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lunedì, 28 Aprile 2025
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La lettera di Viola. Avere dodici anni al tempo del Coronavirus

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Pubblichiamo con estremo piacere questa riflessione scritta da Viola Mugnaini, una ragazzina di 12 anni, casentinese di Rassina. In questi giorni così strani – tragici per alcuni, surreali per tutti – i suoi pensieri sono un segnale di speranza, di fiducia nel domani. Questo momento passerà e Viola, come i suoi coetanei, potrà tornare a giocare, a studiare, a ridere, a vivere in modo pieno insomma. Sperando che quanto sta succedendo insegni qualcosa a tutti noi, come suggerisce Viola, per adesso accettiamo e facciamo nostro il suo consiglio: quello di sorridere il più possibile…

Oggi 5 Aprile 2020 (questa lettera è stata scritta domenica, ndr) è esattamente un mese che siamo chiusi in casa, un mese che non vedo più le mie amiche, un mese che non torno a karate, un mese che non discuto più con le mie compagne di classe su quanto sia noioso andare a scuola, ma soprattutto un mese che ho capito quanto sia bella la normalità.

In questo mese ho capito tante cose, ho capito che alla fine andare a scuola non è poi così tanto noioso, ho capito che mi piace fare molte cose, ho capito che stare sempre con il telefono in mano è la cosa più brutta e noiosa del mondo, ho capito che amo stare con la natura e con gli animali, ho capito che amo fare passeggiate per i boschi solo per vederne il panorama e i tramonti stupendi, ho capito quanto sia stupenda la natura stessa, ho capito che stare con la mia famiglia giocando con mio fratello e aiutando la mia mamma, alla fine non è poi così male, ma ho capito soprattutto il bene che voglio a tutte quelle persone che mi aiutano e mi sostengono giorno dopo giorno.

Questo virus pur essendo una cosa brutta penso che abbia lasciato in tutti noi una lezione di vita, ovvero quella di godersi la vita perché da un giorno all’altro potrebbe succederci qualcosa di imprevedibile, sia bello che brutto.

Ho imparato che dobbiamo essere felici, felici di essere liberi, ho imparato che dobbiamo ridere, scherzare, divertirci, piangere, sì perché anche piangere fa bene, passare più tempo possibile con le persone a noi care, nonni, parenti e amici il più possibile, ma soprattutto dobbiamo imparare a non togliersi il sorriso dalle labbra per delle cavolate, perché i problemi della vita sono altri.

Il mio consiglio è quello di sorridere il più possibile, godersi la normalità che è il dono più prezioso che abbiamo.

Viola Mugnaini, 12 anni, Rassina

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Crisi Coronavirus e territorio: la Giunta di Poppi non fa nulla

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da Gruppo consiliare Poppi Cittadini in movimento – In queste ultime settimane – inizia David Marri – abbiamo più volte sollecitato le Istituzioni Locali a voler concretamente affrontare non soltanto l’emergenza sanitaria legata al corona virus, ma anche l’emergenza economica e sociale che oramai in modo sempre più dirompente sta investendo l’intero tessuto produttivo della nostra vallata.

Alcune categorie economiche e soprattutto quelle legate al turismo e ai servizi ad esso collegati, stanno per sprofondare in una crisi dalla quale risollevarsi sarà molto, ma molto faticoso.

In questi giorni è tanta l’attesa per conoscere come le iniziative economiche di carattere generale che il Governo ha annunciato, possano concretizzarsi in un diretto e concreto sostegno per tutti quegli operatori economici che stanno affrontando questo difficilissimo memento che sicuramente non si prospetta di breve durata.

Proprio per la consapevolezza della enorme crisi sociale ed economica che la pandemia avrebbe provocato, già a fine febbraio, a nome di molti gruppi consiliari ci eravamo appellati alle amministrazioni casentinesi affinché, sulla base delle loro non marginali competenze, si fossero per tempo interrogate su quali concrete iniziative avessero potuto prendere a sostegno delle aziende presenti sul nostro territorio.

Al nostro accorato appello ha risposto positivamente solo il sindaco di Bibbiena Vagnoli e di Castel Focognano Ricci questo nonostante avessimo dato la nostra completa disponibilità a collaborare in maniera fattiva ed unitaria.

Per quanto riguarda il comune di Poppi ci sono stati solo formali contatti che non sono mai andati al di là della banale informativa. Non solo, la Giunta, anziché preoccuparsi concretamente di come sostenere tutti quegli operatori del settore turistico ricettivo che oramai vedono l’intera stagione in corso completamente saltata, con delibera del 21 di marzo, conferma per il 2020 le stesse tasse e le imposte per la pubblicità e per l’utilizzo dello spazio e delle aree pubbliche.

Il Sindaco, a nostro parere, avrebbe dovuto prendere, nonostante le difficoltà del momento,  l’unica decisione di sua competenza che avrebbe dato concretamente un minimo di aiuto ai gestori dei bar, degli alberghi dei negozi degli agriturismi etc.?.

Molti sindaci la decisione di sospendere per il 2020 queste tasse l’anno già presa mentre altri si accingono a farlo.

Il comune di Poppi nel concreto pare abbia intrapreso un’altra direzione.

Non solo, in questi giorni si parla di bilancio e nulla viene previsto per contribuire a superare questa crisi. Anzi, è tutto statico, tutto uguale, è come se quello che stata succedendo non interessasse il comune di Poppi sia per quanto riguarda le entrate che le possibili uscite. Scelte, priorità, nuovi bisogni, urgenze, incertezze sono temi che sembrano non preoccupare. Pensare che nel nostro Comune nulla possa succedere dal punto di vista economico e sociale ci sta costringendo, nostro malgrado a denunciare questo comportamento formalmente efficientista, ma che nella sostanza risulta fortemente contraddittorio ed inefficacie.

Per questo riteniamo quantomeno inappropriato che l’amministrazione comunale di Poppi in piena emergenza coronavirus trovi il tempo e il bisogno, ripeto il 21 di marzo, di confermare anche per il 2020 le tasse e le imposte per la pubblicità e per l’utilizzo dello spazio e delle aree pubbliche anche perché il suolo pubblico potrebbe favorire in futuro la riapertura di alcune attività mantenendo le adeguate distanze di sicurezza.

La sospensione o meglio l’annullamento del pagamento delle imposte e tasse comunali per quelle attività fortemente impattate dalla crisi non avrebbe forse di certo risolto i problemi che molte aziende si trovano ad affrontare ma sarebbe sicuramente stato un segnale di vicinanza nei confronti di quegli operatori economici maggiormente in difficoltà è che tanto rappresentano per il nostro Comune.

Per questo, mediante la presentazione di una specifica mozione, in data odierna abbiamo provveduto a chiedere all’intera giunta del comune di Poppi di ritirare con effetto immediato le delibere n. 42  n 43 del 21 marzo 2020.

Per il Gruppo consiliare Poppi Cittadini in movimento, David Marri

Pane e schiacciata gratuiti per chiunque ne abbia bisogno: l’idea della Famiglia Baroni in collaborazione con Caritas Poppi

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Il primo lavoro da fare per fronteggiare il momento che stiamo vivendo è la solidarietà. Ed è proprio questo messaggio che sta diffondendo la Famiglia Baroni, della Locanda dei Baroni e Ristorante Mater, nel Casentino. Visto lo stato di emergenza in cui il nostro paese si trova, abbiamo pensato di aiutare chiunque ne abbia bisogno con “schiacciata e pane della solidarietà”. A Camaldoli la schiacciata è un’istituzione e, in collaborazione con la Caritas di Poppi, sarà distribuita assieme al pane, in maniera totalmente gratuita, a chi necessita di un sostegno. La nostra famiglia si trova nella condizione di tutti. Abbiamo alberghi, ristoranti, bar e campeggio chiusi. Situazione difficile (come per tutti ovviamente). In questi giorni di notizie, aggiornamenti e statistiche due fatti ci hanno colpito: 1) le donazioni da parte di chi ha molto come Berlusconi, Esselunga, Gucci… e 2) Niko Romito che in maniera forse ironica pubblica una sua foto con in mano un cartello con scritto sopra: #nonsocucinareacasa. E noi? Cosa facciamo, cosa possiamo fare? Rispondere a questa situazione con quello che sappiamo fare. Di conseguenza abbiamo riaperto il laboratorio della panificazione del ristorante e adesso produciamo pane e schiacciate che doniamo alla Caritas e alla Misericordia per chi ha più bisogno. Facciamo quello che possiamo, quello che sappiamo fare: doniamo il nostro lavoro. Speriamo che, pubblicizzando queste iniziative, si possa smuovere anche altri. In un momento in cui la solitudine ed il vuoto si fa sentire pressante, il sentirsi utili per qualcosa di vero è essenziale…che poi è il motivo per cui si fa impresa. #nonsocucinareacasa
Chiunque abbia bisogno può contattarci a: locanda@itrebaroni.it – 0575 556015 – WhatsApp 3939035527

Andrea e Antonella sposi al tempo del Coronavirus

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da Unione dei Comuni – Un “sì” lontano da come lo avevano immaginato ma non per questo meno sentito e meno felice. Nonostante l’emergenza sanitaria in corso, non hanno rinunciato alle loro nozze Andrea Brocchi e Antonella Matteucci che questa mattina alle 12 si sono uniti in matrimonio con rito civile nel comune di Castel Focognano. A celebrare le nozze il sindaco Lorenzo Remo Ricci, testimone della loro promessa di amore eterno. “In questo momento così difficile per tutti, il matrimonio di stamani ci ha regalato un momento di gioia e speranza – ha commentato Ricci – ai neo sposi vanno i miei più sentiti auguri, affinchè la loro unione sia l’inizio di una vita felice insieme, in un mondo più sereno e spensierato di quello che stiamo vivendo adesso”.

Matrimonio 2 Castel Focognano

Toscana: entro 7 giorni obbligatoria la mascherina

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Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, attraverso la sua pagina FB, ha poco fa rilasciato questa dichiarazione: “Ho appena firmato l’ordinanza che rende obbligatorio entro 7 giorni a partire da oggi l’uso della mascherina in tutti quegli ambienti pubblici o privati in cui è necessaria la distanza sociale di 1,8 metri come disposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo dispositivo di protezione, che è in distribuzione a cura dei Comuni gratuitamente, consente una prevenzione primaria che in piena emergenza il sistema sanitario regionale deve garantire.”

Un virus, non Dio

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di Don Gianni Marmorini – Il mondo sta cambiando, dal mese scorso la vita non è più quella di prima. È arrivato un virus, un organismo di dimensioni submicroscopiche, incapace di metabolismo e perciò obbligato, per sopravvivere, ad entrare in altre cellule per vivere e riprodursi. Tutte le nostre abitudini ribaltate, l’obbligo a non uscire di casa se non per necessità molte serie, il divieto di abbracciarsi e anche di darsi la mano, la chiusura delle scuole, dei teatri, dei cinema, i campionati sportivi tutti fermi. Così anche l’economia con i crolli delle borse, gran parte dei negozi chiusi come i ristoranti… le fabbriche… e tanto, tanto altro. Ci facciamo coraggio in mille modi e certamente ce la faremo e credo anche che potremo uscire comprendendo finalmente, come ci hanno ricordato i cinesi, che “siamo tutti onde dello stesso mare, foglie dello stesso albero e fiori dello stesso giardino” (cfr. Massimo Recalcati su La Repubblica del 14 marzo 2020 a p. 34 dal titolo “La nuova fratellanza”).

Ci sono anche delle ripercussioni religiose: non si può celebrare alcuna liturgia con la gente: niente messe con il popolo, niente funerali né matrimoni o battesimi! Non si possono neanche fare le visite alle persone che non possono uscire di casa per recare loro il conforto religioso… chi avrebbe mai pensato che un piccolo organismo submicroscopico avrebbe avuto una forza così grande da far saltare tutto! Mi è capitato anche di sentire la voce di predicatori tristi che leggono il diffondersi del virus come una delle piaghe mandate da Dio sugli uomini per convertirli! Mi domando come sia possibile pensare ancora in questo modo! Come sia possibile ancora pensare Dio in questo modo! Come sia ancora possibile leggere la storia e i suoi eventi in questo modo!

Come spesso succede Radio Maria è sempre una delle più alte espressioni di un certo modo di pensare: “la pandemia che si è abbattuta sull’umanità… un avvertimento che arriva direttamente dalla Vergine di Medjugorje” per convertire l’umanità alla fede cattolica. Ce l’aspettavamo dopo quello che venne detto sul terremoto del 2016/17: “la risposta di Dio ai matrimoni gay”. Queste (assurde) teorie vengono sostenute in base ad alcune affermazioni bibliche sugli eventi della storia. Ad esempio, anche se non era storia, il racconto del Diluvio Universale (Gen. 6ss) dove si dice: «Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra […] Il Signore disse: “Cancellerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato e, con l’uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo».

I disastri della natura sarebbero quindi una risposta di Dio alla malvagità degli uomini. Questo modo di leggere la Bibbia ha determinato eventi tragici nella storia dell’umanità, dall’inquisizione alla benedizione della schiavitù, e, purtroppo, molto altro ancora. Una lettura dovuta alla paura e alle pretese di potere di pochi, ma che non ha nulla a che vedere con il messaggio che Dio ha voluto trasmetterci nelle pagine sacre. Nulla! È solo un impasto di ignoranza, di paura e di potere. Non è questa la voce della Chiesa che anzi mette in guardia da questo approccio fondamentalista dei testi sacri: “La lettura fondamentalista parte dal principio che la Bibbia, essendo parola di Dio ispirata è esente da errore, dev’essere letta e interpretata letteralmente in tutti i suoi dettagli”.

Era l’ormai lontano 1993 (sono passati ben 27 anni!) quando la Pontificia Commissione Biblica, presieduta dal Cardinale J. Ratzinger scrisse il Documento “L’interpretazione della Bibbia nella Chiesa” (la citazione è al punto nr.11) che giudica l’interpretazione letterale della Bibbia “una forma di suicidio del pensiero”. Un terribile e cattivo esegeta (ma potrebbe anche trattarsi di una figura fittizia) che legge la parola di Dio in modo fondamentalista lo vediamo all’opera già contro Gesù nel deserto: le sue tentazioni si basano su citazioni bibliche: “Sta scritto”!

Don Paolo Farinella su Il Foglio del 14 Marzo scrive: “Sta girando su Whatsapp (a me è arrivato) un audio in cui si dà appuntamento a partire dal 13-03-2020, sempre alle ore 21,00 per inginocchiarsi, prostrati per terra, a invocare il perdono di Dio perché abbiamo commesso tutti i peccati del mondo. Dobbiamo insistere finché Dio non si smuova o commuova dalla sua risoluta volontà di castigo». Dice don Paolo, e io faccio mie queste parole: “Beh, un Dio così io ve lo lascio!”.

Nessun accenno invece alla punizione divina nelle preghiere del Papa e tantomeno nelle parole dell’Arcivescovo di Milano l’11 Marzo scorso che riporto come traccia per ogni credente: “O mia bela Madunina che te dominet Milan, conforta coloro che più soffrono nei nostri ospedali e nelle nostre case; sostieni la fatica dei tuoi figli impegnati nella cura dei malati; infondi sapienza nelle decisioni, aiutaci a rifiutare le immagini di un Dio lontano, indifferente, vendicativo; non permettere che noi ci dimentichiamo di coloro che soffrono vicino e lontano per l’assurdità della guerra, l’ingiustizia della miseria”.

(tratto da CASENTINO2000 | n. 317 | Aprile 2020)

Tre (due?) mascherine gratis per tutti i cittadini toscani

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Enrico Rossi, presidente della regione Toscana, ha parlato così tramite un post sulla sua pagina ufficiale Facebook: “Abbiamo deciso di distribuire tramite i comuni 10 milioni di mascherine gratuitamente ai cittadini della Toscana. Si tratta quasi di tre mascherine a testa (in Casentino sono 2, 2 e mezzo sarebbe stato difficile…, ndr). Abbiamo ordinato altre dieci milioni di mascherine. Vogliamo dare continuità a questa iniziativa di prevenzione primaria, in linea con le indicazioni dell’’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Le mascherine verrano date ai Comuni della Toscana e chiederemo loro che siano consegnate quanto più possibile casa per casa, anche avvalendosi dei volontari che sono straordinari, sempre e in questo periodo ancora di più. Ho letto molti commenti al mio post precedente in cui si apprezzava l’iniziativa ma mi si chiedeva con forza che facessi anche l’ordinanza per rendere obbligatorio l’uso della mascherina. Leggo sui giornali che sono ripresi troppi comportamenti sbagliati da parte dei cittadini e che ci sono troppi assembramenti. Per questo oggi stesso voglio fare un’ordinanza che rende obbligatorio l’uso della mascherina all’esterno delle abitazioni. La mia intenzione è che l’ordinanza diventi esecutiva comune per comune a partire dalla data nella quale il comune stesso ci comunicherà di avere effettuato la consegna a domicilio. Questa iniziativa vuole anche colpire l’odiosa speculazione che in certi casi sulle mascherine si è registrata anche in Toscana”.

Comunicato Regione Toscana – “In Toscana abbiamo deciso di realizzare una campagna di prevenzione primaria consegnando 10 milioni di mascherine FFp1, testate come idonee dall’Università di Firenze ed equivalenti alle mascherine chirurgiche, a tutti i lavoratori e i cittadini toscani tramite i Comuni e i sindaci che ne cureranno la distribuzione. Ho parlato con il presidente dell’Anci Toscana Matteo Biffoni che si è detto d’accordo con l’iniziativa. Le mascherine saranno distribuite ai Comuni in base alla popolazione e al numero dei contagiati rilevati in ciascuna provincia. La distribuzione avverrà a discrezione dei Sindaci tenendo conto dei servizi essenziali e delle categorie che sono al lavoro”.

“Ovviamente – ha aggiunto il presidente Rossi – continuerà parallelamente la distribuzione di questi dispositivi agli ospedali e ai servizi del territorio che consiste stabilmente in 400mila pezzi al giorno. L’iniziativa di promuovere attraverso i Comuni l’uso delle mascherine tra la popolazione è particolarmente importante dopo le ultime prese di posizione dell’Oms e si configura a tutti gli effetti come un’azione di prevenzione primaria a carico del Sistema sanitario regionale, anche allo scopo di contrastare fenomeni speculativi particolarmente odiosi che si sono purtroppo verificati anche da noi in questi giorni. È nostra intenzione dare continuità a questa campagna. Abbiamo pertanto in ordine altri 10 milioni di mascherine”.

Il presidente Rossi ha poi precisato che nella giornata di oggi la Regione è stata rifornita di altri 200mila kit sierologici: “Effettueremo su questi kit le necessarie analisi – ha detto – e una volta verificata l’efficacia li useremo per estendere ulteriormente lo screening della popolazione già avviato come previsto dall’ordinanza di ieri, con la quale abbiamo programmato 140mila test nell’ambito dei servizi essenziali sociali e sanitari nell’ordine di priorità legato alla maggiore esposizione al rischio di contagio”.

“Con la nuova fornitura dei 200mila kit – ha concluso Rossi – lo screening sarà esteso a tutte le altre categorie dei servizi essenziali previsti dai decreti governativi e ai singoli cittadini su richiesta dei medici e dei pediatri di famiglia. Il materiale acquistato dalla Regione Toscana è giunto nella nostra regione anche grazie all’interessamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e della società Toscana Aeroporti, del suo presidente Marco Carrai, che ringrazio per il ruolo che sta svolgendo in questa particolare e drammatica emergenza sanitaria”.

Non solo previsioni negative, alla fine del contagio è prevedibile una ripresa dell’economia. Contraccolpo positivo tra il 5% e il 10%

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Saranno purtroppo oltre 120.000 le persone in Italia contagiate dal Covid-19 e l’impatto economico è ad oggi quantificabile in una perdita di 80 miliardi di Euro, pari a circa il 4,6% del PIL nazionale. Ma, alla fine del contagio, è prevista una ripresa.

Sono questi i principali dati che emergono da uno studio di Deloitte che stima il pattern di diffusione del Coronavirus e l’impatto economico che l’epidemia avrà in Italia.

Lo studio è basato su modelli costruiti a partire da dati di serie storiche fornite dalla Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’European Centre for Disease Prevention and Control su un periodo di riferimento che va dal 31 dicembre 2019 al 26 marzo 2020. Secondo i dati forniti dalle autorità cinesi e riportati dall’Oms viene stabilita al 31 dicembre 2019 l’inizio dell’epidemia: in questa data la Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan (Cina) ha riferito all’Oms di un gruppo di casi sconosciuti di polmonite nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei. Per quanto riguarda l’Italia, il c.d. “paziente uno” è stato ospedalizzato il 18 febbraio e il 21 febbraio i media italiani lo riportarono come il primo caso di cittadino italiano affetto da Coronavirus. La storia successiva è nota.

Sulla base di tre diversi modelli di previsione (Arma, Anchored Ar e Logistic Diffusion) che mettono in comparazione l’evolversi della pandemia in Cina e in Italia, lo studio Deloitte prospetta uno scenario in cui il totale dei contagi sarà di oltre 120mila persone con una previsione di data nella quale potrà concludersi il contagio non prima dell’ultima parte di luglio con una durata dell’emergenza sanitaria di oltre 150 giorni.

Per quanto riguarda l’impatto economico – ottenuto analizzando i relativi dati nazionali e regionali del valore della produzione resi noti dall’Istat nel 2018 e prendendo in considerazione un periodo ipotetico di emergenza che va dall’inizio del contagio (21 febbraio) alla peggior data prevista per la fine del contagio (25 luglio) – le conseguenze sul PIL italiano vengono stimate nel -4,57% per il 2020 pari a 80,650 miliardi di Euro con una perdita stimata di oltre 800 milioni di Euro per il Primo settore, 13,5 miliardi di Euro per il Secondo Settore e 137 miliardi di Euro per il Terzo Settore.

Non solo previsioni negative. Lo studio di Deloitte indica anche che, alla fine del contagio, è prevedibile un periodo di ripresa dell’economia con un conseguente contraccolpo positivo stimabile tra il 5% e il 10% nei diversi settori.

Lo studio è stato condotto da Marco Vulpiani (Partner Deloitte e Professore associato di Business Evalution alla Luiss), Andrea Eufemi (Director, Valuation, Business Modeling and Economic Advisory), Claudio Rossetti (Valuation, Business Modeling and Economic Advisory – Ph.D), Marco Caiffa (Valuation, Business Modeling and Economic Advisory – Ph.D), Sara Cristina Lisa Petrongolo (Valuation, Business Modeling and Economic Advisory).

La gente non si poteva abbracciare…

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di Melissa Frulloni – Stamani il camion della spazzatura mi ha svegliata come al solito. Il cane del vicino ha abbaiato più forte di sempre e lui si è alzato prima per portarlo fuori a fare la passeggiata di rito. Anche i bambini della scuola vicino casa li ho sentiti ridere e rincorrersi sulla strada, come se non dovessero sedersi sui banchi, come se dovessero andare in gita; ci sta, è il periodo giusto. Intanto il merlo che non smetteva di cantare sul davanzale mi ha ricordato l’arrivo della primavera e allora spinta dalla voglia di vedere se in giardino c’è qualche fiore in più, mi sono decisa e mi sono alzata. Il caffè bevuto in piedi, davanti alla finestra e i rumori che entrano soffocati… Le auto sfrecciano sulla statale nell’ora di entrare a lavoro, mentre un colpo di clacson in lontananza fa immaginare le imprecazioni di quell’automobilista incavolato con il pensionato che va a fare la spesa, alle 8 di mattina, senza superare la velocità di 20 km orari. Al tg passano le solite notizie; cronaca nera, borsa, spread, meteo e poi parte il classico telefilm di scarto del palinsesto di un normale giorno di lavoro. Il Casentino si sveglia di nuovo, sospeso tra chi deve andare ad Arezzo e si trova costretto a combattere con la SR71, i suoi trattori e le sue varianti, e chi deve restare a lottare con i soliti problemi su ospedale, lavoro, Trenino, poche opportunità… Storie di ordinaria follia casentinese insomma.

Mentre prendo il caffè mi torna alla mente un sogno che ho fatto la notte prima. Più che altro un incubo, di quelli strani, confuso, appannato, che hai voglia di dimenticare perché ti ha fatto paura, ma che invece vivi fino a che non ti suona la sveglia e poi ti ricordi bene per tutto il giorno. In quel sogno tutto ciò che fino ad un attimo prima chiamavamo normalità non esisteva più.

La gente non si poteva abbracciare. Non si poteva uscire di casa e i negozi erano tutti chiusi, aperti solo quelli di prima necessità. Chi viveva a questo tempo aveva imparato a salutare da lontano, a non baciare, come se l’affetto non si potesse più dimostrare e tutto fosse caduto in una piatta e grigia atmosfera. La gente comunicava dalle finestre con dei segnali, così per sentirsi meno sola…

Ma la cosa più inquietante di questo strano sogno erano i suoni. Nessun rumore, nessuna auto lungo la statale, nessun automobilista che impreca, nessuno nei parcheggi, nelle scuole, niente gite, il nulla, il silenzio della sera, più forte nel fine settimana, quando invece scatta l’ora chiassosa dell’aperitivo.

Nulla di tutto questo. Solo la natura, il canto degli uccelli, il vento tra i rami, a ricordarci che anche se l’uomo si ferma tutto il resto va avanti, seguendo il ritmo delle stagioni. Un vero incubo che per fortuna mi sono lasciata alle spalle grazie al camion della spazzatura che mi ha svegliata.

Ora mi vesto e vado a lavoro, pronta a scontrarmi con i problemi e le gioie di sempre; la normalità che, nel bene o nel male, è ciò che tutti cerchiamo.

(tratto da CASENTINO2000 | n. 317 | Aprile 2020)

Buone notizie oggi: un solo caso in provincia, nessuno in Casentino. A Castel Focognano ordinanza sulle mascherine

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Oggi dati davvero positivi per il nostro territorio: solo un contagio! Il dato segue la tendenza di tutta la Regione Toscana: minori contagi, minori decessi, minori accessi agli ospedali per ricoveri, maggior numero di guarigioni. Il totale dei contagiati in provincia di Arezzo sale a 351.

 Obbligo di mascherine nel comune di Castel Focognano: ordinanza emessa dal sindaco Ricci E’ in vigore da oggi sabato 4 aprile 2020 l’ordinanza, emessa dal sindaco di Castel Focognano Lorenzo Remo Ricci, che obbliga il personale e i clienti all’uso della mascherina all’interno degli esercizi commerciali presenti nel territorio comunale: alimentari, forni, pasticcerie, media distribuzione, ingrossi alimentari, edicole, tabaccai, farmacie, uffici pubblici, poste, banche e ambulatori. I titolari e i gestori delle attività commerciali devono esporre in modo visibile quanto disposto dall’ordinanza informando la propria clientela che l’accesso e l’attesa per l’ingresso sono consentiti solo con l’uso della mascherina. Deve essere sempre garantita anche la distanza di sicurezza interpersonale prevista dalla legge. Il Comune di Castel Focognano intanto sta continuando a distribuire mascherine, tramite le farmacie e gli esercizi commerciali, per permettere che tutti i cittadini abbiano le mascherine da indossare quando escono di casa. “In questa emergenza un’intera nazione è ferma, per evitare una diffusione incontrollata del Covid19 – afferma il sindaco Ricci – bisogna uscire dalle proprie abitazioni per necessità, solo muniti di una protezione che tuteli l’intera popolazione. Questo è l’unico modo per tornare quanto prima alla vita normale”.

 

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