di Lara Vannini – Marzo, mese di passaggio dall’Inverno alla Primavera, è da tutti conosciuto come il periodo più “pazzerello” dell’anno per le sue instabilità meteorologiche. Molti detti si basano su questa peculiarità di marzo e nei sui 31 giorni molte sono le ricorrenze che tutti noi festeggiamo.
Dal 5 marzo “canta il Cucco”, l’8 marzo è la festa della Donna, il 19 marzo viene celebrata la festa del Papà mentre i giorni finali del mese sono detti “giorni della Vecchia”. Tra ricorrenze istituite ufficialmente e tradizioni che ci portiamo dietro da un lontano passato, marzo racconta di noi, delle nostre credenze e di quelli che sono gli affetti più cari.
In tempi remotissimi marzo rappresentava il mese principe del calendario romano, infatti era da qui che iniziava l’anno, composto da 10 mesi per un totale di 304 giorni. Sarà poi la riforma di Giulio Cesare a spostare l’inizio dell’anno al 1° gennaio.
Martius il mese di Marte, Dio della guerra e protettore del raccolto primaverile, non è un caso che abbia da sempre rappresentato il mese della rinascita, della fine dei rigori invernali, del disgelo, della ripresa del lavoro nei campi. In ogni tempo l’uomo ha interpretato la ciclicità della vita mettendo in primo piano la propria sopravvivenza in comunione con la Natura. Legarsi all’ambiente era una necessità che oggi purtroppo non esiste più e che portava l’uomo ad un rapporto indissolubile con i luoghi della propria quotidianità. La Primavera era un risveglio naturale, sociale e anche sacrale.
Chiamiamo marzo mese di passaggio perché in questo periodo, avviene l’equinozio di Primavera durante il quale il sole allineato alla linea dell’equatore fa si che il giorno e la notte abbiano uguale durata in tutti gli angoli della Terra. In generale le giornate si allungano per effetto anche dell’introduzione dell’ora legale, e ieri come oggi avviene una naturale ripresa delle attività all’aria aperta.
I nostri nonni raccontavano che dal 5 marzo cantava il “Cucco” ovvero il Cuculo, simbolo di Primavera. Tanto più lungo era il canto del Cuculo, tanto più tempo sarebbe durata la bella stagione. In generale si attribuiva al Cuculo, la facoltà di predire gli anni di vita dal numero di “cucù” che avrebbe fatto. Che il cuculo sia legato indissolubilmente al tempo, lo vediamo ancora oggi all’interno dei popolarissimi orologi a cucù!
Nodi del freddo e San Giuseppe Proprio per il clima instabile e l’attenzione che i contadini dovevano avere nei confronti delle “gelate marzoline”, i nostri nonni avevano individuato nel mese di marzo 3 “nodi del freddo”: San Giuseppe 19 marzo, il giorno dell’Annunciazione 25 marzo e i giorni della Vecchia (29-31 marzo). In questi particolari periodi del mese era credenza popolare che il clima facesse repentini cambiamenti sia di temperatura che meteorologici ed infatti si diceva “neve marzolina dura dalla sera alla mattina”.
Nel nodo del 19 marzo veniva festeggiato San Giuseppe, festa del Papà ma anche festa dei lavoratori che oggi viene celebrata il 1° maggio. Come in molte tradizioni contadine, fu la Chiesa Cattolica a designare San Giuseppe come protettore dei padri in quanto genitore putativo di Gesù. In realtà come già detto San Giuseppe protegge anche i lavoratori ed è per questo che lo celebriamo anche il 1° maggio. Fino al 1977 la Festa del Papà in Italia è stata un giorno festivo non lavorativo.
San Benedetto e le rondini Recita un noto detto “San Benedetto la rondine sotto il tetto”. Oggi questo santo viene celebrato in estate ma un tempo era ricordato il 21 marzo proprio agli inizi della Primavera. La rondine è un volatile da sempre al centro di opere letterarie ancora al tempo dei greci e dei romani perché a causa delle proprie abitudini comportamentali e i propri peculiari tratti anatomici è un simbolo universalmente noto di passaggio e rinascita. La sua corporatura ad ali dispiegate che ricorda un’ancora, è simbolo di stabilità e vita, essendo un uccello migratore, ritorna al sopraggiungere della bella stagione. Per questi motivi quando il contadino trovava un nido di rondine sotto il tetto del proprio fienile o della propria casa colonica, poteva essere certo che il cattivo tempo era ormai un lontano ricordo.
29-30-31 i giorni della vecchia Comunemente gli ultimi giorni di marzo vengono chiamati i “giorni della vecchia” ma forse oggi lo facciamo senza più conoscerne il significato. Sono giorni spesso instabili dal punto di vista climatico, in montagna può addirittura nevicare e spesso si dice che “non attaccherà” perché ormai le temperature stanno andando verso il mite tepore primaverile. In passato in Casentino quando la Pasqua “cadeva alta” non era strano veder scendere qualche fiocco di neve e dunque non poter fare le tipiche scampagnate di Pasquetta.
La leggenda narra che un tempo marzo avesse solo 28 giorni. Una vecchietta, impaziente di poter tornare alle proprie attività all’aria aperta come portare il proprio gregge al pascolo o iniziare il lavoro dei campi, decise di sfidare marzo e iniziare prima del tempo le attività legate alla bella stagione. Fu così che il mese di marzo, indignato da tanta arroganza chiese al mese di aprile di “prestargli 3 giorni” in cui avrebbe scatenato pioggia e bufere per punire l’arzilla vecchietta. Da allora questi giorni sono caratterizzati da forte instabilità.
Le violette di marzo Tutti noi associamo a marzo il fiore della Mimosa perché ormai è simbolo della festa della Donna, ma chi ama passeggiare nei boschi e vive a contatto con la natura, avrà notato sicuramente i tappeti erbosi di violette profumate. Fiore gentile, schivo e dal colore brillante, la viola ogni anno annuncia all’uomo che è tempo di ripartire con la ciclicità della vita e della bella stagione, un’incessante andare che però ogni anno ha qualcosa di magico e sacrale e ci ricorda che basta osservare ciò che ci circonda per capire i segreti della Natura.
Tra leggenda e realtà i nostri nonni raccontavano che le violette anche se raccolte da molti giorni potessero conservare intatta la loro freschezza e il loro profumo fino al 25 marzo, data in cui i contadini festeggiavano l’Annunciazione ovvero il giorno in cui era concepito Gesù per volere dello Spirito Santo. Un data estremamente importante del calendario contadino dal punto di vista religioso ma anche agrario.
Possiamo ritenere marzo un mese estremamente interessante dal punto di vista di date e festività. Calendario alla mano prepariamoci a monitorare i giorni di marzo e a scoprire di volta in volta se la saggezza contadina può ancora insegnarci qualcosa!