lentamente e in punta di piedi si dirige dal bosco verso le radure e, ghiotto com’è di rovi e graminacee, si ferma spesso tra questi arbusti a fare delle scorpacciate. Negli ultimi tempi il possente cervo lo ha relegato negli ambienti più disparati ma lui, l’Elfo dei boschi, non si preoccupa, gli basta una piccola siepe, un fosso, un roveto per nascondersi e godersi in santa pace le bellezze delle foreste Casentinesi.
Solo gli umani, con i loro urli e schiamazzi o, peggio ancora, fotografi che si spacciano per naturalisti ma che di naturalista hanno ben poco… A loro non importa se l’Elfo dei boschi fugge via stressato, a loro basta fare lo scatto impossibile (spesso ottenuto con ore di elaborazione al computer) per dimostrare di esser bravi. Non si accorgono dello splendore dell’autunno che fa da cornice a questo elusivo, quanto irascibile, ungulato che sin dalla notte dei tempi popola le foreste dell’appennino e in special modo quelle Tosco-Romagnole.
Guardiamolo meglio. In questo periodo dove l’estate lascia il passo all’autunno il suo manto da rosso focato si va lentamente “scolorando” in un marrone grigio fino a diventar grigio del tutto in inverno. Ancora per poco vive solitario e libero da impegni familiari vagando tra le radure delle foreste; dalla Lama all’Eremo, da Pietrapazza a San Paolo in Alpe, fino a quando si rintrupperà con i suoi simili per affrontare i rigori invernali. Ma torniamo a questo autunno caldo e silenzioso. Beatamente, il nostro Elfo, si trasforma in evanescenza tra le nebbie che spesso cospargono con il loro manto umidiccio selve e radure. Se ci troviamo a camminare nel bosco spesso ci appare fugacemente per sparire d’improvviso nel fitto della macchia. Allora lo sentiamo “abbaiare” come se fosse arrabbiato con chi gli ha disturbato il pascolo. Elegante com’è è un piacere ammirarlo e dispiace quando con la scusa della caccia di selezione, l’uomo da sfogo ai suoi bassi istinti.
Ottobre è il mese dove ancora i giovani nati in primavera stanno “all’ombra” delle madri per imparare a conoscere al meglio il mondo che li circonda. Le seguono passo dopo passo e si nascondono sotto le loro “gonne” appena credono di avvertire un pericolo, sia esso una cincia che gli vola vicino oppure un rumore che ancora non conoscono e, per rinfrancarsi dallo spavento, non è raro vederli “pocciare” (come dicono in Casentino) dal ventre della madre per rassicurarsi. Vi esorto a passeggiare nei boschi ascoltando e rimirando la tavolozza di colori che l’autunno ci offre e vi auguro di incontrare l’Elfo dei boschi per gustarne l’eleganza e la grazia che da sempre lo contraddistinguono aggiungendo poesia alle antiche foreste del Casentino e della Romagna.
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