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domenica, 24 Novembre 2024

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Mais qui est Maria Antonietta?

di Giancarlo Zavagli – La ciclopista, panacea di tutti i mali del Casentino o solo una struttura superflua in più? Come quello che non ha la macchina, ma intanto compra il portasci…
«S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche! » «Se non hanno più pane, che mangino brioche!» Una frase che tradizionalmente viene attribuita a Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena. L’avrebbe pronunciata riferendosi al popolo affamato durante una rivolta dovuta alla mancanza di pane.
Così il 16 ottobre 1793, la vedova del Re di Francia Luigi XVI, venne portata su un carro scoperto per le vie di Parigi. Dopo aver sfilato in mezzo alla folla che le gridava ingiurie, venne fatta scendere a Place de la Révolution, oggi Place de la Concorde, e intorno a mezzogiorno fu ghigliottinata. Era una ragazzina viziata, aveva diciotto anni ed era andata in sposa a Luigi XVI a quindici, sicuramente la frase che lei disse pubblicamente ad alta voce si bisbigliava da tempo a palazzo reale, faceva parte di quel repertorio banale fatto di battutine e risolini ironici di una corte insensibile alla crisi terribile in cui versava la Francia. I cortigiani avranno riso per quella spiritosaggine, ma il popolo no! Quello che accadde in seguito fu la tragica conseguenza di una politica ceca che non capiva nemmeno i bisogni primari delle persone e per questo i responsabili furono ghigliottinati per la loro avidità e la miseria che aveva causato.
Un incipit drammatico, forse pesante per il tema che andremo ad affrontare, ma la frase:
«Se non hanno più pane, che mangino brioche!» ci darà lo spunto per una riflessione finale.
Siamo un paese in crisi, in profonda crisi, forse come lo era la Francia in quel fine ‘700 e la Ciclopista sull’Arno è la panacea di tutti i mali?
Si tratta di un finanziamento di 18 milioni d’euro che la Regione Toscana farà nella nostra regione e in parte sul nostro territorio, un’opera importante, tanto che sull’articolo a lei dedicato, pubblicato dal Corriere di Arezzo, sabato 9 agosto 2014 veniva così definita: «…infrastruttura strategica per la mobilità “leggera”, per la qualità urbana, per la valorizzazione del territorio, per lo sviluppo economico e la sostenibilità ambientale…».
Se fossimo dei cortigiani leggeri e bisbigliatori come quelli di Luigi XVI staremmo zitti e adulando il potere lo applaudiremo, ma noi di Casentino2000 non siamo così, siamo popolari e popolani e alla domanda se era davvero utile una simile infrastruttura, diciamo di no. è un po’ come quello che non ha la macchina, ma intanto compra il portasci… Le priorità sono ben altre.
– Abbiamo bisogno di un Ospedale che risponda meglio ai bisogni dei casentinesi, con più certezze per il suo ed il nostro futuro, con più personale, più servizi. è una questione urgente, mica bucce di porro e ci viene fatta la ciclabile.
– Abbiamo bisogno di lavoro per le donne, gli uomini e i giovani che ne sono privi, oppure in cassa integrazione e ci danno la pedonabile.
– Abbiamo bisogno di una strada di fondo-valle efficiente, scorrevole, larga, sicura che risponda alle esigenze del traffico automobilistico e pesante, questa è la nostra arteria vitale se cede lei non abbiamo altro, non ci sono altre soluzioni, altri sbocchi, la sua interruzione “sarebbe per noi la fame” e cosa ci danno? : la ciclabile.
– Abbiamo bisogno di un progetto organico per il bacino idrico del fiume Arno e della sua realizzazione, perché sono già iniziati i “tempi di ritorno” delle alluvioni e la prossima non ci trovi impreparati. I documenti storici ne ricordano ben 172 dal 1177 al 1941, ma la più devastante a memoria d’uomo fu quella del 4 novembre 1966 alla quale ho assistito. Un evento mostruoso e distruttivo con portate d’acqua che andavano dai 3.500 ai 4.500 metri cubi al secondo. Se tale fenomeno si ripetesse oggi sarebbe devastante, le nostre vite in pericolo, i campi saccheggiati e deformati, le case e le fabbriche inondate, un avvenimento che ci piegherebbe la schiena e ci spezzerebbe le gambe e l’anima. Se pensate che nei primi 12 Km , e noi siamo al centro di questo spazio, l’Arno ha superato quasi i 1.000 m di dislivello con una velocità dell’acqua bestiale, se non controllata, per noi “sarebbe la fame”, la devastazione. Lungo le sue sponde si trovano i principali paesi e le principali attività della nostra valle. Ma ora teniamo la ciclo-pedonabile.
– Abbiamo bisogno di terminare infrastrutture importanti e di un recupero ambientale per molti siti fatiscenti ed in continuo degrado. Ecco l’elenco di alcune opere che tutti possono vedere scorrendo la nostra valle: Variante di Santa Mama, da anni iniziata e ancora da ultimare. L’ex area Lebole di Rassina che sembra un rione della città di Aleppo in Siria dopo un bombardamento russo. L’ex magazzino Stimet-Mabo, oggi semplicemente una discarica a cielo aperto, un ammasso di strutture decrepite con un ambiente trasandato dove spini, rovi ed erboni la fanno da padroni e si trova in località Fontechiara-Corsalone. L’ex cementeria SACCI da anni e anni in una condizione penosa, crepata e arrostita, sembra colpita dai lanciafiamme o da qualche arma di distruzione di massa dell’esercito di Bashar al-Assad.
– Abbiamo bisogno di un Parco delle Foreste Casentinesi funzionale e capace, che non spreca risorse. Ma ci fanno la ciclabile.
– Abbiamo bisogno di ridare ossigeno a tante aziende che con fatica cercano di mantenere le proprie maestranze a costo d’innumerevoli sacrifici e loro fanno la pedonabile.
– Abbiamo bisogno, un bisogno estremo, che gli uomini della politica escano dalla nostra economia, da dentro le nostre aziende e ritornino a fare quel servizio per il quale noi cittadini li abbiamo delegati con il voto, senza più arroganze, ma con cura e attenzione, con disponibilità e attenti alla critica. Ma poi ci fanno il regalo di Natale: la pedonabile-ciclabile.
Ora probabilmente l’incipit prende forma e ci porta ad un paragone scontato.
«Abbiamo bisogno di pane e lavoro, tutela della salute e del territorio e cosa ci danno? La ciclo-pedonabile!».
Proprio come allora in Francia in quel maledetto1789, al popolo che chiedeva il pane gli fu risposto da una ragazzina viziata: «Se non hanno più pane, che mangino brioche!»
A noi oggi il potere politico sembra dirci:
«Hai tutti questi problemi? Vai… corri e pedala, vedrai che ti passa!».
Infine, due spunti per una tua silenziosa riflessione, mio attento lettore:
Chi, qui ed oggi, riveste i panni di Maria Antonietta?
Chi sono i suoi cortigiani?
(da CASENTINO2000 | n. 266 | Gennaio 2016)

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