di Melissa Frulloni – #liberifinoallafine è l’hashtag di riferimento, scelto per la campagna referendaria per l’Eutanasia Legale.
“Chi chiede l’eutanasia vuole solo morire con dignità. Ammalarsi fa parte della vita. Come guarire, morire, nascere, invecchiare, amare. Le buone leggi servono alla vita: per impedire che siano altri a decidere per noi. Sostieni il referendum!”
Ed è questo ciò che si legge nella home del sito eutanasialegale.it, fonte di informazione per chiunque volesse approfondire l’argomento. A nostro dire, l’argomento merita sicuramente di essere approfondito, visto che numerosi cittadini si stanno dando un gran da fare per raccogliere 500.000 firme, necessarie per richiedere il referendum.
Grande promotrice di questa battaglia è l’Associazione “Luca Coscioni” che, da sempre, ha tra le sue priorità l’affermazione delle libertà civili e il riconoscimento dei diritti umani.
Ma che cosa è il Referendum per l’Eutanasia Legale?
Lo abbiamo chiesto a Ginevra Detti, coordinatrice regionale per la campagna “Eutanasia Legale”.
«Si tratta di un referendum (parzialmente) abrogativo che ha ad oggetto l’art. 579 del codice penale che incrimina la condotta di “omicidio del consenziente”. Quello che chiediamo è che dall’articolo venga cancellata la parte che impedisce l’ingresso nel nostro ordinamento della pratica dell’eutanasia per le persone maggiorenni che siano in grado di esprimere un consenso valido, che siano cioè in grado di intendere e di volere. Questo proposito si traduce nel quesito referendario che infatti chiede solo una parziale abrogazione dell’articolo in questione, lasciandolo intatto nella parte in cui incrimina l’omicidio del consenziente.»
Questo il quesito referendario depositato: “Volete voi che sia abrogato l’art. 579 del codice penale (omicidio del consenziente) approvato con regio decreto 19 ottobre 1930, n. 1398, comma 1 limitatamente alle seguenti parole «la reclusione da sei a quindici anni.»; comma 2 integralmente; comma 3 limitatamente alle seguenti parole «Si applicano»?”
L’Articolo 579 c.p. recita: “Chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui, è punito con la reclusione da sei a quindici anni. Non si applicano le aggravanti indicate nell’articolo 61. Si applicano le disposizioni relative all’omicidio [575-577] se il fatto è commesso: contro una persona minore degli anni diciotto; contro una persona inferma di mente, o che si trova in condizioni di deficienza psichica, per un’altra infermità o per l’abuso di sostanze alcooliche o stupefacenti; contro una persona il cui consenso sia stato dal colpevole estorto con violenza, minaccia o suggestione, ovvero carpito con inganno [613 2].”
Il referendum permetterebbe di eliminare dall’articolo la frase “la reclusione da sei a quindici anni. Non si applicano le aggravanti indicate nell’articolo 61. Si applicano”.
Con questo intervento referendario l’eutanasia attiva sarà consentita nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, e in presenza dei requisiti introdotti dalla Sentenza della Consulta sul “Caso Cappato”, ma rimarrà punita se il fatto è commesso contro una persona incapace o contro una persona il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o contro un minore di diciotto anni.
Perché è importante questo Referendum?
«L’eutanasia in Italia esiste, così come esiste in tutto il mondo. Ci sono però degli ordinamenti che hanno deciso di prenderne atto e disciplinarla. Legalizzando finalmente questa pratica che non può essere eliminata e anzi, considerato il contesto di progresso medico e tecnologico attuale, rischia di diventare sempre più diffusa, scongiuriamo il rischio che venga portata avanti senza tenere conto dei diritti delle persone coinvolte, con possibili abusi o ripercussioni gravissime sul paziente o sul medico che abbia deciso di aiutarlo.
Questo referendum è importante perché chi soffre non può più aspettare il Parlamento che, nonostante le svariate proposte di legge depositate, ancora non si è pronunciato sul tema. Firmare è fondamentale per mettere finalmente in moto un processo decisionale che stavolta partirà dai cittadini, nell’inerzia dei loro rappresentanti.»
Ancora dal sito eutanasialegale.it: “Si tratta solo di riconoscere un diritto umano. Ogni giorno ci sono malati terminali che si suicidano nelle condizioni più terribili. Sono persone alle quali la legge italiana nega la possibilità di essere accompagnati alla fine della vita senza soffrire, condannando al carcere chi li aiuta.”
Come e dove possono firmare i cittadini in favore del referendum?
«Per aiutarci a raggiungere le 500.000 firme necessarie per indire il referendum (da raccogliersi entro il 30 settembre 2021), tutti i cittadini iscritti alle liste elettorali possono firmare presso il Comune, non necessariamente di residenza, recarsi presso uno studio notarile o legale che abbia dato la disponibilità a tenere i moduli, oppure approfittando dei banchetti di raccolta che stiamo organizzando in tutta Italia grazie all’enorme rete di volontari che si è attivata sul territorio nazionale. Cercando nel sito eutanasialegale.it, nella sezione “Dove firmare”, è possibile trovare una mappa dove sono segnati via via tutti i tavoli e gli eventi di raccolta firme, oltre agli orari dei Comuni e le informazioni circa gli studi degli autenticatori autonomi.»
E in Casentino, dove è possibile firmare?
«In Casentino purtroppo, per adesso, è possibile firmare solo presso il Comune di Bibbiena, dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 13.
Proprio per questo sono molto felice di questa intervista, perché tutti i cittadini possono aiutarci, attivandosi come volontari, iscrivendosi al sito eutanasialegale.it nella sezione “Diventa attivista”, oppure sollecitando il proprio Comune a richiedere e rendere disponibili i moduli. Il piccolo contributo che ciascuno sarà disposto a dare ci porterà un passo più vicini all’obiettivo. Ad oggi abbiamo raccolto più di 100.000 firme, ma è stato possibile solo grazie all’impegno di 10.000 volontari. L’appello che rivolgo a tutti i casentinesi è: iscrivetevi sul sito e scoprite come essere parte del cambiamento!»
La Toscana sta dando un grande contributo alla raccolta firme; dai tavoli regionali ne sono state raccolte più di 10.000, mentre ad Arezzo circa 650. È il momento che anche il Casentino faccia la sua parte; ognuno può impegnarsi in prima persona. Recarsi in Comune e firmare è già un importante contributo.
L’inizio della campagna referendaria per l’Eutanasia Legale in Italia è stato a Roma, lo scorso 17 giugno. Come ci spiega Ginevra Detti: “Il riscontro da parte dei cittadini è stato entusiasmante, ovunque venga affissa la bandiera si raduna un capannello di persone pronte a firmare, a darci una mano con un’offerta e a volte anche a chiedere in che modo possono organizzare tavoli nella loro zona. Molti tra chi si è attivato o ha anche solo firmato lo ha fatto perché sa per esperienza quanto sofferenza comporta la mancanza di una legge sull’eutanasia nel nostro Paese. Se riusciremo a mantenere questo entusiasmo e questa volontà forte sono certa che raggiungeremo il risultato.”
Speriamo anche noi, con il nostro articolo, di contribuire. L’informazione e la conoscenza di questo tema sono alla base per la buona riuscita della campagna referendaria. A tal proposito vi segnaliamo anche il sito referendum.eutanasialegale.it per reperire ulteriori informazioni. Purtroppo, la raccolta firme e l’eutanasia in generale hanno da sempre una copertura mediatica bassissima. Sia a livello locale che nazionale i cittadini sono poco o male informati sul tema.
“Effettivamente quello della legalizzazione dell’eutanasia è un argomento che nonostante tocchi tutti trasversalmente è raramente oggetto di un dibattito pop. Forse si spiega considerando che i maggiori partiti non si sono espressi sul tema, che non lascia spazio a facili manipolazioni o a titoli “clickbait”, che una reale opposizione, razionale e motivata, alle nostre richieste non c’è. Infine, direi anche che per interessarsi al tema dell’eutanasia, se non si è mai vissuto un tale dramma da vicino, è necessario uno sforzo di immedesimazione che purtroppo non tutti sono disposti a fare.” Ha concluso Ginevra Detti.
Un incentivo alla raccolta firme potrebbe venire dall’utilizzo di piattaforme online per sottoscrivere il referendum. È notizia di queste ore che le commissioni Affari costituzionali e Ambiente abbiano approvato un emendamento al DL Semplificazioni che consentirà di sottoscrivere i referendum con firma elettronica qualificata. Sarebbe sicuramente una piccola, grande rivoluzione che semplificherebbe la procedura e renderebbe a tantissimi molto più accessibile la possibilità di firmare per questa causa.
Come ha affermato l’Associazione “Luca Coscioni”: “In piena pandemia sarebbe uno strumento di democrazia indispensabile.”
Con il referendum si vuole promuovere la legalità dell’eutanasia, la libertà di scelta, il diritto di poter decidere della propria vita, per evitare sofferenze insopportabili o accanimenti inutili. Il referendum permetterebbe di lottare contro l’eutanasia clandestina, i suicidi, i viaggi in Svizzera possibili solo per chi può permetterseli.
Firmare non significa scegliere l’eutanasia per sé stessi o per i proprio familiari, significa dare la possibilità a tutti di scegliere se farlo o meno; con l’eutanasia legale saremo #liberifinoallafine di decidere della nostra vita… Firma. Ora!