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Professionisti… in trasferta

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di Monica Prati – L’azienda casentinese Maggi Mariano protagonista di un intervento in Sicilia per risolvere una grave emergenza idrica. Era l’inizio degli anni ‘80 quando Mariano Maggi aprì l’azienda di servizi ecologici, specializzata nella gestione dei rifiuti, svuotamento e spurgo di fosse biologiche. Da allora l’azienda offre un supporto alle industrie e ai privati, nella soluzione dei problemi legati allo smaltimento, depurazione, degli scarti industriali e civili, e da qualche anno si occupa anche della disidratazione dei fanghi. Proprio quest’ultima attività, ha visto l’azienda impegnata a risolvere un’emergenza idrica grave in Sicilia.

Abbiamo incontrato Davide Maggi (nella foto sotto), figlio del titolare dell’azienda, che ci ha raccontato come è stato realizzato questo intervento. «A Novembre dello scorso anno si è verificata una grave emergenza idrica in Sicilia, in una parte della provincia di Enna; dopo diversi giorni di erogazione a macchia di leopardo, e disagi per 13 comuni che hanno visto centellinare l’acqua, non si fermava l’emergenza, causata dal cattivo funzionamento del potabilizzatore della diga del lago di Ancipa, nel comune di Troina, gestito da Sicilia Acqua s.p.a. Le piogge copiose avevano riempito di fango il potabilizzatore, che fornisce i comuni della provincia di Enna, rendendolo incapace di filtrare adeguatamente. L’ente gestore è stato costretto prima a erogare una quantità d’acqua ridotta, poi è arrivato al fermo totale, lasciando a secco tutti o quasi i rubinetti e i serbatoi delle città e delle famiglie. Sicilia Acqua s.p.a. allora ci ha contattati con urgenza per risolvere il guasto: occorreva aspirare e depurare il fango con un macchinario particolare e, visto che la nostra azienda è dotata di questo macchinario, siamo stati scelti per recarci sul luogo e risolvere l’emergenza.»

Maggi continua il suo racconto. «Siamo partiti l’8 novembre con i nostri esperti operai e per l’occasione era stata emanata anche un’ordinanza prefettizia di Arezzo che ci permetteva di circolare in autostrada di domenica, in deroga al divieto degli autoveicoli adibiti al trasporto merci e materiali eccedenti il carico di 7,5 tonnellate. Arrivati presso il potabilizzatore di Troina (lago Ancipa) abbiamo trovato una situazione difficile, ma grazie al macchinario Centrifuga fanghi, i nostri operai si sono subito messi all’opera: il fango è stato aspirato da un tubo collegato al chiarificatore del potabilizzatore, poi è passato attraverso una centrifuga formata da una coclea che gira e, grazie alla forza centrifuga e l’aggiunta di un polielettrolita, è avvenuta la disidratazione: il fango è rimasto attaccato al tubo, mentre la parte liquida è stata ripulita e reimmessa nel ciclo. L’emergenza acqua è stata risolta, e la situazione è cambiata grazie al nostro intervento, ma siamo rimasti sul territorio, perché l’acqua è ancora sporca, e non è ancora potabile, comunque l’importante è che i comuni che erano senz’acqua ora abbiano visto la ripresa del servizio. Inoltre le piogge di questi giorni faranno sì che presto tutto torni alla normalità.»

Maggi è giustamente orgoglioso della professionalità portata in Sicilia dal Casentino. «Siamo soddisfatti e fieri del lavoro svolto e di avere utilizzato la nostra centrifuga fanghi, per la prima volta per un uso diverso da quello consueto, ciò ha permesso di risolvere un problema pratico importante e di difficile soluzione. In Casentino ci conoscono soprattutto per la pulitura delle fosse biologiche, ma come dimostra la vicenda i nostri servizi sono molto diversificati e vanno dalle bonifiche ambientali, al recupero e smaltimento di rifiuti pericolosi, alla disidratazione fanghi. Mio padre, Mariano Maggi aveva iniziato l’attività con un’autospurgo, poi nel corso degli anni si è specializzato, ed ha avuto la brillante idea di investire nell’acquisto di una centrifuga fanghi, utilizzata per depurare, disidratare gli scarti biologici e non, i quali alla fine del processo sono utilizzabili molte volte come concime o compostaggio, per l’agricoltura. Attualmente abbiamo tre centrifughe e solo altre due aziende del nord Italia possiedono lo stesso macchinario. Grazie a ciò – conclude Maggi – offriamo il nostro supporto ad imprese fuori dal Casentino e in molte regioni d’Italia, ad esempio tempo fa ci ha chiamati l’azienda Sammontana, che aveva problemi di smaltimento degli scarti di produzione, ma anche altre industrie conosciute richiedono il nostro intervento, persino all’estero».

Una bella realtà quella rappresentata dall’azienda Maggi Mariano di Poppi, che dimostra, ancora una volta, quante risorse e professionalità racchiuda il nostro territorio.

(tratto da CASENTINO2000 | n. 267 | Febbraio 2016)

Sanità e Punto Nascita, intervista esclusiva al Sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli

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Ghinelli

di Mauro Meschini – Nel giorno in cui erano chiamati a sottoscrivere i Patti Territoriali con la ASL, aveva inviato una lettera ai sindaci casentinesi affermando che la decisione di una eventuale chiusura del Punto Nascita di Bibbiena avrebbe dovuto essere prima discussa nella Conferenza dei Sindaci Provinciale. Questo aveva provocato reazioni e polemiche nei confronti del Sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli che, per l’incarico che ricopre, anche nella nuova organizzazione di Area Vasta avrà sicuramente un ruolo centrale. Per tutte queste ragioni abbiamo ritenuto opportuno approfondire con lui alcuni temi, non solo legati alle conseguenze della chiusura del Punto Nascita di Bibbiena, ma più in generale strettamente connessi con la  politica sanitaria regionale.

Sindaco Ghinelli perché ha ritenuto opportuno chiedere ufficialmente ai sindaci casentinesi di sospendere la decisione di chiudere il Punto Nascita dell’Ospedale del Casentino?
«Non si è trattato unicamente di una questione di opportunità, ma anche di un intervento reso necessario dall’esercizio del ruolo di Sindaco del Comune di Arezzo. La chiusura nel Punto Nascita dell’Ospedale di Bibbiena non è una decisione i cui riflessi impattano solo ed esclusivamente sui cittadini del Casentino e sulle istituzioni che li rappresentano, ma coinvolge anche il Comune capoluogo. E tengo a precisare che se è vero che il percorso che ha portato alla scelta di chiudere il Punto Nascita è stato molto lungo, allora c’è stata sicuramente mancanza di condivisione sia con il Comune di Arezzo sia con gli altri Comuni dell’Area Aretina».
Lei personalmente condivide questa decisione? Perché?
«Assolutamente no. Sia perché non abbiamo avuto alcun tipo di informazione, sia perché Arezzo con il suo presidio ospedaliero vedrà allargarsi, almeno per la neonatologia, il suo bacino d’utenza e conseguentemente il numero di degenze».
In caso di conferma di questa decisione ci potrebbero essere quindi ripercussioni negative in particolare sull’Ospedale San Donato di Arezzo?
«Ritengo proprio di sì. È oggettivo che tutti i parti che prima venivano fatti presso l’ospedale di Bibbiena, adesso si svolgeranno al San Donato di Arezzo. Il reparto di neonatologia dovrà farsi carico di un’affluenza molto maggiore, che potrebbe creare criticità sia per gli utenti che per gli operatori sanitari».
Con la nuova organizzazione in Aree Vaste quale ruolo svolge e quanto può pesare sulle decisioni la Conferenza Provinciale dei Sindaci sulla Sanità di cui è presidente?
«Anzitutto non si parlerà più di Conferenza Provinciale dei Sindaci, ma di Conferenza Aziendale dei Sindaci, riferita all’Azienda USL dell’Area Vasta Toscana Sud Est, che comprende sostanzialmente le provincie di Arezzo, Siena e Grosseto. Come si strutturerà e quali saranno le regole di funzionamento è presto per dirlo; di sicuro svolgerà le funzioni di pianificazione in ambito sanitario che prima erano proprie della Conferenza Provinciale dei Sindaci. Con un’unica certezza: l’area di riferimento sarà molto più “vasta” e soprattutto diversificata. Le esigenze, che i vari rappresentanti del territorio esprimeranno, saranno difficilmente ricondotte ad una sintesi che possa valorizzare le peculiarità, ma soprattutto ci sarà il rischio che le punte di eccellenza territoriali siano “diluite”».
Nonostante forti contrasti anche da parte della cittadinanza i sindaci casentinesi e la ASL hanno firmato i patti territoriali. Lei ha comunque dichiarato che inserirà all’ordine del giorno della prossima Conferenza il tema del Punto Nascita dell’Ospedale di Bibbiena. Cosa concretamente può essere ancora fatto per cambiare quanto sottoscritto?
«Anche se non potesse essere apportato alcun cambiamento, ritengo doveroso che la ASL e il direttore generale, Enrico Desideri, diano contezza dei numeri e della organizzazione futura. Per il Casentino i sindaci hanno acconsentito alla chiusura del Punto Nascita; io non posso che limitarmi a dire che al loro posto non avrei accettato. Da Sindaco di Arezzo intendo però sapere cosa cambia e quali sono le conseguenze per i miei concittadini, e soprattutto avere garanzie che l’attuale livello dei servizi non diminuisca».
Quale è la situazione della sanità aretina?
«La sanità aretina, un tempo punta di diamante della Sanità Toscana in molti dei suoi servizi, è oggi fortemente penalizzata dal consistente ridimensionamento degli stessi, che è la conseguenza dei tagli orizzontali strutturati».
Quale è il suo giudizio sulle politiche sanitarie che la Regione sta portando avanti, non solo in Provincia di Arezzo, ma in tutta la Toscana? Ritiene che siano necessarie delle correzioni? Quali?
«Contesto, da sempre, il disegno di Area Vasta. Arezzo è stata ed è tuttora un’eccellenza in campo sanitario, è all’avanguardia nell’erogazione dei servizi sanitari. Non lo sono altrettanto Grosseto e Siena. Ma stiamo andando verso un sistema di compensazione dal quale Arezzo potrà subirne solo conseguenze negative, con un peggioramento dei servizi, in funzione di un aumento della qualità a Siena e Grosseto per pareggiare la situazione nelle tre realtà dell’Area Vasta. Questo è inaccettabile in quanto al primo posto sta la salute dei cittadini, che può essere garantita solo con un sistema basato sull’eccellenza come quello di Arezzo. In questo contesto l’unica correzione possibile potrebbe essere quella di un inversione di rotta rispetto all’allontanamento dei centri decisionali dal territorio; una strada opposta a quella che la Regione Toscana, con la recente legge sul riordino dell’assetto istituzionale ed organizzativo del sistema sanitario regionale, ha scelto di intraprendere».

Unione dei Comuni, le domande dei (e ai) sindaci…

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Altro capitolo della guerra interna all’Unione. Dopo che Agostini ha innalzato i suoi vessilli riprendendo legittimamente la guida dell’Ente, ecco pronta la risposta degli altri primi cittadini. Una lunga serie di domande che, se lette tutte d’un fiato, sarebbero in grado di stendere chiunque. Tanto per inserire altri argomenti nel confronto proviamo ad aggiungerne anche noi alcune. Ma non sarebbe il caso di riflettere sulla pessima figura che avete fatto? Non sarebbe il caso di prendere atto che la sentenza del TAR ha, oggettivamente, sconfessato 7 mesi di attività politica da voi portata avanti? Non sarebbe il caso di chiedere scusa ai cittadini casentinesi e chiarire di chi sono le responsabilità? Sono di voi sindaci? Allora fate quello che dovrebbe essere fatto e dimettetevi! Siete stati male consigliati dal “Primo Dirigente” Grifagni e avete lasciato di fatto a lui la guida dell’Unione? Questa potrebbe non essere una giustificazione sufficiente, ma almeno fate in modo che lo stesso Grifagni non possa più fare il bello e cattivo tempo all’interno dell’Ente in cui dovreste essere voi a prendere le decisioni! Infine, non sarebbe il caso, se davvero siete così preoccupati per le sorti del Casentino, di accettare l’invito alla collaborazione già avanzato da Paolo Agostini?

 

Comunicato Stampa dei Sindaci dell’Unione dei Comuni del Casentino.
E’ passata una settimana dalla sentenza del TAR in base alla quale il Sindaco di Castel San Niccolò Paolo Agostini si è sentito reintegrato come presidente dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino. Fra proclami, grasse risate e minacce, ci saremmo aspettati che sarebbe successo chissà cosa. E invece? Poche e sconclusionate le notizie dalla Scozia…. Cosa intendi fare, sindaco di Castel San Niccolò, per guidare l’Unione dei Comuni? Farai come all’ATO delle acque dove eri il nostro delegato e non essendoti mai presentato ad una riunione hai fatto sì che i Casentinesi pagassero per la tua inerzia? Con quali provvedimenti salverai la vallata dal baratro in cui noi la stavamo sprofondando? I risparmi milionari li prenderai a suon di atti illegittimi e assurdi come i licenziamenti in blocco? Che intendi fare se non convochi la Giunta per non farti sfiduciare? Farai aprire a suon di provvedimenti presidenziali altre cave in altri terreni agricoli? Ti barricherai in ufficio per poter lavorare in pace? Li segui da solo i progetti ciclopista, aree interne, sociale, piano regolatore, personale, servizi eccetera? E spiegaci: siamo a marzo, ci sono da fare i bilanci,se quello del tuo comune non ti interessa sono problemi tuoi, ma i nostri cittadini dipendono da te? È da te che tutti dobbiamo prendere lezioni di democrazia dopo che hai messo la censura all’ufficio stampa di tutti noi? Ti accontenterai dei tuoi latrati su facebook per comunicare? Ti farai forte della tua inattaccabilità di nullatenente invalido per approfittarti di tutti i cittadini di tutti i comuni? Per ora hai dimostrato di non saper fare altro. Se il buongiorno si vede dal mattino….

Firmato dai Sindaci: Valentina Calbi (Chitignano), Eleonora Ducci (Talla), Massimiliano Mugnaini (Montemignaio), Massimiliano Sestini (Castel Focognano), Giampaolo Tellini (Chiusi della Verna), Carlo Toni (Poppi), Ivano Versari (Ortignano Raggiolo).

Per il commercio casentinese è ancora “inverno”

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I saldi appena conclusi non hanno avuto un buon risultato: per sette negozianti sono stati peggiori di quelli del 2015. Colpa del meteo ma anche della crisi economica, oltre che del clima di incertezza in cui vivono molte famiglie. Il presidente della delegazione Confcommercio Baracchi: “si salva chi si è specializzato, per i negozi generalisti è più faticoso andare avanti”. Il turismo e le altre occasioni mancate, poi le speranze per la riqualificazione dei centri storici. “Una chiamata forte alla responsabilità per tutti, a partire dalle Amministrazioni Comunali”.
Non sono mesi facili per il commercio in Casentino. Lo dimostra anche l’andamento dei saldi invernali: secondo l’indagine della Confcommercio, per almeno il 70% degli operatori quelli appena terminati sono stati peggiori dello scorso anno. Una percentuale di insoddisfatti più alta di quella registrata in provincia di Arezzo, che si aggira intorno al 40%. Colpa del clima, con il freddo che è arrivato ormai troppo tardi, ma colpa soprattutto della situazione di crisi in cui il Casentino vive ormai da qualche anno: i fallimenti di alcune aziende, il caso della Mabo, la perdita del lavoro per tanti Casentinesi. Una situazione già difficile a cui si è aggiunto il colpo inflitto da Banca Etruria. Logico che il commercio ne risenta. “Al di là dei risultati delle singole aziende, l’impressione generale è che manchi la gente per le strade”, commenta il presidente della delegazione casentinese di Confcommercio Adelmo Baracchi, “anche chi non ha subito contraccolpi economici spende malvolentieri, ha paura per il futuro, quindi si registra una pericolosa stasi nella propensione all’acquisto. In queste condizioni, fra le imprese si salva chi ha scelto una specializzazione forte, per i negozi generalisti è più faticoso andare avanti”. Secondo la Confcommercio, le Amministrazioni Comunali Comuni evono aiutare
“Tra meteo sfavorevole, crisi economica e pessimismo dilagante, la gente fa fatica perfino ad entrare nei negozi”, commenta Ilaria Giorgi dell’Abbigliamento Benazzi di Stia, “Quando entra spende cifre abbastanza ridotte. Così, è andata bene per la maglieria, male invece per cappotti e piumini. Anche il Natale 2015 era stato in netto calo rispetto a quello precedente, molti si sono limitati a comprare qualche pensierino ma sono mancati gli acquisti importanti. Peccato, perché l’autunno si era aperto bene. Credo che la questione della banca abbia inciso molto. La Pasqua? Speriamo bene, ma dipenderà dai fattori climatici. Basta una giornata con un po’ di sole per riportare qualcuno a fare spese”.
“L’effetto dei saldi quest’anno quasi non si è sentito”, aggiunge Monia Innocenti dell’Abbigliamento Escape di Bibbiena, “gli sbalzi di temperatura non hanno aiutato, ma le famiglie erano comunque poco propense a spendere. Si sono venduti i capi meno costosi, molta maglieria e accessori. Anche nell’intimo le vendite sono rimaste piuttosto ferme. Dobbiamo andare avanti contando solo sui casentinesi, perché il turismo non esiste. Ma è molto faticoso, perché i costi nel frattempo per noi rimangono gli stessi quando non aumentano”.
“Il Casentino soffre di tante occasioni perdute, prima fra tutte il turismo”, sottolinea il presidente della Confcommercio Adelmo Baracchi, “poi ci sono le promesse mancate come quelle sulle infrastrutture o sul rilancio dei centri storici. Ora è arrivata la buona notizia di Bibbiena, dove ripartiranno i lavori di riqualificazione del centro, speriamo sia d’impulso per altre cittadine. Dobbiamo fare qualcosa per riportare gente nei centri, altrimenti i negozi sono a rischio chiusura. Nel frattempo, la politica a volte dà un pessimo spettacolo di sé, rallentando la macchina amministrativa e con essa tutto il sistema economico. Si vedano le vicende poco edificanti della Comunità Montana”.
“La nostra vuole essere è una chiamata forte alla responsabilità per tutti, a partire dalle Amministrazioni Comunali”, prosegue Baracchi, “è fondamentale che si diano da fare per trovare agevolazioni, contributi o sgravi fiscali per aiutare in questo frangente le imprese che vogliono riqualificarsi. Ma non si può chiedere solo alle imprese di crescere. Insieme a loro deve migliorare tutto il Casentino, deve ritrovare un’efficienza che invogli le famiglie a viverci e i turisti a venire. Altrimenti, gli imprenditori lavorano in terra ostile. Possono specializzarsi e migliorare ma il rischio è che sia fatica sprecata”.

Sull’Unione sventola la bandiera scozzese…

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“Dal 3 marzo scorso, a seguito della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale della Toscana, sono stato riconosciuto il legittimo presidente dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino. Si conclude così una vicenda triste per le istituzioni casentinesi che ha visto gli altri sindaci dell’Unione violare norme essenziali dello Statuto per bloccare una volontà di risanamento “etico” e amministrativo dell’ente, ma soprattutto oggi tutti sanno che Agostini non era il persecutore ma il perseguitato, oggi tutti sanno la verità.

Nell’interesse dei cittadini, dei lavoratori e dei troppi disoccupati casentinesi, il presidente invita i sindaci e assessori dell’Unione a trarre le conseguenze politiche del loro agire e a collaborare per il bene comune, riflettendo sul significato che un’eventuale sfiducia acquisirebbe presso un’opinione pubblica ormai pienamente consapevole del “colpo di mano” realizzato contro Agostini il 31 luglio 2015 sotto la regia del segretario Paolo Grifagni. Quest’ultimo risponderà degli atti annullati dai giudici amministrativi e da lui certificati “regolari”, ma i sindaci devono rispondere a chi li ha eletti e non agli interessi di chi teme di perdere poteri che nulla hanno a che vedere con il dovere del dirigente di gestire la struttura pubblica a beneficio di tutti i cittadini.

E’ l’ora di rimboccarsi le maniche e di fare tutto ciò che è possibile per il nostro Casentino e per dare un futuro non solo ai bambini, ma anche a quei giovani senza prospettive e a chi è assediato da una parte dalla disoccupazione e dall’altra da una “riforma” che in un giorno ha spostato in avanti di sette anni l’età della pensione.

Diamoci da fare, non risolveremo tutti i problemi, ma per ogni posto di lavoro torna la serenità in una famiglia”.

Paolo Agostini, presidente dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino

 

Colpa di Alfredo per Thomas

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Sabato 12 Marzo al Teatro di Stia grande concerto a favore di Thomas, un bambino con una grave malattia che per poter sorridere alla vita ha bisogno delll’aiuto di tutti.
 Ecco perché “Colpa D’Alfredo Band ” che non è nuova a queste iniziative ha chiesto aiuto al comune di Pratovecchio-Stia e alla locale Proloco per poter organizzare questo evento con una raccolta fondi a Thomas e alla sua famiglia. 
Le canzoni di Vasco Rossi faranno scattare la solidarietà, sperando che tutta la vallata del Casentino e non solo possa partecipare a questo evento. 
L’ingresso è libero per dare la possibilità a chiunque vorrà partecipare di fare una sua offerta come meglio può.

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Sport, il Gala è a Bibbiena

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Domenica 13 Marzo dalle ore 17,30 presso il Teatro Sole di Bibbiena, l’Amministrazione comunale di Bibbiena organizza la II edizione del Galà dello Sport, una manifestazione promossa dall’assessorato allo sport al fine di premiare i risultati migliori degli atleti di ogni sport e società nell’anno precedente ( in questo caso il 2015). Il tema di questa edizione è “Sport contro la guerra e la violenza”. Sedici saranno le società che saliranno sul palco e riceveranno riconoscimenti e oltre 100 i piccoli atleti che hanno ottenuto risultati anche notevoli a livello regionale e nazionale.  Copresentatore dell’iniziativa il giornalista sportivo Guido Albucci. Ospiti di eccezione di questa edizione Francesco Caremani, terzo agli oscar del giornalismo sportivo internazionale e Luca Panichi, podista di livello, oggi allenatore che sta lottando contro il cancro in una corsa per la vita.  Riconoscimenti speciali verranno dati a Angiolo Checcacci presidente onorario di molte società sportive bibbienesi e come lui stesso si è definito “il prototipo dell’uomo sportivo”, che porterà la testimonianza di uno sport che supera ogni divisione con il racconto della sua partita di calcio in un campo di lavoro vicino a Dachau; Paolo Rubetti che ha attivato una scuola calcio per le bimbe; la Squadra di calcio River Partina per il gesto di solidarietà nei confronti del paese con l’acquisto del Dae; la neonata Associazione Girotondo intorno al sogno che si occupa di sport, giovani e genitori.  Non mancheranno sorprese come la telefonata che arriverà dalle zone di guerra da un grande sportivo bibbienese pluri medagliato per l’Ironman.

I Carrozzoni extralarge dove il Casentino non conta nulla…

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Il gestore del servizio rifiuti Sei Toscana, uno dei “carrozzoni” targati, (ma guarda un pò!) PD, è finito sotto inchiesta per la gara d’appalto da 140 milioni vinta per la gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti dell’Ato Toscana sud, che comprende le province di Arezzo, Siena e Grosseto e, in parte, Livorno. Le indagini riguardano Sei Toscana, che è attuale gestore del servizio. Oggi sono coperti 106 comuni: 36 aretini, 28 grossetani, 6 livornesi e 36 senesi. La Procura di Firenze che ha aperto l’inchiesta si è mossa ipotizzando il reato di turbativa d’asta. Per questo sono state svolte anche perquisizioni da parte della guardia di finanza. La gara si è svolta nel 2012, il vincitore, nel 2013, è risultato Sei Toscana, società che raggruppa enti pubblici e privati. L’ipotesi di reato è che la gara d’appalto sia stata confezionata su misura per Sei Toscana.

Ricordiamo che SEI Toscana è il gestore del servizio integrato dei rifiuti urbani nelle province dell’Ato Toscana Sud (province d Arezzo, Grosseto e Siena e sei comuni della provincia di Livorno). Il territorio servito da SEI Toscana copre circa la metà dell’intera superficie regionale e racchiude 106 comuni (36 aretini, 28 grossetani, 6 livornesi e 36 senesi). SEI Toscana a fine marzo 2013 ha firmato il contratto di servizio con l’Ato Rifiuti Toscana Sud e, a partire dal 1° gennaio 2014, è il gestore unico.

La compagine societaria è costituita da: AISA 12,53%
, CASENTINO SERVIZI 0,64%
, COOPLAT 13%
, CRCM 0,34%
, COSECA 0,07%
, CSA 5,03%, 
ECOLAT 11,27%
, LA CASTELNUOVESE 0,10%
, REVET 0,33%
, SIENAMBIENTE 23,79%
, STA 26,80%
, UNIECO 0,10%

Della STA fa parte anche Banca Etruria che, un anno prima della gara, nel 2011, aveva rilevato il 9,5% del suo capitale. Non solo. L’istituto, insieme all’ex azionista Monte dei Paschi, è tra i finanziatori della società che a fine 2014 aveva quasi 14 milioni di debiti con le banche.  In prima linea Giuseppe Fornasari, all’epoca presidente della banca e oggi in attesa di verdetto sul rinvio a giudizio per ostacolo alla vigilanza chiesto dalla Procura di Arezzo. Anche il suo successore Lorenzo Rosi, oggi indagato per omessa dichiarazione di conflitto d’interesse, che nel 2011 era consigliere dell’istituto, presidente di STA e al vertice della cooperativa Castelnuovese, altro grande socio nonché partner tecnico di Sei, di cui detiene ancora l’11% circa accanto al colosso emiliano Unieco e ai fiorentini di Cooplat. Con loro l’onnipresente Luciano Nataloni, che secondo la stampa locale sarebbe tra i sette indagati per l’appalto. Il commercialista fiorentino nel 2011 ha chiuso un mandato ultradecennale alla presidenza del collegio sindacale della Castelnuovese, tenendosi l’incarico di consigliere di Banca Federico del Vecchio (gruppo Etruria) cui avrebbe presto sommato un ruolo analogo nella capogruppo aretina, per il quale è oggi indagato insieme a Rosi. Chiude le fila Alessio Ferrabuoi, attuale presidente della Castelnuovese, consigliere di Sta ed ex sindaco di Laterina, il paese natale della famiglia Boschi che nel 1995 aveva sconfitto il padre del ministro nella corsa a primo cittadino del comune toscano.

Con l’arrivo di Sei è già chiaro è che gli abitanti delle ex province di Siena, Arezzo e Grosseto pagano oggi per lo smaltimento dei rifiuti uno tra i conti più alti d’Italia: siamo oltre il 10% della media nazionale, come ha detto il direttore della Confcommercio di Siena, Daniele Pracchia. E, secondo le tabelle del ministero delle finanze, il costo dello smaltimento dovrebbe essere di 9,3 milioni e invece siamo a 12 milioni di euro. Un’impennata che ha accompagnato proprio l’arrivo di Sei Toscana come nuovo gestore unico.

Ma quale è il ruolo del Casentino in Sei e nell’ATO dei rifiuti? Praticamente nullo ovvero quando si dice che il Carrozzone è troppo grande. La Casentino Servizi, società completamente pubblica e appartenente a tutti i comuni casentinesi, conta ben per lo 0,64%. I comuni casentinesi, nell’assemblea dell’ATO, luogo deputato alle grandi scelte strategiche sui rifiuti, addirittura l’1.34%, andando dallo 0,48% di Bibbiena fino allo 0,02% di Montemignaio. Ce lo vedete il buon Sindaco che parte da Montemignaio, e forte del suo 0,02%, prende la parola all’ATO e rivendica qualcosa per i suoi cittadini? Stendiamo un velo pietoso…

Dicevamo, il PD toscano e soprattutto quello aretino, sempre molto incline a realizzare i Carrozzoni (ricordiamo che qui siamo stati i primi nello sciagurato ATO dell’acqua, vero Ceccarelli?) forse questa volta, ha realizzato un Carrozzone extralarge: dal Falterona fino all’Elba e ritorno. Ma, tranquilli, grande è bello (compreso gli stipendi), dopo acqua e rifiuti, ora tocca alla sanità con l’Area vasta. Si salvi chi può…

La foto è stata ripresa dalla copertina di CASENTINO2000 nr. 244 di marzo 2014. Alleghiamo anche l’editoriale (profetico) scritto allora.

Editoriale 244

Torna il teatro amatoriale in Casentino

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La Compagnia del Mazzafrusto del Quartiere di Porta Crucifera di Arezzo mette in scena sabato 12 marzo al Teatro Dovizi di Bibbiena “Burlesche”. E’ uno spettacolo con il quale la Compagnia teatrale rosso verde rappresenta, attraverso fraseggi ironici e divertenti, spaccati di vita quotidiana (con riferimenti tipicamente aretini) che vedono coinvolti i personaggi residenti nel “condominio Persiconi”, ciascuno con le proprie storie e particolarità. Una recitazione spontanea, ma al tempo stesso frutto di una trama ben costruita e finemente scritta per attori amatoriali che colgono la peculiarità del personaggio interpretato divertendosi a loro volta. Prima dell’esibizione in programma a Bibbiena, lo spettacolo è stato messo in scena al Mecenate di Arezzo e al Moderno di Tegoleto. Il diverso approccio al problema degli uomini e delle donne e il modo in cui l’universo donna, con furbizia, trova la soluzione, sono il fulcro del copione pensato e scritto da Roberto Arrigucci.

Nella locandina sotto il ricco programma di tutta la rassegna organizzata come ogni anno dalla Filodrammatica Bibbienese.

SenzaPrimaDataLoc_A3 filodramma2016

Sindaci PD dell’Unione: come sprecare soldi pubblici

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La guerra, persa, dai sindaci PD dell’Unione contro Paolo Agostini ha comportato la paralisi dell’Ente dall’agosto scorso fino ad oggi, con un presidente, Giampaolo Tellini, che ha occupato illegittimamente una carica che non gli spettava e decisioni, sanate grazie al buon cuore del giudice, che dovrebbero adesso come minimo essere tutte verificate.

Ma Il problema è che adesso tutta questa bella improvvisata, dietro alla quale immaginiamo ci sia anche lo zampino dello “stratega dirigente” Paolo Grifagni, sta presentando anche il conto, naturalmente a carico dei cittadini.

E’ infatti arrivata all’Unione la prima notula dello studio legale che ha difeso l’Unione nel ricorso presentato da Paolo Agostini al TAR della Toscana contro le assurde decisioni prese alla fine di luglio che portarono alla sua illegittima sostituzione.

Si tratta, a quanto abbiamo capito, di una prima parte di quanto dovuto e per il quale la stessa Unione ha impegnato, tra il 2015 e il 2016, circa 9.500 Euro.

Chi dovrebbe pagare in questi casi in cui, considerata la decisione del TAR, si è causato un danno all’Ente di cui ci si ostina a voler decidere il futuro?

Forse in qualche altro Paese la risposta sarebbe scontata, ma siamo in Italia, nella non più “oasi felice” che è diventata la Toscana: culla del Renzismo; dello scandalo Banca Etruria; degli ospedali costruiti con i Project Financing; e dove la politica non permette ai cittadini di esprimersi con i referendum sulle decisioni che assume sulla sanità.

Allora di cosa ci meravigliamo se anche questa volta sembrerà normale impegnare questi soldi a carico delle casse pubbliche?

Il Badalischio

 

Determinazione Unione 1

Determinazione Unione 2

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Si tratta di informazioni che non sono raccolte per essere associate a interessati identificati, ma che per loro stessa natura potrebbero, attraverso elaborazioni ed associazioni con dati detenuti da terzi, permettere di identificare i computer che si connettono al sito.
In questa categoria di dati rientrano gli indirizzi IP o i nomi a dominio dei computer utilizzati dagli utenti che si connettono al Sito Web, gli indirizzi in notazione URI (Uniform Resource Identifier) delle risorse richieste, l’orario della richiesta, il metodo utilizzato nel sottoporre la richiesta al server, la dimensione del file ottenuto in risposta, il codice numerico indicante lo stato della risposta data dal server (buon fine, errore, ecc.) ed altri parametri relativi al sistema operativo e all’ambiente informatico dell’utente.
Questi dati potrebbero essere utilizzati al solo fine di ricavare informazioni statistiche anonime sull’uso del Sito Web e per controllarne il corretto funzionamento. I dati potrebbero essere utilizzati per l’accertamento di responsabilità in caso di ipotetici reati informatici ai danni del sito.

Dati forniti volontariamente dagli utenti visitatori
L’invio facoltativo, esplicito e volontario di dati personali per accedere a determinati servizi, ovvero per effettuare richieste di informazioni agli indirizzi indicati sul Sito Web comporta la successiva acquisizione dei dati personali inseriti nella richiesta del mittente, necessari per rispondere alle stesse.
Specifiche informative di sintesi verranno progressivamente riportate o visualizzate nelle pagine del sito predisposte per particolari servizi a richiesta.