di Francesco Benucci – Il verde è il colore della speranza, della gioventù e della natura, un bel trittico di significati racchiusi in uno scrigno immaginario che sprigiona gioia, divertimento, passione, vitalità. Aprire il menzionato scrigno non è da tutti, bisogna trovare le giuste chiavi, quelle che meglio si adattano alla personalità di ciascuno. Chissà se Mattia, quando il nonno Massimo, all’età di 5 anni, lo portò a pescare, si sarebbe mai aspettato di trovarle in fondo ad un fiume, anzi, in fondo al Fiumicello, corso d’acqua che lambisce Pratovecchio prima di affidarsi alle cure dell’Arno.
Ebbene, il nostro protagonista, Mattia Checcacci, che oggi di anni ne ha 9, residente a Pratovecchio Stia, da quel giorno quelle sponde, quei fossi, non li ha più lasciati, alla luce della felicità e della spensieratezza che lo avvolgono quando indossa la sua “tenuta” da pescatore. E allora, nel nostro, troviamo il verde della gioventù, che si legge profonda nei suoi occhi e nel ciuffo sbarazzino, il verde della natura, il contatto con la quale ha fatto scoccare la scintilla sin da subito, e il verde di ciò che potrà essere in termini di divertimento e soddisfazioni, tanto da trasformare la consueta espressione verde speranza in un più adatto verde… pesca, magari ritoccato con i colori e i riverberi del fiume.
Col passare del tempo Mattia, che cerca di ritagliarsi almeno una volta a settimana un momento per la sua attività prediletta, affina la sua passione, privilegiando dettagli come tirare fuori un pesce da un filo d’acqua o da una pozza piena di spini, e contestualmente modifica alcune caratteristiche del suo modo di pescare, passando dalle lasche alle trote e dalle esche naturali alla curiosità per la… mosca.
Nella pesca con la mosca sono utilizzate particolari esche artificiali, costruite a imitazione di insetti, si tratta di una tecnica complessa, non tipica della tradizione casentinese, pertanto stupisce che se ne sia appropriato un ragazzo così giovane, eppure… eppure, nel giugno dell’anno scorso, in occasione dell’apertura della zona di pesca a regolamento specifico “Capodarno”, che da quel momento diventerà il suo terreno di elezione, nonno Massimo lo porta a pescare insieme ai suoi amici Francesco e Mariano, due pescatori esperti della zona, e questi ultimi lo introducono alla tipologia citata sopra. È un colpo di fulmine: Mattia resta affascinato dall’effetto della mosca che galleggia sull’acqua.
E quella sensazione rappresenta in modo efficace il suo concetto di pesca: il piacere non è dato dalla quantità del pescato ma dall’atto stesso del pescare, il divertimento è prendere sì le trote ma anche stare insieme alla natura, considerandola come un’unica entità che vive e respira all’unisono con noi, conoscendola e rispettandola, la trota non è un giocattolo o una semplice preda su cui infierire, tanto che il nostro confessa il suo dispiacere quando compaiono fuoriuscite di sangue.
Lo spirito di Mattia conquista anche chi lo circonda, a partire dalla famiglia, che lo sostiene con convinzione, e dai “compagni d’avventura” Massimo, Mariano e Francesco, da parte dei quali non c’è la volontà di insegnare “dall’alto” ma la voglia di incuriosire “dal basso”, condividendo esperienze ed emozioni; non si tratta di coltivare “il fenomeno” di turno ma di aprirgli porte che poi lui sarà libero di varcare o meno, anche in virtù della sua propensione nell’apprendere, si tratta di alimentare una passione, arricchirla, stimolarla, pure tramite l’auspicio che, in futuro, possa magari frequentare un corso che gli consenta di affinare alcuni aspetti tecnici, non all’insegna del professionismo ma in nome di una realizzazione personale nel perseguire le proprie predisposizioni.
E se al contempo anche Mattia dà molto a chi lo circonda, in termini di entusiasmo e di soddisfazione nel vedere il proprio amore per la pesca tramandarsi di generazione in generazione, va detto che il giovane pescatore ha colpito addirittura Sky! Entrata in contatto con l’associazione ASD Pescatori Casentinesi, la celebre emittente è giunta nella nostra vallata per testimoniare la loro attività, conoscere la zona no kill e fare un servizio sulla pesca con la mosca.
In questo frangente è subentrata la figura di Graziano Giambastiani di Pesca Tv Sky Canale 236: questi, distintosi per un approccio familiare e amichevole che ha messo tutti a proprio agio, piuttosto che fare esibizioni o performance, si è subito convinto nel portare sullo schermo la storia di Mattia, una storia, non costruita artificialmente, ma che nella sua semplicità ha toccato le corde dell’inviato, una storia che, tramite genuini meccanismi di ritrovo e condivisione, testimonia la concezione del fiume come luogo di incontro, di amicizia, di naturalezza nel trasmettere tecniche, passioni e curiosità, una storia narrata in un filmato che andrà in onda nel 2022 all’interno della serie “Storie di pesca in acque interne”, seguitissimo appuntamento di Pesca TV, e la cui anteprima ha già numerose visualizzazioni.
In attesa di ciò, l’unico desiderio di Mattia è continuare a pescare, conciliando il suo interesse, come fatto finora, con il dovere (scuola) e con altri piaceri (calcio, funghi), anteponendo il rapporto con la natura, bello e divertente, al passare ore e ore, come molti di noi, davanti ad uno schermo, preferendo l’esperienza del divertimento all’esibizione dello stesso, giovandosi di una pratica quasi covid free, sognando, un giorno, di viaggiare per conoscere fiumi diversi, sperimentare aspetti differenti della natura, vivere varie avventure, all’insegna di una passione che dà molto senza togliere nulla e che pertanto schiude un domani verde speranza, anzi, verde… pesca!