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giovedì, 20 Febbraio 2025

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Massimo Fantoni di nuovo sul palco

di Fabio Bertelli – La resilienza è la capacità di affrontare, resistere e riorganizzare in maniera positiva la propria vita dopo aver subito eventi particolarmente negativi e traumatici. Purtroppo, ai giorni nostri, questa è una parola talmente tanto abusata che ormai ha perso il suo intrinseco valore. Eppure, in casi come questo, è opportuno rispolverare il pieno significato del termine.

Massimo Fantoni è un uomo che ha saputo rispondere positivamente a quelle sfide che la vita ha voluto porgli davanti, ha saputo reinventarsi ed è riuscito a tornare a fare quello che più ama fare, ovvero incantare tutti con le meravigliose e divine melodie che è in grado di creare con la sua chitarra.

Oggi abbiamo incontrato Francesco Tinti e Marco Canaccini, due dei fondatori dell’Associazione “Massimo Comune Denominatore”, per parlare di Massimo e dell’evento che si terrà il 22 febbraio 2025 presso l’Auditorium Berretta Rossa di Soci, che chiuderà definitivamente l’associazione.

Quando nasce l’Associazione? E quali sono i principali eventi che avete organizzato? «Il primo è stato nel 2008, quando riuscimmo ad organizzare un bellissimo evento dedicato a Massimo. L’obiettivo era quello di tirare su qualche soldo da potergli donare, in quanto era nostra volontà aiutarlo con le spese per le cure di cui necessitava. In quell’occasione suonarono Teresa de Sio, Andrea Chimenti ed i gruppi musicali “Noi nati male” e “Proiettili buoni”. Riscuotemmo più successo di quanto auspicavamo e decidemmo, dunque, di continuare con l’organizzazione di eventi, le cui finalità erano prettamente sociali. In particolar modo, ci teniamo a ricordarne tre, tra i tanti. Il primo, seguendo un ordine cronologico, è quello che organizzammo nel 2009 in favore dei lavoratori della SCA di Pratovecchio, in cui parteciparono cantanti e band di fama internazionale, come i Negrita, la Bandabardò, Piero Pelù e Roy Paci. Poi, tra il 2011 e il 2013, ci piace ricordare il “Casentino Love Affair”, una serie di eventi, non solo musicali, che videro la partecipazione, tra i tanti, di Paolo Benvegnù, degli Zen Circus, degli Afterhours e dello Stato Sociale. L’ultimo, non per importanza, fu quello del 2016. Tenutosi ad Arezzo con il nome “Tutti x uno”, fu una raccolta fondi per la famiglia di Thomas Gorini, che vide la partecipazione di Bobo Rondelli, della Bandabardò e dei Litfiba».

Soffermiamoci un attimo sulla figura di Massimo. Cosa ci potete dire su di lui? «Di cose da dire su Massimo ce ne sarebbero tante, forse troppe, alcune delle quali è meglio non raccontare (ridono). Innanzitutto, è opportuno dare alcune informazioni biografiche, per coloro che non lo conoscono. Nato a Poppi, Massimo è un chitarrista, compositore ed arrangiatore. Capace di muoversi su più generi musicali, dalla musica pop d’autore a quella jazz, ambient e impro, vanta una lunghissima carriera, colma di collaborazioni importanti, con artiste ed artisti di stampo nazionale ed internazionale. Per comprendere di che levatura sono state le sue collaborazioni, ci basta nominare alcune delle persone con le quali ha lavorato: Andrea Chimenti, Paolo Benvegnù, Teresa de Sio, Carlo Verdone, Margherita Buy, e tanti altri che, a nominarli tutti, riempiremmo l’intero spazio dell’intervista. Compositore, oltre che chitarrista, vanta oltre venti album, alcuni dei quali composti con quello che è il suo gruppo storico, gli “Otto’p’notri”.

Di lui, chiunque ne sia entrato in contatto, apprezza la sua non convenzionalità nel fare musica, la sua capacità di creare un sound proprio, amato ed apprezzato anche dai più fini esperti di musica. Terminata questa carrellata di informazioni necessarie per far comprendere di che “mostro” della musica stiamo parlando, possiamo, quindi, soffermarci sul Massimo persona e amico. È sempre stato un uomo di cuore, dotato di una immensa capacità relazionale, dote che ogni giorno affina con i numerosi studenti ai quali impartisce lezioni di chitarra e di vita. Si può definire uno di quelli che ce l’aveva fatta; era partito da un piccolo paese come Poppi ed era arrivato a suonare con i più grandi musicisti del panorama internazionale. Tuttavia, la sorte è spesso beffarda, e con Massimo lo è stata particolarmente. Nel 1994 è stato colpito da una di quelle malattie “bastarde”, di quelle che non hanno sintomi e si presentano direttamente con i conti fatti: la distonia focale. Massimo, da grande chitarrista quale è, a causa del costante sforzo cui le sue dita della mano erano sottoposte, si è ritrovato ad avere alcune falangi bloccate, una vera e propria tragedia per un uomo che fa delle mani un lavoro.

Tuttavia, la grandezza di Massimo non si limita a quella di essere un grande musicista; è anche un grande uomo. La sua capacità di reinventarsi, di risorgere dalle ceneri come fosse un’ araba fenice, la sua tenacia a non mollare mai quella che era la sua più grande passione, lo ha portato a dei miglioramenti che gli hanno permesso, negli ultimi anni, di tornare a suonare. La sua forza d’animo lo ha portato a reinventare completamente il suo modo di suonare, permettendogli di affinare delle tecniche che gli consentono, nonostante la malattia, di dare voce alla sua chitarra. Tra l’altro, è ulteriormente emersa quella che è la sua grandezza e la sua bontà d’animo. Da qualche anno, difatti, lavora presso il laboratorio musicale per disabili del Tangram di Rassina come socio della cooperativa sociale L’Albero e La Rua. Dunque, crediamo che Massimo possa rappresentare veramente un esempio di persona da seguire poiché, nonostante tutte le avversità che la vita gli ha portato innanzi, non ha mai perso la speranza e l’amore per la musica».

Per concludere, dunque, dateci dei buoni motivi per venire all’evento del 22 febbraio. «Come sempre partiamo dalla musica. Saranno presenti degli artisti grandiosi, che accompagneranno Massimo durante tutta la serata. Ci sarà Gianni Maroccolo, bassista e fondatore della storica band dei Litfiba; Andrea Chimenti, cantautore; Fabio Capanni, chitarrista ambient; Francesco Tomei, contrabbassista classico. Sul palco vi saranno anche gli «Otto’P’Notri» al completo, storica e seminale band degli anni Novanta fondata da Massimo Fantoni e Marco Parente, che in occasione dell’evento sarà riunita nella formazione originale costituita da David Bindi, Fabrizio Orrigo, Claudio Mangionello. Ospiti della serata anche la pianista Martina Sbaragli e il chitarrista Francesco Cappiotti. Sarà, dunque, un’occasione per godersi un po’ di musica dal vivo, cosa che ultimamente è sempre più rara. Oltre a ciò, c’è l’aspetto affettivo, quello del profondo legame che lega noi, e tutti gli artisti presenti, al grande chitarrista e uomo che è Massimo. Per lui la nostra associazione ha iniziato ad organizzare concerti e con lui vogliamo chiudere questo ciclo».

Grazie mille. Ci vediamo il 22! Ringraziando nuovamente Marco e Francesco, invito tutti i lettori ad accaparrarsi i posti all’Auditorium prima che vi sia il tutto esaurito. Per maggiori informazioni è riportata la locandina dell’evento.

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