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venerdì, 25 Aprile 2025
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Muse in..canto, contro la violenza sulle donne

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Sabato 16 aprile alle ore 17 presso il Teatro Vasariano di Arezzo si svolgerà un pomeriggio di musica tutto al femminile. “Muse in..canto”, Arie e polifonie, sacre e profane, di donne o intorno a donne dal Rinascimento al Romanticismo. E’ questo il titolo dell’evento organizzato dall’Associazione Pronto Donna Onlus. Il Concerto sarà realizzato dal gruppo vocale “I cantori di Silvia”, diretti da Silvia Vajente, con musiche di Chiara Margherita Cozzolani, Isabella Leonarda, Lucrezia Orsina Vizzana, Barbara Strozzi, Girolamo Frescobaldi, Giovanni Legrenzi, Fanny Hensel Mendelssohn, Clara Schumann, Pauline Viardot, Cecile Chaminade, Isabella Colbran, Maria Malibran. Una serata importante che ha come obbiettivo principale quello di sensibilizzare l’intera popolazione sul delicato tema della violenza sulle donne e di diffondere la conoscenza dell’Associazione all’interno del territorio locale, nonché la raccolta fondi per la gestione di alcune attività svolte dall’Associazione stessa. La serata è ad ingresso libero SILVIA VAJENTE è un importante soprano in piena attività concertistica di livello internazionale, oboista professionista fino al 2000, musicologa, direttrice di coro, che affianca da anni alla sua personale carriera solistica anche quella didattica. Ha insegnato per 10 anni canto lirico presso l’Istituto di musica di Montepulciano, successivamente presso la Scuola di musica Coradini di Arezzo e da quest’anno insegna alla D.I.M.A. Silvia è anche docente di tecnica vocale alla Scuola superiore per direttori di coro della Fondazione Guido d’Arezzo e di musica d’insieme al Liceo musicale . I CANTORI DI SILVIA nascono come un gruppo di allievi di canto del soprano Silvia Vajente, provengono da percorsi e realtà didattiche differenti, con età anagrafiche diverse. La loro attività nasce nell’estate del 2011 e hanno all’attivo programmi da concerto di repertorio operistico, da camera e di musica sacra dove alternano spesso brani solistici ad altri d’insieme.

L’Europa ce lo chiede!

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di Muzio Cordo – L’apoteosi la raggiunge come sempre l’Unione dei Comuni, un tempo l’unione faceva la forza, oggi fa la Forza di Polizia Locale.

Dopo due guerre mondiali fratricide, alcuni conflitti regionali mai spenti totalmente, oggi ancora vediamo l’Europa come un’entità ingombrante e nemica dei cittadini. Forse la realtà è che tutte le volte che i governi vogliono imporre cose poco utili ai popoli europei danno la colpa a Strasburgo, come se nel parlamento europeo sedessero degli alieni completamente distaccati dai partiti nazionali.

Ma come possiamo sperare di unire l’Europa se non riusciamo ad unire Ortignano con Bibbiena e il Corsalone?

In tutto ciò Pratovecchio e Stia non sono altro che l’eccezione che conferma la regola. Intanto il tesoro più grande della nostra valle, la foresta, frutto di millenario lavoro iniziato dai Monaci Camaldolesi e continuato dal Corpo Forestale dello Stato con i risultati che il mondo oggi ci invidia, rischia di perdersi. I Monaci non si dedicano più come un tempo alla cura del bosco, e la Forestale non c’è più, come la Provincia d’un tratto è divenuta scomoda, inutile, un corpo di polizia che l’Europa proprio non digeriva, proprio perché nel tempo ha dato dimostrazione di amore per l’ambiente ed efficacia nella gestione del patrimonio boschivo e faunistico nazionale. Stambecchi, cervi, lupi ed orsi oggi sono ancora sul territorio grazie al lavoro e alla competenza delle nostre Guardie Forestali, angeli custodi dei nostri alberi e quindi del nostro futuro.

Ma l’Europa ha voluto così e noi non possiamo certo contravvenire gli ordini di Strasburgo… Ma di questo ne riparleremo. Perché oggi vi voglio raccontare una storia, una di quelle da libro Cuore, non alla Emma Perodi, alla De Amicis. C’era una volta un bambino, andava tutti i giorni a scuola a piedi da solo, non era distante da casa e lui si sentiva protetto dai suoi amici, passando agli incroci trovava il sorriso del Vigile Urbano con l’elmetto bianco e i lunghi guanti anch’essi bianchi, col fischietto attaccato ad una catenella che sembrava così robusta da poter raddrizzare la torre di Pisa. Ma Lui gli voleva bene, pensate, quando lo vedeva fermo sul bordo del marciapiede, balzava nel centro della strada, fermava il traffico e sembrava dire: “Fermi tutti che passa il mio amico Carletto!”.

Mentre lo scolaro arrancava affrettando il passo, sotto la pesa cartella, controllava che tutte le auto rispettassero l’ordine del suo beniamino che mentre lo sfiorava gli faceva l’occhiolino. Arrivato a scuola, all’entrata ce n’era un altro che col sorriso sembrava gli dicesse: “Tranquillo, qui fuori ci sono io, se hai bisogno basta chiamare”. Qui da noi era diverso, qui non siamo in città, il “Guardia”, invece del Pizzardone o del Ghisa, girava per il paese, pronto a riprendere i monelli che sporcavano la fontana o danneggiavano i giardini; se si aveva un problema con l’Amministrazione lo si diceva a Lui al bar mentre si prendeva un caffè e zac, il giorno dopo tutto si sistemava come per magia.

Ma oggi non ci sono più i vigili urbani, oggi abbiamo la Polizia Locale, se c’è un incidente non si chiama più la Polizia Stradale o i Carabinieri, ma proprio la Polizia Locale che infatti non è più davanti alle scuole, difficilmente la vedi in giro per i paesi, ora deve controllare il territorio in sinergia con Carabinieri e Poliziotti. Chiudi la Forestale e crei la Polizia Locale, che va a fare quello che facevano e fanno Polizia e Carabinieri, anche questo ce lo ha chiesto l’Europa?

Intanto in Casentino abbiamo circa 25 Poliziotti locali con una preparazione non certo come quella delle altre Forze di Polizia per quanto riguarda l’uso delle armi ed il contrasto del crimine, comunque sufficientemente preparati per quanto riguarda il codice della strada.

Sono state attribuite al corpo ulteriori incombenze burocratiche con il risultato che sempre più personale “scrive” e di conseguenza di poliziotti locali pochi se ne vedono in giro, sarebbe interessante far scrivere ai ragazzi delle elementari cosa sanno e cosa pensano dei Vigili, potremmo scoprire cose interessanti.

Un altro aspetto inquietante è che mentre le Forze dell’Ordine sono abituate da tempo ad una sinergia e a un coordinamento per le azioni sul territorio su area provinciale, il corpo della Polizia Locale è frammentato tra i vari Comuni e che le azioni di contrasto sono demandate alle altre Forze creando di fatto gestioni diverse delle problematiche di loro competenza da Comune a Comune. Chiaramente tra Bibbiena, Pratovecchio Stia e L’Unione dei Comuni ci sono alcune differenze. A Bibbiena le cose sembrano funzionare come tanti anni fa, anche se si tollerano infrazioni potenzialmente pericolose o ingiuste, a Pratovecchio Stia ancora non si capisce come si voglia riorganizzare il servizio: dentro o fuori l’Unione? Quali risorse umane mettere in campo? Come gestire il turnover? Come fare fronte ad imprevisti?

Ma l’apoteosi la raggiunge come sempre l’Unione dei Comuni, un tempo l’unione faceva la forza, oggi fa la Forza di Polizia Locale. Probabilmente invece di aver razionalizzato il sistema a noi cittadini pare che siano aumentate le spese e diminuito il servizio. Eppure a volte le cose funzionano, si elevano multe nel pieno della notte o durante funerali in posti in cui ti domandi come possano essere arrivati i vigili.

Ma gli scolari con l’obbligo di firma, in effetti nessuno è più libero di uscire da scuola se non prelevato da un parente stretto, non hanno più bisogno del “Vigile”. Il mondo cambia, forse in Casentino sarebbe stato meglio avere qualche Forestale in più e qualche Pizzardone in meno. Ma questa è un’altra storia.

(tratto da CASENTINO2000 | n. 268 | Marzo 2016)

La “discarica” di Fonte Chiara a Corsalone

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[wzslider]di Giancarlo Zavagli – La locuzione latina “repetita iuvant”, tradotta letteralmente, significa “le cose ripetute aiutano”. Il senso della frase è questo, una notizia, a forza di essere ripetuta, dovrebbe essere appresa da chi la legge. Ha valore non solo nel senso puramente didattico ma anche in rapporto alle esperienze (le cose ripetute giovano): ripetere un gesto o una azione può dare piacere o, comunque, migliorare l’esecuzione di una determinata azione. Può inoltre assumere una connotazione particolare, specie nel linguaggio giornalistico, in un contesto in cui si voglia sottolineare l’uso della ripetizione come mezzo per ribadire una notizia a cui non è seguita un’azione di cura.

Di seguito riportiamo quanto scrivevamo su CASENTINO2000, numero 172 di marzo del 2008, otto anni fa. “…Uno spettacolo “scioccante”, queste fotografie sono state scattate in Casentino a poche decine di metri dalla SS71, lungo la ferrovia, in Località Fonte Chiara, nel Comune di Chiusi della Verna che fa parte del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e riguardano il magazzino delle strutture prefabbricate della ex Stimet, oggi di proprietà di un altro prefabbricatore. Sono immagini di strutture obsolete, praticamente inutilizzabili perché negli ultimi due anni sono cambiate o sono in corso di modifica tutte le norme riguardanti la prefabbricazione, quelle sull’Isolamento Termico, la normativa relativa alla “Resistenza al Fuoco delle Strutture Portanti” e le “NCT” (Norme Tecniche per le Costruzioni). Oltre a ciò, i cartellini adesivi che fissano le date di produzione risalgono agli anni 2003 e 2004, molti sono illeggibili e deteriorati dal tempo, si può dedurre che anche le Concessioni Edilizie rilasciate dai comuni per le costruzioni alle quali i manufatti erano destinati sono probabilmente scadute, le autorizzazioni comunali hanno di regola una durata triennale, mentre le date di fabbricazione riportate nei cartellini risalgono a 4 o 5 anni fa. L’eventuale rinnovo della Concessione Edilizia sarebbe fattibile, ma oltremodo oneroso, inoltre il tentativo di adeguamento di questi elementi alla legislazione vigente quasi impossibile. Per farvi un esempio, è come se voi aveste lasciato in mezzo ad un campo una “Fiat Ritmo” negli anni ’80 e pretendeste oggi dopo oltre 20 anni di guidarla così come è. Infatti questa macchina che da un ventennio è stata abbandonata, verrà da tutti considerata un rottame e non una semplice macchina parcheggiata. Per di più una notevole quantità delle cose ammucchiate in modo disordinato in questo ex magazzino non sono neanche vecchi prodotti di costruzioni, ma solo scarti di produzione e rifiuti da smaltire”.

Layout 1

Allora, nel 2008, questo panorama era poco visibile, si scorgeva viaggiando sulla SR71, di sfuggita, in basso a sinistra e in lontananza, lungo l’Arno tra la ferrovia e le prime case di Fonte Chiara. Ma oggi con la nuova “ciclo-pedonabile”, tutti quelli che la frequentano possono vedere a poche decine di metri di distanza questo spettacolo scioccante. Da quel marzo 2008 la condizione del sito è peggiorata, tante strutture che prima erano accatastate oggi sono cadute, altre sono scivolate dai loro sostegni ribaltandosi, i grandi pannelli di tamponamento semi-sdraiati sono tessere giganti di un domino sconclusionato, i mucchi di sacchi che contengono i materiali di risulta sono strappati, lacerati e consumati dal sole e dalle intemperie mostrando il loro contenuto. Le ferraglie, i bidoni, i serbatoi sono arrugginiti e abbandonati tra gli erboni; assali di camion completi di ruote sono abbandonati, carcasse di copertoni crepati, lamiere rugginose che sbattono al vento e pioppi, tanti pioppi che fra tutto questo ciarpame cominciano a crescere rigogliosi.

Ad oggi non è facile comprendere chi siano i titolari di questo “magazzino all’aperto” che più verosimilmente potremmo definire: “discarica di prefabbricati obsoleti e scarti di lavorazione”. Le vicende di questi anni, i passaggi di proprietà, i fallimenti societari di tutti quelli che nel tempo lo hanno frequentato ne hanno confuso il percorso, ma comunque sia andata a qualcuno dovrà pur essere intestato. Restiamo stupiti che in questi anni nei quali la sensibilità sul trattamento del suolo e della salvaguardia ambientale vengono da più parti declamate, qui in Casentino, nel cuore verde della Toscana, da sud a nord ci siano esempi di consumazione del territorio a dir poco scandalosi. Un tempo eravamo additati per le nostre bellezze, ma oggi viaggiando in treno, oppure in auto ed ora anche passeggiando per la ciclo-pedonabile possiamo vedere che non è più così. E’ vero le vicende di questi ultimi anni hanno costretto la nostra valle a sopportare eventi terribili, aziende chiuse per fallimento, centinaia e centinaia di posti di lavoro persi, siti industriali gloriosi, morti e mai recuperati. Le piaghe sono visibili da Rassina a Stia, passate dovunque volete ma li vedrete, proprio come dopo una battaglia persa.

Vi ricordate il racconto: L’ombra del Sire di Narbona, nelle “Novelle della nonna” di Emma Perodi. Racconta così la buona vecchia: “… Il conte Selvatico galoppò fino al piano di Campaldino; ivi giunto accese la torcia di resina, e spinse il cavallo nel campo bagnato dal sangue di tanti combattenti. Ma aveva fatto poco cammino quando udì un grido ripercosso da mille bocche, e da quei monti di ossami, che spiccavano nella notte buia, vide alzarsi a centinaia gli scheletri dei guerrieri insepolti, e tender tutti le mani per afferrare chi la coda, chi la criniera, chi le briglie del suo cavallo. Selvatico ficcò gli sproni nel corpo dell’animale e raddoppiò la corsa; ma per quanto facesse per evitare di essere abbrancato da quelle mani scheletrite, ogni tanto sentiva sfiorarsi il volto, la nuca o le spalle, e rabbrividiva tutto”.

Questa metafora è coinvolgente, noi oggi come allora a Campaldino usciamo da una battaglia persa, ma non per sfortuna bensì per incapacità, per la mancanza di un minimo di soglia morale. Non possiamo dare la colpa di questa sconfitta ai soldati che l’hanno combattuta valorosamente, ma ai comandanti si, ai loro consiglieri politici pure, questi sono i veri responsabili della disfatta e delle spoglie che restano. “Repetita iuvant” è l’incipit che ha aperto questo pezzo maledetto, ma è anche l’auspicio che ci facciamo concludendolo: “Che qualcuno comprenda!”

Scendano dai loro scranni i politici coinvolti, i banchieri finanziatori, gli imprenditori altezzosi ed anche i loro devoti dirigenti che in silenzio hanno eseguito gli ordini, attraversino il campo di battaglia, guardino lo scempio e rabbrividiscano, come fece il conte Selvatico. Poi comincino a trovare una soluzione a tanta rovina, perché è traumatizzante per noi e poco allettante per il turista vedere il Casentino ferito a morte, o come a Fonte Chiara, in avanzato stato di putrefazione.

(tratto da CASENTINO2000 | n. 268 | Marzo 2016

 

Importanti novità sul comodato gratuito di immobili a figli e genitori

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La legge di stabilità 2016 ha introdotto, rispetto agli anni passati, alcune importanti novità per il comodato gratuito prevedendo la riduzione del 50% della base imponibile IMU e TASI per gli immobili concessi in comodato d’uso gratuito ai parenti in prima linea, ossia figli e genitori. Esaminiamo nel dettaglio la normativa, specificando che la stessa NON E’ applicabile alle abitazioni classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9.
La base imponibile su cui calcolare l’IMU e la TASI è ridotta al 50% per le unità immobiliari concesse in comodato dal soggetto passivo (comodante) ai parenti in linea retta entro il primo grado, ossia genitori e figli, (comodatari) a condizione che:
1) il comodatario deve utilizzare l’immobile come sua abitazione principale
2) Il contratto di comodato, anche se verbale, deve essere registrato
3) Il comodante possieda un solo immobile in Italia, intendendosi che l’immobile sia ad uso abitativo, con la conseguenza che il possesso di altri immobili o di pertinenze non destinati ad uso abitativo non impediscono il riconoscimento dell’agevolazione
4) Il beneficio si applica anche nel caso in cui il comodante, oltre all’immobile concesso in comodato, possieda nello stesso comune un altro immobile adibito a propria abitazione principale, sempre ad eccezione delle unità abitative classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9.
Le condizioni sopra riportate sono tutte necessarie per il riconoscimento dell’agevolazione, dunque il venir meno di una sola di esse determina la perdita dell’agevolazione stessa. Va infine detto che il soggetto passivo dovrà attestare il possesso dei suddetti requisiti presentando modello di dichiarazione, così come previsto nei vigenti Regolamenti IMU e TASI. Per maggiori dettagli si può leggere la risoluzione n. 1/DF , del Ministero dell’Economia e delle Finanze che tratta di particolari casistiche ed approfondisce alcuni aspetti normativi e pratici.
Stante gli inevitabili dubbi e difficoltà nell’applicazione di una norma totalmente nuova a valenza su tutti i Comuni in quanto contenuta nella Legge di Stabilità, anche il Servizio Entrate dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino resta a disposizione degli utenti per garantire le informazioni del caso. L’ufficio di riferimento nella sede di Via Roma a Ponte a Poppi è aperto al pubblico il martedì, giovedì e venerdì (0575-507232, dott.ssa Maria Teresa Burchini). Ecco il link al sito che riporta addetti ed orari dei singoli uffici comunali.
http://www.uc.casentino.toscana.it/sportello-amico-solo-per-te

Di nuovo non rispettate le norme nella Giunta dell’Unione? I consiglieri di minoranza: “Possibile ricorso al TAR”

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È stata questa la settimana delle foto e delle autocelebrazioni da parte dei Sindaci e della maggioranza che governa l’Ente Unione dei Comuni del Casentino. Sono contenti perché nel loro modo di intendere la politica hanno segnato un doppio goal: aggirato con una machiavellica furberia il confronto con i cittadini e poi, con la tanto attesa riunione della giunta, regolato con la nomina del nuovo Presidente la questione Agostini.

Ma come Consiglieri di Minoranza dell’Unione dei Comuni del Casentino, in merito al Consiglio dell’Unione tenutosi domenica 3 aprile in prima convocazione, alle ore 15.30, desideriamo fare presente quanto segue.

Non ci siamo presentati a tale Consiglio ritenendo giusto e corretto rispettare la prassi (pur sapendo che la prassi non è legge) di non presentarsi alle sedute in prima convocazione; prassi che abbiamo  trovato in essere sin dal nostro insediamento in seno al Consiglio dell’Unione e che peraltro, fino ad ieri, è stata sempre rispettata da tutti. Compresi i Sindaci dei Comuni facenti parte dell’Unione,  e che hanno deciso di partecipare, il 03 aprile, al Consiglio in prima convocazione.

Sull’argomento desideriamo mettere in evidenza due questioni, secondo noi meritevoli di attenta valutazione.

La prima, per noi prioritaria, era che con  il Consiglio convocato con la formula aperta, l’Unione dei Comuni poteva essere la prima istituzione politica del Casentino che prima di decidere, in materia di Punto Nascita,  si poteva e voleva confrontare con la gente.

Considerato che i Sindaci del Casentino,  con un tratto di penna – eccetto Agostini – senza passare dai rispettivi consigli comunali, avevano deciso di sottoscrivere ed avallare la Chiusura del Punto Nascita Ospedale  del Casentino. I cittadini poi saranno informati a giochi fatti… mirabile esempio di democrazia!

I sindaci  sapendo che anche in questo Ente hanno  la maggioranza politica, di cosa avevano paura?

Semplice, di affrontare i cittadini! Quei cittadini che loro ci dicono essere  favorevoli alla chiusura del Punto Nascita, ma che ad oggi nessuno ha mai visto!

In secondo luogo  poniamo, statuto e regolamenti alla mano,  le seguenti domande a chi ha ritenuto corretto svolgere il Consiglio in prima convocazione:

  1. a) siete sicuri del fatto che tale Consiglio si sia svolto regolarmente e nel rispetto delle norme  in vigore che ne  disciplinano il funzionamento?
  2. b) In virtù di quale norma ha assunto la presidenza Massimiliano Sestini, Sindaco del  Comune di Castel Focognano?
  3. c) Forse in base all’art.21 punto 6 dello Statuto dell’ente?

Tale articolo recita: “In caso di dimissioni, decesso, impedimento permanente, rimozione, decadenza di diritto, sospensione dell’esercizio delle funzioni, dichiarazione di incompatibilità, cessazione per scadenza del mandato del presidente o per effetto di altre cause, fino alla elezione del nuovo presidente, le funzioni del presidente sono svolte dal sindaco del comune di maggiore dimensione demografica, non considerando il comune il cui sindaco è il presidente cessato”.

Ora è chiaro che la norma citata disciplini,  l’assunzione delle funzioni di presidente nei casi di vacanza del presidente stesso e fino alla elezione del nuovo presidente. Conseguentemente non risulta applicabile al caso di specie, ovvero al caso di assenza del presidente dell’assemblea.

Tale caso risulta espressamente disciplinato dall’art. 6 del “Regolamento per i lavori dell’assemblea” il quale al secondo comma prevede che “In caso di assenza od impedimento temporaneo del Presidente le sue funzioni sono assunte dal Vice Presidente, o se questo sia assente o temporaneamente impedito, dal membro anziano”.

Siamo fiduciosi di una vostra risposta, che qualora non ci arrivasse e non fosse esaustiva, dovremo come gruppo di minoranza ricorrere nuovamente al TAR. Umilmente ci preme far rilevare – cosa verificabile sulla rete – come già in occasione della defenestrazione di Agostini da una ricognizione “senza spese per la comunità“, ma fatta documenti alla mano, abbiamo anticipato quanto poi stabilito dal TAR

Gruppo Minoranze Unite – Unione dei Comuni Del Casentino

(Bernacchi, Ciampelli, Tizzanini, Dini, Brunelli, Bonucci, Ciabatti, Occhiolini )

Carabinieri: le ultime attività in Casentino

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Il 6 aprile 2016, in Bibbiena (ar), militari del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Bibbiena, deferivano in stato di liberta’ un 39enne rumeno, senza fissa dimora nel territorio nazionale, censurato, in quanto a seguito di controllo risultava sottoposto a provvedimento di foglio di via obbligatorio, con divieto di fare ritorno nel comune di Bibbiena sino al 27.10.2016. 

Il 4 aprile 2016, in Bibbiena (ar), militari del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Bibbiena, segnalavano alla competente prefettura per violazione art. 75 d.p.r. 309/90, un 39enne della provincia di taranto, poiche’ a seguito di controllo veniva trovato in possesso di grammi 2,5 circa di sostanza stupefacente tipo hashish.

Fine settimana per e con l’ambiente

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Sabato si parla di elettrosmog a Poppi, domenica si cammina con i cani al canile di Ortignano.

Passeggiata a sei zampe, appuntamento domenica 10 aprile

Domenica 10 aprile si svolgerà nel pomeriggio la seconda “Passeggiata a 6 zampe”, iniziativa promossa dalla sezione ENPA casentinese in collaborazione con il Club Alpino Italiano Stia-Casentino e l’associazione “Amici della Montagna”. Dalle ore 15 in poi, con partenza dal Canile Intercomunale di San Piero in Frassino, la passeggiata si svilupperà lungo il tracciato ciclo-pedonale che da San Piero in Frassino costeggia il fiume Teggina fino alla località “Le Macee” e ritorno, per un totale di circa 8 km. La passeggiata è adatta a tutti, perché si tratta di un percorso pianeggiante, su fondo misto in parte sterrato, in parte con ghiaino, facilmente percorribile per adulti e per bambini. I volontari dell’Enpa Casentino condurranno alcuni ospiti della struttura, i partecipanti avranno quindi un’occasione in più per conoscerli meglio e vederli in una situazione diversa dal solito; “Tutti coloro che desiderano partecipare potranno farlo – dicono i volontari dell’ENPA – accompagnati dai loro amici a quattro zampe al guinzaglio. La partecipazione infatti non è assolutamente legata al percorso, tutti coloro che verranno saranno liberi di tornare in qualsiasi momento al Canile (presso il quale verrà organizzato un rinfresco), che rimarrà aperto pronto ad accogliere tutti i visitatori”. Durante la giornata si potrà inoltre visitare la struttura ed i volontari, “Che saranno lieti di presentare tutti i cani attualmente ospitati e spiegheranno l’operato dell’associazione e il funzionamento del servizio”. Saranno inoltre presenti alcuni soci del gruppo Cai di Stia, ai quali poter chiedere tutte le informazioni che desiderate riguardo le attività promosse dall’associazione, le escursioni in programma e l’utilizzo della parete per l’arrampicata posta nella palestra comunale di Pratovecchio-Stia.

Uniti contro l’elettrosmog – tutto quello che c’è da sapere

Tutto quello che c’è da sapere sull’elettrosmog, onde elettromagnetiche e salute. Un tema quanto mai attuale, per la continua esposizione che tutti noi abbiamo quotidianamente a questa forma di inquinamento sicuramente misconosciuta, ma presente in antenne, telefoni cellulari, elettrodotti. Come saperne di più ed imparare a difenderci, soprattutto con riferimento ai bambini. Se ne parla sabato 9 aprile alle ore 17 presso il circolo “Kontagio” di Piazza Risorgimento a Ponte a Poppi, con la partecipazione di tre esperti: il dott. Michele Guida dell’Associazione Medici per l’Ambiente, la pediatra dott.ssa Antonella Oddone, e il dott. Marcello Ricci della Rete Versiliana per l’Ambiente. L’incontro è promosso dal Gruppo di acquisti solidale del Casentino, un sodalizio che sta festeggiando quest’anno il decennale della sua fondazione. Nato nel 2006 per la volontà di alcune famiglie casentinesi di fare acquisti seguendo principi di eco-sostenibilità, solidarietà e buona qualità, attualmente il GAS Casentino conta sulla presenza di alcune decine di famiglie. “In particolare – si legge sul sito internet dell’associazione – chi partecipa ai GAS desidera sostenere il consumo critico, sviluppando la consapevolezza dell’acquisto attraverso la creazione di una rete di persone, partecipando attivamente alla costruzione di un’economia solidale e sostenibile sia a livello locale che globale. Il GAS funziona grazie alla collaborazione di tutti i suoi partecipanti, in base agli interessi e al tempo che ciascuno ha a disposizione”.

I nostri criteri guida nella scelta delle aziende sono: – la produzione biologica o biodinamica – l’appartenenza territoriale locale – il prezzo equo – il sostegno ai piccoli produttori – la cooperazione con i piccoli produttori del “sud del mondo”. Oltre a fare acquisti insieme i GAS promuovono ed organizzano iniziative di informazione, approfondimento, sensibilizzazione e divulgazione come quella appunto di sabato prossimo.

Food Economy: il cibo dalla tradizione al web 2.0

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Venerdì 8 Aprile al Museo dell’Arte della Lana di Stia dalle ore 20,30, Prospettiva Casentino e Centro Creativo Casentino presentano “Food Economy : il cibo dalla tradizione al web 2.0” da un progetto del Giornalista Gianluca Baccani. Ospiti Antonio Belloni autore del libro “”Food economy. L’Italia e le strade infinite del cibo tra società e consumi”, Francesca Rocchi Vice Presidente Slow Food Italia e per il nostro territorio Simone Fracassi titolare della Macelleria Francassi ed esperto di cibo e Alberto Ricci titolare di Collina Toscana e Apicoltura casentinese. Nell’Italia della crisi crescono le vendite dei prodotti tipici e di qualità: dai mercatini a chilometro zero al boom di eataly, dai gruppi di acquisto solidali alle straordinarie opportunità che offre la rete per rendere globale ciò che nasce locale. Di fronte ad un calo complessivo dei consumi, in Italia si registra una crescita costante della domanda di prodotti territoriali e di qualità. Negli ultimi abbiamo assistito ad una vera e propria esplosione del cibo nei media dominante, che ancora oggi è la tv, ma anche sui giornali, e soprattutto sul web dove lo troviamo declinato in ogni possibile forma e osservato da ogni possibile punto di osservazione. “In questo momento – spiega Antonio Belloni, autore del libro “Food economy. L’Italia e le strade infinite del cibo tra società e consumi” (Marsilio, 144 p., € 13,00) – ci troviamo in una congiunzione astrale molto particolare per quanto riguarda l’economia del cibo: da una parte ci sono classi medie che consumano grandi quantità di cibo, soprattutto nei paesi emergenti; dall’altra ci sono i paesi occidentali che spingono sempre di più sulla qualità. Questi due fattori possono offrire grandi possibilità al nostro paese, a patto però che si sappiano sfruttare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Oggi la comunicazione ha un’importanza fondamentale nella food economy e saper calibrare produzione e informazione serve anche per capire l’importanza della registrazione e tutela del marchio, per evitare i danni, sia di fatturato sia di reputazione, provocati dalla diffusione del finto made in Italy”.
L’iniziativa di Venerdì 8 Aprile è del Centro Creativo Casentino e dell’associazione Prospettiva Casentino e prosegue il percorso avviato con l’evento dedicato al Turismo 2.0, nello scorso novembre.
Accanto a questa evoluzione recente, si rafforzano successi economici e contaminazioni del cibo con altri settori, come la moda e il turismo. Un mix di elementi che alimenta la Food Society, dove il cibo è tendenza e linguaggio, facendo degli chef i nuovi guru di una religione alimentare; ma soprattutto, tale da muovere un flusso globale di scambi che genera crescente ricchezza. E’ la Food Economy, una grande opportunità per il futuro da analizzare dal locale al globale, dalla ricerca delle radici dei prodotti più sconosciuti e periferici, fino alla diffusione globale consentita dalle infinite potenzialità della rete nel rispetto del percorso avviato.
Il Talk Show, ideato e condotto dal giornalista Gianluca Baccani, sarà ripreso e reso disponibile in streaming sul portale ufficiale della Toscana INTOSCANA.IT e sul portale AREZZO.INTOSCANA.IT. E’ in programma anche una diretta twitter con l’hashtag #foodeconomy, per garantire la massima interazione con i protagonisti della serata.

PD e Fusioni, solo alchimia istituzionale

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Apprendisti stregoni nell’architettura istituzionale: è suppergiù così che il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Stefano Mugnai ha definito stamani in aula di Consiglio regionale l’atteggiamento amministrativo del Pd riguardo alla proposta di risoluzione sulle fusioni dei Comuni: «Voi pensate di essere ingegneri istituzionali – ha affermato rivolto ai banchi della maggioranza – e invece siete solo alchimisti che decidono sulle teste delle comunità locali nelle comode stanze del Consiglio regionale. Per pensare di modellare le comunità bisogna starci. Se non ci si sta, bisogna ascoltarne l’espressione con un metodo forse per voi passato di moda anche a livello nazionale: il voto». La posizione critica espressa con nettezza da Forza Italia non è sulle fusioni in sé, tutt’altro, ma sul metodo di una proposta di risoluzione che muove verso una legge definita da Mugnai «come un drone, pilotato da lontano e che arriva dall’alto».
«Noi siamo da sempre favorevoli alle fusioni dei Comuni come strumento di semplificazione istituzionale. Lo eravamo anche negli anni in cui voi eravate invece innamorati dalle Unioni dei Comuni che invece moltiplicava enti, poltrone, costi d’apparato, nel costume di rispondere a qualunque esigenza con la creazione di un nuovo organismo. Come per le Società della Salute, no? Ora ok – concede il capogruppo azzurro – vi siete convertiti sulla via di Damasco alla fusione. Bene. Solo che siete diventati più zelanti di chi lo era dalla prima ora e volete imprimere un’accelerazione inappropriata per i territori».
«Le fusioni – ha proseguito Mugnai – hanno senso se sono frutto della volontà popolare. Se essa manca, i vostri progetti mirabolanti rimangono a mezz’aria. Voi intendete far passare il concetto della comunità unica tra i comuni oggetto di fusione, ma non è come dite voi: la comunità unica nasce semmai un secondo dopo la fusione. Non prima. Prima abbiamo davanti comunità singole con volontà distinte che vanno tenute in considerazione una per una, senza le prevaricazioni previste in questa proposta di risoluzione. Qui ho sentito vivere con fastidio l’espressione che arriva dai territori e dai sindaci, ma non sono polemiche strumentali: è il tessuto profondo di comunità toscane che, dinanzi a questa proposta-drone, sono spaventate. Non è accettabile. Dare spazi di convenienza per arrivare alle fusioni è giusto, ma va salvaguardata la volontà popolare espressa di tutte le comunità interessate; tutte, qualunque sia il numero dei comuni interessati».

Lettera aperta alla nuova Presidente Valentina Calbi

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di Mauro Meschini – Gentile Presidente Valentina Calbi, ci permettiamo di rivolgerci direttamente a Lei a poche ore dalla sua nomina a Presidente dell’Unione dei Comuni del Casentino.
Immaginiamo conosca la posizione di questo giornale sull’Ente che è chiamata da oggi a rappresentare, la rassicuriamo subito, non abbiamo cambiato idea e siamo sempre più convinti che la cancellazione dell’Unione sarebbe un regalo enorme per il Casentino e i suoi cittadini.

Diciamo subito che ci dispiace che nella sua prima dichiarazione ufficiale abbia sottolineato che “È fondamentale lavorare in continuità, come abbiamo fatto durante i mesi di presidenza di Giampaolo Tellini…” perché già quella vicenda, che in qualche modo l’ha vista coprotagonista, e che ha portato alla gestione illegittima di Tellini e di voi sindaci per 7 mesi, pensiamo sia uno dei sintomi più evidenti della patologia che da sempre colpisce l’Unione, un Ente assolutamente fuori dal controllo democratico dei cittadini, in cui i sindaci e la politica hanno delegato ad altri il compito di prendere decisioni e amministrare le risorse pubbliche. Un Ente che si è sovrapposto alle assemblee elettive rappresentate dal Consigli Comunali ormai spogliati di ogni possibilità di prendere decisioni e di svolgere pienamente il compito che a loro compete.

Non ci meravigliamo che un Ente, che si trova in questa situazione, sia incapace di portare avanti politiche e scelte utili alla collettività e che la maggior parte dei sindaci che ne fanno parte, più i primi cittadini di Bibbiena e Pratovecchio Stia, si siano accodati alle imposizioni che la Regione recentemente ha fatto sul Punto Nascita e sul futuro della sanità casentinese.

Il Casentino in questa situazione non potrà avere un futuro e lo dovrebbe sapere bene Lei, sindaco di uno dei più piccoli comuni della vallata, che dovrebbe vivere in prima persona le difficoltà e l’impossibilità di gestire in maniera opportuna servizi essenziali per i cittadini in un contesto amministrativo così piccolo. Le trasformazioni, non certo positive, nella struttura amministrativa locale, ancora di più dopo l’assurda cancellazione delle provincie che ha avuto e avrà pesanti ricadute sulla qualità di importanti funzioni amministrative, richiederebbe la nascita di realtà comunali di almeno 15.000 abitanti in grado di confrontarsi con la Regione e gli altri, troppi, soggetti delegati alla gestione di importanti servizi, primi tra tutti acqua e rifiuti. Ma in Casentino, invece di procedere speditamente verso questo obiettivo, si stanno palesemente boicottando, per interessi personali di qualche sindaco e per la volontà di mantenere il potere da parte del PD, tutti i progetti da tempo in atto per arrivare alla fusione tra realtà comunali confinanti e alla nascita di un Comune nell’alto e di uno nel basso Casentino.

Gentile Presidente le parliamo di questo perché riteniamo che sia il vero obiettivo da perseguire oggi, l’unica scelta utile che anche dall’interno dell’Unione si dovrebbe contribuire a realizzare. Il resto non serve, a cominciare dalla ciclopista di cui negli ultimi mesi, quelli in cui Lei e gli altri sindaci avete occupato impropriamente il vertice dell’Unione, si è tanto parlato, arrivando a santificare una scelta che poi, si scopre, viene realizzata senza aver espropriato i terreni su cui viene realizzata e che tra 20 anni potrebbero tornare quindi ai precedenti proprietari rendendo inutile tutto quanto.

Ecco, Presidente Calbi, anche questo è un esempio del modo di operare in Casentino anche se ci siamo convinti che, in questo caso, sia più che motivato, nessuno infatti, neppure Lei immaginiamo, può pensare che il valore simbolico che è stato attribuito alla ciclopista abbia un fondamento e che su questo progetto si possa basare il rilancio turistico della vallata. È evidente che la ciclopista sia soltanto un’arma di distrazione di massa, un modo per avere qualcosa di concreto da sventolare durante le prossime elezioni amministrative e regionali in programma tra tre/quattro anni, quando gli attuali sindaci e Mister 18.000 preferenze, cercheranno conferme e voti per mantenere le loro cariche. Non avendo altri risultati da vantare, con una viabilità, quella vera, rimasta al palo e di cui la vicenda della variante di Santa Mama è l’esempio più evidente; con una situazione economica disastrosa; con un territorio lasciato a se stesso e con i centri storici abbandonati, cosa meglio di qualche chilometro di ghiaia spianato lungo l’Arno per dare l’idea che qualcosa si muove. Poi, passato il voto, e nell’impossibilità di fare un’adeguata manutenzione, tutto potrà andare tranquillamente in malora e lasciare spazio a erbacce e rovi.

Stiamo sbagliando? Le cose non stanno così?
Ci piacerebbe crederlo.
In ogni modo vogliamo sfidarla a dimostrarlo.

Allora, per cominciare, perché non manda in ferie il mega dirigente Grifagni a smaltire i troppi giorni che ancora deve prendere come aveva fatto Paolo Agostini? Perché non ci informa sulla situazione delle indagini che erano state aperte nei riguardi dell’Unione dei Comuni e sugli esiti che hanno avuto? Perché non chiarisce se esiste davvero un “registro segreto” gelosamente conservato sempre da Grifagni e che sarebbe inaccessibile a tutti? Perché non porta subito in discussione in Giunta alcuni temi su cui ha lavorato in queste settimane Paolo Agostini e che riguardano i lavoratori forestali e le modalità di stipula dei contratti in scrittura privata? Perché non spiega cosa è veramente successo il 31 luglio nella seduta di Giunta che ha sfiduciato Agostini? Perché non dice di chi è la responsabilità di una scelta che poi è stata cancellata da una sentenza del TAR? Di voi sindaci? E allora non dovreste dimettervi tutti e chiedere scusa ai cittadini? Del mega dirigente Grifagni? E allora non dovrebbe essere chiamato a rispondere di questo? Per quanto poi riguarda il Punto Nascita, perché non impugnare quanto è stato deciso, forti anche del decreto del Ministro Lorenzin che lascia la possibilità di derogare dal numero dei parti in un singolo ospedale, per pretendere che nell’ospedale di Bibbiena siano garantiti tutti i servizi e i reparti fino ad ora attivi? Infine sulle fusioni, perché non si impegna in prima persona per giungere al più presto ai referendum sulla proposta di realizzare in Casentino due grandi comuni?

Ecco, Presidente Calbi, secondo il nostro modesto parere questo dovrebbe esserci nel programma del suo mandato. Un programma neppure troppo ampio, ma sufficiente per arrivare, in tempi relativamente brevi, a raggiungere importanti obiettivi che potrebbero rappresentare le basi di un vero rilancio di questo territorio. Certo non sarà facile seguire quanto abbiamo indicato e, probabilmente, non lo farà.
Ma nel caso volesse parlarne direttamente, ci chiami, perché ci sono anche altre questioni su cui saremmo curiosi di sapere di più.
Cordiali saluti.

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