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domenica, 24 Novembre 2024

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Miriam Nanuti: ancora più su!

di Francesco Benucci – “Ancora più su”: tre semplici parole che, in una formula scarna eppure efficace, racchiudono un percorso, una sfida e una crescita. C’è tanta vita in quest’espressione e, di conseguenza, ci ritroviamo anche tanto di quello sport, che, della vita suddetta, è esemplare metafora. Se poi caliamo il tutto nella dimensione del salto in alto, abbiamo la chiusura perfetta del cerchio: l’elevazione agonistica diventa un modo per elevarsi, maturare altresì nella quotidianità, per conoscere se stessi, le proprie passioni, i propri limiti, le proprie ambizioni.

Per avere conferme basta rivolgersi a Miriam Cristina Nanuti, giovane atleta di Poppi che nella specialità in oggetto si sta togliendo numerose soddisfazioni. E pensare che tutto è iniziato quasi per caso, quando la chiusura della palestra in cui precedentemente si cimentava nella ginnastica artistica, l’ha posta di fronte ad un bivio: parlando con la sua migliore amica Liyon e constatando il suo divertimento nel fare atletica, l’iscrizione all’Atletica Casentino Poppi è stata l’esito più logico.

L’impatto con l’ambiente, con gli altri iscritti, con le allenatrici si è rivelato subito positivo e il bel legame instauratosi si è cementato stando insieme, per poi crescere progressivamente, così da dare vita ad una seconda famiglia dove divertirsi, sfogarsi, condividere. Eh sì, perché per Miriam lo sport, l’atletica in particolare, è una terapia mentale con cui tirare fuori tutto quello che ha dentro, trovare, in ogni allenamento, il giusto equilibrio interno di emozioni per stare bene, provare fino alla fine, anche in virtù di un carattere modificatosi nel tempo, quello che non le riesce in prima battuta, in modo tale, durante le gare, da estraniarsi dal mondo esterno e concentrarsi su ciò che deve fare, o meglio ancora, su ciò che sa fare.

In questa “scalata” l’iniziale nonché prediletta tappa è stata il salto in alto: trattasi di amore a prima vista proprio perché, in tale contesto, si mette costantemente in gioco per arrivare a migliorare il salto completo, nonostante tutte le difficoltà che esso le pone innanzi. E questa sfida, questa crescita, questo spingersi “ancora più su”, ha portato risultati, sportivi e non solo; tra quelli sportivi, una delle maggiori soddisfazioni è stata la qualificazione ai campionati italiani cadetti 2022 (anni 2007-2008) a Caorle: il salto di 1,62 che le ha dato il pass per la manifestazione ha riposto in un angolo alcuni alti e bassi che, per vari fattori ma anche per le normali vicissitudini di un percorso sportivo, hanno caratterizzato le gare precedenti e ha fatto emergere le qualità e le potenzialità della giovane casentinese, giovane casentinese che ha vissuto, in questa esperienza, emozioni uniche, inspiegabili a parole, da quando è salita sul pullman, a quando è entrata nel campo dove si sarebbe svolta la competizione, senza dimenticare le belle sensazioni regalatele dalla conoscenza di persone, ragazzi/e di 14/15 anni che l’hanno trattata come una sorella, pur non conoscendola, l’hanno fatta sorridere, hanno condiviso abbracci, canti, divertimento, voglia di fare, obiettivi. Ecco perché, pur essendo tornata a casa distrutta e senza voce, dopo una gara che forse non è andata proprio come avrebbe voluto ma comunque come si aspettava, Miriam ha vissuto giornate stupende che lasciano come corollario la determinazione racchiusa nel seguente trittico: testa in alto, tanto lavoro e puntare sempre più in su.

La determinazione sopra menzionata spiega come la nostra riesca a conciliare sport, scuola e divertimento, in virtù di un’organizzazione che mette in conto la possibilità che qualcosa possa non andare bene (che sia un compito, una gara, una litigata) ma che parimenti comporta la ricerca di un lato positivo per poter migliorare la volta successiva.

E se la scuola è l’aspetto più complicato da gestire, è altrettanto vero che tale difficoltà è compensata dalla spensieratezza che contraddistingue gli allenamenti, i momenti passati in famiglia, le ore ritagliate con gli amici, proprio quei familiari ed amici che le sono stati accanto dal principio e che la nostra non smetterà mai di ringraziare perché hanno fatto molto per lei e sono i suoi fan numero uno!

È grazie pure a loro se Miriam è riuscita a vivere nel modo giusto le inevitabili delusioni che sono gradini fondamentali del percorso di crescita: così in una gara a Massa, dopo una prestazione non all’altezza delle aspettative, il coricarsi a terra, il pianto, il silenzio, la convinzione di aver deluso se stessa e chi crede in lei, la stanchezza fisica e mentale, sono stati passaggi importanti per metabolizzare l’accaduto e comprenderne l’insegnamento, per poi riporlo in quella grande sacca dell’esperienza che la giovane atleta ha riempito giorno dopo giorno, con umiltà, responsabilità e consapevolezza. E in questa opera di maturazione ringrazia a cuore aperto tutto il gruppo e, in primis, le sue allenatrici; sono proprio tre delle suddette allenatrici, Elisa Zuccari, Silvia Fuochi e Maria Pianaccioli, a confermare la presenza di un gruppo di ragazzi dai 15 ai 18 anni decisamente affiatato sia tra loro che con le istruttrici, un team coeso che sta raccogliendo i frutti di un lavoro iniziato alcuni anni fa, come testimoniano i risultati provinciali, regionali e nazionali ottenuti.

L’accesso ai campionati italiani individuali di Miriam li ha riportati indietro nel tempo, facendo rivivere emozioni indescrivibili già sperimentate da atlete e da allenatrici di altri ragazzi. Il livello tecnico della manifestazione era veramente elevato e i partecipanti davvero preparati, quasi tutti iscritti a grosse società, che, a differenza del nostro ristretto contesto, hanno a disposizione impianti, attrezzature e tecnici di alta qualità. Altresì in virtù di ciò, partecipare è stata una grande soddisfazione che ha ripagato di tanti sacrifici, soprattutto per una realtà sportiva piccola ma con un grande cuore, come certifica l’aspetto più importante realizzato dalle allenatrici casentinesi: l’unione del gruppo non solo nel campo di atletica, ma anche nella vita di tutti i giorni. In questo stesso gruppo Miriam culla i suoi, numerosi, sogni, che la vedono approdare in alto e che, pur facendo i conti con il suo essere ancora “piccola”, non si infrangono contro un “non ci posso arrivare”. Per ora la giovane atleta sta con i piedi per terra, si concentra per fare bene e poi quello che sarà, sarà, tempo al tempo, nella speranza che qualche desiderio futuro si realizzi.

Nell’attesa, Miriam, continua ad allenarsi e a crederci, prende fiato, si prepara per la rincorsa, fissa l’obiettivo e salta: oltre l’asticella, oltre le difficoltà, oltre i limiti, oltre i sogni. Ancora più su.

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