di Terenzio Biondi – Nelle serate d’inverno passate a veglia accanto al focolare, mentre gli occhi di noi ragazzi fissavano le castagne scoppiettanti nella padella e un dolce languorino dallo stomaco arrivava al palato, le fiamme che ogni tanto si levavano alte da un tizzone infuocato ci mettevano addosso un po’ di paura perché il pensiero correva veloce alle fiamme di fuoco che animavano la più incredibile e paurosa storia che i vecchi ci raccontavano: la disavventura del Bandini di Garliano.
Erano i primi anni del 1900 e il Bandini di Garliano, possidente di numerosi greggi di pecore e di vasti prati e boschi in Pratomagno, se ne andava a cavallo lungo l’antica via che da Garliano porta a Quota. Arrivato al Poggio della Scarnice, proprio nel punto dove oggi c’è una piccola croce di legno che dà al luogo il nome di Crocina della Scarnice, avvertì dei passi veloci dietro il cavallo e con la coda dell’occhio vide un’ombra che spiccava un salto dal sentiero e atterrava violentemente sulla schiena del cavallo, proprio dietro di lui. Sentì poi due enormi braccia che lo stringevano e tentavano di scaraventarlo a terra.
Ce la fece a resistere, il povero Bandini, e mentre con una mano teneva salda la corda del cavallo, con l’altra agguantò quello strano essere per un braccio e tira… tira… ce la fece a buttarlo a terra. E mentre lanciava il cavallo al galoppo per allontanarsi si voltò e vide quell’essere, in un enorme mantello bianco, che ruzzolava giù per la scarpata e ogni volta che il suo corpo toccava terra si alzava una fiamma di fuoco che sembrava arrivare al cielo. Il demonio… era senz’altro il demonio! Raggiunse poco dopo il suo gregge e la paura divenne terrore quando in mezzo alle pecore rivide quell’essere avvolto in un bianco mantello che muoveva un braccio verso di lui quasi a minacciarlo. Il demonio… il demonio!
Velocissimo rigirò il cavallo e via… via verso casa, gli occhi sbarrati, sudato freddo, bianco come un panno lavato. Arrivò a Garliano sul far della sera. Lo scesero da cavallo e lo distesero sul letto. E cominciò a raccontare, a frasi mozze, il terrificante incontro con quell’essere strano coperto da un bianco mantello, sicuramente il demonio, sì… il demonio.
Stava male, molto male. E spirò, il giorno dopo. “È morto di paura” sentenziò il dottore. E così scrisse nel certificato necroscopico. “È morto di paura dopo un incontro terrificante col maligno” scrisse il curato di Garliano nel registro parrocchiale. Sono passati più di cento anni, ma ancora oggi a Garliano si parla del Bandini e del suo terrificante incontro col demonio, e molte persone, quando passano presso la Crocina della Scarnice (non lontano dalla Casuccia del Micheli), allungano il passo. È meglio evitare – non si sa mai – cattivi incontri.
(Nella foto, la Crocina della Scarnice. Qui avvenne l’incontro terrificante del Bandini di Garliano col demonio)
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