di Marcello Bartolini – L’aria del mattino di un autunno inoltrato non invita certo ad uscire in bici, dobbiamo sforzarci un po’ per non perdere la buona abitudine di fare un sano movimento all’aria aperta. Importante essere ben equipaggiati e qualsiasi percorso diventa possibile in qualsiasi stagione. Meglio rimanere a fondovalle, faremo un giro attorno al poggio Fallito, senza arrivare in cima proprio per renderlo ancora più semplice.
Partiamo da Rassina, piazza Mazzini, facilità di parcheggio per chi viene in auto e possibilità di rifocillarsi a fine giro. Attraversiamo il ponte sull’Arno ed andiamo in direzione di Talla, poco meno di un chilometro ed incontriamo l’incrocio per Pieve a Socana, chi vuole, con una breve deviazione, si può soffermare per ammirare la Pieve romanica e l’area archeologica in cui spicca la presenza di un’ara in pietra arenaria risalente al V secolo A.C. Proseguiamo lasciando la pieve romanica sulla nostra destra ed arriviamo all’incrocio, sempre sulla destra, che indica Castel Focognano, dopo un breve tratto in pianura inizia una salita pedalabile, non troppo impegnativa che ci porta velocemente in paese, superiamo il centro abitato e proseguiamo sino a quando, sulla destra, non troviamo una strada al momento ancora asfaltata che ci porterà alla Pretella.
Un’ampia veduta sulla valle sottostante e sulle colline ammantate di vegetazione merita una pausa per godere del paesaggio e magari dissetarsi, da questo punto inizia una discesa facile, inizialmente ancora su fondo asfaltato che dopo qualche chilometro diventa uno sterrato sino quasi all’incrocio che interseca la via che porta da Ortignano a La Villa. Noi ci dirigiamo destra, verso Ortignano, all’incrocio andiamo ancora a destra in direzione Bibbiena, un paio di chilometri e siamo a San Piero in Frassino dove, appena usciti dal centro abitato, possiamo imboccare la ciclabile del Teggina, il fondo è sterrato e, in caso di piogge abbondanti, potrebbe riservare qualche brevissimo tratto fangoso.
Costeggiamo il torrente ed arriviamo alla sua confluenza nell’ Arno, con una curva a novanta gradi sulla destra continuiamo il percorso, stavolta costeggiando l’Arno in direzione Corsalone. A fine dei questo tratto di ciclabile, andando a sinistra va attraversato il ponte di Terrossola, normalmente lì la ciclabile proseguirebbe sull’altra sponda del fiume, sempre verso Rassina, da alcuni mesi però Il primo tratto di questa ciclabile, che passa a lato di una zona artigianale e poi guada il torrente Corsalone, è purtroppo tuttora precluso al transito, quindi dobbiamo obbligatoriamente optare per qualche chilometro di SR71 sino al punto in cui, poco dopo l’autodemolizione sulla destra, c’è la possibilità di rientrare in ciclabile per tornare a Rassina e terminare il nostro giro in tutta sicurezza.
Questo percorso non presenta particolari difficoltà, si snoda su strade secondarie poco trafficate, se si fa eccezione per il tratto che va da Corsalone sino al rientro sulla ciclabile. Siamo in una parte del Casentino non così frequentata come le foreste sacre, ma che certamente merita attenzione in quanto, anche qui, si può godere appieno di un ambiente naturale che, nonostante gli insediamenti e le attività umane, è rimasto ben conservato. Lungo il percorso poi non mancano le occasioni per visitare i piccoli centri che si incontrano e magari fermarsi un po’ a godere della pace di questi luoghi.
Come al solito, raccomando di partire ben attrezzati e con un minimo di scorta di cibo ed acqua, anche se si attraversano diversi centri abitati, meglio essere previdenti ed evitare di rimanere a secco.