LETTERA indirizzata alla Direzione del Trasporto Ferroviario Toscano. Con la presente, intendo esprimere il mio profondo disappunto riguardo alla gestione del servizio ferroviario nel mese di luglio e la mancata comunicazione adeguata relativa alla sostituzione dei treni con autobus.
L’11 giugno è stato presentato il nuovo orario ferroviario della tratta Arezzo-Stia senza alcuna indicazione che, per tutto il mese di luglio, i treni sarebbero stati sostituiti da autobus. Mi chiedo come sia possibile che l’11 giugno non foste a conoscenza dei lavori per il mese di luglio?
Secondo l’art. 22 comma 1 del Codice del Consumo (D.Lgs. 6 settembre 2005, n. 206), i consumatori hanno il diritto di essere informati in modo chiaro, preciso e adeguato sui servizi offerti, affinché possano prendere decisioni consapevoli. Riterrei che la mancata comunicazione con largo anticipo riguardo alla sostituzione dei treni con autobus abbia impedito agli utenti di valutare adeguatamente se sottoscrivere o meno un abbonamento per il mese di luglio, in considerazione dei disservizi previsti.
Se, invece, l’intervento non era programmato, la gestione degli interventi avrebbe dovuto comunque rispettare i principi di trasparenza e correttezza verso gli utenti, soprattutto considerando che ogni anno, si ripetono gli stessi disservizi/interventi di manutenzione nello stesso periodo.
In risposta a un’ipotetica affermazione che il servizio è comunque mantenuto, vorrei sottolineare che ciò dimostra una scarsa comprensione delle reali condizioni di viaggio. Temo che non abbiate provato a prendere un autobus da Arezzo negli orari più intensi. Si tratta di tristi scene, con passeggeri che si accalcano per trovare un posto a sedere o anche solo per accaparrarsi i primi posti perché (me compreso) soffrono l’autobus. E comunque ad ogni modo un autobus affollato, caldo, sudaticcio e ballonzolante non può essere considerato lo stesso servizio di un treno.
I nostri soldi sono gli stessi, il vostro servizio assolutamente no.
Vi chiedo se sia lecito il sospetto circolante tra noi viaggiatori che tali interruzioni siano volte a risparmiare sui costi (manutenzione, personale etc) (possibile che ogni tratta ferroviaria in Italia e nel mondo necessiti di un mese di manutenzione ogni anno?) a scapito del comfort e della dignità dei passeggeri. Sono decisioni di libero mercato che avete tutto il diritto di prendere ma solo se preservate il nostro diritto di non usufruire dei vostri (dis)servizi.
Proprio stasera ad Arezzo un gruppetto di turisti stranieri chiedeva alla stazione dei Bus indicazioni per Capolona, un vostro dipendente (chiaramente non della tratta del Casentino) li stava rimandando alla stazione dei treni, ho fatto in tempo a chiamarli e spiegargli dei lavori di manutenzione per tutto il mese e della presenza del Bus sostitutivo.
Poi abbiamo provato a spintoni a salire sul bus ma loro, poverini, poco avvezzi a questo sport sono rimasti indietro. Abbiamo atteso un secondo bus, arrivato successivamente, anche questo pienatosi velocemente (però avanzavano 5,6 posti) un caldo… tutti sballottati e pigiati etc. Giunti a Capolona mi hanno ringraziato sentitamente ma al contempo mi hanno guardato con quel sorriso di compatimento per un paese disorganizzato, caotico… diciamolo pure…arretrato!
Sono sincero mi sono vergognato, mi sono vergognato profondamente.
Ho cercato di consolarmi pensando che ho viaggiato abbastanza in Italia e all’estero e che forse non mi devo vergognare come Italiano ma solo come Casentinese. Il Casentino è una vallata chiusa e temo che anche il nostro trenino ne faccia le spese.
Veramente come si sente dire sempre più spesso il Casentino punterà al turismo? E come lo farà? Lo farà con questi servizi che su tre mesi di punta ne sacrificano uno?
Ho scritto queste righe con sentimenti contrastanti di rabbia (e me ne scuso) amarezza e delusione, perché sono innamorato del nostro treno e ritengo che la disorganizzazione atavica lo penalizzi ingiustamente; troppi miei colleghi pendolari vi hanno salutato esasperati, troppa gente abbiamo perso per strada.
Ringrazio sentitamente il personale del treno per la loro gentilezza e cortesia: non meritano di essere coinvolti in una situazione che non dipende da loro.
Non sto a chiedere rimborsi, non sarebbe né giusto né dignitoso. Vi invito però a riflettere seriamente su quanto accade e ad adottare tutte le misure necessarie per garantire una comunicazione tempestiva e rispettosa e un servizio che sia all’altezza e rispettoso dei vostri dipendenti, dei vostri clienti e della nostra vallata. Distinti saluti.
Massimiliano Goretti