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sabato, 26 Aprile 2025
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Le offerte di lavoro in Casentino del Centro per l’Impiego

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Le nuove offerte settimanali di lavoro in Casentino del Centro per l’Impiego. Anche questa settimana gli incentivi e le opportunità regionali per i datori di lavoro e le persone fisiche, oltre le chiamate dirette al lavoro. I tirocini curriculari retribuiti 2023/24. Gli Avvisi Pubblici per la concessione di contributi a imprese e/o datori di lavoro finalizzati a garantire incentivi all’assunzione degli iscritti alla legge 68/1999 con disabilità di natura psichica. Il bando per servizi innovativi delle imprese di GiovaniSì. E l’avviso pubblico per il finanziamento di piani di Welfare Aziendale per la conciliazione di vita-lavoro 2023-2025.

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I Socialisti in Casentino per un Centro Sinistra Riformista

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COMUNICATO ELETTORALE – In vista delle prossime elezioni comunali il Psi del Casentino e le forze, i movimenti e i partiti del centro sinistra, hanno costruito un campo largo di centro sinistra, un’alleanza culturale e riformista con una spiccata cultura di governo in una logica di centrosinistra inclusivo e plurale.

Un’alleanza anche culturale che recuperi e aggiorni i valori che sono alla base dell’idea di sinistra riformista, il valore della Comunità, le prospettive di sviluppo della vallata, le necessità di lavoro, di sanità e scuola pubblica, e di infrastrutture che, nelle aree interne sono ancor più stringenti. E’ indispensabile una una visione e una politica unitaria, una sola voce con un forte peso politico da far valere, più e meglio, nei vari ambiti territoriali nei quali siamo coinvolti, a partire dalla sanità fino ai rifiuti, dall’acqua al turismo.

Partendo dalle due novità dei comuni di Castel Focognano e di Bibbiena, il Psi invita a sostenere il socialista Vittorio Vannini e la Lista “Per Castelfognano” e Silvia Rossi e la Lista di Comunità – Bibbiena.

A Pratovecchio – Stia il Psi conferma la fiducia al Sindaco Nicolò Caleri e alla Lista Futura, così come ai sindaci Emanuele Ceccherini di Ortignano Raggiolo. Gianpaolo Tellini di Chiusi della Verna, Carlo Toni di Poppi, Eleonora Ducci di Talla, e Valentina Calbi di Chitignano.

Il direttivo Partito Socialista Italiano – Zona Casentino

Una giornata di screening gratuiti per la prevenzione dell’Epatite C

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Una giornata di screening gratuiti in Casentino per la prevenzione dell’Epatite C. La Misericordia di Bibbiena e la Misericordia di Pratovecchio hanno aderito alla campagna TestiamoCi promossa dalla Regione Toscana e, domenica 26 maggio, saranno a disposizione dei cittadini tra i trentacinque e i cinquantacinque anni per effettuare un test finalizzato a individuare precocemente questa pericolosa infezione. L’appuntamento è in programma dalle 9.00 alle 12.00 a Pratovecchio nella sede della Misericordia in piazza Paolo Uccello e dalle 15.00 alle 23.00 a Bibbiena Stazione in un ambulatorio mobile allestito in piazza Sacconi dove sarà possibile eseguire uno screening che, semplicemente attraverso il prelievo di una goccia di sangue dal polpastrello, permetterà di individuare in pochi minuti eventuali situazioni di rischio.

I cittadini potranno presentarsi senza prenotazione, muniti solo del codice fiscale personale e di una mail a cui verrà inviato il risultato dell’esame. Questa iniziativa è finalizzata alla diagnosi precoce dell’Epatite C, un’infezione del fegato causata dal virus HCV che viene trasmessa mediante contatto con sangue infetto e che spesso decorre per anni senza sintomi fino a diventare cronica ed evolvere in gravi patologie che comprendono la cirrosi o il cancro allo stesso fegato. Questa malattia, se individuata per tempo, può essere curata con un trattamento farmacologico altamente efficace che, nel 95% dei casi, garantisce possibilità di guarigione e che impedisce la circolazione del virus, dunque la giornata del 26 maggio rappresenterà un’occasione per tutelare la salute propria e degli altri.

«Il nostro compito è di porci al servizio dei bisogni socio-sanitari del territorio e del prossimo – commenta Gabriele Conticini, governatore della Misericordia di Bibbiena, – dunque siamo felici di aver fornito la nostra disponibilità per promuovere in Casentino la campagna TestiamoCi a cui ha aderito il comitato provinciale delle Misericordie Aretine per permettere ai cittadini di pensare alla loro salute e al loro benessere».

Il Circolo Kontagio di Poppi, centro di aggregazione e socialità

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di Fabio Bertelli – Aristotele scriveva che l’essere umano è un animale socievole e, per sua natura, tende a riunirsi in delle comunità affinché possa provvedere alle proprie necessità in unione con altre persone. Così da secoli esistono varie modalità che permettono l’aggregazione. Nei tempi recenti un ruolo fondamentale in questo ambito è stato ricoperto dai centri sociali: associazioni che mettono a disposizione degli spazi comuni e garantiscono l’interazione tra le persone. A tal proposito, siamo andati a farci raccontare l’importanza di questi circoli presso uno dei più importanti, nonché dei pochi, centri di aggregazione della nostra vallata: il Circolo Kontagio a Poppi (Piazza Risorgimento, 37). A parlarcene è stato Luciano Rossi, il vicepresidente.

Innanzi tutto, ci può raccontare come è strutturato il vostro circolo? «Il circolo è una realtà affermata del paese da ormai tanti anni. Nel 2008 il comune ci ha dato il permesso di prenderci cura dello stabile attuale (ex scuola elementare) ed è da ormai 16 anni che ci troviamo qui. È possibile suddividere il nostro spazio in due ambienti: da una parte il bar e dall’altra delle sale, in cui si svolgono delle attività gestite non solamente da noi. Oltre a ciò, abbiamo a disposizione una cucina, fornita di tutto il necessario, ed un ampio giardino. La gestione di questi spazi è affidata ad un Consiglio di undici persone, anche se ad occuparcene maggiormente siamo io, il presidente Giovanni Fani e il segretario Sandro Sassoli».

Quali sono le attività principale che svolgete? «All’interno del bar, frequentato da persone di ogni età, solitamente organizziamo due o tre tornei di briscola l’anno, delle tombole, nel periodo estivo, e delle lotterie, in occasione delle festività (Pasqua e Natale). Per quanto riguarda le altre sale, le attività svolte sono molte di più e, come detto precedentemente, sono in cooperazione con altri enti. Ci sono corsi di lingua, gestiti da Arci Arezzo, rivolti in particolar modo a ragazzi stranieri. Dopodiché, due volte a settimana, è il comune ad affittare una sala, mettendola a disposizione di ragazzi che vengono aiutati nello svolgimento dei compiti scolastici. A ciò si aggiungono dei corsi di ginnastica AUSER (ginnastica “morbida” per la terza età) due volte a settimana e dei corsi di yoga. Inoltre, vi è la possibilità di utilizzare le sale e gli spazi ad esse annessi, compresi il giardino, per organizzare compleanni, feste di anniversari, comunioni e molto altro. Altra attività molto importante, sia per la partecipazione che per la “storicità”, considerato che sono molti anni che viene proposta è la scuola di ballo “Jolly Dance” di Rino, Martina e Matilde. Ogni giorno della settimana, ad eccezione del fine settimana, dalle 20.30 alle 23 vengono insegnati svariati balli moderni, tra cui quelli di gruppo. Ultimo servizio, non per importanza, riguarda gli abbonamenti alle piattaforme sportive Sky e DAZN. Queste garantiscono ai nostri associati la possibilità di godere di tutti gli appuntamenti sportivi più rilevanti, dalle partite di calcio ai campionati di automobilismo e motociclismo».

Chi sono le persone che frequentano abitudinariamente il circolo? «Partiamo dal presupposto che, essendo il nostro un circolo ARCI, è obbligatorio che tutti coloro che fanno parte della nostra piccola comunità siano regolarmente tesserati. Fondamentalmente, frequentano il bar persone adulte ed anziane che ne hanno fatto un vero e proprio punto di ritrovo e di riferimento. La componente giovanile, invece, è piuttosto risicata, se non addirittura nulla, nonostante alcune iniziative volte ad attirare anche il loro interesse, come la possibilità di accedere agli eventi sportivi più esclusivi di cui ho parlato prima. Diciamo pure che la quota giovanile è data solamente dalla loro presenza a compleanni o altri tipi di feste».

Ancora abbiamo tutti in mente il periodo Covid, il lockdown e tutte le conseguenze che questo evento ha avuto. Nel vostro caso, come hanno influito questi fatti? «Il periodo del Covid è stato estremamente duro sotto ogni punto di vista. Un centro sociale come il nostro, che vive di contatti e di interazioni umane, è stato profondamente svuotato dalla mancata possibilità di ritrovo ed aggregazione. La ripresa è stata lenta e, comunque, non in grado di tamponare del tutto le perdite materiali. Come ho già avuto modo di sottolineare, la nostra clientela fissa è composta da persone anziane che, dopo la pandemia, hanno avuto svariate difficoltà nel riuscire a riprendere i ritmi di vita quotidiana che avevano precedentemente. Le testimonianze di queste difficoltà sono facilmente rintracciabili. Basti pensare che il numero dei tesserati è diminuito vertiginosamente e che prima del Covid potevamo permetterci di tenere due dipendenti, mentre adesso ve ne è una sola. Fondamentale nella ripresa è stato, e continua ad essere, il lavoro svolto attivamente dai volontari, tra cui figuriamo io, il presidente e il segretario. Infatti, il circolo è aperto tutti i giorni sia il pomeriggio che la sera. Se dalle 14 alle 18,30/19 è la nostra dipendente a gestirlo, la sera, all’incirca dalle 20,30 alle 23, siamo noi volontari muniti di HCCP a garantirne il regolare andamento. La nostra speranza è quella di riuscire ad accrescere sempre di più la nostra comunità, cercando di integrare anche quelle fasce d’età che, per una ragione o per l’altra, si sentono escluse da questo tipo di socialità. Questo nostro augurio è rivolto non solamente al nostro circolo ma a tutti quei centri di aggregazione presenti nella nostra vallata, affinché questi possano tornare ad avere il ruolo centrale che per decenni hanno avuto».

Ringraziamo Luciano Rossi per questa testimonianza e per aver fatto luce su quella che è la situazione del Circolo Kontagio, di cui è vicepresidente; una situazione che vede alcune criticità, dovute alle conseguenze della pandemia di Covid, dalla quale però stanno uscendo grazie agli sforzi, al lavoro e alla fatica delle persone che amano questo centro sociale tanto quanto se stessi. La storia di oggi ci fa riflettere sull’importanza delle relazioni umane, che sempre di più stanno venendo meno in un modo interconnesso in cui abbiamo più followers che amici. Luoghi come il Circolo Kontagio devono essere un esempio concreto, che ci deve ricordare quanto è importante avere un contatto umano con le persone che conosciamo e alle quali vogliamo bene. Ritrovarsi anche solo qualche ora alla settimana è importante per continuare a sentirci vivi. Ringraziamo l’innovazione, che è fondamentale per il progresso umano, e le nuove tecnologie, in primis l’Intelligenza Artificiale, che avranno, e hanno già tutt’ora, una notevole rilevanza in numerosi campi di ricerca. Tuttavia, ricordiamoci che le emozioni umane non possono essere sostituite da un computer; ricordiamoci che, a volte, è più utile e importante una partita a carte con gli amici al bar piuttosto che stare da soli davanti ad uno schermo. Insomma, ricordiamoci di essere umani.

Contatti Circolo Kontagio per info e prenotazioni sale: 331 2783443 numero attivo in orario di apertura 335 385922 Giovanni Fani (presidente) 339 2123427 Luciano Rossi (vicepresidente)

Variante Sr 71 Corsalone, l’assessore Baccelli replica al sindaco di Bibbiena

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“Sostenere che la Regione non abbia intenzione di realizzare l’opera ha, a dir poco, dell’incredibile: a riprova che le affermazioni del Sindaco siano del tutto infondate, rammento che la realizzazione della variante è già programmata e finanziata per 32 milioni di risorse regionali – dichiara Baccelli. – Ciò che inoltre rende questa insinuazione ancora più bizzarra è il fatto che provenga proprio dal Sindaco di Bibbiena: infatti – prosegue l’assessore – anche a seguito della sentenza con cui il TAR ha annullato l’ordinanza del sindaco evidenziando la necessità di riformularla, ad aprile la Regione ha condiviso coi Comuni di Bibbiena e Chiusi della Verna una proposta operativa per le prossime azioni degli enti coinvolti, finalizzate a rendere l’area libera e fruibile e procedere quanto prima con la programmazione dell’intervento”.

Questo il commento che ci ha inviato l’assessore regionale Stefano Baccelli sulle dichiarazioni che ci ha rilasciato il Sindaco di Bibbiena, Filippo Vagnoli, all’interno del nostro articolo “Marino e Vagnoli insieme per la Sacci”, pubblicato sul nr. 365 di aprile in edicola di CASENTINO2000 e che potete leggere per intero anche sul nostro sito casentino2000.it (https://www.casentino2000.it/marino-e-vagnoli-insieme-per-il-recupero-della-sacci/).

Il Sindaco Vagnoli, sul commento di Baccelli, ha replicato: “Se la Regione è interessata a intervenire, noi siamo felici. Attendiamo a questo punto che proceda con l’esproprio dell’aria ex Sacci, che ricordiamo essere privata, e quindi la realizzazione della strada, così come la Regione Toscana ha già fatto con la casa in fondo al Pollino, espropriata e poi demolita per realizzare la rotatoria. Non ci sono impedimenti di alcun tipo, quindi attendiamo fiduciosi.”

Funghi sì, ma con molta attenzione

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di Marco Roselli – La primavera e l’autunno, con le precipitazioni più o meno intense possono creare le condizioni favorevoli alla crescita dei funghi. Nei terreni umidi, non interessati da piogge torrenziali e illuminati da una diffusa insolazione con 18-20 gradi di temperatura, si possono avere le condizioni favorevoli per una crescita rigogliosa. I funghi però sono birboni in quanto, mentre alcuni sono prelibatezze gastronomiche, altri possono spedirci in ospedale senza tanti complimenti; in certi casi sono addirittura mortali. Molti lettori conosceranno benissimo i funghi, tuttavia, mai come in questo caso è di fondamentale importanza non avere eccessi di confidenza con questi meravigliosi prodotti del bosco, visto che ogni anno si registrano numerosi casi di intossicazione. Lo scopo di questo articolo, pertanto, è quello di far capire che il principio di precauzione e la conoscenza possono salvare la vita. Iniziamo l’articolo con quelli che non perdonano.

Sindrome Falloidea E’ dovuta all’ingestione di Amanita phalloides, Amanita verna, Amanita virosa, Galerina autumnalis e Lepiotine di piccola taglia. Tutte contengono amanitine, tossine molto pericolose, mortali per i danni che provocano al fegato.

Amanita phalloides Molto diffusa nel periodo autunnale in vari tipi di boschi con presenza di latifoglie, questa specie, come del resto tutte quelle del genere Amanita, ha portamento elegante. È un fungo il cui cappello è facilmente separabile dal gambo (eterogeneo). Pur presentandosi sempre con tonalità verde/ambrato fino al brunastro dell’apice, la variabilità di colorazione del cappello nella stessa specie può essere notevole; presenta fibrille con un effetto molto simile a una spazzolatura, in cui si evidenziano dei leggeri segni longitudinali. Il gambo, slanciato e bianco, presenta zonature o bande cangianti con le tonalità del cappello, ma più pallide. La base bulbosa è accolta in una volva (parte inferiore dei resti del velo generale) membranosa, ampia e libera all’orlo, in altre parole non aderente al gambo, come per altre amanita. Nella parte superiore è presente un anello ricadente che protegge l’imenio durante la maturazione delle spore; le lamelle sono bianche e fitte. Negli esemplari giovani, la carne non ha quasi odore (leggermente di miele), ma in breve emana componenti ammoniacali tipici della putrefazione. A complicare ulteriormente le cose è la presenza di una Amanita phalloides f.ma alba, completamente bianca, ma con le stesse caratteriste morfologiche delle altre, il cui colore può indurre il raccoglitore inesperto a confonderlo con altre specie mangerecce.

Amanita verna E’ un fungo che si presenta negli stessi habitat degli Agaricus (prataioli): come questi cresce interrata e ha lo stesso colore per cui è facile confonderla. E’ un fungo eterogeneo (cappello e gambo si separano facilmente). Ha cappello emisferico che si appiana con la crescita, di color bianco e di aspetto setoso, con una leggera sfumatura centrale paglierina; il margine è liscio. Il gambo è bianco e slanciato, ricoperto da fine patina, bulboso alla base e avvolto in una volva bianca e membranosa. In alto, prossimo alle lamelle, vi è un anello fine e membranoso che alla crescita ricade sul gambo. La carne è tenera, priva di odore nei giovani esemplari, che diventa sgradevole con l’invecchiamento. Predilige habitat con terreni sabbiosi dove vivono Querce e Pioppi, ma anche Castagno e Pino; cresce solitaria o in piccoli gruppi, dalla primavera all’inizio dell’estate. Non va dimenticata la mortale Amanita virosa, tipicamente autunnale. Questa specie cresce di solito tra abeti e faggi e emana un fastidioso odore fetido.

 

Quelli che si somigliano: i più pericolosi! La scarsa conoscenza spesso determina confusione tra specie di funghi commestibili e i loro sosia velenosi. Possono trarci in inganno un Boletus satanas, sosia del Porcino o un’Amanita muscaria sosia di Amanita caesarea, oppure un Cortinarius orellanus sosia del chiodino, per non parlare di Cantharellus cibarius, sosia del fungo dell’ulivo (Omphalotus olearius). Tra le diverse specie di funghi esistono caratteristiche comuni: il colore, il portamento, la presenza di un anello e altro ancora; questi elementi li ritroviamo simili in tantissime specie, ma difficilmente siamo in presenza di sosia perfetti. Per evitare sviste pericolose per la salute, il raccoglitore dovrebbe avere un minimo di formazione micologica. Soprattutto è bene non fidarsi troppo delle proprie conoscenze, ma far riferimento ad un vero esperto, il Micologo, che certamente ne sa molto di più di chi va a funghi per sola passione.

Possibili sosia Nelle descrizioni che seguono vengono accostati i funghi tossici e mortali a quelli mangerecci. Ai primi due è associato il simbolo del teschio, nel caso dei funghi mortali, oppure una faccia imbronciata nel caso di quelli tossici, tenendo però presente che anche i secondi, in talune condizioni ambientali e di predisposizione personale possono portare al decesso.

Amanita verna e Prataiolo Delle caratteristiche dell’Amanita verna abbiamo descritto in precedenza; questa può essere confusa con il prataiolo commestibile.

Amanita muscaria var. “aureola” e Amanita caesarea Amanita muscaria var. “aureola” si distingue dall’Amanita muscaria per il cappello arancione senza verruche e la volva dissociata in frammenti quasi anulari e poco aderente al bulbo. Questa variante si è rivelata particolarmente pericolosa perché spesso confusa con Amanita caesarea per via del cappello aranciato e privo di verruche bianche.

Amanita panterina e Mazza di tamburo (alla casentinese “Baruciola”) Amanita panterina ha un cappello carnoso, inizialmente emisferico quindi aperto, di colore bruno-olivastro, nocciola, più intenso al centro e ricoperto da verruche, margine striato specie negli esemplari adulti. La cuticola è brillante, leggermente viscosa. Il fungo provoca la cosiddetta sindrome panterinica (così come per Amanita muscaria) dovuta alla presenza delle tossine che possono portare a convulsioni.

Fungo dell’olivo e gallinaccio Il Fungo dell’Olivo (Omphalotus olearius) si può confondere con Cantarellus cibarius (Gallinaccio – Finferlo). Se ingerito provoca sindromi gastro intestinali violente.

Lepiote e Agaricus oreades (detto anche “Gambesecche”) Lepiote sono definite di piccola taglia e sono rappresentate da circa un’ottantina di specie tutte da scartare, perché molte sono tossiche, ma alcune addirittura mortali. Sono funghi terricoli di difficile classificazione, a volte ciò è possibile solo dopo l’utilizzo del microscopio e di reazioni colorimetriche con reagenti chimici.

Gyromitra esculenta e Spugnole Ha il “cappello” strano, subgloboso, molto irregolare, ricco di anse con un aspetto “cerebriforme” e con variazioni di colore dal rosso ruggine al bruno e più ocraceo nella sorella Gyromitra gigas. Il margine del cappello (per questi funghi si chiama mitra o mitria) aderisce al gambo in maniera irregolare e in diversi punti. Cresce nella stagione primaverile, in boschi di conifere, in prossimità di residui legnosi e radici. Questi funghi possono dare gravi avvelenamenti, dovuti alla giromitrina, una tossina presente in tutte le specie appartenenti al Genere. Anche le Morchella o Spugnole sono commestibili esclusivamente dopo prolungata cottura.

Cortinarius orellanus (mortale) e chiodini (Armillaria mellea) Fungo non frequente si presenta fino al tardo autunno in pochi esemplari sotto quercia, castagno e nocciolo. È di taglia medio piccola, carnoso, con il cappello che inizialmente è emisferico campanulato poi, nei soggetti più maturi, diviene appianato. Il cappello risulta asciutto, leggermente feltrato, con fini squamosità, di colore solitamente bruno-ruggine uniforme, ma può tendere all’arancio-mattone; la parte sottostante il cappello è formata da lamelle attaccate al gambo, larghe e dello stesso colore. Al taglio la carne risulta giallastra, esigua e flaccida, con leggero odore di radice. L’orellanina è presente anche in altre specie del gruppo e specie vicine, tutte da considerarsi molto velenose, infatti l’ingestione di questi funghi provoca la sindrome Orellanica, caratterizzata da gravissimi danni a carico del rene che possono portare i pazienti a terapia con emodialisi e/o trapianto. Quando la sindrome si manifesta, anche dopo dieci giorni e più dal consumo, la situazione è ormai tragica per il paziente e del fungo non è rimasta più traccia, nemmeno nella memoria del consumatore.

La tossicità dei funghi Come abbiamo sommariamente riportato, il vasto e complesso mondo dei funghi annovera specie mangerecce, specie che provocano sindromi più o meno gravi (gastroenteriti) e specie molto tossiche o mortali. In alcune situazioni può anche accadere che specie considerate buone diventino tossiche in particolari condizioni della loro crescita (andamento stagionale, luogo in cui si sono sviluppate), oppure che siano considerate mangerecce specie che, in realtà, contengono delle tossine. E’ questo il caso, ad esempio, del Clitocybe nebularis (noto come Ordinale) che è consumato principalmente per il suo sapore molto aromatico ed intenso. Questa sua caratteristica, tuttavia, è anche indizio di tossicità, visto che proprio gli odori che sprigiona sono stati spesso causa di nausee e malori. Recenti studi sulle intossicazioni da funghi hanno evidenziato che l’Ordinale è responsabile di avvelenamenti medio-gravi dal momento che è portatore di sostanze dannose per il fegato che l’organismo non riesce ad espellere. Ci sono persone che hanno sempre mangiato il Clitocybe nebularis senza averne disturbi particolari, tuttavia, gli studi svolti su questi stessi individui dopo alcuni anni di assunzione, hanno evidenziato che i soggetti iniziavano ad avvertire i sintomi a distanza di tempo in quanto, le sostanze si erano accumulate nel loro organismo essendo stato lentamente logorato il fegato.

Alla luce di quanto sopra assume ancora più importanza il principio di precauzione che prevede di non raccogliere i funghi di cui non si ha perfetta conoscenza. Chiedere informazione agli Ispettorati Micologici nei casi di incertezza è sempre una buona norma igienica e talvolta salva la vita.

Bibliografia Francesca Assisi – Le intossicazioni alimentari da tossine naturali: guida al riconoscimento e alla prevenzione – Ministero della salute Siti internet www.agraria.org

Voglio vederti danzare

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di Federica Andretta – Curt Sachs diceva che «la danza è la madre di tutte le arti. La musica e la poesia esistono nel tempo; la pittura e l’architettura nello spazio. Ma la danza vive contemporaneamente nel tempo e nello spazio. Prima di affidare le sue emozioni alla pietra, al suono, l’uomo si serve del suo corpo per organizzare lo spazio e ritmare il tempo».

Martina Castelli, laureata in Scienze Motorie, è insegnante di danza e protagonista del nostro servizio di questo mese. Dagli inizi come ballerina al suo attuale percorso lavorativo nel mondo della danza ed infine le prospettive per il futuro.

Martina, sei un’insegnante di danza. Come nasce questa tua passione? «Ho iniziato a ballare fin da piccola. Ho sempre ballato e mi è sempre piaciuto ballare poi pian pianino sono entrata nel mondo dell’insegnamento. Ho seguito vari corsi per conseguire tutti gli attestati necessari. Ho cominciato ad insegnare partendo dalle bambine e poi sono arrivata al moderno; successivamente, mi sono specializzata nella danza aerea e nella pole dance».

Da quanto tempo svolgi questa professione? «Ho iniziato ad insegnare nel 2015/2016, in primis nella scuola in cui sono cresciuta e dove tuttora continuo ad insegnare, ovvero a Soci alla Two Pas Dance dove la mia grande insegnante mi ha dato questa opportunità. Poi tre anni fa ho deciso di aprire una mia scuola a Subbiano, la Live Love Dance, senza lasciare la scuola dove sono cresciuta, quindi continuo in entrambi i luoghi ad insegnare e a divertirmi con le mie allieve. Infatti, mantengo sia Soci come dipendente-insegnante sia Subbiano come direttrice artistica. Le due scuole sono molto simili, entrambe improntate sulla tecnica, sulla salute e sul benessere di tutte le allieve».

Quali sono state e saranno le iniziative di questo 2024? «Le iniziative di quest’anno sono tantissime, come sempre. Abbiamo iniziato due anni fa con una coppia di ragazze (quelle che mi seguono appunto dal 2015) ad intraprendere questo percorso di gare. È una cosa che ci è piaciuta veramente tanto e ci ha dato energia; quindi, abbiamo deciso di estenderla alle altre ballerine più grandi della scuola, ma anche alle più piccoline proprio come esperienza e lavoro. Momentaneamente abbiamo partecipato alle Regionali dove sono passate tantissime delle mie allieve e di questo sono davvero contenta e fiera! Vuol dire che il lavoro che svolgiamo insieme è veramente importante. A breve, ossia a fine mese, si terranno i saggi di danza sia della scuola di Soci sia di quella di Subbiano. Li faremo al Teatro di Stia e due settimane dopo parteciperemo alle Nazionali di danza aerea a Roma, per cui ci stiamo già adoperando per creare tutte le coreografie, lezioni private, eccetera e poi da lì vediamo. Incrociando le dita, speriamo di proseguire quindi allo step successivo rappresentato dalla “Coppa Italia” per poi dopo andare anche ai Mondiali; già due volte due delle mie ragazze ci sono arrivate e hanno vinto il cerchio in coppia».

Quali sono i vostri progetti per il futuro? «I progetti futuri sono immensi. Abbiamo dei progetti grandi, dei sogni che sono il punto più bello da cui partire. Ecco, mi piace pensarla così, mi piace pensare che c’è sempre un obiettivo, uno scalino più alto e non vedo piano, piano l’ora di realizzare tutti i miei progetti!».

Com’è stato gestire la scuola durante il periodo Covid? «Durante il Covid è stato veramente difficile per il fatto che soprattutto le ragazze impegnate nelle gare non potevano fermarsi quindi abbiamo dovuto adoperarci tramite piattaforme e quindi predisporre lezioni online, ma tutto ciò ovviamente non è stata la solita cosa. Poi fortunatamente hanno dato la possibilità a coloro che praticavano attività agonistica di trovarsi in numero ridotto indossando le mascherine. Tuttavia, sono stati anni veramente difficili, senza dubbio, dove è stata riscontrata una regressione sia di tecnica sia di esperienza, sia proprio di scuola. Non appena ci hanno ridato il via siamo ripartite subito cariche e adesso quel periodo è soltanto un ricordo lontano».

Secondo Carla Fracci, «la danza è una carriera misteriosa, che rappresenta un mondo imprevedibile ed imprendibile. Le qualità necessarie sono tante. Non basta soltanto il talento, è necessario affiancare alla grande vocazione, la tenacia, la detminazione, la disciplina, la costanza». Quali sono per te gli ingredienti fondamentali per essere un bravo ballerino e una brava ballerina? «Per essere un ballerino, una ballerina, al 90% abbiamo quasi tutte femmine, ci vuole tanta passione, tanta voglia e tanto sacrificio; occorre saper essere determinati e avere un obiettivo in testa. C’è anche chi lo fa così per fare qualcosa durante la propria giornata, ma se si vuole raggiungere degli obiettivi, bisogna essere veramente decisi, quadrati su quella posizione e lottare, lottare con determinazione, fino a che non si raggiunge la meta».

Quanti riescono ad emergere e a sfondare nel mondo della danza? «Il mondo della danza è un mondo molto particolare, soprattutto in Italia. Diciamo che ci sono altri sport emergenti nel nostro Paese benché, la danza sia uno di quelli più praticati dalle bambine, dalle ragazze, però purtroppo non è riconosciuta al 100% come sport bensì come disciplina a livello di danza classica, moderna e hip hop. Ora da febbraio di quest’anno fortunatamente la pole dance e la danza aerea sono state riconosciute come danze sportive quindi considerate come sport visto che sono più fisiche; richiedono un po’ più di forza rispetto a una danza normale che viene ancora definita come “disciplina”. Addirittura, la pole dance è nelle richieste per entrare alle Olimpiadi quindi non aspettiamo altro, perché quello, ecco, vorrebbe dire poter veramente fare qualcosa e a tutti gli effetti essere riconosciuta come sport. Momentaneamente in Italia è un mondo un po’ a parte lasciato a sé, in grado però di dare veramente tante soddisfazioni e chi lo segue sa quanto sia bello!»

Continuità e rinnovamento nelle politiche per lo sport di “Poppi nel Cuore”

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COMUNICATO ELETTORALE – Continuità e rinnovamento nelle politiche per lo sport di “Poppi nel Cuore”. Il programma 2024-2029 della lista a sostegno di Carlo Toni come candidato a sindaco dedica una particolare attenzione all’ambito sportivo inteso come veicolo di inclusione e integrazione, ma anche come strumento di sostegno a welfare, turismo e istruzione, prevedendo una serie di interventi per migliorare gli impianti, sostenere l’associazionismo e affiancare l’organizzazione di eventi.

Tra le priorità di “Poppi nel Cuore”, in quest’ottica, rientra la manutenzione e l’ammodernamento delle strutture esistenti per mantenerne la qualità e adeguarle alle rinnovate esigenze del territorio, dando seguito a un percorso che nell’ultimo quinquennio è stato condotto attraverso investimenti di quasi un milione e mezzo di euro. Uno degli interventi più importanti in termini di richiamo turistico anche internazionale sarà rappresentato dalla conclusione delle diciotto buche dell’impianto da golf del Golf Club Casentino, per un’operazione dal valore di 900.000 euro già finanziata dalla Regione Toscana. Tra le opere previste rientra poi la realizzazione della nuova pista di atletica a sei corsie, la previsione di un’area fitness al parco Palafolls e, a Badia Prataglia, la costruzione di un campo da calcetto e la riqualificazione del campo sportivo del Capanno, oltre all’ultimazione dei lavori di manutenzione del manto erboso e di efficientamento energetico dello stadio comunale di Poppi che seguono il già completato miglioramento dell’impianto di irrigazione. Dopo la ristrutturazione e valorizzazione dell’impianto sportivo e della club house del Tennis Club Campaldino, il programma di “Poppi nel Cuore” contempla ora soluzioni per mitigare l’impatto dei palloni da gioco in relazione alle necessità stagionali e del circolo.

«Parallelamente agli interventi sulle strutture – spiega Carlo Toni, – occorre investire nella promozione della cultura sportiva soprattutto tra i giovani e gli anziani, impegnandosi perché lo sport possa essere un’opportunità per tutte e per tutti. In questo quadro, crediamo che il modello di “palestra all’aperto” previsto al parco Palafolls sia da strutturare e mettere a sistema come promozione delle attività motorie, come pratica per mantenere la salute e come veicolo per riconquistare gli spazi pubblici. L’attività sportiva non è un mondo a sé ma è un settore che interagisce con il welfare, il turismo e l’istruzione e, per questo motivo, siamo convinti che sia necessario continuare a sostenere le associazioni nelle loro tradizionali attività e anche nell’organizzazione di manifestazioni sportive e turistico-sportive capaci di portare benefici al territorio e alla comunità».

Perché scegliere i prodotti di stagione?

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di Beatrice Boschi – Tutti ormai sappiamo quanto sia importante inserire nella propria alimentazione cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, un’abitudine ancora più salutare se la scelta viene fatta in base alla stagionalità dei prodotti, acquistandoli nel momento in cui sono in grado di offrire le loro massime qualità organolettiche. Ma perché è così importante scegliere prodotti di stagione?

• Consumare frutta e verdura di stagione significa seguire un’alimentazione che varia continuamente, di mese in mese, in base alla disponibilità dei prodotti ottenendo diversi benefici. La natura ci offre sempre i prodotti adatti al momento giusto, ad esempio frutta e verdura ricche di vitamina C in inverno per le difese immunitarie oppure prodotti ricchi in acqua e zucchero in estate per contrastare la disidratazione tipica della calda stagione.

• Scegliere frutta e verdura stagionale permette di apportare vitamine e sali minerali continuamente diversi, consentendo il giusto apporto di tutti i micronutrienti.

• Aiuta, inoltre, a diminuire l’uso di additivi, dal momento che la frutta e la verdura coltivate nel loro periodo naturale crescono naturalmente senza il bisogno di essere modificate.

• I prodotti stagionali hanno delle proprietà nutritive superiori rispetto a quelli non stagionali, oltre al fatto che sono anche più saporiti al gusto.

• Optare per prodotti stagionali può far risparmiare nella spesa, dal momento che i processi che servono per produrre frutta e verdura fuori stagione costano molto. Per questo acquistando prodotti di stagione spendiamo meno e automaticamente incentiviamo anche le piccole produzioni locali. Quali sono i prodotti di stagionali attualmente?

Maggio è il mese in cui possiamo trovare sul banco del supermercato, o del piccolo rivenditore, prodotti sia della stagione primaverile che di quella estiva. Infatti possiamo trovare frutta come albicocche e pesche, ma anche ciliegie e fragole, oppure verdure primaverili come asparagi e agretti, ma anche finocchi, rucola, spinaci, radicchio rosso, lattuga, pomodori, barbabietole e zucchine. Non dimentichiamo però che ci sono alimenti e verdure naturalmente disponibili tutto l’anno grazie al clima che caratterizza le diverse aree geografiche della nella nostra penisola, come patate, carote, cipolle e insalata.

Dott. SSA BEATRICE BOSCHI Biologa e nutrizionista, beatrice.boschi@virgilio.it – tel. 347 8482948

Anziani: luoghi, cura e compagnia

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COMUNICATO ELETTORALE – Il progressivo invecchiamento della popolazione rappresenta una sfida crescente per molte comunità, e il Casentino non fa eccezione. Secondo i dati provvisori dell’ISTAT per il 2022, le persone di 75 anni o più costituiscono il 14,6% della popolazione residente, con un incremento di circa 3 punti percentuali negli ultimi 20 anni.

Crediamo molto all’importanza della vita sociale che offre all’anziano la possibilità di mantenersi dinamico stimolando corpo e mente. È un elemento che riassume tutte le prerogative dell’invecchiamento attivo perché, oltre a rinsaldare i rapporti con gli altri attraverso attività di gruppo come incontri, laboratori, passeggiate e gite, offre importanti stimoli cognitivi, soprattutto se l’anziano svolge in compagnia attività ricreative che consentono di mantenere la mente allenata. Numerosi studi testimoniano che chi invecchia in maniera attiva ne trae benefici sia sotto il profilo della salute fisica, che psicologica, che in termini di qualità della vita in generale.

Ma l’incremento della popolazione anziana porta con sé la necessità di potenziare e migliorare i servizi di assistenza. La cura degli anziani richiede risorse considerevoli e un impegno costante da parte delle famiglie, che spesso devono bilanciare lavoro, assistenza e vita privata. Questo compito diventa ancor più gravoso nelle aree montane e periferiche del Casentino, dove l’accesso ai servizi è più limitato.

L’importo medio mensile delle pensioni erogate dall’INPS nel Casentino, pari a 922,6€ nel 2021, evidenzia ulteriormente la necessità di supporto economico e assistenziale. Gli anziani, spesso con redditi fissi e limitati, necessitano di servizi accessibili e adeguati che possano garantire loro una qualità di vita dignitosa.

La nostra Lista di Comunità riconosce l’importanza cruciale di affrontare queste sfide e si impegna a creare e migliorare i servizi per la popolazione anziana. Questo impegno non solo migliora la vita degli anziani, ma offre anche un sostegno significativo alle loro famiglie, alleviando il carico assistenziale e migliorando la qualità della vita di tutta la comunità.

Come? Potenziando i Servizi di Assistenza Domiciliare per migliorare e ampliare i servizi di assistenza domiciliare con un supporto costante e qualificato agli anziani, direttamente nelle loro abitazioni.

Promuovendo il ripristino di centri diurni, in particolare il Centro Alzheimer che offriva un importante spazio di riferimento per la riabilitazione la socializzazione, e strutture residenziali che possano offrire un ambiente sicuro e stimolante per gli anziani, alleviando le famiglie dal carico assistenziale quotidiano.

Implementare misure di sostegno economico, in particolare proponendo una revisione del regolamento per l’integrazione della quota sociale per gli anziani ricoverati in RSA.

Garantendo un accesso più facile e rapido ai servizi sociali e sanitari, attraverso la collaborazione con le strutture sanitarie locali, l’implementazione di servizi di trasporto dedicati e una più semplice gestione della burocrazia collegata a questa tipologia di servizi.

Una comunità che si prende cura dei suoi membri più vulnerabili è una comunità più coesa, forte e resiliente. Con il nostro programma, miriamo a costruire un Casentino dove ogni anziano possa sentirsi supportato e valorizzato, e dove ogni famiglia possa contare su un sistema di assistenza efficace e solidale. Andare oltre le apparenze significa guardare al cuore delle necessità della nostra comunità e agire con determinazione per soddisfarle.

Lista di Comunità – Bibbiena

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