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venerdì, 25 Aprile 2025
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Gli Amanti di Piazza Tarlati. Puntata 3

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l dubbio (parte prima) Il martedì e il giovedì Elena andava in palestra, quella al centro commerciale. Appena arrivata salì sulla cyclette ed iniziò a mulinare le gambe; le amiche (o presunte tali) stavano facendo altrettanto. Un grande specchio rifletteva quelle siluette più o meno tornite e, soprattutto, quei volti.
– Ciao! Come stai? La salutarono quasi tutte.
– Bene e voi? Rispose lei.
– Tutto a posto! Si vede che stai bene, soprattutto negli ultimi giorni hai un viso radioso. Altro che palestra!
– In effetti è un buon periodo.
Vide i sorrisi che si scambiavano e non ci rimase benissimo ma cercò di non farci caso.
La serata trascorse come tante altre tra chiacchiere di vario genere ed allegria. Fatta la doccia si ritrovò nello spogliatoio con una delle ragazze che conosceva dai tempi della scuola con cui era più in confidenza.
– Ho sentito una voce che sei sempre con Paride. E’ vero? Certo è un bell’uomo.
– Ma che dici?? Chi ti ha riferito questa cazzata?! Non è vero nulla, abbiamo preso un caffè o due. Lavoriamo insieme; ma che significa! Rispose seccata.
– D’accordo, te l’ho detto perché ti voglio bene, non perché mi impiccio delle tue cose.
– Si, certo, lo so, nessun problema.
Rientrando a casa qualche pensiero cominciò a germogliare dentro quell’anima che sapeva di aver mentito. Iniziò a tormentarsi pensando a chi poteva averli visti. Gli venivano in mente i volti che avevano avuto intorno, i posti dove era andata con l’auto, il parcheggio di S. Maria.
Era entrata in un turbine di inquietudine crescente e la cosa si era notata anche in famiglia.
– Che hai fatto? Hai una faccia che è tutta un programma. Chiese Rinaldo.
– Nulla. Sai, il lavoro. Dentro di se friggeva come una padella arroventata e voleva solo che fosse già notte fonda per trovare lui e sentirsi rassicurata.
Viene mezzanotte.
Gli smartphone dei due amanti accedono a WhatsApp quasi simultaneamente.

Paride:
Ciao. ✓✓
Elena:
Ciao! Finalmente sei qui, amore mio. Sai, è accaduta una cosa di cui dovevo assolutamente parlarti. Oggi in palestra la mia amica Vanessa è venuta a dire che siamo sempre insieme e che…insomma…ho paura… ✓✓
Paride:
Ah, e tu che gli hai detto? ✓✓
Elena:
Ovviamente che sono tutte fantasie, ma questa cosa mi ha messo ansia. Sono molto agitata. ✓✓
Paride:
Stai tranquilla tesoro. Le persone che non si fanno i cazzi propri. Sono solo chiacchiere che avevamo messo in conto. Non temere, se saremo bravi, non accadrà nulla di male. ✓✓
Elena:
Speriamo. Ti prego, stammi vicino più che puoi. ✓✓
Paride:
Si, è l’unica cosa che voglio. Ti amo. ✓✓
Elena:
Ti amo. ✓✓

Viene l’una e mezza.
Lei è sempre sveglia e guarda dentro il buio. Con la mente in fermento vaga tra mille pensieri che non riesce a domare. I luoghi, i volti, le situazioni, lui, loro.
Guarda la sveglia con le lancette che paiono andare a ritroso. Anzi. Vanno verso le inquietudini e di lato, nel tentativo di lenire l’ansia. Lei prova a spingerle in avanti con tutta la forza mentale, ma sembra che gli ingranaggi siano arrugginiti. Il loro procedere nel verso del tempo è lentissimo ed esasperante.
La notte invernale sa essere terribile e può diventare il crogiuolo in cui si forgiano i demoni più spaventosi. Questi aleggiano nella camera senza palesarsi nitidamente, in modo da lasciare il dubbio circa la loro effettiva esistenza, ma potete star certi che ci sono.
Non riesce a prendere sonno. Si rigira nel letto e guarda quel cumulo che dorme vicino a lei. Non prova pietà né compassione perché la sua mente è altrove. Neppure sa lei dove. Contorce le mani e tocca la fede nuziale. Non sa se toglierla o meno. Nessuna delle due cose ha importanza. Si alza. In cucina prende un bicchiere di latte. Va in bagno quindi ritorna a letto. E poi da capo.
Finalmente, in fondo alla notte, la stanchezza la vince e si addormenta.
La sveglia arriva presto. Appena fuori casa accende il cellulare e si collega su WhatsApp.
Vede che l’ultimo accesso di lui è delle 2.30.
Un tuffo al cuore. Perché era on line a quell’ora? E con chi? Ricominciano i pensieri circolari.
“Avrà dormito poco anche lui e si sarà ricollegato per vedere se c’ero; poteva mandarmi un saluto però”; “avrà riletto i nostri messaggi; a volte io lo faccio per sentirmi con lui, è così bello”; “parlava con un’altra. “Oddio non è possibile, io so che lui mi ama”. “E se mi sbagliassi?”.
Il colpo era arrivato alla bocca dello stomaco, sostituendo i timori della sera prima in un attimo.
Con questo carico da undici nel petto fece quello che doveva come ogni mattina ma quando fu il momento di presentarsi al bar pensò che era meglio evitare. In primo luogo risuonavano nella sua mente le risatine delle ragazze. Poi aveva prevalso l’idea che quella connessione alle tre di notte non fosse del tutto sana.
Paride rimase sulla porta del bar ad aspettarla. Per mezz’ora aveva guardato verso le scale della biblioteca ed il cellulare. Il cellulare e le scale della biblioteca.
La vide entrare e mettersi alla propria scrivania. Ma quella mattina non suonavano i violini.

(Fine puntata 3)

Marco Roselli, Gli Amanti di Piazza Tarlati, Fruska

Coronavirus: in Toscana in vendita anche fiori, cancelleria e giocattoli

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Edicole e supermercati in Toscana potranno vendere, oltre ai giornali e ai generi alimentari, anche il materiale indispensabile per la prosecuzione delle attività scolastiche e i giocattoli. Grazie all’ordinanza firmata oggi dal presidente Rossi la Regione ha fatto proprio l’appello dei genitori toscani, affinché, nell’ambito di quanto stabilito dai recenti decreti del governo, sia consentito l’acquisto della cancelleria, che serve agli studenti per continuare le attività scolastiche e ai bambini più piccoli come gioco e svago, durante le ore di isolamento a casa.

In un primo momento, i decreti del governo erano stati interpretati in senso restrittivo e così nei supermercati e nelle edicole gli articoli di cancelleria comparivano coperti da cartelli che ne dichiaravano vietata la vendita.

In Toscana non sarà più così: oltre alla possibilità di usufruire delle consegne a domicilio, che non sono però in grado di raggiungere tutte le famiglie, l’ordinanza del presidente consente l’attività di commercio al dettaglio di articoli di cartoleria e forniture per uffici, l’attività di commercio al dettaglio di giochi e giocattoli, oltre a   quella di fiori e piante, all’interno delle attività di vendita di generi alimentari o di altre attività commerciali non soggette a chiusura.

“In un periodo in cui le attività pratiche sono drasticamente limitate – commenta l’assessora a istruzione formazione e lavoro Cristina Grieco – non ha senso privare i bambini degli strumenti necessari per proseguire una delle poche attività manuali possibili anche nell’isolamento a casa. Didattica a distanza non significa, soprattutto per i più piccoli, attività esclusivamente digitali. L’acquisto di pennarelli, matite, quaderni mentre si fa la spesa per generi alimentari o giornali, non comporta peraltro alcun rischio ulteriore e rappresenta un riconoscimento delle esigenze delle bambine e dei bambini”.

Arriva il bel tempo e in questi giorni in cui i toscani sono costretti ancora forzatamente a casa qualcuno magari avrebbe voglia di piantare sul balcone o nel giardino della propria dimora qualche fiore: una primula, che è di stagione, oppure gerani e rose. Ma dove trovarli senza doversi troppo spostare? D’ora in poi pure nei piccoli negozi di alimentari. Il presidente della Toscana ha infatti firmato oggi un’ordinanza in cui autorizza la vendita di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti e simili anche in questi esercizi. “Un provvedimento – commenta il presidente della Toscana, Enrico Rossi – che viene incontro alle esigenze delle famiglie e a quelle di tanti produttori”.

Ma non è l’unica disposizione che riguarda le attività commerciali. I negozi oggi con il bandone tirato giù (e che spetterà al governo nazionale decidere quando riapriranno), quelli che non rientrano nelle attività essenziali, potranno grazie all’ordinanza della Regione riprendere da subito le vendite se lo vorranno, con una promozione online, in televisione o a distanza dei loro prodotti e consegne a domicilio o per corrispondenza. Basterà evitare contatti personali inferiori ad un metro ed ottanta centimetri, oltre al rispetto delle norme igieniche e sanitarie in tutta la filiera, dal confezionamento alla consegna.

Trovata una soluzione anche per articoli di cartoleria, forniture per ufficio, giochi e giocattoli. “Un provvedimento – commenta Rossi – che spero che faccia piace. Con i bambini a casa di pennarelli, fogli ma anche giochi c’è bisogno”. Questi articoli si potranno vendere on line e per corrispondenza oppure nei negozi di generi alimentari o di altre attività commerciali non soggette a chiusura. Anche questo è scritto nell’ordinanza firmata oggi.

(Fonte: Regione Toscana)

Scarica qui il Decreto Liquidità. Ma arriveranno davvero i soldi alle aziende?

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Nel Decreto Liquidità una delle cose più rilevanti è il prestito delle banche dato alle imprese, ma coperto dal Fondo di Garanzia dello Stato. Prestiti che saranno erogati con un tasso di interesse che può andare dallo 0,2% fino all’1% massimo e che dovrà essere restituito entro 6 anni. Per i piccoli professionisti è possibile un prestito fino a 25.000 euro o il 25% del fatturato, coperto dallo Stato al 100% ed erogato senza valutazione del merito di credito; per le imprese più grandi si ha una garanzia al 90% dai 25.000 agli 800.000 euro, con valutazione del merito di credito, che diventa al 100% se intervengono anche i Confidi, il consorzio italiano che concede garanzie alle imprese, proprio per facilitare l’accesso ai finanziamenti; garanzia dal Fondo prestiti al 90% da 800.000 euro a 5 milioni di euro per le piccole e medie imprese che hanno fino a 499 dipendenti, il tutto con valutazione del merito di credito.

La complessità delle norme non chiarisce tanti aspetti su come erogare i fondi e le lungaggini della burocrazia rischiano di non fare arrivare alle imprese i fondi e per tempo (come avevamo già previsto, per capire il testo ci vuole un professore di economia e finanza, di quelli bravi!). Inoltre non c’è nessuna quota a fondo perduto; comunque vada, se e quando le banche erogheranno i fondi, le aziende dovranno indebitarsi per far fronte alla crisi. Quante lo potranno fare in questa situazione? Inoltre molti imprenditori dicono: “Se i soldi arrivano a giugno facciamo in tempo solo a pagare le tasse. E’ lo Stato che garantisce se stesso.”

E vogliamo fare un semplice “giochino”. Una piccola azienda chiede 50.000 euro. La garanzia statale è al 90% quindi copre 45.000 euro. Per i restanti 5.000 euro la banca metterà in piedi l’istruttoria per la valutazione del credito (sic!)…

Buonanotte, suonatori! Scordatevi del prestito, o forse lo avrete, garantendo di tasca o attraverso altri meccanismi burocratici, la quota restante. Insomma fa 6 o 7 mesi, se va bene, vi diranno che i soldi non possono darveli… Speriamo di essere smentiti, ma siamo in Italia…

Scarica il Decreto: Decreto Legge nr. 23

Gli Amanti di Piazza Tarlati. Puntata 2

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Lunedì mattina Paride è fuori dalla porta del bar che aspetta. Nell’attesa si volta verso la vetrata per vedere come sta. Ancora è poco tempo, sono le prime volte e si sente insicuro. In cima alle scale anche Elena si ferma un attimo. Si sistema la gonna ed aggiusta i capelli. Si vedono da lontano. La corrispondenza d’amorosi sensi che passa dagli occhi trasmette emozioni forti.
– Buongiorno, ciao, come stai? Come è andato il fine settimana? La invita ad entrare.
– Bene, grazie. Mi sei mancato (sussurrato).
Si siedono al tavolo.
– Tu cosa prendi? Caffè? Chiede lui.
– Si,va bene, risponde lei.
Lui la guarda intensamente. Lei, con un poco di timidezza, non riesce a fare altrettanto ed allora gira il cucchiaino nella tazzina. E continua a farlo mentre l’uomo le parla.
Elena si sente quegli occhi addosso che raccontano di una passione tremenda che è la sua. Non ricorda di aver mai provato nulla di simile.
Sente quello sguardo che scruta ogni fibra del suo corpo, desiderato da morire tutto il fine settimana.
– Mangi qualcosa?
Servono due brioche.
Lui gliela porge, le loro mani si sfiorano. Le dita si intrecciano per un istante, giusto un attimo. Si guardano attorno. Sono in piazza Tarlati, al Podestà.
Sono clandestini sulla nave della vita.
Salgono nello studio per iniziare la giornata lavorativa ma non sono la dentro. Sono fuori.
Fuori dalla stanza. Fuori dal palazzo. Dal paese. Lontano da tutti, in quel luogo dove anche il niente diventa tutto perché ci sono loro che bastano a se stessi.
Occhi negli occhi tutto il tempo. Elena si alza per fare delle fotocopie. Paride la segue accostandosi alle sue spalle. Ci sono pochi centimetri da quel collo scoperto che è così bello, lungo e bianco come alabastro. Il rumore della fotocopiatrice copre il sospiro forte dell’uomo mentre il suo fiato caldo raggiunge quell’epidermide facendola fremere. Egli se ne accorge ed osserva quelle cellule eccitate che sembrano avere la parola. Anche lei lo vede benché girata; i suoi occhi sono anche dietro. Lui immagina di baciarle quelle spalle così invitanti e quasi non resiste. Un collega li desta per un attimo:
– Ce la fai a terminare il progetto oggi?
– Ma si, certamente, credo di si, risponde imbarazzato.
Ma poi la cinge in vita e le loro labbra si saldano ad alta temperatura, quella che fonde i cuori. Le sue braccia la stringono mentre iniziano a girare e girare nella stanza vuota, per poi girare ancora in un valzer meraviglioso. Il posto di lavoro adesso è il palazzo reale di San Pietroburgo:
“Io e te, amor mio, quando viene dicembre. E’ una dolce melodia, che l’inverno porta via” (dal film “Anastasia”).
Immaginano la soavità e la passione fino a che non la sdraia sulla scrivania e le alza la gonna, mentre lei gli sfila il maglione. Per farsi spazio, con le mani ormai senza controllo, puliscono il piano dalle scartoffie che volano dappertutto senza riguardo. La bacia partendo da quel collo che sembra voler divorare per poi indugiare sui suoi capezzoli e più in basso.
Lei gli sbottona i pantaloni e si prendono in un amplesso animalesco.
– Devi fare le fotocopie anche tu? Vai pure, io ho fatto. Occhi da cerbiatto.
Ognuno torna alla propria postazione ma sono ancora abbracciati e girano in quel valzer.

Pioggia Benedetto il brutto tempo, la pioggia e le corte giornate. Finito il lavoro avevano pochi minuti che dovevano essere protetti. Si erano dati appuntamento al parcheggio di Santa Maria del Sasso, quello più in basso, che l’altro era troppo illuminato. Entrambi avevano delle utilitarie ma ciò non poteva certo essere una garanzia. Dovevano fare attenzione. Perché non si inoltravano nel bosco di S. Antonio? Oppure a Querceto? Troppo poco il tempo prima di rientrare in famiglia. Avrebbero preferito il buio pesto ma la luce bluastra del santuario, che arrivava solo parzialmente, ed i vetri appannati, potevano essere un compromesso accettabile. Paride arrivò per primo e parcheggiò in fondo al piazzale, nel punto più cieco, in modo da lasciare spazio all’auto di Elena, così che restasse nascosta dalla propria.
Piovigginava. La vide arrivare. Prima di scendere si tirò su il cappuccio.
Erano due secondi, ma, con il volto coperto, si sentiva un poco più tranquilla. Seduta accanto al suo uomo non si scoprì subito; così, era ancora più bella. Rimasero a guardarsi senza dire una parola. Si sentiva solo il rumore della pioggia che adesso batteva forte sul cofano. Poi la sua testa infilò dentro quel cappuccio e le sue mani la tirarono forte a se.
– Che dobbiamo fare?
– Non lo so. Rispose lui. Ma quello che so è che non posso fare a meno di te.
– Neppure io posso pensare che tu non ci sei. Ma è un casino, lo sai anche tu.
– Si è così. Viviamo e vediamo dove ci porta.
Le si gettò al collo.
– Tienimi stretta a te ti prego.
– Si, non temere, lo farò sempre. A stanotte.
– A stanotte.

Entra in casa ed appoggia la borsa a terra.
– Ciao! Sono rientrato!
– Ciao tesoro! Come è andata la giornata? Domanda Lucia.
– Al solito. Tu?
– Tutto bene.
Va dai ragazzi. Una con Candy Crush Saga e l’altro, più piccolo, davanti ai cartoni.
Lo salutano appena.
A cena.
– I miei dicono se andiamo a pranzo da loro domenica prossima.
– Va bene, risponde Paride, senza alzare la testa dal piatto.
– Hai sentito la questione delle scale mobili? Sembra che non ne facciano più di niente.
– Si ho sentito, ne parlavamo in studio, pare proprio così.
Tutti dormono. Lui nel buio dello studio.
Notte bianca. Cellulare acceso. Accesso a WhatsApp.

Paride:
– Ci sei?
(La fatina che vive nella lucina verde di WhatsApp vuole la vostra anima!) ✓✓
C’è, lo ha letto. Dice a se stesso mentre sorride.
Elena:
– Si, ci sono. Ti penso di continuo. ✓✓
Paride:
– Io lo stesso. Ho voglia di te. Ti desidero da morire. ✓✓
Elena:
– Anche io, tanto. Voglio che mi prendi, fammi tua amore. ✓✓
Paride:
Si. Non vedo l’ora che siamo soli dove nessuno può vederci! Come eri bella stasera. ✓

Appare una sola spunta. Lui attende. Passa un minuto. Due. Cinque. Sale un poco di ansia.
Che succede? In punta di piedi controlla le camere da letto. Dorme lei ed anche i ragazzi.
✓✓
Finalmente diventano due.
Elena:
Voglio esserlo per te. Adesso però devo staccare. ✓✓
Paride:
Va bene tesoro. Ci vediamo domattina. Ti bacio. Buona notte.
Sognami. ✓✓

Notte.

(Fine puntata 1)

Marco Roselli, Gli Amanti di Piazza Tarlati, Fruska

 

Il virus non ferma un pusher arrestato dai Carabinieri con eroina e marijuana

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Comunicato stampa Carabinieri Bibbiena –  Rassina di Castel Focognano – Nella serata di ieri Carabinieri della Stazione di Rassina hanno proceduto al controllo di due giovani italiani del luogo che contravvenendo alle prescrizioni imposte per il contenimento del contagio da COVID19, vagavano in quel centro senza giustificato motivo. I militari, insospettiti dall’atteggiamento dei due, già noti per la loro prossimità al “mondo” degli stupefacenti e della tossicodipendenza, li hanno perquisiti trovando nella loro disponibilità alcune dosi di marijuana. La perquisizione veniva estesa ai loro domicili e in casa del più giovane, un 20enne, venivano rinvenute ben 14 dosi di eroina pronte per essere ceduta a terzi. Nella circostanza i militari rinvenivano anche un televisore rubato ad un anziano residente in provincia di Arezzo per cui il giovane oltre ad essere arrestato per detenzione ai fini di spaccio, veniva indagato anche per il furto. A casa dell’altro ragazzo, un 28enne, non veniva rinvenuto altro stupefacente per cui è stato denunciato a piede libero per il possesso delle dosi di marijuana. Il risultato deriva dai numerosi servizi di controllo del territorio finalizzati a contenere l’emergenza sanitaria e a scongiurare il verificarsi di ulteriori reati. I due sono stati anche sanzionati per la violazione delle misure volte a contenere il contagio del virus.

Analoga sorte era toccata poche ore prima a 4 stranieri venuti da fuori provincia a trovare una loro amica a Bibbiena, denunciati anche per la violazione della normativa circa il soggiorno degli stranieri dai carabinieri della locale Stazione.

A Pratovecchio Stia, invece, un giovane oltre ad essere sanzionato è stato anche denunciato per false attestazioni dai militari della locale Stazione. Alcuni giorni prima era stato “pizzicato” mentre girava a bordo di un quad in violazione delle prescrizioni.

Materiale tecnologico per studenti e famiglie in difficoltà

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L’Associazione di imprenditori “Prospettiva Casentino” ha donato 46 tablet, 46 custodie tastiera, 14 router e 11 smartphone agli istituti scolastici del Casentino per indirizzarli a ragazzi, le cui famiglie, si trovano in questo momento particolare in difficoltà nell’acquisto di materiale tecnologico necessario per la didattica a distanza. L’elenco dei dispositivi è emerso da un’attenta valutazione fatta dai Dirigenti scolastici e quindi dai singoli docenti. Il materiale che è arrivato in questi giorni, verrà consegnato direttamente alle famiglie secondo criteri scelti dalla scuola.

La chiusura delle scuole disposta dal Governo per contenere il Coronavirus ha fatto emergere da un lato la necessità di fare ricorso immediato ad una modalità di interazione didattica nuova per le nostre scuole e dall’altro la difficoltà di accesso alla didattica a distanza per alcuni studenti in condizione di disagio economico-sociale.

Il grido d’allarme è arrivato a Prospettiva Casentino direttamente dalle scuole del territorio, le quali si poi sono rivolte subito all’Associazione che è stata ben disposta a venire incontro alle esigenze dei ragazzi che in questo momento sono più in difficoltà.  In alcuni casi a causa della mancanza di pc, in altre per il discorso della connessione, in altri poiché all’interno delle famiglie più numerose è spesso disponibile un solo dispositivo per più figli.

Il Presidente dell’Associazione Giovanni Basagni commenta: “Il coronavirus ha colto impreparati tutti quanti compreso il mondo della scuola che si è scoperto in affanno su questo aspetto, come evidenziato anche dal Provveditore agli studi di Arezzo in un’intervista alla stampa alcuni giorni fa. Il gap digitale e tecnologico, tuttavia, deve essere superato ad ogni costo e questo anche per una ripresa più veloce e perché la nostra valle non si può permettere di avere un divario culturale di questo tipo. Diciamo che l’emergenza sanitaria ha scoperto qualcosa che magari potevamo intuire, ma non conoscevamo nel concreto. Come associazione abbiamo voluto prontamente rispondere ad una richiesta in piena emergenza fatta dalle scuole con cui stavamo collaborando e investendo parte dei fondi dei progetti che, a causa del momento, non sono potuti andare avanti come previsto. Ma, una volta finita questa emergenza ci siamo dati un obiettivo, ovvero quello di capire realmente questa problematica legata al digitale e quindi impegnarci per poter intervenire laddove possibile a seconda delle esigenze delle nostre scuole e delle nostre particolari competenze”.

Coronavirus e animali domestici: nessuna evidenza sulla trasmissione alle persone

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L’Asl sensibilizza i cittadini a non credere a false affermazioni e a non abbandonare gli animali. “Nessuna evidenza scientifica che dimostri che gli animali domestici possono diffondere il virus SARS-CoV-2, responsabile della pandemia COVID-19. Trattate i vostri amici a quattro zampe con la cura e l’affetto che avete avuto  finora”.

Con questo appello ai proprietari di animali da casa, il dottor Giorgio Briganti, responsabile Area Funzionale di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare della Asl Toscana sud est, sottolinea l’importanza di non ascoltare e di smentire le false credenze che si stanno diffondendo nell’opinione pubblica attraverso i social e i media. In generale, la disinformazione non porta mai niente di buono e a volte può recare danni alle persone, anche gravi. In questo caso sono gli animali da compagnia a scontarne le conseguenze: si sentono infatti sempre più spesso notizie di persone che abbandonano i propri amici a quattro zampe perchè convinti che  rappresentino un veicolo di contagio del coronavirus. Un gesto bestiale che non ha alcun senso, da condannare sempre.

Del tutto ingiustificate quindi qualunque azione che metta in discussione la consolidata convivenza uomo-animale, anche se in questo momento è fondamentale mettere in atto con ancora più attenzione le buone pratiche igieniche che dovrebbero sempre essere osservate affinchè tale convivenza risulti sicura da un punto di vista sanitario. Bastano le solite poche attenzioni: lavarsi le mani prima e dopo aver toccato gli animali, il loro cibo, la loro ciotola, evitare di baciarli, farsi leccare o condividere con loro il cibo, al ritorno da una passeggiata pulire le zampe (evitando prodotti aggressivi e quelli a base alcolica che possono irritare la loro cute) per ridurre al minimo il rischio di introdurre in casa agenti patogeni. Nel caso invece di persone affette o sottoposte a restrizione per Covid-19 si devono evitare contatti ravvicinati con i propri animali, così accade adesso con le persone, delegandone, possibilmente, la loro gestione ad altri familiari.

In tutto il mondo, a fronte di quasi 1.200.000 casi umani, sono solo 4 i casi di animali da compagnia (due cani e un gatto ad Hong Kong e un gatto in Belgio) che si sono positivizzati dopo essere stati a stretto contatto con i proprietari positivi al Covid 19. Al momento, l’unica certezza è che il contagio di questo virus avviene tra persona a persona, quindi è il contatto inter- umano la prevalente via di trasmissione.

(Fonte: AUSL Toscana sud est)

Coronavirus, istruzioni per l’uso delle mascherine

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Un volantino, messo a punto dalla Regione, verrà fornito a tutti i Comuni, che lo distribuiranno ai cittadini assieme alle mascherine (vedi sotto). Il dépliant per il corretto uso delle mascherine e i comportamenti da seguire quando si è in presenza di altre persone è stato stilato dal Servizio sanitario toscano, in collaborazione con il GRC (Centro regionale gestione rischio clinico) e con l’Ars (Agenzia regionale di sanità).

Ecco cosa dice il volantino.

Mantieni sempre la distanza sociale di sicurezza.

Usa la mascherina:

– in presenza di più persone in spazi aperti e chiusi
– nei mezzi che garantiscono il trasporto pubblico, i taxi e il noleggio con conducente

Ricorda che l’uso della mascherina aiuta a limitare la diffusione del virus, ma deve essere
adottata in aggiunta al lavaggio delle mani e alle misure di igiene respiratoria.

È importante indossare e smaltire la mascherina in modo corretto, altrimenti può costituire una fonte di infezione.

Come si indossa
• Prima di toccare la mascherina, lavati le mani con acqua e sapone o con il gel alcolico
• Indossa la mascherina prendendola dalle estremità laterali
• Copri naso e bocca con la mascherina distendendola bene in modo che aderisca
al volto
• Evita di toccare la mascherina mentre la indossi, se la tocchi, lavati le mani

Come si toglie
• Togli la mascherina prendendola dalle estremità laterali e portandola in avanti
• Non toccare la parte anteriore della mascherina
• Lavati le mani con acqua e sapone oppure usa il gel alcolico subito dopo.

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(Fonte: Regione Toscana)

Tanti annunci, ma medici e infermieri dell’ospedale del Casentino sono alle prese con una grave mancanza di mascherine e guanti

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da Lega Toscana – “E’ inammissibile e inaccettabile che, dopo tanti annunci e anche l’arrivo di migliaia di mascherine domenica scorsa a Calenzano (Fi), i medici e gli infermieri dell’ospedale del Casentino siano ancora alle prese con una grave mancanza di mascherine protettive e guanti in lattice. In particolare i medici e gli infermieri del pronto soccorso – denuncia il Consigliere regionale Marco Casucci (Lega) Mi risulta che i dispositivi di protezione individuale vengano dati, tra l’altro centellinati, solo alla tenda di triage esterna, mentre chi è all’interno dell’ospedale non ha mascherine chirurgiche, né FFP2 né FFP3, né tute per interventi 118 o interni in caso di Covid-19, ma solo dei semplici camici. Alcuni medici hanno persino dovuto comprare mascherine in una parafarmacia. Basta spot, basta chiacchiere occorrono fatti: dotiamo immediatamente tutti gli operatori sanitari di dispositivi di protezione individuale! Apprezziamo l’azione del sindaco di Bibbiena Vagnoli sempre vicino alla sua gente, è il momento che si muova anche la Regione”.

Gli Amanti di Piazza Tarlati. Puntata 1

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Genesi di un amore. Le assi del palcoscenico. Lei entrò in scena insieme a lui. Si scambiarono uno sguardo e con un breve cenno del mento riprese la recitazione:
LEI Chi sei tu che così avvolto nella notte inciampi nei miei pensieri?
LUI Con un nome non so dirti chi sono: il mio nome, sacra creatura, mi è odioso in quanto tuo nemico. L’avessi qui scritto, strapperei la parola.
LEI Ancora le mie orecchie non hanno bevuto cento parole della tua voce, e già ne riconoscono il suono. Non sei tu Romeo, un Montecchi?
LUI Né Romeo né Montecchi, amor mio, se ti dispiacciono.
LEI Dimmi come sei arrivato qui, e perché? I muri del giardino sono alti, difficili da scalare, e questo posto, col nome che porti, significa morte per te, se mai ti trovassero.
LUI Sulle ali leggere dell’amore ho superato queste mura: non ci sono limiti di pietra che possano impedire il passo all’amore, e ciò che l’amore può fare, l’amore ossa tentarlo. Ecco perché i tuoi parenti non mi possono fermare.
LEI Se ti vedono ti uccideranno.
LUI Ahimè, c’è più pericolo nei tuoi occhi che in venti delle loro spade. Guardami con dolcezza e sarò corazzato contro il loro odio.
LEI Per tutto il mondo, non vorrei ti vedessero qui.
LUI Ho il mantello della notte per nascondermi ai loro occhi, ma se tu non mi ami, lascia pure che mi trovino qui. Preferirei che la mia vita finisse per il loro odio che prorogare la morte senza il tuo amore…”
– Bravi!!! Bravi!!! Braviiii!!!
Gli applausi scrosciarono fragorosi al teatro Dovizi quando finì il secondo atto. Era la terza rappresentazione della rivisitazione del dramma di Shakespeare che la locale compagnia stava mettendo in scena in quel periodo.
Il sipario si chiuse e gli attori sparirono dietro le quinte giusto il tempo di cambiarsi e ripassare mentalmente le battute prima di rientrare in scena.
– Sei bravissima anche stasera, disse Paride.
– Grazie anche tu mi sembri molto ispirato, rispose Elena.
– Ci avrà fatto bene aver ripassato insieme la parte, precisò l’attore.
– Si, lo penso anche io, confermò la donna.
I due condividevano la passione per la recitazione ma il tempo per studiare non era facile da trovare perciò, talvolta sfruttavano la pausa pranzo oppure si trattenevano di più allo studio.
Questo si trovava nel centro storico di Bibbiena, nei pressi del Podestà, la nota caffetteria.
Certe giornate era Franca, la titolare, ad ascoltare brani di Ibsen, Strindberg, oppure del teatro popolare mentre consumavano un toast.
Si stava sistemando le calze quando alzò gli occhi incontrando quelli di Paride, che, inequivocabilmente, erano stati catturati da quel gesto seducente.
Lo sguardo di Elena lo fulminò. Con un movimento repentino buttò giù la gonna e scattò verso di lui, mescolandosi nell’andirivieni concitato dietro le quinte.
Quando gli fu vicinissima però, le sue labbra abbozzarono un sorriso con una nota di malizia che lo atterrò.
Anche quella sera la commedia fu un successo e, come di consueto, a fine spettacolo si apprestavano ad andare al ristorante.
Avevano i tavoli prenotati alla Tavernetta ma quando fu il momento di andare i coniugi dei due teatranti preferirono rientrare a casa.
Lui guardò lei ed entrambi sorrisero luminosamente.
Ci fu solo un accenno formale di insistenza:
– Perché non vieni anche tu? Chiese Paride alla moglie Lucia.
– No dai io sono stanca, torno a casa dai ragazzi.

A parti invertite, nell’altra coppia, il copione propose battute analoghe:
– Andiamo? Disse la donna con la gonna.
– E’ tardi per me lo sai. Affermò il marito Rinaldo.
Fin troppo facile essere contenti per due che già sapevano di piacersi, nonostante non osassero confessarlo neppure a loro stessi.

Le leve del tempo La sera profuma d’autunno nella piazza carezzata da una falce di luna.
I palazzi del borgo hanno le finestre illuminate. Sono rimaste poche persone in giro; è quasi ora di cena.
La notte, lentamente, prende possesso di tutte le cose.
Le luci si spengono. Nello studio vuoto, una resta accesa.
È un vetro ruvido su cui stanno scaglie d’argento che scintillano.
In principio non si può comprendere da dove prendano energia, anche osservando quella particolarità che sembra anticipare il Natale.
Ma riflettendoci sopra si può capire quello che accade nell’aria.
Forse, prima di chiudere, due amanti si sono scambiati sguardi furtivi di passione ed un poco di quel sentimento è restato nell’aria.
Deve essere rimasto sospeso per un attimo, prima di aggrapparsi a quel vetro.
Avrebbe voluto seguire i due innamorati ma non ha potuto: sono clandestini.
I loro occhi si sono cercati tutto il giorno in mezzo ad altri.
Da sopra il monitor del computer, l’iride di Elena ha incrociato le pupille dilatate di Paride senza un attimo di pace.
– La relazione è finita? Chiede un collega.
– Si, quasi – risponde l’altro – che neppure l’ha iniziata.
I loro cervelli hanno emesso vibrazioni talmente forti da far impazzire gli elettroni.
Questi, a loro volta, hanno prodotto una nuvola d’energia così intensa da creare quelle scaglie luminose.

I due cuori si sono desiderati continuamente, ripensando a quando si erano presi nell’androne del palazzo, una notte.
Quella era stata la prima volta.
Si erano ritrovati con la scusa del lavoro ma non avevano fatto in tempo a raggiungere l’ufficio.
Lui l’aveva afferrata per i capelli baciandola con violenza.
Lei gli aveva strappato la camicia, facendo saltare tutti i bottoni, per leccare il suo ventre.
Poi l’uomo l’aveva sollevata contro la parete, aprendole le gambe per possederla.
Nella foga erano scivolati sul piantito ed avevano continuato a farlo quasi senza spogliarsi.
Erano restati così, ansimanti e sudati, fino a che la donna non era risalita sopra il suo bacino per ricominciare da capo.
Il fuoco era durato fino a notte fonda.
Lui, rientrando a casa, aveva bruciato la camicia prima di lavarsi il viso ed il petto.
Ma l’odore della pelle era divenuto indelebile. Egli l’aveva respirato come fosse ossigeno.
Da quel momento il loro tempo era divenuto uguale ad infinito.
Quel vetro è d’argento e non d’oro perché è la luna a compiacersi degli amanti e non il sole.
Da quella sera iniziarono le notti bianche. Il petto gli scoppiava dall’emozione. Per un paio d’ore si rigirò nel letto ma non ce la fece a prendere sonno. Guardò un attimo la moglie addormentata. Poi mise la testa dentro la camera dei ragazzi. Nessun senso di colpa. Sudato ed ansimante, ancora ubriaco d’amore e di sessualità, prese la rincorsa e con un balzo si lanciò fuori dal balcone. Sfiorò la farmacia ed il market fino quasi a schiantarsi. Poi puntò dritto verso la ciminiera del tannino fermandosi sulla cima. Aveva gli occhi lucidi e l’anima sorridente mentre guardava le luci del paese addormentato. Quindi si rimise in volo infilandosi dentro i borghi del centro come una freccia incendiaria. Finalmente sbucò nella piazza che lo aveva reso pazzo. Fece uno, due, tre giri radenti le mura dei palazzi, soffermandosi sospeso davanti alle scaglie d’argento della loro finestra. Infine fece una virata secca ed arrivò sulla torre dell’orologio. Da lassù, senza emettere un decibel, gridò il suo amore a tutta Bibbiena.

(Fine puntata 1)

Marco Roselli, Gli Amanti di Piazza Tarlati, Fruska

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