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domenica, 24 Novembre 2024

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Maggio, mese mariano

di Lara Vannini – Avete mai riflettuto sul fatto che a maggio vengono celebrate figure femminili come la Madonna o la Mamma? Già il significato del mese di Maggio, svela molto su questo periodo dell’anno. Maggio, infatti, deriva da Maius ovvero dalla Dea Maia che nel calendario romano era la dea dell’abbondanza e della fertilità. Non è dunque un caso che a Maggio venga celebrata la festa della Mamma e sia il mese dedicato alla Madonna, madre universale.

Maggio è il mese femminile per eccellenza: viene celebrata la Primavera come rinascita della Terra e buon auspicio per nuovi raccolti, è il cosiddetto “mese Mariano” un ottimo periodo per iniziare a celebrare i matrimoni.

Anche se oggi ci sposiamo tutti i mesi dell’anno, Maggio era anche chiamato “il mese delle spose”, per una serie di motivazioni, sia climatiche che simboliche. Era chiaramente il mese che salutava definitivamente l’inverno e i suoi rigori e se pensiamo che ad inizio Aprile ancora potevano presentarsi deboli nevicate e gelate, il contadino a Maggio poteva essere certo di aver varcato la soglia della bella stagione.

Inoltre essendo il mese di Maria, della rinascita e della fecondità, era un ottimo momento per sancire l’inizio di una nuova famiglia. Come Maria aveva accettato la chiamata ad essere madre di Gesù, così il “si” delle giovani coppie pronunciato a Maggio poteva suggellare un’unione fortunata e benedetta dal Signore. Ancora il mondo contadino ci mostra come riti, superstizioni, credenze, devozione, fossero elementi strettamente concatenati fra loro, in un mondo dove le insidie vere o presunte erano all’ordine del giorno.

Le Rogazioni
Maggio, oggi come nel nostro antico passato, era un mese di devozione dedicato a Maria madre di Gesù, un tempo dove si intensificavano le processioni, i fioretti ed i rosari. Le Rogazioni erano particolari processioni propiziatorie che servivano alla buona riuscita dei raccolti, preghiere per scongiurare la fame e le carestie. Rogazione, significa infatti ripetere delle invocazioni come litanie in maniera continuativa.
La necessità di sfamarsi, e quindi di provvedere ai bisogni primari, era un pensiero quasi ossessivo per il contadino, la cui vita era legata totalmente alle stagioni, alla fertilità dei suoli, ai frutti della terra. Famiglia numerosa, significava braccia per lavorare ma anche bocche da sfamare.

Durante le Rogazioni, venivano benedetti il grano e le sementi attraverso particolari invocazioni. Tutti dovevano partecipare a queste processioni, anche i bambini che si dovevano alzare all’alba e successivamente tornare a casa in tempo per andare a scuola. Per i più piccoli era molto sacrificante, ma spesso questa loro “penitenza” era un tema molto importante di cui parlare a scuola e andava quindi affrontata con grande serietà.
Le invocazioni che venivano innalzate a Dio durante le Rogazioni, riguardavano la protezione dalle malattie, dalla fame e dalla guerra “A peste, fame et bello, libera nos, Domine” (liberaci Signore dalla peste, dalla fame e dalla guerra). Purtroppo, queste invocazioni che fino a poco tempo fa ritenevamo inerenti ad un lontano passato, sono quanto mai attuali e temibili anche nella contemporaneità.

Una volta che il corteo religioso fosse arrivato nei campi, veniva deposta una foglia di giaggiolo o Iris su una croce artigianale posta al centro del campo da benedire. La foglia di giaggiolo infatti è particolarmente ampia e può ricordare la foglia di palma, inoltre è facilmente reperibile proprio in Primavera a protezione dei sui bellissimi fiori.
Tre giorni prima dell’Ascensione, che quest’anno cade il 26 maggio, veniva deposta la foglia di giaggiolo e benedetta.
Oggi è possibile ancora trovare lungo le strade di campagna dei semplici tabernacoli, testimonianza concreta del legame tra la religione e il lavoro dei campi.

Santuari mariani
A Maggio si moltiplicavano i rosari casa per casa soprattutto nei poderi lontani dai centri abitati dove non era così agevole recarsi in un centro religioso. Tutte le sere del mese di Maggio in Chiesa venivano fatte delle funzioni religiose dedicate alla Madonna che terminavano con una laude alla madre di Gesù.
Era anche usanza andare in pellegrinaggio ad un Santuario Mariano come poteva essere Santa Maria del Sasso a Bibbiena o Santa Maria delle Grazie a Stia, due Santuari in cui si dice sarebbe apparsa la Madonna. I fedeli in processione verso il Santuario Mariano esponevano lo stendardo religioso relativo alla propria parrocchia e nel tragitto cantavano litanie e laudi a Maria.
Ogni Parrocchia si sentiva chiamata a partecipare per poter invocare la protezione sui propri fedeli.

Calendimaggio
Dal punto di vista “profano”, il primo giorno di Maggio è anche chiamato “Calendimaggio”, il giorno in cui si festeggiava l’arrivo definitivo della bella stagione.
La tradizione voleva che gli uomini la notte del 30 Aprile andassero alla ricerca di fiori e rami fioriti e li lasciassero davanti alle porte delle ragazze da marito.
Nelle aie potevano essere messe in scena delle rappresentazioni teatrali per salutare l’arrivo della Primavera. I “maggianti”, ovvero coloro che mettevano in scena le rappresentazioni folkloristiche, andavano casa per casa a cantare e a fare rappresentazioni teatrali benauguranti, ricevendo in cambio cibi della quotidianità come uova, vino o, se erano disponibili, dolci.

I fiori preferiti in questo periodo erano i cosiddetti “Maggiociondoli”, meravigliosi fiori a grappolo giallo canarino, profumatissimi che pendevano dai rami dell’albero omonimo. Erano fiori perfetti per adornare la soglia di casa di una ragazza o adornarsi i capelli.
Il Maggiociondolo era tanto bello quanto velenoso ed infatti il contadino si guardava bene di presentare ai propri animali fiori e semi di questo albero.

Il mese di Maggio era quindi un mese di grande ottimismo, per i “grandi” ritornava la possibilità di lavorare nei campi e per i “piccini” era tempo di sfoggiare i tanto desiderati pantaloni corti e togliersi finalmente la maglia di lana correndo incontro all’estate.

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