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giovedì, 2 Gennaio 2025

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Memoria e filo spinato

Lo sterminio di donne, uomini e bambini nei campi di concentramento nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, per come è stato pianificato e messo in atto, rappresenta uno dei peggiori crimini della storia.
Il 27 gennaio, giorno della liberazione del campo di Auschwitz, è dedicato al ricordo e alla riflessione per tutto quello che in quelle “fabbriche di morte” è accaduto.
Il filo spinato è forse uno dei simboli di questi luoghi. Filo spinato che divide, che rinchiude, che tiene lontano.
Si tratta dello stesso filo spinato che prima e dopo quei terribili anni è sempre stato presente nelle vicende più drammatiche: per dividere le trincee durante la Prima Guerra Mondiale; per delimitare i tanti, troppi, lager e muri che, anche negli ultimi mesi, si continuano a costruire.
L’ipocrisia di una umanità malata ci dice di ricordare, di avere memoria, per un giorno, poi per tutto il resto dell’anno tutto viene dimenticato e si continuano a vendere armi; a fare affari con Paesi in cui si violano i diritti umani; a alzare barriere contro chi fugge da fame, miseria, violenza, crudeltà.
Siamo arrivati al momento in cui memoria e filo spinato non posso più coesistere, in cui un giorno per la memoria non basta più!

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