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giovedì, 2 Gennaio 2025

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Nuova Banca Etruria. Ritorno al Futuro!

Se fosse un film, potrebbe essere “Ritorno al Futuro”. Ci siamo appena ripresi dalla ennesima doccia scozzese del rifiuto delle due offerte per la vendita di Nuova Banca Etruria e delle altre “good-bank”, che apprendiamo di un ritorno di interesse da parte di banche italiane (UBI, Banca Popolare Emilia Romagna, Popolare di Bari), banche francesi e anche Fondi americani, compresi i due che si erano visti rifiutare le offerte. Ora si torna a parlare di “spezzatino”, cioè di vendita delle singole banche, in luogo di una vendita in blocco; per Nuova Banca Etruria torna di nuovo Banca Popolare dell’Emilia Romagna, che dovrà diventare Spa – come da decreto di inizio 2015 – entro il prossimo dicembre, e che spesso viene tirata in ballo per fusioni con Credito Valtellinese e/o con Popolare di Sondrio. Sempre di “mondo Popolari” si tratterebbe. E anche la scadenza del 30 settembre, si legge, potrebbe non essere così granitica.

Non ci meravigliamo di questo ritorno di interesse, che potrebbe essere dettato da offerte particolarmente basse, le due rifiutate, che avrebbero invogliato alcuni soggetti a farsi di nuovo avanti per comprare a poco prezzo banche ripulite dalle sofferenze, molto presenti nei territori e con linee di business tradizionale molto allettanti, per non parlare dell’oro di Nuova Banca Etruria.

La notizia di un ritorno di fiamma da parte di vari soggetti, non può che fare piacere, soprattutto a chi, come noi, conosce le banche dall’interno e sa bene quanto esse valgano, a partire dai lavoratori, che noi abbiamo più volte definito “la vera good bank”. Infatti, in attesa di affrontare la questione vendita in maniera approfondita nelle sedi opportune con il presidente Nicastro, noi torniamo a parlare di un soggetto del quale si sente parlare poco, troppo poco, è cioè dei lavoratori. I lavoratori di Nuova Banca Etruria sono abituati da tempo alla “doccia scozzese”, una calda e un fredda, e non perdono certo la testa per le novità, che poi tanto novità non sono. E tutte le vicissitudini degli ultimi anni le hanno affrontate con compostezza e dignità, con discrezione e con la professionalità di sempre. Basti ricordare, solo a titolo di esempio, le aggressioni subìte per mesi e mesi da parte di qualche importante associazione di consumatori o di obbligazionisti, o anche da parte di qualche agitatore professionale di folle. Ma sono ancora in piedi.

Seimiladuecento dipendenti della banche-ponte, millecinquecento solo di Nuova Banca Etruria, che non permetteranno a nessuno che si giochi con la loro pelle. I lavoratori della banca, che stanno pagando – anche economicamente – colpe non loro, hanno il diritto di tornare alla normalità in tempi celeri, di vedere un approdo sicuro, di cominciare a ragionare di piani industriali veri, di tutela dell’occupazione, di salvaguardia della mobilità e delle professionalità, secondo gli strumenti contrattuali tipici del settore. Che nessuno si dimentichi mai, in tutte le fasi del processo di vendita, che si sta parlando anche di migliaia di posti di lavoro e di famiglie; a scanso di equivoci, noi della FABI – nazionale e locale – continueremo comunque a ricordarlo a tutti. Se fosse un film… noi lavoratori ne saremo i protagonisti!

Dichiarazione di Fabio Faltoni, dipendente e sindacalista in Nuova Banca dell’Etruria e segretario provinciale di Arezzo della FABI – Federazione Autonoma Bancari Italiani

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