di Mauro Meschini – Torniamo a proporre un approfondimento riguardante la popolazione del Casentino, dopo che, un paio di mesi fa, abbiamo presentato un’analisi simile che ha evidenziato quanto, nel periodo 2010/2019, sia stata rilevante la diminuzione dei residenti nei comuni della vallata. In totale 2.525 persone in meno.
L’articolo, pubblicato anche nel nostro giornale online, sembra aver riscontrato interesse da parte dei lettori, che hanno anche chiesto se fosse stato possibile avere ulteriori particolari sui dati proposti, in particolare per evidenziare se questa diminuzione fosse dovuta a uno squilibrio tra nascite e decessi o a un aumento di trasferimenti dal Casentino verso altre realtà dell’Italia o di altri Paesi.
Siamo quindi tornati a leggere i numeri relativi al periodo dal 1° gennaio 2010 al 31 dicembre 2019 pubblicati su www.tuttitalia.it, sulla base dei dati periodicamente forniti dall’ISTAT.
Abbiamo rilevato subito molto più semplice e immediato un raffronto tra i dati riguardanti le nascite e i decessi, operazione che ha subito evidenziato un trend, presente in tutti i comuni casentinesi ormai dall’inizio del millennio, che mostra un numero di decessi superiore alle nascite.
Scendendo poi nell’analisi dei dati del decennio preso come riferimento, abbiamo trovato, in valore assoluto, il dato che sembra giustificare in gran parte la diminuzione dei residenti in Casentino. Infatti dal 2010 al 2019 sono nate/i 2481 bambine/i, a fronte di 4538 decessi, complessivamente 2.057 culle che sono rimaste vuote e non hanno potuto almeno riempire il vuoto delle persone che ci hanno lasciato. Questo dato corrisponde circa all’81% della diminuzione della popolazione registrata nella vallata e evidenzia come, sempre nel periodo di riferimento, abbiamo registrato in Casentino praticamente una sola nascita per ogni due decessi, circa 55 bambine/i ogni 100 persone decedute. Per fare un confronto, prendendo questa volta dati relativi a singoli anni, vediamo che nel 2019 in Italia sono nati 67 bambine/i ogni 100 persone decedute, mentre 10 anni prima si registravano 96 nascite su 100 morti.
Questa sequenza di cifre sembra quindi andare chiaramente verso una direzione ben precisa e confermare una realtà che è sotto gli occhi di tutti. Un casentino dove l’età media cresce, dove ci sono meno coppie giovani che decidono di costruire qui la loro famiglia, dove abbiamo scuole che vedono sempre meno classi e alunni. Appare la sintesi di un trend che, se non viene invertito con decisione, rischia di mettere a rischio la stessa sopravvivenza dei comuni, che vedono già alcuni borghi e molte frazioni più piccole spopolate e sempre più abbandonate.
La forte incidenza del calo delle nascite non viene equilibrata poi da una eventuale migrazione verso la vallata. Intanto è necessario premettere che l’analisi dei dati sui flussi in ingresso e in uscita appare più complessa perché deve considerare una serie di varianti che non sempre nei dati è possibile rilevare.
Per esempio la presenza nelle tabelle delle colonne denominate “altri”, indica che si tratta di “iscrizioni/cancellazioni in Anagrafe dovute a rettifiche amministrative”, quindi comprende una serie di situazioni che si possono conteggiare semplicemente come ingressi e uscite senza ulteriori specifiche. Inoltre, per quanto riguarda gli ingressi e le uscite da e per altri comuni italiani, si deve considerare che in questi dati si devono comprendere anche le migrazioni tra i comuni casentinesi che, nel complesso non dovrebbero incidere sul numero dei residenti della vallata. Infine i flussi verso altri Paesi offrono un dato complessivo, senza una divisione per singoli Stati.
Detto questo, per sottolineare ancora quanto questo blocco di informazioni sia più complesso da gestire, la tabella relativa ai flussi in entrata e uscita sembra mostrare una situazione che appare più equilibrata, con comuni che segnano addirittura un saldo positivo, anche se questo, visto complessivamente il risultato finale, non riesce evidentemente a influire in modo sostanziale sul totale della popolazione del Casentino.
Ci sembrano questi gli aspetti più importanti da evidenziare proponendo queste tabelle che, naturalmente mettiamo a disposizione di tutti.
I numeri stanno a evidenziare, come abbiamo ricordato in precedenza, una situazione estremamente complicata, che dovrebbe sollecitare una reazione che, ancora oggi, non ci sembra di vedere neppure accennata da chi dovrebbe avere la responsabilità di amministrare questa vallata.
Sarebbe facile ricordare come, in particolare, la drastica diminuzione delle nascite sia avvenuta in un contesto in cui la politica ha approvato senza battere ciglio la chiusura di un Punto Nascita. Ma non diciamo questo per fare solo automatici collegamenti causa/effetto, anche se chiudere un luogo dove nascono bambine/i la dovrebbe dire lunga sulla visione che si ha del futuro del proprio territorio. Questo ci serve soprattutto per evidenziare ancora una volta l’estrema sudditanza della politica locale rispetto a imposizioni che vengono dalla Regione o dal Governo centrale, atteggiamento che non ci sembra dovrebbe essere il modo di agire di chi ha un proprio progetto da portare avanti e una ferma volontà di realizzarlo.
Il Casentino non può e non deve sperare che da qualche altro pianeta arrivino idee e risorse che permettano la sua rinascita, fondamentalmente di questo luogo, oltre ai suoi confini, non interessa a nessuno. Resta da capire se, almeno chi è nato o a deciso di vivere in questa valle, abbia davvero ancora il desiderio di vederla vivere.