Il Museo Archeologico del Casentino ha ottenuto l’importante riconoscimento di museo di rilevanza regionale. Questo importante risultato è stato ottenuto grazie non solo alla qualità della struttura, alle iniziative culturali e didattiche ma anche al progetto di rete Musei ed Ecomusei del Casentino. Per quanto riguarda il 2014, la rilevazione della soddisfazione del pubblico è stata sorprendente anche in termini di adesioni: su 2167 utenti, 451 hanno compilato la relativa scheda, consegnata dal personale addetto; inoltre dei 451, 63 sono stati utenti stranieri. Nello stesso anno gli utenti coinvolte nelle attività didattiche e ricreative del museo sono stati 500. “Un riconoscimento importante – commenta il sindaco Daniele Bernardini – per il quale ringrazio gli operatori comunali che operano nel settore cultura e il Direttore Francesco Trenti. La cosa dimostra quanto sia importante lavorare come vallata del Casentino in un’ottica di rete e soprattutto quanto l’investimento sulla cultura sia in grado di portare risultati importanti per la nostra vallata dal punto di vista sociale e quindi turistico”.
Il Museo Archeologico, dimostrando di essere diventato luogo vivo e propositivo, continua a proporre eventi di spessore. Fino al 1° novembre, è infatti allestita presso i locali di via Berni a Bibbiena, l’esposizione Alto Medioevo Appennico, dedicata al mondo altomedievale e alle attestazioni che di esso sono state rinvenute nella valle casentinese. I reperti esposti sono principalmente elementi architettonici decorati pertinenti a chiese altomedievali, rinvenuti durante le campagne di scavo o di recupero che nel corso degli ultimi tre decenni hanno interessato alcuni siti ecclesiastici del territorio, come la pieve di S. Maria di Partina, la Chiesa Vecchia di Soci, la chiesa di S. Andrea a Lontrina e quella del Castellare di Bibbiena o la pieve di S. Antonino di Socana. I reperti Casentinesi sono inoltre contestualizzati all’interno di una più ampia cornice appenninica, attraverso l’esposizione di analoghi frammenti altomedievali provenienti dal Museo Civico ‘Mambrini’ di Galeata e recuperati nel territorio della Val Bidente. Speciale attenzione è rivolta ai confronti tematici e formali fra i reperti dei due Comprensori, oltre che alla figura di Ellero, Santo patrono di Galeata di origine toscana, eremita e fondatore dell’omonima abbazia (da cui provengono gran parte dei reperti altomedievali galeatesi).
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