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sabato, 26 Aprile 2025

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Maurizio Gerini: passione mountain bike!

di Fabio Bertelli – A sentire una qualsiasi intervista o dichiarazione di ciclisti, professionisti e no, una delle costanti è la parola “fatica”. Fatica nel senso fisico, per i numerosi allenamenti e per le gare lunghe centinaia di chilometri, fatica economica, per i numerosi sacrifici che portano a seguire la propria passione, e fatica mentale, per le numerose rinunce che possono essere imposte da una dieta o dalla privazione di un qualsiasi altro vizio.

La domanda che ci poniamo allora è la seguente: “Chi ve lo fa fare?”. Basta proseguire nell’ascoltare o nel leggere le parole del ciclista per trovare una prima, ma definitiva risposta: è la soddisfazione a muovere tutto. La soddisfazione di rivedere ripagati gli sforzi, di superare i propri limiti, di godere di panorami mozzafiato e di sensazioni che, difficilmente, sarebbero percepibili in altro modo.

Proprio per farci parlare di queste soddisfazioni che siamo andati ad incontrare Maurizio Gerini (Tito), casentinese che ormai da quindici anni pratica ciclismo e, superata la soglia dei cinquanta anni, si è accorto di come ciò possa essere non più solo una semplice passione ma una vera e propria ragione di vita.

Ciao Maurizio, ci racconti qualcosa sulla tua squadra di ciclismo? «Innanzi tutto, voglio partire esprimendo quello che è il mio amore per il ciclismo, uno sport bellissimo in grado di regalare emozioni incredibili. È uno sport estremamente faticoso che solo se sei veramente appassionato riesci ad apprezzare. Per quanto riguarda il mio percorso, inizialmente ho gareggiato con l’”Avis Pratovecchio” per due anni, poi per tre anni nella squadra “Bike Star” di Henry Ceccarelli di Poppi, adesso ho cambiato squadra e faccio parte del “Team Errepi” di Pieve Santo Stefano da oramai quattro anni. Per me è un onore fare parte di questa importante squadra. Partecipiamo a campionati di livello nazionale, con gare in tutta Italia. Ovviamente il ciclismo è uno sport individuale e contano i risultati del singolo. Tuttavia, ritrovarsi a lavorare con una squadra di persone con interessi condivisi è qualcosa di estremamente importante, e mi sento fortunato sotto questo punto di vista. Attualmente, grazie allo sponsor, ho due biciclette, una ammortizzata solo davanti ed una ammortizzata sia davanti che dietro. In base al tipo di gara scelgo quale delle due utilizzare».

Quali risultati hai raggiunto e quali vuoi raggiungere? «Parto dicendo che faccio ciclismo da ormai quindici anni e che questo sport rappresenta per me una grande passione. Una passione che, negli ultimi anni, sta diventando sempre più simile ad un lavoro, visto il quantitativo di energie che impiego. Sulla base di quanto detto, è innegabile l’importanza che l’ottenimento di risultati porta con sé, anche in un’ottica di mettersi in buona luce con gli sponsor. Lo scorso anno ho ottenuto degli ottimi risultati: primo posto di categoria nel campionato Umbria Tuscany, ovvero un campionato che si svolge su un circuito in tutta Italia centrale (Toscana, Umbria e Lazio); secondo posto MTB tour Toscana; ottavo posto Coppa Toscana. Avrei anche avuto la possibilità di partecipare ai campionati italiani, ma ho deciso, tuttavia, di rinunciarvi. La volontà sarebbe, quanto meno, quella di confermare i positivi risultati dello scorso anno. Ovviamente lavoro quotidianamente per cercare di migliorarmi e cercare di essere sempre più competitivo. La stagione, iniziata da poco, per ora mi ha portato dei buoni risultati. Nelle prime due gare di Coppa Toscana, a cui ho già partecipato, a Terontola la prima e a Monteriggioni la seconda, mi sono posizionato in quarta posizione, un risultato che mi rende orgoglioso e, al tempo stesso, volenteroso di andare sempre a migliorare. Ho fatto anche un’altra gara a Città della Pieve, ottenendo anche in quest’ultima un ottimo risultato. Spero di ottenere buoni risultati in tre importanti gare della nostra vallata: Casentino Bike, Gf di Poppi e Straccabike di Pratovecchio). Detto ciò, la competitività è certamente importante ma non è tutto. Il mio obiettivo è anche quello di migliorare come persona, fare nuove esperienze e conoscere persone nuove, con le quali condividere la mia passione».

Come avviene la preparazione ad una gara, quante volte vi allenate a settimana? «Solitamente, salvo alcune eccezioni, le gare si tengono la domenica. L’avvicinamento alla gara, dunque, prevede una routine settimanale abbastanza collaudata. Il giorno dopo la gara, il lunedì, è fondamentale, in quanto facciamo lavoro defaticante, importantissimo per sciogliere le gambe e la fatica accumulata durante i chilometri del giorno precedente. Il martedì è l’unico giorno di riposo che abbiamo. Dal mercoledì al sabato ci alleniamo tutte le mattine, all’incirca due/tre ore. Figura fondamentale è, infatti, quella del preparatore atletico (Nicola Corsetti nel mio caso), che permette di organizzare al meglio la gestione di carichi e scarichi, fondamentale per arrivare al giorno della gara il più possibile in forma. La stagione delle gare va da marzo a giugno. I due mesi estivi più caldi, luglio e agosto, sono di stop. Già da settembre, invece, inizio già a prepararmi per la stagione successiva. Come ho già avuto modo di dire, negli ultimi anni sto cercando di essere sempre più attento a questi aspetti: piccolezze per un occhio inesperto, questione fondamentale per chi vuole, come me, sempre cercare di migliorarsi. Fondamentale in tutto ciò è il supporto di mia moglie, che ringrazio caldamente in quanto mi permette di riuscire a coniugare allenamenti e lavoro, non sempre facile in quanto gestisco un’attività insieme a lei».

Segui anche una dieta particolare? «Assolutamente sì. Facendo ciclismo Mountain Bike, ovvero su strade brevi ma estremamente pericolose (discese paurose e terreni impervi), dal mio punto di vista è fondamentale mangiare sano e bene per cercare di rendere al meglio. Per questo motivo mi faccio seguire da un alimentarista che mi ha dato una dieta equilibrata, costruita appositamente per ciò di cui ho bisogno. Mangio moltissima frutta e verdura, carboidrati al giorno e proteine alla sera. Come in qualsiasi dieta è necessario fare delle rinunce ed evitare, sgarri a parte, tutti quei cibi estremamente dolci e zuccherosi. Tuttavia, lo faccio volentieri. Sono una persona determinata che, quando si mette in testa di fare qualcosa, cerca di andare sempre in fondo, e nel miglior modo possibile».

Grazie mille e buona fortuna per il proseguo della stagione! Ringraziamo nuovamente Maurizio per averci raccontato quella che, negli ultimi anni, è divenuta qualcosa più di una semplice passione. Il suo breve racconto ci permette di capire cosa significa amare qualcosa e fare dei sacrifici per cercare di migliorare. Ci auguriamo che la sua perseveranza e la sua costante ricerca di nuovi obiettivi possa essere da esempio per tutti coloro che amano fare qualcosa, ma non trovano la totale motivazione per immergersi del tutto nella loro passione.

Allora concludiamo con una citazione, condivisa in pieno dal nostro Maurizio, in cui il più grande ciclista di tutti i tempi, il ‘Pirata’ Marco Pantani, spiegava cosa fosse per lui il ciclismo. «Il ciclismo mi piace perché non è uno sport qualunque, nel ciclismo non perde mai nessuno, tutti vincono nel loro piccolo, chi si migliora, chi ha scoperto di poter scalare una vetta in meno tempo dell’anno precedente, chi piange per essere arrivato in cima, chi ride per una battuta del suo compagno di allenamento, chi non è mai stanco, chi stringe i denti, chi non molla, chi non si perde d’animo, chi non si sente mai solo. Tutti siamo una famiglia, nessuno verrà mai dimenticato. Chi, scalando una vetta, ti saluta, anche se ti ha visto per la prima volta, ti incita, ti dice che «è finita», di non mollare. Questo è il ciclismo, per me».

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