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Lettera di buon anno… dall’Africa!

Pubblichiamo una lettera che ci è stata inviata, come augurio per un buon Natale e un felice 2016, da Wolfgang Fasser, guida spirituale della comunità di Quorle che abbiamo intervistato più volte sia su CASENTINO2000 che sulla nostra web tv. Wolfgang è in Africa, in Lesotho ad aiutare la popolazione locale, insegnandogli la fisioterapia e le tecniche di riabilitazione.
Una storia la sua che racconta di un mondo lontanissimo dal Casentino che però sa trasmettere grandi gioie e, nonostante mille difficoltà, la felicità… Quella vera.

Ve la proponiamo in questo primo giorno dell’anno per rinnovarvi i nostri migliori auguri, per un 2016 ricco di soddisfazioni e in cui saremo ancora più impegnati a fornirvi un’informazione indipendente e di qualità. Perché se il Re è nudo… Ve lo diciamo solo noi! Auguri!

Thaba Tseka, 25 dicembre 2015
Cari tutti,
oggi è il giorno di Natale, da qui un Natale sicuramente diverso dal vostro. É una giornata calma in cui si portano avanti i lavori quotidiani e si respira una pace particolare. É un periodo di grandissima siccità. Il regalo di Natale più bello è il cielo finalmente nuvolo e un bel temporale venuto a bagnare queste terre arse. Da 4 settimane sono in cammino in Lesotho. La prima tappa é stata Schlotse, un casa di riposo per suore anziane. Lì ho insegnato a una suora un po’ più giovane la mobilizzazione fisioterapica individuale a domicilio, destinata alle sorelle con più problemi. La tappa successiva è stato il Mothebang Hospital, un ospedale statale dove ho seguito una fisioterapista formata a Cuba. Insieme abbiamo lavorato con i suoi pazienti. Nell’ospedale da quest’anno c’è anche un medico cinese che pratica agopuntura su chi ha problemi di dolori o sintomi minori. Mi sono poi spostato a Pitseng, una missione cattolica un po’ vecchio stampo; una grande chiesa, le scuole, dall’asilo alle scuole superiori, una fattoria con un orto ed un monastero per le novizie. La chiesa è un luogo di preghiera ma anche di incontro, di protezione e di insegnamento. La missione si trova in un posto di campagna incantevole, molto pacifico. Un piccolo paradiso. Non ci sono macchine, i giardini sono molto curati e il luogo è piuttosto isolato. Alla messa che coincide con la chiusura delle scuola per le vacanze di Natale, sono presenti ben 900 bambini che ballano e cantano durante la celebrazione. Bellissima atmosfera di grandi schiamazzi di gioia dovuti anche alle vacanze di Natale.

Nei mesi scorsi è stata annunciata in chiesa la mia venuta per cui mi dedico alle visite degli anziani che giungono dai paesi limitrofi. Ho il grande onore di fare i trattamenti nella stessa stanza in cui Berta Hardegger, la fondatrice della missione svizzera in Lesotho, ha curato i pazienti dal 1938 alla sua scomparsa. Mi commuove il fatto che tanti pazienti oftalmologici vengano proprio da me, non vedente, come succede nella medicina tradizionale, a farsi benedire gli occhi. Ho poi continuato il mio percorso al Nord verso il Seboche Hospital. Ci sono lì 12 assistenti/infermieri che seguono da qualche anno una formazione settimanale che si svolge una volta all’anno sotto la mia guida. Rimango piacevolmente sorpreso di come il lavoro si sta sviluppando. Dopo 3 anni posso constatare la loro serietà e il loro impegno. Il lavoro terapeutico principale è destinato a pazienti con problemi di paralisi. L’ospedale risente in modo particolare della siccità, da 30 anni il Lesotho non era colpito da un aridità simile, ma il lavoro in ospedale continua come se niente fosse. Si riempiono i secchi alla cisterna e si va avanti! Ogni impiegato ospedaliero ha 1 secchio d’acqua al giorno per uso privato. Quando c’è il cambio di turno dei lavoratori ci si ritrova tutti intorno alla cisterna che diventa un po’ come la piazza di un mercato: scambi di chiacchiere e di risate gioiose.

Nel tempo libero dopo cena mi hanno chiesto di fare esercizi di ginnastica alle suore. Fitness con un piccolo amplificatore che diffonde musica africana. Anche questa è un’occasione di ritrovo che crea grande coesione e leggerezza. La madre superiora partecipa guardando essendo ormai un po’ attempata ma dice che il buon umore di quel momento è contagiosoe e che anche il solo assistere al divertimento delle partecipanti le fa un gran bene. Nello stesso ospedale di Seboche la settimana successiva ho tenuto il corso per i Village Health Workers, operatori di salute in ambito rurale che assicurano il servizio assistenziale sanitario a domicilio. Poter incrementare e sostenere il loro lavoro è fondamentale, essendo il Lesotho un paese principalmente montagnoso, le distanze geografiche sono spesso un grande ostacolo per il raggiungimento delle strutture ospedaliere. Per questo è davvero importante il lavoro in loco, nelle varie regioni, di questi assistenti sanitari.

Il 13 dicembre Elena mi ha raggiunto e abbiamo insegnato insieme per lo stage nazionale di fisioterapia al St Joseph Hospital a Roma (Lesotho). E’ un raduno professionale importante, un’occasione importante per aggiornarsi, approfondire, condividere. Abbiamo avuto 19 partecipanti provenienti da 11 diverse istituzioni ospedaliere. Conduco questo stage una settimana ogni anno. Abbiamo abbordato tematiche ortopediche, problematiche inerenti all’HIV, abbiamo approfondito il lavoro pediatrico e abbiamo enunciato i principi di base da diffondere ai Village Health Workers. Ci siamo anche soffermati sull’importanza della trasmissione, seppur semplificata del nostro sapere a coloro che seguono i pazienti a domicilio, siano essi operatori, conoscenti o familiari. Le partecipanti sono parecchio “in carne” in particolare quelle di età più matura. Nonostante tutto si sono messe a rotolare per terra durante le lezioni per capire in prima persona i movimenti di rieducazione.
Siamo poi andati a Thaba Tseka, al Paray Hospital, uno dei luoghi in cui mi sono recato le prime volte che ho partecipato alla missione svizzera. E’ una cittadina di alta montagna, brulla dove spira sempre un forte vento. Il dipartimento (ovvero la stanzetta) di fisioterapia, è attivo e l’attività terapeutica è garantita da tre operatrici di riabilitazione. Quest’anno abbiamo ritrovato alcuni pazienti incontrati lo scorso anno (o addirittura quello precedente). In particolare è stato commovente ritrovare tre bambine, ognuna delle quali ha dovuto affrontare storie cliniche molto impegnative.

Lerato, bellissima bambina di 8 anni, per 10 mesi ha avuto entrambe le gambe paralizzate da un tubercolosi alla spina dorsale, ha iniziato proprio con l’aiuto delle nostre mani a fare i primi movimenti. Nel giro di un mese di cure fisioterapiche intensive riesce a scendere dalle spalle della madre (da noi sarebbe stato un passeggino o una sedia a rotelle!) e a fare i primi passi con le stampelle. Viene seguita regolarmente durante l’anno e la ritroviamo saltellante e sorridente. Viene per una visita di verifica e per ritrovarci, con la madre. Lerato ha camminato per ben due ore per raggiungere l’ospedale. Il suo sorriso pieno di luce e la sua gioia sono davvero toccanti. Siamo tutti felicissimi e soddisfatti della completa guarigione.
Mpo arrivata lo scorso anno per un problema grave di deformazione ai piedi, trascurato, aveva 3 anni e non poteva camminare a causa di questa grave deformazione. Grazie ai fondi raccolti per il progetto, Mpo ha potuto recarsi in Sud africa per sottoporsi a 3 operazioni ortopediche a entrambe i piedi. Le hanno tolto da poco il gesso post operatorio ma porta già degli scarponcini che le permettono di fare i primi passi. Che bello! Che emozione!

Thabelleng è una bambina di 9 anni che seguiamo da diverso tempo. È stata colpita da paralisi cerebrale durante il parto, ha difficoltà di equilibrio con conseguenti difficoltà di deambulazione, problemi nel linguaggio e nella coordinazione motoria, riesce a vedere bene solo da un occhio. È una bambina vispa e curiosa. Elena ed io l’abbiamo seguita intensamente proponendo una rieducazione in forma principalmente ludica. I risultati sono sorprendenti: cammina dritta senza l’aiuto dei genitori e ha davvero migliorato la sua coordinazione. I progressi di qualunque paziente sono motivo di grande soddisfazione ma certo poter veder un bambino camminare e gioire del potersi muovere e saltellare è davvero commovente! La prossima settimana metà della giornata sarà dedicata alla formazione dei Village Health Workers di questa regione e l’altra metà della giornata continueremo il servizio di fisioterapia. Darò qualche lezione ai medici dell’ospedale e allo staff sui principi della fisioterapia che per molti sono ancora misconosciuti. Elena ha fatto su richiesta lezioni di danza e ginnastica per alcune impiegate che già vorrebbero montare un piccolo balletto per l’anno prossimo (nella speranza, per alcune, di guadagnarci anche qualche soldino). Elena poi ripartirà per l’Italia e io proseguirò con le altre 5 tappe.

Sono sorpreso che nonostante i due principali problemi di questo Paese: la forte instabilità del governo, che blocca qualsiasi possibilità di riorganizzare il Parlamento e la siccità che porterà sicuramente a problemi di denutrizione, i basotho, abitanti del Lesotho, riescano a portare avanti le loro giornate in allegria e leggerezza. Ogni giorno mi mostrano la loro capacità di vivere nonostante la precarietà…

Cari saluti da Thaba Thseka
Thuso Wolfgang Fasser

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