18 C
Casentino
venerdì, 25 Aprile 2025
Home Blog Pagina 859

Comune Unico: ambiente e sviluppo

0

di Alessandro Volpone – Iniziamo dal tema dell’identità. Con l’introduzione di un Comune Unico si rischia veramente di perdere la cultura delle singole realtà?
«Non credo che questi valori si misurino con la presenza o meno di un sindaco, ma piuttosto attraverso l’espressione e l’impegno della comunità nella vita di tutti i giorni. Inoltre nemmeno le guerre riescono a estirpare l’identità e la cultura di una nazione, figuriamoci un riassetto amministrativo di una vallata».

L’interesse della comunità non è tenere i ragazzi nel territorio e farli lavorare laddove vorrebbero? Non sarebbe giusto utilizzare i beni pubblici compatibilmente con la loro funzione, all’interno di un quadro di programmazione, per incentivare esperienza e sviluppo tra i giovani?
«Credo proprio di SI! è necessario offrire un po’ di speranza (la disoccupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni è al 32% nel 1° trimestre del 2012), dare una manciata di opportunità ai vari livelli per favorire dal basso l’iniziativa senza un tornaconto politico, ma solo rianimando l’impegno e l’interesse. Contrastando quindi marginalizzazione, disoccupazione e disperazione sociale».
Sono in grado i comuni con l’attuale assetto frammentato di disporre, organizzare, fare meglio sia in termini di sviluppo che di iniziativa?

«Se NO, il problema allora è che i comuni hanno un dovere assegnatogli dalla legge che non riescono ad adempiere. Per la precisione il Testo Unico degli enti locali (art.3) dice: ”…il comune è l’ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo…”.
Sappiamo bene che per essere competitivi e offrire beni e servizi appetibili sul mercato dobbiamo puntare sulle nostre qualità migliori, ovvero i prodotti tecnici e artigianali, la storia, la cultura, l’ambiente e il paesaggio. Ma per fare questo serve una trasversalità di competenze ovvero figure professionali che siano specializzate sui temi sopra elencati, altrimenti si naviga “a vista” come è stato fatto per lo più fino ad adesso con risultati evidenti.

Ribadisco che abbiamo bisogno di un nuovo coordinamento all’interno delle strutture amministrative che si devono obbligatoriamente interfacciare. I grandi e i piccoli comuni da soli non ce la possono fare, gli enti da soli non ce la possono fare, le amministrazioni pubbliche devono riallinearsi e fondersi per dovere nei confronti dei cittadini e per fare veramente gli interessi della collettività.
Se SI, lascio un libero spunto di riflessione».
Possiamo trovare nella creazione di un Comune Unico un’alternativa valida e sostenibile?
«I notevoli risparmi ottenuti dalla creazione di un Comune Unico potrebbero in parte essere dirottati nelle direzioni sopra citate: supporto alle idee, supporto all’innovazione, supporto alle categorie deboli e alle comunità.

Da dove derivano i risparmi e le risorse? Come abbiamo illustrato nelle vesti di Comitato di liberi cittadini i risparmi ci sono e senza mandare a casa i lavoratori degli enti pubblici come qualcuno vorrebbe far credere.
Semplicemente riducendo lo staff politico dalle 213 unità alle 31 unità si ha un risparmio stimato di 300.000 euro, a cui si aggiunge il premio per le fusioni. L’altro capitolo di risparmio sta soprattutto nella maggiore capacità di operare di un Comune Unico, che andrebbe a eliminare gli attriti tra amministrazioni, le distorsioni di pianificazione territoriale, la perdita di opportunità per la mancanza di gruppi di lavoro da impiegare nei bandi di finanziamento.

In ultimo vorrei ricordare che il processo di rinnovamento avverrà con effetti importanti soprattutto negli anni, con il turn-over dei lavoratori, e permetterà, ad esempio, di pensionare un impiegato ed assumere un biologo: in tal modo si valorizzerà ulteriormente il personale arricchendolo di competenze».
Come può un Comune Unico essere in grado di valorizzare il patrimonio ambientale e naturale del territorio?
«In campo ambientale sarebbe idoneo, per il ruolo che rivestono gli ecosistemi e le foreste in Casentino, creare un distretto “ambiente” all’interno del Comune Unico. Tale distretto potrà soddisfare numerosi compiti: appoggio al governo del territorio e alla pianificazione urbanistica, manutenzione del verde urbano, sostegno all’agricoltura, ricongiunzione delle proprietà demaniali (cioè regionali) e comunali, progetti di forniture energetiche sicure e alternative per ospedali, scuole o case di riposo, aste pubbliche per il legname, potenziamento dei boschi di pianura o fasce tampone fluviali finalizzati alla depurazione delle acque, al turismo, alla fauna ittica, ai prodotti della terra.

Vale la pena ricordare che il consumo crescente di acqua legato all’aumento di popolazione e la diminuzione di precipitazioni a causa degli andamenti climatici, ci impongono di potenziare la rete di invasi, rivalutare quelli esistenti, far si che si garantisca acqua agli agricoltori, che si garantisca portata ai fiumi e ai torrenti per la sopravvivenza sia dell’ecosistema, sia delle falde sotterranee (sempre più pericolosamente basse), sia per i bisogni dell’uomo.
Per far questo ci vuole lavoro e dobbiamo essere coordinati, il più possibile, anche attraverso un Comune Unico.
In conclusione sono molti altri i settori di interesse rivalutabili da un Comune Unico: cultura, archeologia, didattica, tecniche di produzione energetica… Spero che ci siano persone esperte che vogliano contribuire al tour informativo casentinese e che vogliano dire la loro.
Durante la campagna di informazione svolta in maniera indipendente, ho trovato poca voglia di informazione, quasi una “letargia diffusa”. Spero che il mese di aprile risvegli gli animi. Credo che siamo tutti d’accordo sulla necessità di trovare nuove strade di crescita: a livello locale così come a livello nazionale, c’è bisogno di un cambiamento.

La Regione Toscana ha investito molto su questo referendum e mi piacerebbe capire prima di maggio se i cittadini hanno chiare le ragioni del SI. E anche se vi fossero le ragioni del NO, perché ancora le trovo inconsistenti…

Il carrozzone a 9 posti in gita….

0

Mentre il Casentino vive una grave crisi economica, una geniale trovata di Santini: il gemellaggio con Lipari (!?!). E’ proprio vero che la realtà spesso supera la fantasia e che il genio dei nostri amministratori non ha confini. Chi poteva infatti concepire un gemellaggio tra il Casentino e le isole Lipari che, come dice Santini “può essere costruttivo e portare alla creazione di interessanti itinerari culturali e turistici da condividere tra le due comunità”. (sic)

Dal comunicato stampa, lanciato con legittimo orgoglio e dovuta enfasi, si legge che “l’Unione di Comuni Montani del Casentino è stata ospite presso il comune di Lipari dove si è svolto il gemellaggio istituzionale tra Lipari e l’Unione dei Comuni Montani del Casentino”. Ora le bellissime isole Lipari si trovano a centinaia e centinaia di chilometri dal Casentino e cosa abbiano in comune con il nostro territorio resta francamente un mistero.

Ma in momenti di crisi, quando le nostre aziende sono costrette a licenziare e le famiglie casentinesi faticano ad arrivare a fine mese, è giusto aguzzare l’ingegno e pescare dal cilindro simili trovate. Di ciò ringraziamo il presidente Santini e il carrozzone a 9 posti targato PD: un ente di cui davvero, anche per simili iniziative, non possiamo proprio fare a meno!

Per finire, sarebbe anche importante sapere quanto è costata al Casentino questa lunga e amena scampagnata isolana…

10 risposte per dire SI al Comune Unico

0

Per togliersi tutti i dubbi e votare convinti per il SI. 1 Avremo un territorio grande come Roma con il numero di abitanti come Campi Bisenzio. I comuni prendono i trasferimenti dallo stato in base agli abitanti. Oggi i 13 comuni del casentino percepiscono circa 11,15 milioni di euro di trasferimenti, con il Comune unico perderemo circa 2 milioni di euro all’anno, più i quasi 5 milioni annuali delle deleghe regionali.

Risposta 1:
Solo con un comune unico è possibile governare al meglio un territorio come quello del Casentino, culla di civiltà e cultura fin dal medioevo. I fatti fino ad oggi dimostrati da questo attuale sistema amministrativo frammentato e litigioso, hanno dimostrato ampiamente nell’immaginario collettivo tutti i limiti del caso. Non è stato possibile far crescere la grande risorsa turistica che la nostra valle ha da sempre, non è stato mai valorizzato alcun che se non i patrimoni di vocazione religiosa, in cui i preposti alla promozione di ciò ne sanno ben più degli ex ed attuali amministratori locali, non è stata mai creata una strada di fondovalle capace di rispondere al meglio alle esigenze delle nostre economie produttive per colpa della segmentazione della sua composizione nei vari territori comunali in cui ognuno tirava l’acqua al proprio mulino. Non è mai stata azzeccata una formula efficiente per il trenino del Casentino , degno più del Far West che delle esigenze vere dei molti pendolari più bisognosi di un sistema metropolitano . Sono stati costruiti con enormi sprechi di danari pubblici tronchetti ferroviari e aree logistiche (vedere esempio di Calbenzano) con criteri di dubbia progettualità e competenza tant’è che ad oggi non servono a nulla. Non si è mai potuto istituire un piano degli orari che permettesse a scuole aziende e cittadini comuni di funzionare al meglio in sinergia con le proprie esigenze e non quindi con quelle delle aziende di trasporto, con la conseguenza ( solo una tra le tante) di far perdere ad ogni nostro figlio un anno di scuola superiore nell’arco di un quinquennio.

Con un estensione cosi grande ci sarebbero comunque più risorse per poter venire incontro alle varie esigenze territoriali facenti riferimento agli ex comuni. Le risorse umane e i mezzi d’opera presenti per gestire al meglio il territorio sarebbero maggiormente garantiti a tutti e non solo in alcune limitate porzioni come avviene adesso. Il personale presente e futuro, in virtù di queste caratteristiche avrebbe al possibilità di essere specializzato e poter conseguire qualifiche e gratificazioni professionali che oggi non è possibile avere per via di una massa critica mancante.

Non è vero che verrebbero perse le deleghe regionali in quanto, queste verrebbero rese di diritto al comune unico del casentino per effetto giurisdizionale e legislativo conseguente al superamento dell’attuale Unione dei Comuni a 9 rispetto alla sovranità che un comune ha in senso lato.

I comuni sono enti territorialmente autonomi e sovrani con proprio potere legislativo e statutario, le Unioni dei comuni o ex comunità montane, sono enti derivati non eletti direttamente dal popolo e che per funzionare al meglio hanno bisogno dell’approvazione dei consigli comunali che le compongono, creando inevitabilmente un effetto di ridondanza inutile macchinosa e costosa.

2 Gli incentivi per le fusioni di Comuni per fare il comune unico sono 3 milioni di euro in 5 anni,non 30 milioni in 10 anni come dichiara il comitato per il si.
Risposta 2
Gli incentivi per i comuni unici sono di origine regionale per cinque anni e statale per dieci anni. I contributi nel loro totale ammontano davvero a circa 28 milioni di euro in 10 anni. Inoltre, i fondi che il legislatore ha previsto per le Unioni dei comuni e per i comuni unici sono ben distinti e separati, tant’è che proprio in virtù di questa caratteristica quelli per le fusioni sarebbero maggiormente garantiti dato il numero inferiore rispetto alle unioni per cui, sull’ammontare totale dei rispettivi fondi contributivi si avrebbe la certezza assoluta per quelli relativi alle fusioni (prendendo in pratica il 100% spettante), mentre per le unioni è possibile prenderne solo parzialmente visto che in Italia in base ai recenti dati 2011 ne sono state create più di 500 a differenza delle sole 9 fusioni.

La pioggia di danari erogabili è maggiore per il fondo delle fusioni e minore in proporzione al numero per le unioni.

3 Ci saranno grandi disagi per la popolazione Casentinese. Le municipalità di cui parla il quesito referendario sono state tolte dall’ultima finanziaria.

Risposta 3:
Le Municipalità di cui parla il quesito ovvero in riferimento all’Art. 9 della proposta referendaria,non sono state affatto abolite, semmai incentivate . Lo stesso TUEL 267 – 2000 – per gli enti locali e disposizioni susseguenti lo smentisce chiaramente con l’Art.16 , dimostrando quindi la assoluta compatibilità tra la legge nazionale e la stessa proposta di cui all’oggetto. Si tende spesso a confondere l’abolizione delle municipalità circoscrizionali sotto i 100.000 abitanti per i comuni già esistenti piuttosto che dare conto davvero di ciò che dispongono le leggi in materia.

Per i comuni formatisi da fusione, indipendentemente dal numero di abitanti, per funzionare al meglio vengono dotati di tali strumenti amministrativi cosi da poter tutelare proprio le identità territoriali e la rappresentatività rispetto all’amministrazione unica.

Le sedi degli attuali comuni verrebbero mantenute rendendo invariati tutti i servizi di cui il cittadino abbisogna. Inoltre, a differenza di un sistema come quello attuale, sarebbe possibile poter usufruire da qualsiasi cittadino del comune unico di ogni servizio che lo riguarda e, a differenza d’ora, potrebbe farlo in tutto il territorio . Per esempio, un cittadino di Montemignaio potrà usufruire di un qualsiasi ufficio comunale anche in un municipio diverso dal suo, questo significa che per esso non sarà più necessario perdere ore di lavoro inutilmente per tornare al proprio paese da un luogo di lavoro distante come potrebbe essere Poppi o Soci, dal momento che potrebbe recarsi nell’ufficio a lui più vicino. Quindi il Comune Unico avvicina maggiormente i servizi al cittadino in ogni caso creando indubbiamente vantaggio e non disagio.

4 Sui costi della politica non ci saranno risparmi. L’amministrazione di un comune con la struttura descritta dal quesito referendario costerebbe di più di tutte le amministrazioni dei 13 comuni attualmente presenti.

Risposta 4:
Il Comune Unico rappresenta risparmio in ogni caso e questo sia per la conseguente razionalizzazione delle spese amministrative e gestionali, sia per la forte riduzione dell’apparato politico amministrativo . Tale ente costerebbe per la parte politica soltanto 180.000 euro rispetto agli attuali 600/700 .000 di adesso. Da circa 220 politici attuali si passerebbe a soltanto 25 oltre che ad 1 solo segretario rispetto agli attuali 9 presenti tra cui una sorta di decimo in relazione al direttore generale attualmente in essere con l’Unione dei Comuni.

Insomma, è ovvio che cosi facendo si taglierebbero molte delle attuali cariche politiche esistenti, ma tutto ciò comporterebbe una indispensabile semplificazione della macchina amministrativa, con conseguente risparmio ed efficienza in quanto il cittadino, le imprese, le scuole, il sistema sanitario, forestale ecc. avrebbe a che fare con un unico referente e con unici piani regolatori, urbanistici, edilizi, strutturali e di gestione dei servizi. Nell’era moderna, quella in cui è necessario unire le forze per sopravvivere alla globalizzazione, alla crisi conclamata che anche il nostro Casentino sta vivendo, non possiamo continuare a credere che piccolo è meglio. Se vogliamo competere ed evitare che i nostri giovani e le nostre imprese migrino verso lidi più appetibili e meno farraginosi, bisogna fare “sistema comune” . E’ bene ricordare ai casentinesi che secondo il centro per l’impiego del Casentino a Giugno 2011 la disoccupazione giovanile era al 33%, che per le donne casentinesi vi erano sempre meno opportunità di lavoro e che l’aumento agli ammortizzatori sociali era aumentato in maniera esponenziale a livelli superiori rispetto a quello delle altre vallate. Il Comune unico non è la panacea di tutti i mali, ma uno strumento più idoneo per superarli di sicuro.

5 Con il Comune unico chiuderanno uffici postali,scuole e servizi per i cittadini nelle frazioni e nei comuni marginali. Vigerebbe solo la logica numerico- economica.

Risposta 5:
Con il comune Unico sarà finalmente possibile per le scuole rapportarsi con un unico referente il quale non potrà redimersi dalle proprie responsabilità nei confronti dei cittadini casentinesi e del fabbisogno tecnico culturale del territorio e delle attività produttive presenti. Attualmente infatti le scuole superiori sono costrette a relazionarsi direttamente con la provincia anziché avere rapporti indispensabili con i sindaci ed aziende che di fatto, fino ad oggi hanno sempre tralasciato il problema con fare lassista.

A sostegno di ciò vi è appunto la complicata questione della scelta di indirizzo scolastico per i nostri alunni a cui dovrebbero partecipare con una logica di concertazione i comuni, le aziende e le provincie.

Il liceo Classico, irrinunciabile per accedere con la metodica ottimale alle università, da tempo ormai non esiste più in Casentino ed alcuni indirizzi tecnico professionali sono lasciati spesso al caso anziché scelti con congruo criterio. Non ultima, la questione legata al piano degli orari di vallata che penalizza fortemente i nostri studenti facendogli perdere circa 10 minuti ogni ora di lezione che nell’arco di 5 anni si trasformano in 1 anno di scuola in meno.

Nelle frazioni, verrebbero garantiti servizi maggiori rispetto ad oggi poiché con il Comune Unico sarà possibile usufruire di maestranze qualificate e mezzi d’opera più specializzati con cui poter focalizzare l’attenzione in ogni momento ed in maniera diffusa sulle varie esigenze specifiche del territorio interessato, cosa oggi molto difficile soprattutto per i piccoli comuni che non hanno ne mezzi ne personale sufficientemente adeguati.

I servizi in genere verranno comunque garantiti e non verrà smantellato nessun ufficio postale per ragione di un comune unico in quanto, come ben sappiamo, gli uffici postali sono sotto la giurisdizione statale e quindi non hanno nulla a che vedere con il comune in senso assoluto, casomai si può certamente affermare che con un unico referente la concertazione verso le POSTE sarà maggiore in virtù del maggior peso politico economico che questo potrà dimostrare rispetto al piccolo comune attuale.

6 Ci saranno solo 16 consiglieri di maggioranza e 8 delle opposizioni. Le istituzioni saranno così sempre più lontane dai cittadini e dai loro veri bisogni. A chi ci rivolgeremo???

8 I comuni piccoli e medi non avranno rappresentanza. Anche i più grandi però saranno penalizzati fortemente. Attualmente a Bibbiena il Comune più grande ci sono 21 consiglieri comunali,che affrontano i problemi dei cittadini di tutto il territorio. Con il Comune Unico se va bene ne saranno eletti 4 o 5. Sarà davvero più facile di adesso per i cittadini di Bibbiena,o di Poppi,vedere affrontati e risolti i propri problemi?

Risposta 6 e 8:
Con il nuovo Comune del Casentino la gestione dell’amministrazione politica sarà affidata a 24 consiglieri 1 giunta ed 1 sindaco che, coadiuvati come prevede la legge sulle fusioni, da dei Comitati di Gestione nelle varie municipalità garantiranno rappresentanza e servizi al cittadino , riportando la politica alla sua vera essenza democratica e civica quale dovrebbe essere davvero. I rappresentanti dei comitati di gestione infatti non riceveranno alcun corrispettivo, saranno eletti contestualmente al consiglio e saranno incompatibili con cariche istituzionali. Questi avranno un potere di indirizzo politico verso il consiglio stesso cosi da poter dare conto in maniera capillare delle varie esigenze di cui il loro territorio abbisogna, cosa attualmente non praticata soprattutto nelle frazioni, se non per conto di “capi popolo” o presidenti di Pro-Loco.

7 Siamo sicuri che un comune di 48000 abitanti abbia più peso politico degli attuali 13 comuni del Casentino?crediamo davvero che Campi Bisenzio,Cascina,Capannori,sesto Fiorentino,siano poi così influenti????

Risposta 7:
Spesso si tende a snaturare le capacità reali di un Comune come quello che verrebbe a costituirsi con la fusione dei 13 comuni presenti in Casentino.

Si dice che un comune unico ad 11 ( formula ideale ) o a 13 sarebbe troppo popoloso, salvo poi affermare a seconda delle volte, l’esatto contrario sostenendo che 36.000 o 48.000 abitanti nel secondo caso sarebbero pochi e assimilando tale realtà a quella di Gubbio o Scandicci che, secondo i sostenitori del no non avrebbero alcun peso politico in più rispetto ai nostri attuali comuni casentinesi.

Ebbene, ad oggi nei confronti delle ATOO ( rifiuti e acqua) un comune come quello di Ortignano conta appena lo 0,1% Bibbiena il 2% e Pratovecchio 1% mentre Arezzo con 100.000 abitanti conta per il 30% e Montevarchi per circa il 12% cosi come la nuova fusione che avverrà tra Figline ed Incisa che con più di 24.000 abitanti conteranno molto più di adesso. Con un comune unico del Casentino avremmo una valenza in questi “nostri”contesti con i quali dobbiamo relazionarci pari almeno al 15% con evidente maggior peso politico e decisionale.

9 In tutti i comuni un numero enorme di associazioni sociali,culturali,sportive e di volontariato, in collaborazione e con i finanziamenti erogati delle varie amministrazioni comunali hanno tessuto negli anni una rete di eventi,di servizi e di attività socio culturali di inestimabile valore. Con il Comune Unico sparirà tutto questo patrimonio fondamentale per dei territori montani come i nostri.

Risposta 9:
Il COMUNE UNICO è una scelta coraggiosa, ma non è assolutamente in contrasto con il contesto reale del Casentino ovvero, non esiste un Casentino frammentato nella vita quotidiana di ognuno di noi e non esiste neanche nella formula identitaria dell’immaginario collettivo, esiste soltanto a livello politico amministrativo e questo dovrebbe far riflettere.

Siamo ormai in un epoca globalizzata in cui l’Europa unita è tale pur non parlando la solita lingua, un epoca in cui i nostri figli( oramai da diverse generazioni ) frequentano le stesse scuole superiori riconoscendosi sotto ogni profilo in un UNICA IDENTITA’. Molte associazioni sportive, culturali o di volontariato che operano nel nostro territorio si trovano spesso in contrasto con le diverse disposizioni e regolamenti adottati negli attuali singoli comuni , accentuando sempre di più la necessità di fare sistema comune e di poter operare in un unico territorio ormai uguale per tutti. I nostri imprenditori che operano in comuni diversi dal loro non hanno nessun potere di democrazia partecipata (non possono votare il sindaco che amministra la località in cui questi hanno l’azienda) nei confronti dell’amministrazione in cui passano la maggior parte della loro esistenza.

Con il COMUNE UNICO tutte queste problematiche, per certi versi assurde e chiare indicatrici del SEGNO DEI TEMPI verrebbero risolte in virtù di un unico referente, di servizi più qualificati e contando di più politicamente. Si avrebbero maggiori possibilità di ottenere risorse e finanziamenti regionali e statali con concrete possibilità di partecipare ai bandi europei attraverso un personale interno competente e qualificato, che ad oggi, non è possibile avere. Quindi una gestione del territorio ottimale e più rispondente alla nostra collettività.

10 Siamo consapevoli che ci sono tante cose che devono cambiare, e in parte molte stanno già cambiando. Con coraggio dovremmo razionalizzare sempre di più i costi e continuare con maggiore convinzione ad associare i servizi. Ma non servirà a nessuno distruggere e snaturare tutto. Il Casentino è meraviglioso,dobbiamo salvarlo non distruggerlo.

Risposta 10:
Un Italia dei comuni cosi com’è oggi, composta spesso da piccoli comuni di 500 – 1.000 – 3.000 …o anche di 10.000 abitanti non è più rispondente all’epoca in cui viviamo. Lo stesso legislatore nazionale lo fa presente di continuo, quando ci indica che la strada maestra è quella della razionalizzazione della spesa pubblica e della semplificazione amministrativa. Quindi anche in tal senso un COMUNE UNICO DEL CASENTINO, concepito o come da proposta referendaria, oppure attraverso una formula ideale di 11 COMUNI, risulterebbe la soluzione migliore per progredire e farci entrare a pieno titolo nel futuro.

E’ ora di cambiare, di rinnovarsi e di abbandonare certi concetti precostituiti tali per cui si vede la questione del COMUNE UNICO come una mera questione ideologica tra destra e sinistra.

Il COMUNE UNICO è uno strumento diverso e più al passo coi tempi di quanto non lo sia questo attuale assetto amministrativo, che non è inutile ed inefficiente solo per colpa di una certa politica di potere, bensì per via di un vecchio SISTEMA ITALIA che da tempo non funziona più e che necessita urgentemente di essere rivisto e cambiato.

Con il COMUNE UNICO,dimostreremo a tutti di cosa saremo capaci noi casentinesi. Daremo a questo nostro territorio, da secoli culla di cultura e civiltà, la possibilità di rigenerarsi a nuova vita cosi da fungere come esempio per la nostra Italia intera.

CASENTINO UNITO

Di chi sono i manifesti stradali?

0

Si avvicina il referendum e capita di vedere cose veramente curiose. Come per esempio alcunimanifesti, su cui anche un lettore del blog ha voluto dire la sua…
In effetti, a guardarli, vengono subito in mente altri temi, altri argomenti, altri contesti, molto lontani dal Comune Unico…
Ci sembrano davvero slogan fuori dal tempo, considerando anche che dovrebbero essere riferiti a chi magari lavora con te; a chi ha il figlio che frequenta la stessa scuola del tuo; a chi, in linea d’aria, potrebbe abitare a qualche centinaio di metri da casa tua…
Comunque rendono palese l’approccio che chi sostiene il NO ha avuto fin dall’inizio alla proposta di far nascere il Comune del Casentino: rifiuto del confronto e degli argomenti degli altri, demonizzazione di chi promuoveva il SI, impegno massimo per ostacolare la riuscita del referendum. Ultimo caso in ordine di tempo: il sindaco di Poppi ha negato il permesso di allestire uno spazio informativo del Comitato promotore del referendum in occasione della festa di San Torello, perchè “non in sintonia con il tema della manifestazione”… da capire quale sia il tema a cui si fa riferimento, in ogni caso prima di un appuntamento referendario non dovrebbe essere normale, e un diritto, avere spazi per diffondere e far conoscere le propie idee?
Un altro elemento che rende particolari questi manifesti è l’assenza di una firma, come se ci fosse il desiderio di non farsi riconoscere… ma sono comunque affissi nello spazio assegnato ad alcuni partiti… Quindi, direte voi, se facciamo uno più uno dovremmo avere la soluzione… ma sembra troppo facile così e crediamo che ci siano tutti gli elementi per aprire una caccia al tesoro.
Riusciremo a sapere di chi sono questi manifesti?

Basta con le menzogne !!

0

Se vogliamo fare la guerra dei numeri siamo pronti a confutare con dati certi e fonti autentiche le recenti affermazioni di chi sostiene il No.
Le motivazioni del No al referendum sono tanto ingannevoli e faziose quanto errate primo tra tutti seppur insignificante il dato geografico, Roma ha un’estensione più che doppia e non pari al Casentino.
I comuni prendono i trasferimenti dallo stato in base agli abitanti con il Comune Unico continueremo a percepire gli stessi trasferimenti più un 20% per dieci anni come premio fusione.
Il Comune Unico è un comune Montano e percepirà i fondi regionali per la Montagna e tutti i milioni annuali delle deleghe regionali: lo dice la Costituzione, legge delle leggi, lo conferma la norma Regionale.
Gli incentivi erogati ad oggi per la fusione in Casentino sono 28 milioni di euro in 10 anni. I sostenitori del No si sono dimenticati del contributo statale, che è quello più sostanzioso (20% dei trasferimenti ossia oltre due milioni all’anno). La legge è chiara e noi sul nostro blog ne diamo ampia dimostrazione.
Non ci saranno disagi per la popolazione, la testimonianza di chi ha seguito la via del comune unico è chiarificatrice: miglioramento, efficienza, risparmio, documentatevi sul web autonomamente non cadete in questa rete tessuta di paura.
I veri disagi saranno per la classe politica che da anni governa il Casentino, perché il Comune unico è un atto di generosità e rinuncia (a molte cariche e poltrone) che i nostri governanti non sono disposti a concedere.
Sui costi della politica ci saranno risparmi, eccome, meno duecento politici significano circa 700.000 euro all’anno. L’equivalente di una scuola, o una palestra, insomma una grande opera pubblica in più ogni anno per il Casentino.
La finanziaria ha eliminato le municipalità per i comuni esistenti sotto 100.000 ab (art. 16 Testo Unico per gli Enti Locali- TUEL) ma in caso di fusione le municipalità sono ancora previste, si veda l’ art. 15 del TUEL che non è mai stato messo in discussione da nessuna altra legge.
Non chiuderanno gli uffici postali, non è di competenza comunale, e poi lo Stato lo sta già facendo.
E’ certo ed indiscutibile che un Comune Unico ha più peso politico. Più peso per contattare le tariffe di acqua e rifiuti, più peso per negoziare con lo stato affinché le poste non chiudano, più peso per generare opportunità di crescita e lavoro per i nostri figli, e molto altro.
E’ la politica degli ultimi trent’anni che ha determinato il degrado delle frazioni e delle aree più marginali, non il Comune unico che è l’unico modo dato alle amministrazioni per reagire alla crisi.
Il modello “Comunità Montana” che ha governato fino ad oggi il Casentino deve essere superato oggi, non possiamo più rimandare.
Noi cittadini dobbiamo dare un chiaro segno di autonomia, saggezza e lungimiranza a chi ci governa, dobbiamo votare Sì.
Per una verifica di quanto esposto potete consultare il nostro blog dove sono riportati i link al Ministero dell’Interno ed alle principali leggi in materia, oltre ad un insieme di articoli che approfondiscono ed esplicano tematiche e cifre sul Comune Unico con rigore scientifico. Cfr. http://comunedelcasentino.blogspot.it/
CASENTINO UNITO

Comune unico e CGL: qualche osservazione critica

0

Unità del Casentino bene primario non rinviabile. Renzi (SEL) voterà SI. Da iscritto, ormai quasi quarantennale, alla CGIL, mi permetto di fare alcune osservazioni critiche in merito alle motivazioni con cui il segretario provinciale Giorgio Cartocci ha tentato di spiegare il no al referendum sul Comune unico.

Condivido completamente la premessa (SEL Casentino lo ha più volte sostenuto) che il Comune unico avrebbe dovuto essere il risultato di un processo graduale di aggregazione.

Ma la società, la realtà politica ed economica, oggi si evolve più veloce dei nostri pensieri. E dobbiamo scegliere sulla base della situazione oggettiva in cui ci troviamo, tenendo conto della evoluzione istituzionale, della urgenza di decisioni che non possono, per quanto ci riguarda, non avere come obbiettivo irrinunciabile e non rinviabile una gestione unitaria del Casentino.

Le conclusioni di Cartocci sono in contraddizione con la premessa.

1-Cartocci, il primo motivo per il no lo vede nel fatto che il referendum non indica “gli obiettivi coerenti con l’evoluzione complessiva del sistema istituzionale e infatti individua nella Provincia la titolare di deleghe attualmente all’unione dei comuni.,quando il dibattito generale parla anche della soppressione delle stesse province”.

Certo, la proposta (ed io non l’ho sottoscritta perché non la condividevo) è stata fatta in un’altra epoca. Ma la decisione del governo Monti di trasformare le Province in una specie di Unione dei Comuni (decisione che personalmente ritengo disastrosa) rende ancora più pressante ed urgente la presenza di un Casentino unito. Saremmo davvero in una ingestibile confusione istituzionale se, oltre alle unione dei Comuni di vallata, alla Società della salute ecc.ecc dovessimo avere anche una Unione dei Comuni ex provincia, con un Consiglio di 10 persone nominate da 39 Comuni!

Inoltre, con le Unione dei Comuni volontarie, così come sono ora, abbiamo raggiunto la peggiore disgregazione che si sia mai vista negli ultimi 50 anni. Nessuna Unione dei Comuni in provincia di Arezzo ha visto la partecipazione di tutti i comuni, né in Valtiberina né in Casentino

2-Cartocci dice che il Comune unico “non può non essere il risultato della partecipazione e del coinvolgimento di un larghissimo numero di cittadini e allo stato attuale questo coinvolgimento non sembra esserci. Il terzo: il referendum è strumento di divisione in un momento nel quale di fronte alla devastante crisi che stiamo”

Domando: chi doveva attivare il percorso partecipativo? E per quale motivo il referendum non dovrebbe essere l’occasione e lo strumento per attivare questo processo partecipativo?. Perché tante forze politiche anziché lavorare in questa direzione tacciono nella speranza che il referendum fallisca per poca partecipazione?

Negli ultimi anni la massima partecipazione l’abbiamo raggiunta con i referendum sui beni comuni (acqua, nucleare ecc.). Mi dispiace che Cartocci indichi nel referendum solo uno strumento di divisione. Non è stata sempre questa finora la posizione della CGIL e della sinistra in genere, che hanno utilizzato il referendum per bloccare scelte politiche ritenute inaccettabili.

Non credo nelle funzioni salvifiche e miracolose del Comune Unico o di altre ingegnerie istituzionali. Sono gli uomini, in fondo, che fanno le istituzioni e non viceversa. Ma è indubbio che, data la situazione che si è creata, in particolare in Casentino, oggi solo una decisione seria ed obbligatoria per una gestione unitaria può aiutarci a risolvere i problemi ed a riprendere una costruttiva gestione unitaria della nostra vallata.

Il referendum è consultivo. La Regione dovrà poi deliberare. Dare un sì al referendum per il Comune unico diventa anche un segnale pregnante per le decisioni che la Regione deve prendere nel riassetto istituzionale. Ed è un segnale anche per i nostri sindaci. Perché il mondo non finisce il 7 maggio e qualunque sarà il risultato avremo mesi ed anni difficili che solo con un grande spirito unitario potremo superare evitando drammi umani e sociali. Facciamo in modo che il dibattito referendario aiuti a ricostruire un clima sereno di confronto e non sia ulteriore motivo (strumentale) di divisione e contrapposizione politica e ideologica astratta.

Votare no (domando a Cartocci: quali sono gli obiettivi coerenti con l’evoluzione complessiva del sistema istituzionale di chi vota no?) o astenersi è un atteggiamento rinunciatario, che non tiene conto della gravità della situazione determinatasi per opposte miopie politiche nella nostra vallata ed un incitamento a mantenere il disastroso status quo.

Per questo io, nonostante i dubbi sulla proposta di legge come formulata, voterò sì.

Giorgio Renzi
SEL Casentino

A Serravalle il bollino “Meraviglia Italiana”

0

di Eugenio Milizia – A Serravalle è stato conferito il bollino “Meraviglia italiana”, un progetto che realizza un itinerario con un alto impatto storico culturale attraverso la selezione di 1000 tra le meraviglie italiane, individuate tra siti paesaggistici e manifestazioni di carattere culturale. Il progetto è patrocinato, fra l’altro, della Camera dei Deputati, del Ministro della Gioventù e del Ministero per i Beni e Attività culturali.

Castellare sei miglia a tramontana di Bibbiena situato sopra un dirupato sprone dell’alpe di Serra prolungamento del monte Cotozzo, dove confluiscono i fossi di Camaldoli, di Serravalle e di Prataglia, ebbe origine nel 1188, edificato da Amadeo Vescovo di Arezzo, al crocevia delle strade che conducono l’una a Camaldoli e l’altra alla Badia di Prataglia, per proseguire poi verso Corezzo, nel qual luogo questa strada si innestava poi a Serra in quella Via Romea che conduceva in Romagna.

Morto Amadeo, il Vescovo Guglielmo Ubertini, di lui successore, dette nel 1253 il feudo all’abate di Prataglia Guglielmo, che si obbligò a pagargli annualmente ventisette denari per ogni focolare. Le continue lotte fra Ubertini, Tarlati e Guidi, che insanguinavano il Casentino nel ‘300, indussero i monaci di Prataglia poco dopo la metà di questo secolo, a cedere in accomandigia per dieci anni il castello di Serravalle con quello di Frassineta ad Azzone degli Ubertini,

Nel 1404, però, la repubblica fiorentina spedì in Casentino 500 soldati al comando di Giacomo d’Alamanno Salviati, che riuscì a dominare i bellicosi Ubertini ed i Guidi di Bagno, facendoli sloggiare da oltre trenta castelli, tra cui quello di Serravalle. Da allora il feudo di Serravalle fu aggregato alla podesteria di Bibbiena sotto l’egemonia della Repubblica fiorentina, quindi passò ai Medici ed ai Lorena Granduchi di Toscana e finalmente allo Stato iItaliano.

Nel1865 Serravalle contava 584 abitanti. La strada attuale fu costruita dal 1901 al 1903. Sulla cima del colle di Serravalle sorge una moderna chiesa in stile romanico, fatta costruire con pietra serena del luogo e a proprie spese da un mecenate italo-americano, Egisto Paolo Fabbri. Presso le suore Mantellate, i bambini delle elementari apprendono attivamente la musica con l’originale metodo ideato dall’americana Justine B. Ward.

Nativo di Serravalle è l’illustre teologo padre Mariano Cordovani, di umili natali, che fu per molti anni maestro dei sacri palazzi apostolici nella Città del Vaticano. Deceduto il 5 agosto 1950 a Roma, le sue spoglie mortali riposano nella chiesa parrocchiale. A rappresentare il Pontefice Pio XII, il giorno dell’inumazione, il 29 settembre 1952, venne l’allora arcivescovo pro-segretario di Stato Mons. Giovanni Battista Montini, futuro papa Paolo VI, che in quella occasione soggiornò all’Eremo di Camaldoli.

Oggi Serravalle è una quieta stazione climatica, adattissima per chi desidera riposarsi verament; dispone di alcuni elementi di prim’ordine: l’essere appartato, anzi isolato, lontano dai centri urbani e dalle strade di grande traffico, con aria buona, acque pure, verde e silenzio.

SEL: confronto sul Comune Unico

0

“Comune Unico: pro e contro-Immaginiamo e costruiamo insieme il futuro del Casentino”. È questo il tema della tavola rotonda organizzata da Sinistra ecologia Libertà del Casentino per giovedì 3 maggio a Bibbiena, nella sala comunale, alle ore 21. Sono stati invitati quattro Sindaci, Bernardini di Bibbiena e Fantoni di Pratovecchio, espressione di liste civiche, Renzetti di Castel San Niccolò e Santini di Stia, che ricopre anche il ruolo di Presidente dell’Unione dei Comuni, espressione del centro sinistra.

“ Una scelta coerente con la nostra impostazione, dichiarano i dirigenti di SEL. Non abbiamo voluto organizzare un incontro tra comitati del sì e del no (tra l’altro noi non abbiamo aderito a nessun comitati, ritenendo diverso il ruolo dei partiti). Non ci interessano gli scontri tra tifoserie. Abbiamo scelto un incontro ed un confronto di carattere istituzionale. Parlare di comune unico o di unione dei Comuni non significa parlare del sesso degli angeli, né se si è di destra o di sinistra, ma di quali sono gli strumenti, e le forme anche istituzionali per garantire ai nostri concittadini i migliori servizi per il futuro, in una situazione difficilissima anche per gli amministratori locali.

I Sindaci hanno una grande responsabilità: devono saper spiegare alla gente come immaginano il futuro della vallata, come vogliono organizzarlo, in modo concreto, preciso, legato ai bisogni dei cittadini, uscendo dai loro ristretti campanili”

La serata sarà introdotta da un breve documento in cui SEL ha cercato di riassumere alcune delle motivazioni pro e contro il Comune Unico, come base per il dibattito, anche per evitare contrapposizioni astratte.

In particolare, sottolinea SEL vogliamo evitare che no e sì si confondano con destra e sinistra, attivando una contrapposizione politica e ideologica che non ha nulla a che fare con il problema in discussione.

“La domanda, poi, che a conclusione della serata vogliamo fare a tutti i Sindaci, aggiunge Luca Tafi, coordinatore di SEL, è la seguente: ma dopo il 7 maggio, finito il referendum, qualunque sarà il risultato, che cosa intendete fare? Continuerete nello scontro disastroso tra civici e politici, aspettando Godot, e rendendo il Casentino sempre più marginale, o intendete trovare il modo di riprendere un cammino comune? Perché, non dimentichiamolo, il referendum è consultivo e la Regione dovrà prendere decisioni ed i tempi saranno lunghi. Il Casentino non può aspettare”

Sinistra ecologia Libertà Casentino
Ufficio stampa

Firenze-Napoli e viceversa

0

Un nuovo spettacolo con fini benefici a favore del Centro Alzheimer di Stia organizzato dal Lions Club Casentino. Stavolta il protagonista sarà l’attore, regista e cabarettista fiorentino Brunetto Salvini con un suo divertente lavoro dal titolo FIRENZE – NAPOLI E VICEVERSA con Brunetto Salvini saliranno sul palcoscenico Lisetta Luchini, voce e anima del canto popolare toscano, il chitarrista e cantante napoletano Enzo Carro ed il comico fiorentino Giovanni Lepri, con le loro canzoni, macchiette, personaggi e tradizioni…
Lo spettacolo si svolgerà al TEATRO comunale di STIA, SABATO 5 MAGGIO alle ore 21.
Nel corso della serata sarà consegnato il premio MELVIN JONES a Brunetto Salvini per la sua generosa partecipazione agli eventi benefici dei Lions.
Data l’eccezionalità dell’evento, a libero ingresso, e la validità artistica dello stesso è atteso il pubblico delle grandi occasioni per passare qualche ora in sana allegria.

La figlia di Aldo Moro Ospite a Romena

0

Agnese Moro, figlia dello statista ucciso dalle Brigate Rosse, sarà a Romena domenica prossima, 22 aprile. Agnese, che in passato ha anche scritto un’affettuosa biografia del padre Aldo (intitolata “Un uomo così”) parteciperà all’incontro dal titolo “Dalle ferite al perdono” in programma alle ore 15 nella pieve romanica. Un incontro nel corso del quale, accanto alla testimonianza personale, forte e coinvolgente, del suo percorso di vita, così segnato dal sequestro di suo padre e dall’omicidio della sua scorta, emergerà anche il desiderio di guardare aldilà delle sbarre, lì dove sono stati anche carcerieri e assassini di suo padre, per raccontare la storia di un uomo, Carmelo Musumeci, condannato all’ergastolo.

Nel corso dell’incontro, infatti, Agnese presenterà infatti il libro “Undici ore di un uomo ombra”, in cui Carmelo racconta le uniche undici ore di libertà che gli sono state concesse dal 1991, quando ha cominciato a scontare la sua condanna, a oggi, per discutere la sua tesi di laurea in giurisprudenza. Condannato al “fine pena mai” per fatti di sangue legati alla sua partecipazione a organizzazioni malavitose, Carmelo ha compiuto un percorso di profondo cambiamento in carcere, accompagnato in questo cammino dall’Associazione comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi.

“Dalle ferite al perdono” metterà dunque in comunicazione chi è vittima di un reato terribile, come è successo a Agnese, con chi sconta una pena lunga quanto l’esistenza (l’ergastolo ostativo, che sconta Carmelo, non prevede alcuna forma di attenuazione del regime carcerario), pur avendo mostrato segni tangibili di un cambiamento di vita. Sarà dunque un’occasione per entrare in contatto profondo con parole come giustizia, verità, riconciliazione, perdono, da parte di chi le vive e le tocca con mano.

Accanto ad Agnese Moro parteciperanno all’incontro anche Nadia Bizzotto e Giuseppe Angelini, della Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che da molti anni frequentano come volontari il carcere di Spoleto, e che hanno seguito molto da vicino il percorso di Carmelo.
L’incontro è aperto a tutti

Panoramica privacy

In questa pagina si descrivono le modalità di gestione del sito internet www.casentino2000.it in riferimento al trattamento dei dati personali degli utenti che lo consultano.

Si tratta di un’informativa per il trattamento dei dati personali che è resa anche ai sensi dell’art. 13 Decreto legislativo 196/03 (di seguito Codice privacy) ed in ottemperanza con il Regolamento Ue 2016/679, noto come GDPR (General Data Protection Regulation).

L’informativa non è valida per altri siti web eventualmente consultabili attraverso i nostri links, di cui Fruska s.r.l. non è in alcun modo responsabile.

Il Titolare del trattamento
Il Titolare del trattamento dei dati personali, relativi a persone identificate o identificabili trattati a seguito della consultazione del nostro sito, è

Fruska s.r.l.

nella persona di Roberto Frulloni
presso la sede legale di via Rignano 11,
Bibbiena, 52011 (Arezzo).
P.IVA 02020850513
Indirizzo email: fruska@fruska.it

Luogo e finalità di trattamento dei dati

I trattamenti connessi ai servizi del Sito Web sito hanno luogo presso la predetta sede della società Fruska s.r.l. e sono curati solo da personale incaricato del trattamento, oppure da eventuali incaricati di occasionali operazioni di manutenzione.
Nessun dato derivante dal servizio web viene comunicato o diffuso a terzi.
I dati personali forniti dagli utenti visitatori che inoltrano richieste di invio di materiale informativo (richieste di informazioni, risposte a quesiti, ecc.) o altre comunicazioni (ordini) sono utilizzati al solo fine di eseguire il servizio o la prestazione richiesta.

Tipi di dati trattati

Dati di navigazione
I sistemi informatici e le procedure software preposte al funzionamento del Sito Web acquisiscono, nel corso del loro normale esercizio, alcuni dati personali la cui trasmissione è implicita nell’uso dei protocolli di comunicazione di Internet.
Si tratta di informazioni che non sono raccolte per essere associate a interessati identificati, ma che per loro stessa natura potrebbero, attraverso elaborazioni ed associazioni con dati detenuti da terzi, permettere di identificare i computer che si connettono al sito.
In questa categoria di dati rientrano gli indirizzi IP o i nomi a dominio dei computer utilizzati dagli utenti che si connettono al Sito Web, gli indirizzi in notazione URI (Uniform Resource Identifier) delle risorse richieste, l’orario della richiesta, il metodo utilizzato nel sottoporre la richiesta al server, la dimensione del file ottenuto in risposta, il codice numerico indicante lo stato della risposta data dal server (buon fine, errore, ecc.) ed altri parametri relativi al sistema operativo e all’ambiente informatico dell’utente.
Questi dati potrebbero essere utilizzati al solo fine di ricavare informazioni statistiche anonime sull’uso del Sito Web e per controllarne il corretto funzionamento. I dati potrebbero essere utilizzati per l’accertamento di responsabilità in caso di ipotetici reati informatici ai danni del sito.

Dati forniti volontariamente dagli utenti visitatori
L’invio facoltativo, esplicito e volontario di dati personali per accedere a determinati servizi, ovvero per effettuare richieste di informazioni agli indirizzi indicati sul Sito Web comporta la successiva acquisizione dei dati personali inseriti nella richiesta del mittente, necessari per rispondere alle stesse.
Specifiche informative di sintesi verranno progressivamente riportate o visualizzate nelle pagine del sito predisposte per particolari servizi a richiesta.