12.8 C
Casentino
sabato, 26 Aprile 2025

I più letti

Metal detector, che passione!

di Marta Andreani – L’11 Settembre 1944 arriva da Moggiona un bambino sui nove anni che, dopo aver attraversato la linea di fuoco, tra singhiozzi e lacrime, corre a chiedere aiuto per la sua mamma. La donna, riferisce il bambino, è gravemente ferita al seno e ad una coscia e tuttora giace in una stanza in mezzo a diciannove cadaveri massacrati quattro giorni prima.
Il bambino è Aurelio Ceccherini e raccontò a coloro a cui chiese aiuto: «Quando verso le nove e mezzo arrivano cinque o sei tedeschi con la pistola e fucile a mitraglia intimandoci di riunirci tutti in una stanza. Appena riuniti, due graduati tedeschi ci gridarono  In terra! I due giovani, capito di che si trattava, si buttarono dalle finestre; ma uno dei due tedeschi corse giù e li uccise sul posto; l’altro, rimasto con noi, appena distesi per terra, col fucile a mitraglia sparò fino a tanto che non sentì più un solo lamento. La mamma, il fratellino di soli tre mesi ed io ci gettammo dietro la porta, zitti come morti e solo così potemmo, per grazia della Madonna, scampare a quel macello. Una palla trapassò il seno e un’altra una coscia della mamma, per cui non potette più muoversi». Quindi gli fu chiesto: «Perché non venisti subito ad avvisarci?». Rispose: «La mamma, temendo che quei cattivi, vedendomi, uccidessero pure me, non permise di allontanarmi un solo momento! Solo oggi, non potendo più resistere all’odore cattivo dei 19 morti, sentendoci sfiniti dalla fame, mi benedì e, affidatemi alla protezione della Madonna, permise che venissi a Camaldoli».
L’immagine di Aurelio Ceccherini che fugge da Moggiona fra i sentieri della foresta buia e pericolosa del Casentino, in quel 1944, correndo a cercare aiuto per la sua mamma, potrebbe quasi sembrare il poetico inizio di un film sulla Seconda Guerra Mondiale, invece è una delle centinaia di testimonianze raccolte e conservate nell’archivio della memoria casentinese. Il 1944 un casentinese c’è l’ha nel sangue. E anche il ’42, il ‘43, il ’45. La guerra “di macchia” partigiana, non è mai finita qui, in queste colline; è sempre stata insieme ai vecchi, i loro racconti ce l’hanno insegnata, la terra ne porta ancora i segni. Il Casentino sembra ancora un soldato anziano che porta le ferite di quella che é stata la guerra più importante nella storia dell’umanità per numero di morti e nazioni coinvolte. Impossibile attraversare i sentieri di queste colline e non pensarci: troppe cose la ricordano.
Ogni tanto un monumento ai caduti o un ritrovamento bellico vengono ad alzare quel velo che il tempo pone fra noi e la memoria, e allora tutto quello che ci hanno raccontato, tutto quello che abbiamo letto, si ripresenta a noi con spaventevole chiarezza. È la sensazione che ho quando ascolto i racconti dei fratelli Andrew e Matteo Mariotti e dell’amico Mirko Bronchi (nella foto).
La curiosità e soprattutto l’amore per la storia ha spinto Andrew a comprare un metal detector che gli consentisse di trovare oggetti seppelliti nel suolo, alla scoperta di quelle cicatrici rimaste.
Come avete maturato l’idea di avventurarvi per i boschi del Casentino in cerca di reperti bellici? Matteo: «L’idea è nata da Andrew che nel 2011 ha comprato il metal detector. Via via abbiamo fatto delle ricerche e abbiamo scoperto che siamo in tanti a coltivare questa passione, così abbiamo creato un gruppo, per adesso siamo sempre in cinque o sei».
Quali zone preferite per le vostre ricerche? Matteo: «Non abbiamo delle zone precise. Più che altro perché in Casentino non tutti danno i permessi per fare ricerche col metal detector, ci sono i campi con proprietà privata, zone di bosco private e così via. Stiamo molto attenti prima di accedere in una zona».
Quali sono gli oggetti bellici che avete ritrovato? Matteo: «Abbiamo ritrovato tre bombe nell’arco di sei mesi. Tutte inesplose e attive. In Casentino è ancora pieno di bombe al contrario di quel che si pensa. La guerra ci ha toccato quanto basta per lasciare segni indelebili». Andrew: «Per non parlare della pericolosità! Una l’abbiamo ritrovata in un campo e per poco non finiva sotto la fresa di un trattore, un’altra sotto un semplice tappeto di foglie nel bosco. I sentieri sono accessibili a tutti gli escursionisti, e chi la vede e non riconosce la pericolosità, magari la tocca o la maneggia incuriosito, quindi può esplodere soprattutto quelle più piccole tipo bombe a mano, come ci hanno spiegato gli artificieri. Quindi attenzione!». Mirko: «Sarebbe bello che il museo archeologico chiedesse ai volontari, con la passione del metal detector, di andare a cercare reperti nei nostri territori. Ci sono tanti ragazzi con questa passione e per loro sarebbe un grande onore». Matteo: «Per chiunque trova una bomba, mi raccomando, chiamate i carabinieri, loro provvederanno a far mettere la zona in sicurezza! È capitato spesso che molti che trovano le bombe non lo abbiano riferito alle forze dell’ordine forze per paura, ma abbiano riseppellito la bomba. Non fatelo! Chiamate!».
Cosa ne pensate dei ritrovamenti di valore?  Matteo: «Ci siamo resi disponibili al museo di Bibbiena nel caso di ritrovamenti di valore. Credo sia giusto che un oggetto storico venga donato a un museo e diventi quindi un bene di tutti».
Mirko: «Infatti il nostro vuole essere anche un appello per coloro che coltivano la passione per il metal detector; in molti troveranno, o avranno già trovato, oggetti che potrebbero avere una rilevanza storica e, anziché donarla ai musei la tengono per sé, magari con un fondo di aspirazioni speculative. Così, oltre che non garantire la migliore qualità di conservazione di un oggetto che solo il museo può fornire, si aggiunge l’egoismo di tenerlo nascosto sperando che possa fruttare denaro».
Cosa è stata la guerra, quanto ancora incide nel Casentino, secondo voi? Matteo: «Come ho detto prima la guerra ci ha toccato quanto basta per lasciare segni indelebili. Basta vedere quanto poco di rado ancora si trovano le bombe».
Andrew: «La storia è un patrimonio che va tramandato e conservato. È stato emozionante leggere di tutte le battaglie della guerra di macchia avvenute qui in Casentino fin nei minimi dettagli e aver visto le tracce nella realtà. Abbiamo ritrovato in un bosco tutta la traiettoria della smitragliata di proiettili sparati a un partigiano. La terra era seminata da una striscia di proiettili sotterrati. La scena dell’uccisione del partigiano, proprio lì in quel punto, l’avevo letta ed è stato emozionante trovarne le tracce. Ti fa pensare, allora è tutto vero!».
Già, perché tutto quello che a volte sembra una leggenda è successo davvero, come la Seconda Guerra Mondiale.

Layout 1

(tratto da CASENTINO2000 | n. 306 | Maggio 2019)

Ultimi articoli

Panoramica privacy

In questa pagina si descrivono le modalità di gestione del sito internet www.casentino2000.it in riferimento al trattamento dei dati personali degli utenti che lo consultano.

Si tratta di un’informativa per il trattamento dei dati personali che è resa anche ai sensi dell’art. 13 Decreto legislativo 196/03 (di seguito Codice privacy) ed in ottemperanza con il Regolamento Ue 2016/679, noto come GDPR (General Data Protection Regulation).

L’informativa non è valida per altri siti web eventualmente consultabili attraverso i nostri links, di cui Fruska s.r.l. non è in alcun modo responsabile.

Il Titolare del trattamento
Il Titolare del trattamento dei dati personali, relativi a persone identificate o identificabili trattati a seguito della consultazione del nostro sito, è

Fruska s.r.l.

nella persona di Roberto Frulloni
presso la sede legale di via Rignano 11,
Bibbiena, 52011 (Arezzo).
P.IVA 02020850513
Indirizzo email: fruska@fruska.it

Luogo e finalità di trattamento dei dati

I trattamenti connessi ai servizi del Sito Web sito hanno luogo presso la predetta sede della società Fruska s.r.l. e sono curati solo da personale incaricato del trattamento, oppure da eventuali incaricati di occasionali operazioni di manutenzione.
Nessun dato derivante dal servizio web viene comunicato o diffuso a terzi.
I dati personali forniti dagli utenti visitatori che inoltrano richieste di invio di materiale informativo (richieste di informazioni, risposte a quesiti, ecc.) o altre comunicazioni (ordini) sono utilizzati al solo fine di eseguire il servizio o la prestazione richiesta.

Tipi di dati trattati

Dati di navigazione
I sistemi informatici e le procedure software preposte al funzionamento del Sito Web acquisiscono, nel corso del loro normale esercizio, alcuni dati personali la cui trasmissione è implicita nell’uso dei protocolli di comunicazione di Internet.
Si tratta di informazioni che non sono raccolte per essere associate a interessati identificati, ma che per loro stessa natura potrebbero, attraverso elaborazioni ed associazioni con dati detenuti da terzi, permettere di identificare i computer che si connettono al sito.
In questa categoria di dati rientrano gli indirizzi IP o i nomi a dominio dei computer utilizzati dagli utenti che si connettono al Sito Web, gli indirizzi in notazione URI (Uniform Resource Identifier) delle risorse richieste, l’orario della richiesta, il metodo utilizzato nel sottoporre la richiesta al server, la dimensione del file ottenuto in risposta, il codice numerico indicante lo stato della risposta data dal server (buon fine, errore, ecc.) ed altri parametri relativi al sistema operativo e all’ambiente informatico dell’utente.
Questi dati potrebbero essere utilizzati al solo fine di ricavare informazioni statistiche anonime sull’uso del Sito Web e per controllarne il corretto funzionamento. I dati potrebbero essere utilizzati per l’accertamento di responsabilità in caso di ipotetici reati informatici ai danni del sito.

Dati forniti volontariamente dagli utenti visitatori
L’invio facoltativo, esplicito e volontario di dati personali per accedere a determinati servizi, ovvero per effettuare richieste di informazioni agli indirizzi indicati sul Sito Web comporta la successiva acquisizione dei dati personali inseriti nella richiesta del mittente, necessari per rispondere alle stesse.
Specifiche informative di sintesi verranno progressivamente riportate o visualizzate nelle pagine del sito predisposte per particolari servizi a richiesta.