di Francesca Maggini – L’AIRI (Associazione Italiana per la Ricerca Industriale) dal 1974 rappresenta un punto di riferimento per il sistema italiano in ambito di ricerca industriale e ogni anno, nel corso della giornata AIRI per l’innovazione, premia 5 giovani talentuosi, provenienti da tutti gli Atenei Italiani, che si sono distinti per la loro tesi contribuendo allo sviluppo della cultura della ricerca industriale. Un’iniziativa, dunque, che permette, ogni anno, di premiare giovani di valore, esempio di impegno e determinazione creando con la preziosa opportunità di borse di studio, una tangibile possibilità per accrescere la loro formazione.
Quest’anno fra i vincitori c’è un ragazzo tutto casentinese Neri Fuochi, che con la sua tesi si è distinto con un progetto a coronamento di un percorso di studi in ambito scientifico e tecnologico. Lo scorso novembre ha ricevuto questo prezioso riconoscimento da parte dell’Associazione Italiana per la Ricerca Industriale che ha rilasciato, in collaborazione con Farmindustria, Fondazione Bracco per i Giovani, Fondazione Silvio Tronchetti Provera e Italcementi, cinque borse di studio per incentivare la ricerca industriale. Neri con grande passione ma anche con grande umiltà e con tanta voglia di fare e di realizzarsi, ci racconta la sua storia, il suo percorso universitario e i suoi progetti per il futuro.
«Ho 26 anni e da poco mi sono laureato in Biotecnologie Molecolari all’Università degli studi di Firenze. Ho studiato al Liceo Scientifico Galileo Galilei di Poppi dove, se vogliamo essere sinceri, non ho brillato per impegno o intelligenza. Sono uscito dal Liceo, però, con una grande voglia di rivincita e di dimostrare, soprattutto a me stesso, quanto realmente potessi valere. La scelta del mio percorso di studi universitari non è stata assolutamente semplice. Inizialmente volevo entrare alla Facoltà di Medicina ma non avendo superato il test di ammissione ho abbandonato quest’idea e ciò, ha abbattuto molto il mio morale così come quello di tanti ragazzi che, come me, non sono riusciti ad entrare. Ho avuto però la fortuna di iscrivermi ad un corso di studi per il quale mi sono molto appassionato, una grande passione che però non ha assolutamente reso più semplice il percorso universitario che porta con sé tante difficoltà, sia dal punto di vista economico che emotivo.
Dopo aver raggiunto la laurea triennale in Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche il percorso è diventato più semplice, nel senso che ho acquisito maggiore sicurezza personale e ho avuto nuovamente la fortuna di essermi iscritto ad una magistrale in cui i professori hanno sempre manifestato un reale interesse nell’insegnamento e nello stimolare il pensiero scientifico in noi studenti. Ritengo che questo sia principalmente legato ad un numero di iscritti molto limitato, appena 7, che consente una maggiore possibilità al professore di seguire gli iscritti e in un certo senso assicurarsi che i concetti raggiungano realmente tutti gli studenti del corso. Durante uno degli esami all’università una professoressa ci ha esposto uno dei progetti portati avanti nel suo laboratorio. Si trattava di un progetto molto interessante riguardante lo sviluppo di muscoli artificiali cardiaci, e in quell’occasione si rese disponibile ad accogliere nuovi tirocinanti nel suo laboratorio.
Questo tema mi ha subito incuriosito e affascinato, tra l’altro conoscevo già il centro di ricerca dove si trova il laboratorio, si tratta del Laboratorio Europeo di Spettroscopia Non-Lineare (LENS), in quanto proprio qui avevo già svolto il mio periodo di tesi triennale incentrato sullo studio dell’anatomia cerebrale mediante microscopia di nuova generazione. Sono stato accolto calorosamente dai ragazzi del gruppo di ricerca. Per i primi tempi ho avuto, quella che io ritengo una fortuna, essere la persona meno “brillante” all’interno della stanza, fattore che mi ha portato a crescere molto velocemente, ovviamente non senza difficoltà e momenti di frustrazione. Nel progetto di tesi sono stato guidato dai ricercatori del resto ho capito, con il tempo, che un ragazzo che entra in un nuovo laboratorio può portare con sé tanta curiosità e fantasia ma il periodo iniziale è fondamentalmente incentrato sull’imparare a muoversi nel laboratorio, solo dopo un certo periodo di tempo è possibile avere un’idea critica effettivamente costruttiva da mettere in atto in un ambiente in cui le persone hanno anni di esperienza, ovviamente per me quel periodo di tempo non è ancora giunto al termine.
Il progetto di tesi che ho scelto riguardava lo sviluppo di materiali intelligenti, (in grado di rispondere a stimoli esterni) con il fine di applicarli sull’organismo, come muscoli artificiali cardiaci realizzati utilizzando gli Elastomeri Liquido Cristallini (LCE) ovvero materiali intelligenti caratterizzati dalla capacità di modificare reversibilmente la loro forma in risposta a stimoli esterni come riscaldamento o applicazione di campi magnetici che possono essere controllati da un operatore,. Questa proprietà li rende particolarmente interessanti per la realizzazione di muscoli artificiali. Il gruppo di ricerca Complex Photonics, del Laboratorio Europeo di Spettroscopie Non Lineari (LENS, UNIFI) con il quale ho collaborato per il mio lavoro di tesi, ha studiato negli ultimi anni le proprietà degli elastomeri liquidi cristallini nel campo della microrobotica e della fotonica. Le loro ricerche hanno portato allo sviluppo di materiali biocompatibili in grado di contrarsi se esposti a stimoli luminosi grazie all’utilizzo di coloranti particolari dispersi nei materiali. I muscoli artificiali sviluppati sono in grado di contrarsi per più di 20 giorni con 86.400 battiti al giorno, senza un decadimento delle prestazioni. La forza esercitata da tali muscoli artificiali è paragonabile a quella tipica delle cellule cardiache inoltre è possibile controllare la forza e la frequenza di contrazione variando l’intensità e la durata dell’illuminazione.
Questo lavoro di tesi si colloca nell’ampliamento del set di materiali LCE disponibili ed in particolare lo studio della loro sintesi si propone in uno step mediante reazioni di fotopolimerizzazione da miscele di cristalli liquidi con gruppi acrilato e tioli. Il lavoro fa parte del contributo del gruppo Complex Photonics al progetto europeo H2020 FetProactive REPAIR che mira alla preparazione di cerotti sensibili alla luce per supportare il battito cardiaco in condizioni patologiche determinate, ad esempio, da un infarto. Aziende internazionali, interessate a rendere realtà questo progetto, collaborano attualmente per vincere gli ostacoli di fabbricazione.
Ad esempio, l’azienda MedTronic contribuisce al fine di favorire l’automatizzazione del processo di produzione dei film, mentre l’azienda CellInk, esperta di stampa 3D in ambito biologico, ha in carico l’implementazione di componenti elettroniche all’interno dei cerotti, e l’azienda Specific Polymers lavora allo scale-up delle molecole in uso. Tutto questo ha stimolato molto la mia voglia di andare avanti.
Per quanto riguarda il mio futuro, sono rimasto affascinato dal mondo della ricerca e ho deciso di partecipare ad un bando per un dottorato di ricerca realizzato mediante i fondi PNRR. Ad essere onesti la mia scelta non è priva di incertezze, in Italia il dottorando non è pagato profumatamente e di contro ho ricevuto delle buone proposte di lavoro durante la giornata di premiazione per la borsa di studio che ho ricevuto, pertanto so di aver scelto una strada piena di sacrifici e di impegno ma ad oggi sono così entusiasta che non riesco a sottrarmi al fascino della ricerca. Ci terrei a precisare una cosa importante. Come dicevo inizialmente non sono una persona che brilla per intelligenza, non sono una persona da idealizzare perché ha terminato il percorso di studi in tempi record; sono solo uno studente che con impegno e tanti sacrifici segue il suo sogno! Ho trascorso periodi di estrema insicurezza e certamente di nuovi mi si porranno davanti. L’importante è non mollare ed è per questo che avrei piacere di trasmettere un messaggio alle persone più insicure che non ritengono di avere un posto in questo mondo che corre così velocemente… tutti abbiamo la possibilità di raggiungere grandi traguardi, l’importante è non smettere di credere in sé stessi e riuscire a superare i periodi di grandi difficoltà».
La storia di Neri è senza dubbio un esempio di forza e determinazione, ci ricorda come lo studio, i sacrifici, l’impegno e soprattutto la voglia di riuscire possano aprire, anche ai nostri giovani più volenterosi, porte per il futuro. I progetti delle varie Associazioni, volti a potenziare la cultura tecnico- scientifica delle nuove generazioni e nati per valorizzare il talento dei giovani, sono sempre molto importanti soprattutto, in questi ultimi anni, dove il mondo del lavoro cambia alla velocità della luce.
Un mondo complesso in continua evoluzione nel quale i giovani devono dimostrare di essere in grado di mettersi in discussione, adeguarsi ai repentini cambiamenti, dimostrando di avere, oltre la cultura e lo studio, valori e talento che affinato e coltivato può contribuire a migliorare sé stessi offrendo, con merito, proprio come è successo a Neri, opportunità valide per il proprio futuro.