Una App per raccogliere le informazioni per uno studio di sieroprevalenza
Un’iniziativa dell’associazione Falterona Alto Casentino per i bambini del settore giovanile
“In un periodo molto difficile per tutti abbiamo pensato, oggi più che mai (questa è la nostra vision) di stare vicino ai nostri piccoli ragazzi e abbiamo deciso di farlo in due modi differenti, che trasmettono entrambi la passione per il calcio.” Esordisce così il responsabile del settore giovanile, Giuseppe Pesce, che proviene da un’importante realtà come quella di Parma, per spiegarci l’iniziativa dell’associazione Sportiva Dilettantistica Falterona Alto Casentino, pensata per i bambini del settore giovanile.
La guerra della zucchina e del radicchio…
In Casentino si sta combattendo una vera e propria guerra della zucchina e del radicchio! Ordinanze e contro ordinanze sugli orti come se piovesse (magari, direbbero gli orti!), favorevoli e contrari se si può seminare o no i pomodori, si, ma solo nel proprio comune. Tra sindaci “sceriffi” e altri più comprensivi, è questo l’argomento del giorno. Certo la Regione bastava che inserisse la possibilità di fare l’orto solo nel proprio comune di residenza o al massimo in quelli confinanti, ma è anche vero che venire da Firenze o da Arezzo in Casentino per fare mezza giornata l’orto è molto improbabile… Comunque sia, la vicenda è abbastanza triste. Si sprecano energie per cose di questo genere quando sarebbero altre quelle su cui infiammarsi e su cui i Sindaci, a parte dare i numeri del contagio su FB e ripetere di stare a casa, dovrebbero davvero impegnarsi. Tipo il fatto che i tamponi non si fanno e quando si fanno la risposta arriva dopo giorni, o cosa si pensa di fare, anche nel nostro piccolo (per esempio, le proposte fatte dal PD di Montevarchi potrebbero essere un buon viatico) per aiutare le aziende e i cittadini che davvero sono stremati da questa situazione. Certo la guerra della zucchina e del radicchio è più facile… (Il Badalischio)
Da Gruppo consiliare Poppi Cittadini in Movimento, Salvatore Brunocilla. Alla luce dell’ordinanza del Presidente della Regione Toscana n. 36 del 14/04/2020 nella quale si permette l’accesso, anche in coppia, verso gli “orti amatoriali” senza il rispetto del vincolo di residenza – inizia Salvatore Brunocilla – e, considerato quanto questa ordinanza possa, di fatto, agevolare, incentivare lo spostamento verso le seconde case da parte di cittadini residenti in zone “ più contagiate” rispetto al Casentino, Chiediamo al Sindaco di emettere un’ordinanza restrittiva nella quale si permette l’accesso agli orti in questione soltanto se si trovano nel territorio del comune di residenza. Si chiede pertanto di vietare l’accesso agli orti situati nel comune di Poppi da parte di chi attualmente non si trova all’interno del territorio comunale stesso. Inoltre chiediamo di integrare la restrizione limitando questa attività ad un solo componente del nucleo familiare. Chiediamo infine che tale ordinanza comunale venga emessa entro venerdì p.v. In modo da evitare l’esodo del week end. Già altre amministrazioni -conclude Brunocilla – hanno intrapreso questa iniziativa, uniformare le politiche di prevenzione a livello casentinese aiuterebbe di certo a mantenere la nostra vallata quasi incolume dall’epidemia.
Bibbiena contro la Regione, ordinanza restrittiva sugli orti
da Comune di Bibbiena – Dopo le parole Bibbiena è passata ai fatti. Agli orti si può andare ma con delle restrizioni, questo il succo di un’ordinanza che la Giunta esecutiva ha approvato questa mattina. Ecco il commento del Sindaco: “La nostra ordinanza consente di andare a curare i propri orti. Ma lo consente solo ad una persona per famiglia per orti che si trovano nello stesso comune di residenza o domicilio o nel comune adiacente. Queste restrizioni per noi sono fondamentali per evitare una cosa molto pericolosa, ovvero il rientro nelle seconde case. In questo momento dobbiamo cercare di evitare situazioni che possono minare i risultati che abbiamo ottenuto fino ad oggi con sacrifici immani da parte di tutti. Ieri pomeriggio, su questo tema particolare, si è tenuto un tavolo di confronto territoriale che ha coinvolto tutti i sindaci della vallata. Quasi tutti i sindaci si trovano sulla stessa linea di Bibbiena e stanno valutando se andare nella direzione di un’ordinanza restrittiva simile alla nostra”.
Appello per la riapertura in sicurezza dei settori economici strategici per il nostro territorio
Il sindaco di Siena Luigi De Mossi, il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, Il sindaco e Presidente della Provincia di Grosseto Antonio Vivarelli Colonna, insieme ai Presidenti della Provincia di Siena Silvio Franceschelli, al Presidente della provincia di Arezzo Silvia Chiassai Martini con il Presidente di Confindustria Toscana Sud Paolo Campinoti insieme ai presidenti delle delegazioni territoriali di Arezzo Fabrizio Bernini e di Grosseto Francesco Pacini hanno congiuntamente firmato un appello rivolto al Presidente del Consiglio Conte, al Capo della Task Force Fase 2 Vittorio Colao ed al Presidente della Regione Rossi per chiedere la riapertura urgente delle imprese ad alto valore strategico per l’economia della Toscana del sud.
L’economia della Toscana del sud non può aspettare che si verifichino su tutto il territorio nazionale le condizioni della riapertura, è necessario fare una valutazione di territorio e delle condizioni necessarie a garantire la sicurezza dei lavoratori per la prevenzione del contagio da COVID 19; ci sono interi settori che, se la chiusura si protrarrà fino ai termini del 4 maggio, rischiano di perdere completamente le condizioni economiche ma soprattutto di mercato atte a garantire la continuità aziendale. L’effetto sarebbe l’impossibilità di riaprire per mancanza di ordinativi con ricadute sull’occupazione drammatiche. Nel testo dell’appello sono chiaramente individuati i criteri per individuare le imprese da avviare al processo di riapertura anticipata:
• LE IMPRESE CHE POSSONO DIMOSTRARE ORDINATIVI DA ESEGUIRE CON PARTICOLARE RIFERIMENTO A QUELLE CHE ESPORTANO E CHE RISCHIANO PENALI PER MANCATE CONSEGNE E/O LA PERDITA DI CLIENTI SUL MERCATO
• LE IMPRESE LA CUI CHIUSURA DETERMINA UN FORTE RISCHIO OCCUPAZIONALE
• LE IMPRESE CHE PER OPERARE POSSANO DIMOSTRARE LA POSSIBILITA’ DI REPERIMENTO MATERIE PRIME E/O SERVIZI SENZA AGGRAVARE IN MANIERA SIGNIFICATIVA, IN TERMINI DI MOBILITA’, LE MISURE DI RESTRIZIONE AGLI SPOSTAMENTI PREVISTE DALLE NORMATIVE NAZIONALI DI CONTENIMENTO DELLA DIFFUSIONE DEL COVID 19
• LE IMPRESE CHE PER DIMENSIONI E SETTORE OPERANO IN FILIERE STRATEGICHE PER L’ECONOMIA DEL TERRITORIO
Le imprese che aderiranno alla riapertura anticipata dovranno garantire l’applicazione di protocolli di sicurezza in modo da proteggere al massimo i propri lavoratori; a tal fine deve essere stilato uno specifico accordo aziendale in cui sia previsto un documento dettagliato circa l’applicazione delle procedure di sicurezza, ivi compresa la gestione del rischio in itinere.
I soggetti firmatari chiedono quindi che venga istituito presso le Prefetture delle province un comitato ad hoc con la finalità di autorizzare in maniera specifica le domande di apertura immediata delle aziende che rispettino i criteri di urgenza e sicurezza stabiliti.
Con una voce sola le più alte istituzioni territoriali di Siena Arezzo, Grosseto e il mondo delle imprese rappresentato da Confindustria vogliono difendere il futuro di un intero territorio che vicino alla salvaguardia della salute pubblica tuteli anche la sopravvivenza del tessuto economico senza il quale tale futuro non è ipotizzabile.
Ritardi nei tamponi nelle RSA: «La Regione intervenga nei confronti delle ASL»
da Andrea Quartini, Consigliere regionale MoVimento 5 Stelle – “È chiaro che le RSA sono uno dei punti deboli del SSR in termini di lotta al coronavirus, anche per la Toscana. Ieri dopo i vari solleciti volti a denunciare i ritardi della Asl Sud-Est nel fare i tamponi presso le RSA del Comune di Pratovecchio Stia e non solo, risulterebbe che la Asl non ha ancora posto in essere le dovute azioni. Si è limitata invece ad inviare all’Unione dei Comuni del Casentino un ennesimo comunicato in cui si afferma che questi tamponi sono stati fatti.
Gli Amanti di Piazza Tarlati. Puntata 9
Copenaghen (quarta parte) – 27/12 Malmo – Svezia meridionale
Il traghetto veloce tagliava una nebbia densa, quasi inquietante, che subito si richiudeva a poppa. L’orizzonte era buio e, benché molto vicine, le sponde di Danimarca e Svezia si potevano solo immaginare.
Qualcosa non era così sano quella mattina. Un filo d’ansia accompagnava Paride fin da quando aveva aperto gli occhi. L’aveva riconosciuta subito ma aveva cercato di ignorarla senza farne cenno. Si era preparato per questa gita con poca voglia ma non voleva darlo a vedere a Lucia.
Guardava dentro il nulla di quella bruma per capire dove si trovasse. La bussola che non aveva diceva nord, ma, il suo polo magnetico si trovava esattamente 2.300 km a sud.
Ancora due giorni.
Verso le dieci arrivarono al porto di Malmo. Traversata la Stora Torget – la vasta piazza a pianta quadrata – visitarono la St. Petri Kyrkan, la bella chiesa in stile gotico di Lubecca. Una passeggiata in centro ed un boccone in un caffè, prima di andare a vedere l’imponente castello Malmohus, che sorge all’interno di un sistema di parchi cittadini.
Da qualche parte doveva esserci il sole, tuttavia, a fine mattina, il cielo era restato la lastra di marmo di inizio giornata.
Camminavano in mezzo a laghetti e canali, pontili e cinte murarie. Conifere e betulle, macchie di sorbo svedese. Il posto era bello ma solo lei lo stava vivendo pienamente. Sarà stata quella cappa di fuliggine, sarà stato il freddo, ma lui continuava ad ascoltare troppo se stesso.
Altre volte gli era accaduto e conosceva quelle sensazioni. Un sentore di precarietà andava aumentando ed un lieve tremore traversava le sue spalle fino alla pancia.
La lama dell’ansia che rifaceva capolino gli ricordava antichi attacchi di panico. Come altre volte decise di ignorare quei segnali; la sua mente era allenata a farlo.
Si sforzò di apprezzare fino a che non fu ora di rientrare. Alle quindici il natante filava sopra quel ferro liquido e dentro nuvole basse dello stesso colore. In quella condizione l’oscurità avanzava senza alcun ostacolo, finendo di macinare quel giorno mai nato.
– Che cosa c’è? Chiese lei.
– Non lo so. Non mi sento molto in forma. Ho dolore alla schiena.
– Vediamo se passa, altrimenti andiamo subito in albergo.
Non ci arrivarono.
In vista delle luci di Copenaghen cominciò a sudare freddo e si accasciò sulla poltroncina, trafitto dal malessere.
– Tesoro mio! Così ?
Non rispose. Riuscì solo ad abbassare le palpebre in segno di assenso.
[Intanto la Kronos, uno speciale rompighiaccio, stava salpando per Gela Alta sulla costa occidentale della Groenlandia (Il senso di Smilla per la neve).]
Giunti sul pontile il personale di bordo lo aiutò a scendere.
– Dobbiamo andare al pronto soccorso, disse la donna.
Lui rispose di no, ma, a mala pena, riuscì a sedersi in una panchina. Il male che provava era acuto.
Nel giro di un quarto d’ora furono in taxi diretti all’ospedale. Come a volte capita – credo sia esperienza comune benché se ne ignorino le motivazioni – anche lui, quando furono in quei pressi, cominciò a sentirsi meglio.
Addirittura bene, scesi dalla vettura.
– Voglio che ti facciano una visita, affermò Lucia.
– Sto bene adesso. Sarà stato il freddo, rispose lui.
– Sicuramente, ma siamo qui.
Lei parlava un inglese fluente ed in breve spiegò la questione all’accettazione. Sbrigate alcune formalità furono indirizzati al reparto dove un medico lo avrebbe visitato.
[Passarono vicino all’Istituto di Medicina Artica. Mentre percorrevano il corridoio videro una lettiga con un bambino. Avrà avuto dieci anni. Capelli corvini, carnagione olivastra. Inuit. Sembrava che dormisse. Invece era morto. Era caduto dal tetto del palazzo dove abitava. Nessuno sapeva perché fosse andato lassù da solo. Aveva paura dell’altezza. Le orme che aveva lasciato sulla neve indicavano un movimento dispersivo. A Smilla Qaaviqaaq Jaspersen la cosa non era sfuggita.] (Peter Hoeg – Il senso di Smilla per la neve – rielaborazione di Marco Roselli).
La visita durò poco e si concluse senza una diagnosi precisa. Aveva ripreso tutto il colore e fu dimesso senza alcuna prescrizione. Con il cuore più sollevato ebbero voglia di camminare.
Passarono dal Langeline. Le arancioni e le blu degli impianti portuali erano lanterne di pescatori perdute in un oceano di nebbia che gelava a contatto con il suolo. Ci mancò poco che non si accorgessero della “Lille Havfrue”. La Sirenetta, (ogni volta mi ha lasciato indifferente) era coperta da uno spesso strato di ghiaccio che la rendeva meno banale.
Girarono per Amalienborg – un sito immancabilmente da visitare – sia pure superficialmente. Gli otto lati della piazza reale lo impressionarono. Ebbe l’idea di essere giunto in uno spazio dal quale non sarebbe più uscito. Come se i sette vizi capitali fossero aumentati di uno – quello che si sentiva addosso – specifico e personale.
Il senso di colpa. Non ne era mai stato del tutto alieno. Per lei un sentimento mai provato e immenso, eppure, evidentemente, insufficiente a sedarlo. Una sovra esposizione come quel viaggio, così improvviso e intimo, lo aveva fatto riemergere.
In vacanza, lontano dagli affanni del quotidiano e con la legittima consorte, aveva troppo tempo per pensare. Gli vennero in mente, inevitabilmente, i figli. Il loro senso di abbandono. Le sue scelte avrebbero condizionato per sempre la loro vita. Avrebbero torto il viso da lui?
Divenne pragmatico. Lei avrebbe tenuto i suoi. Ma lui, i propri, li avrebbe visti una volta a settimana?
Tutti questi vapori venefici iniziarono a corroderlo sempre di più, offuscando le luminarie delle festività di cui avrebbe dovuto godere.
Ma l’amore che sentiva era così intenso e coinvolgente da riuscire a spegnere qualsiasi umore inquinante.
I suoi neuroni ripresero a luccicare.
Così, l’ansia che gli provocava quello spazio tanto vasto ma angusto non divenne panico e riuscì ad uscire dal nono lato. Quello che si era creato con l’autoassoluzione.
(Fine puntata 9)
Marco Roselli, Gli Amanti di Piazza Tarlati, Fruska
La Scuderia Etruria lancia l’edizione virtuale del Rally del Casentino
Tutti costretti a casa, uniti nella lotta contro un nemico invisibile che ha costretto gli organizzatori a rinviare le gare, i piloti a tenere le vetture in garage, i fan a stare lontani dalle prove speciali. C’è una cosa però che unisce tutti gli appassionati anche in un momento complicato: la passione per i rally. Ed è pensando a loro che – in attesa del 40° Rally del Casentino, in programma dal 2-4 luglio 2020 – la Scuderia Etruria ha deciso di organizzare la prima edizione virtuale del Rally del Casentino. Chiunque potrà impugnare il joystick e sfidare gli altri appassionati.
La piattaforma scelta è quella di DiRT Rally 2.0, uno dei videogiochi di rally più diffusi e disponibile su tutte le piattaforme di gaming: PC, Xbox e Play Station. Per partecipare basta accedere alla versione online del gioco e iscriversi al ” Rally del Casentino E-Sport” in una delle due categorie disponibili: R5 e R2.
Il percorso, circa 80km virtuali, ricorda quello reale: si corre interamente su asfalto con 10 tratti cronometrati, di cui due in notturna, e tre parchi assistenza. Al termine della gara verranno stilate le classifiche di classe e quella generale che decreterà il vincitore della prima edizione del Rally del Casentino E-Sport. Classifica speciale “Piloti prioritari” per chi indicherà il proprio numero di tessera ACI Sport nell’iscrizione.
Le adesioni saranno aperte da sabato 18 aprile a sabato 25 aprile, per partecipare sarà necessario completare la procedura riportata di seguito e ogni giocatore avrà poi una settimana di tempo per completare il percorso da lunedì 27 aprile a domenica 3 maggio.
COME PARTECIPARE Per iscriversi è necessario completare due passaggi:
– Accedere alla pagina web Dirt Rally 2.0/Clubs e nella sezione “find a club”, ricercare il campionato “CASENTINO R5”(https://bit.ly/Casentino-
– Scrivere a erallydelcasentino@gmail.com indicando il proprio ID (nome utilizzato sul gioco DiRT Rally 2.0), la vettura con cui si intende giocare, la classe dell’auto (es: R5 o R2) e il nome del team (opzionale). Una volta ricevuta la richiesta via mail gli organizzatori accetteranno la richiesta sulla piattaforma.
Ordinanza orti: «Provvedimento importante per cura e gestione territorio». Ma qualcuno è contrario…
«Riattivare subito le attività logopediche e neuro psicomotorie»
da Cittadini in Movimento Poppi – Nei giorni scorsi, sia pur con scarso successo, avevamo fatto un accorato appello ai sindaci casentinesi affinché si attivassero concretamente e per tempo per individuare ogni e possibile iniziativa a sostegno degli operatori economici onde poter fronteggiare le enormi difficoltà che l’emergenza coronavirus sta provocando anche nella nostra vallata
Ciò non di meno in questi giorni sta emergendo un altro problema di vitale importanza per molte famiglie, non solo Casentinesi, che oltre a dover affrontare i quotidiani problemi imposti dalla “quarantena” generalizzata, si trovano a fare i conti con la sospensione di alcune attività medico-specialistiche che riguardano i propri figli.
Mi riferisco in particolar modo a quelle attività di riabilitazione logopediche e neuropsicomotorie che spesso hanno bisogno di un lungo percorso terapeutico, che non possono proficuamente essere svolte “a distanza” e che hanno bisogno della presenza interattiva dell’operatore sanitario specializzato.
Percorsi di riabilitazione psicologica, di logopedia e di psicomotricità che riguardano molto spesso soggetti in età evolutiva e che necessitano di attività costanti e continuative per non perdere e vanificare i risultati raggiunti.
La completa e così lunga sospensione di tutte queste attività terapeutiche soprattutto per quei soggetti rientranti nel così detto “spettro autistico”, rischia di provocare importanti e duraturi danni che potrebbero riverberarsi negativamente nel tempo oltre che sui soggetti stessi, sulle famiglie e sull’intera collettività. Penso ad esempio alle maggiori difficoltà legate ai percorsi di inserimento scolastico ed altro.
Lo diciamo ora soprattutto in virtù del fatto che, passato oramai più di un mese dal “lockdown” generale, alcuni passi avanti nella prevenzione della diffusione del coronavirus sono stati fatti e gli strumenti e le metodiche per poter consentire la pronta riattivazione del servizio possono essere immediatamente messe in campo.
Per questo riteniamo necessario che la Regione provveda a sottoporre gli operatori sanitari che svolgevano questo servizio e i loro pazienti a quei test sierologici che uniti al tampone orofaringeo permetterebbero di dare quelle indicazioni necessarie per riattivare il servizio.
In questo modo si potrebbe immediatamente capire se gli operatori sanitari possono o meno trasmettere il virus ai pazienti o viceversa e in caso di negatività di entrambi il servizio potrebbe riprendere in tutta sicurezza.
Fare subito questi “semplici” esami al personale sanitario e ai pazienti a cui è stato sospeso il percorso terapeutico, permetterebbe di riattivare queste essenziali attività soprattutto per quei bambini il cui futuro dipende anche dal modo e dalle forme con le quali oggi li aiutiamo nella loro delicatissima fase evolutiva di crescita.
E’ per questo che facciamo un accorato e forte appello ai Sindaci, al Presidente della Provincia, ai consiglieri regionali affinché spingano gli organi competenti, nel più breve tempo possibile e con le necessarie cautele, a riattivare questo essenziale servizio che rientra a pieno titolo “LEA” (livelli essenziali di assistenza).
Cittadini in Movimento, Il capogruppo David Marri